Ciao, mia cara!
Sono molto contenta di avere finalmente l’occasione di arrivare a questo ultimo capitolo: questa storia è stata un viaggio bellissimo, e l’unico rimpianto che ho è quello di essere stata troppo lenta, perché davvero, avrei proprio voluto riuscire ad essere più costante.
È stata anche la mia prima (e per ora ultima) fanfiction su questo fandom, e non avrei potuto avere un battesimo migliore, visto il modo bellissimo in cui sei riuscita a sposare le atmosfere del film, con quel misto di comicità e scene assolutamente commoventi, con una storia originale che si regge perfettamente e ha uno splendido arco narrativo.
Insomma, arrivare in fondo a questo capitolo è stato bellissimo, ma mi ha anche un pochino stretto il cuore, perché questa storia sicuramente mi mancherà tanto (mi consolo pensando che sono stata talmente lenta che nel frattempo il tuo profilo si è popolato di un sacco di altre cose interessanti su cui posso fiondarmi.
Arrivando alla storia, ho amato moltissimo come hai scelto di tirare le somme di questo racconto, andando a chiudere in maniera perfetta tutti i nodi che per ora erano rimasti aperti.
In particolare, ho amato immensamente la piccola scena di vita quotidiana e familiare che ritrae Anna e Kristoff (e quella peste deliziosa che è Freja): loro sono proprio l’esempio di una famiglia unita e che sa funzionare, perché c’è dialogo e c’è la voglia di venirsi incontro e di ritrovarsi anche dopo i piccoli screzi. E, davvero, è tenerissimo immaginarli così uniti, capaci di creare un ambiente sereno e pieno di allegria per la loro bimba.
E ho, ovviamente, amato moltissimo come hai gestito tutta la questione della memoria di Jack: non solo ho amato il senso che hai dato a questa parte (e tra poco ci ritorno sopra), ma ho proprio amato la struttura narrativa con cui ci hai presentato questa parte, mostrando dapprima, in maniera del tutto inaspettata, Jackson che cade in mezzo a questa polvere dorata e si risveglia riacquistando coscienza di sé. Questa parte è molto bella, perché è sottile il modo in cui pian piano la memoria e la comprensione torna da lui, e comunque avrebbe potuto avere anche un senso più “diretto”: nel senso, avrebbe potuto semplicemente trattarsi di un effetto collaterale del modo in cui si è salvato, che avrebbe richiesto più tempo per fargli riacquistare tutta la sua natura. E, in un certo senso, sarebbe andato bene anche così. E invece tu fai un passo in più, andando a dare un significato preciso a tutto questo: è bellissimo il percorso che deve compiere Elsa, con la sua presa di coscienza di essere diversa da Jack, e soprattutto con la presa di coscienza che serve a entrambi per accogliersi e accettarsi con e senza magia. Perché, in fondo, l’amore è questo: non ci si può amare solo perché ci si aggrappa alla consapevolezza (più o meno veritiera) che una persona possa essere l’unica in grado di somigliarci. L’amore deve andare oltre, accettare differenze e caratterizzazioni che abbracciano una persona in toto, e questo qui avviene in una maniera a mio parere molto bella.
Oltretutto, che si voglia o meno prendere in considerazione Frozen II, questo è un finale che funziona, perché chiude un arco narrativo, ma non chiude necessariamente ogni porta ai personaggi, lasciando la possibilità di immaginare che possa esserci altro, che possa esserci la voglia di esplorare quanto di ancora sconosciuto esiste, ecco.
Ancora una volta qui tornano tanti elementi che ho sempre apprezzato in questa storia, come appunto l’alternarsi di scene toccanti ad altre con uno stile frizzante: ho adorato che la storia si chiudesse con un dialogo tanto brillante, in grado di mostrare in maniera inequivocabile tutto il carattere spumeggiante e leggermente insolente di Jack.
È stato davvero un piacere leggerti, e spero di avere presto occasione di cominciare una nuova avventura! |