Ok, come ti ho accennato nel messaggio che ti ho mandato, questo capitolo è stato qualcosa di indescrivibile. Ho una serie di emozioni aggrovigliate, sono passata dalla staticità di Tsukki che guarda fuori dalla finestra all’euforia pura che FINALMENTE ho sentito anche provenire da Kei.
Bravo tsunderino del mio cuore <3
Partiamo da quest’apertura di capitolo, come dicevo molto statica, Kei con lo sguardo fisso sulle arciere – e le spalle larghe da segnare sul post-it che sono taciuta verità – mi ha fatto tanta tenerezza. Nonostante sia circondato da gente che reputa idiota, passa il suo tempo in loro compagnia, non li mal sopporta davvero così tanto. O meglio, li mal sopporta nella loro idiozia (e forse gli unici che si salvano sono Yamaguchi, ovviamente Akaashi, e Tetsurou, ma lui è ovviamente un discorso tutto a parte, anche se spesso cade nel calderone di quelle cose che Tsukki non sopporta, ma se vengono da Kuroo, tutto è molto più tollerabile. Kuroo non è un suo amico, quindi non si può veramente farlo rientrare nel conteggio).
Mi sono piaciute le considerazioni sui post-it dei compagni di squadra e quelle su Suga (che tutti sappiamo aver dedicato il suo cuore – Shinzo wo Sasageyo! – a Daichi) e vedere questo gruppo di squilibrati (Kei compreso) trascorrere il tempo insieme. Kageyama che cerca di ignorare Hinata che lo attrae come una calamita e Kei che si chiede cosa diavolo ci sarà di interessante in quel gamberetto saltellante mi ha fatto morire, ma d’altronde lui ha Kuroo (quasi, ma fine capitolo ce l’ha davvero) e voglio dire, fare paragoni è ingiusto. Poi Hinata da grande migliora e l’allenamento porta i suoi frutti, ma Kuroo è qualcosa di sublime. Sì, il discorso sulle milf che andrebbero pazze per lui lo capisco molto bene XD
Mi è piaciuto il commento su Yama che sembra rimbambito ma al tempo stesso sa di esserlo a sua volta, solo che ha la decenza – secondo il suo punto di vista – di nasconderlo. Anche se forse non davvero così bene che crede di fare.
Per questo, per arrivarci, è riuscito a saltare più del solito. Lo ha fatto davvero. Quindi, dopotutto, Hinata non si sbagliava. Sulla pallavolo non si sbaglia mai, ha una specie di infallibile istinto naturale, da animale selvatico.
Bello questo pezzo per due ragioni: la prima è che riconosce a Hinata il suo istinto, il suo talento e la sua bravura nel percepire la pallavolo. Tecnicamente deve migliorare, ma quell’istinto è una cosa che ha dentro di sé e che – sappiamo – lo porterà oltre la vetta, to the top (così, citiamo lo stesso autore). Seconda ragione è la consapevolezza di aver saltato più del solito, di essersi accorto in tempo di qualcosa e aver fatto quel passo in più, anche se forse bisognerebbe dire quello sforzo in più per raggiungere il risultato e ottenere quello che voleva. Magari oramai mi è fuso talmente tanto il cervello con questa storia (e questo capitolo in particolare) però ci ho percepito qualcosa che va oltre il puro e mero salto per schiacciare una palla particolarmente alta.
Quando pronuncia esplosiva, strascica leggermente l'ultima sillaba, come per trattenerla in bocca più a lungo, per gustarne il sapore sul palato. E' una cosa che fa tutte le volte che una parola gli piace particolarmente. Kei ne va matto.
Stupendo questo dettaglio sul modo di parlare di Tetsurou, il modo in cui tiene in bocca le parole che gli piacciono e come Kei noti questi piccoli particolari e gli mandino in panna il cervello. L’ha guardato e ascoltato molto più di quello che lui stesso voglia ammettere (...ok, cosa ammette Kei? Vabbè…) Poi penso sempre che parlano giapponese, quindi il mio cervello cerca di mettere a fuoco quello che potrebbe essere il modo di parlare di Kuroo ma – ahimé – sono ferrata sulle lingue germaniche e balbetto un po’ di finlandese, ma il giapponese è proprio fuori dai miei schemi mentali. Mi limito a riconoscere solo delle parole, ma ci si accontenta. Come dico sempre, se fossi nel mondo di Boku no Hero Academia il Quirk che vorrei avere sarebbe la capacità di comprendere e parlare tutte le lingue del mondo. Che Quirk da nerd, ma sarebbe la mia gioia.
«Nell'unico senso di queste parole in giapponese. Non me l'ha data una ragazza.»
Gli allarmi interni di Kei entrano in funzione tutti insieme.
Questo pezzo è mi ha compita molto perché è quel tipico momento in cui un qualcosa a cui stavi pensando distrattamente e che in parte avresti voluto accadesse, sembra quasi stia per diventare realtà. È il momento di stordimento, di non ancora completa realizzazione che ti lasciano inebetito e al tempo incredulo e speranzoso. Una cosa piccola, ma mi è piaciuta la reazione di Kei, una specie di Vorfreude a cui ancora non crede ma che si sta insinuando dentro di lui.
«Me l'ha data un ragazzo. Un bel tipo. Anzi, direi uno proprio figo. Di un'altra scuola. O forse più grande.» […] «Alto, moro, fisico da atleta, capelli come se ci fosse esploso in mezzo un petardo?»
Bella la descrizione di lei (su cui tutti concordiamo) e adorabile l’apparente impassibilità con cui cerca di completare la descrizione. Per l’appunto, sembra non crederci, cerca di restare calmo e impassibile ma credo che i petardi stiano cominciando a esplodere a lui nel cuore e nel cervello.
E la realizzazione che Tetsurou è lì, che la lettera gliel’ha data lui, che è successo solo dieci minuti fa e che può riuscire a trovarlo, rincorrerlo (per una buona volta è lui che deve alzare il culo e seguirlo), il test del sabato precedente, il risultato ottimo che ha ottenuto e il baratto che ha messo in piedi Kuroo fregando la ragazza e che alla fine ha fatto dire a Kei la prima frase che ha fatto esplodere a me i petardi nello stomaco tanto è stata l’emozione che provato quando se n’è uscito con:
«Ah, comunque, il numero non ti serve, lui è già impegnato».
ODDIO.
Due frasi mi hanno uccisa, questa è la prima e credo tu possa intuire quale sia stata la seconda XD
(sto scrivendo su Word perché sono senza connessione da pc al momento e sono a mille parole di recensione per metà capitolo… benissimo)
L'unico abbastanza coraggioso e folle da andare a chiedere direttamente a Tsukishima sarà Hinata. Succederà domani, davanti alla macchinetta delle bibite. Tsukishima gli risponderà di andare a farsi fottere da Kageyama. E un giorno Hinata ci ripenserà. Sulle debolezze degli altri Tsukishima non si sbaglia mai, ha una specie di infallibile istinto naturale, da vero stronzo.
Ok, questa andava riportata tutta perché dopo quella bomba che hai sganciato, questa mi ha fatto morire dal ridere. Mi è piaciuto Yama che ha intuito cosa possa esserci in ballo e che confonde le acque e adoro il commento su Hinata coraggioso da chiedere a Tsukki cosa fosse successo e ottenendo una risposta su cui rifletterà in futuro. Il parallelismo sugli insinti natura, pallavolo per Hinata e stronzaggine per Kei è stato divertentissimo.
Ok, entriamo nel vivo, entriamo nella parte che stavamo aspettando da 32 capitoli <3
Per un attimo Kei teme che sia un'allucinazione. Del resto, il cervello gli si è scombinato così tanto che una deriva allucinatoria delineerebbe per lo meno un quadro clinico comprensibile. E un roseo destino di psicofarmaci.
Largo circa ci sentiamo un po’ tutti così, ma perché davvero le sue emozioni sono qualcosa di così tangibile che mi sembra di essere lì e vedere la scena con i miei stessi occhi e al tempo stesso avere qualcosa che mi permette di sentire tutto quel groviglio ingarbugliato che sono le emozioni e i pensieri di Kei in quel momento.
Il saluto, quel ciao così naturale, così sussurrato e al tempo stesso incredulo da parte di entrambi, c’è qualcosa di mistico nel vedere Tetsu infreddolito e in disordine, che allunga una mano verso Kei, desideroso di contatto ma al tempo stesso con quel pizzico di timore e incertezza, come non fosse – e in effeti non lo è – del tutto sicuro di come potrebbe reagire l’altro, perché con Kei non puoi davvero mai sapere davvero cosa succederà, cosa ti dirà, quante volte di manderà al diavolo.. piccoli passi, prima deve tastare il terreno, come su un lago ghiacciato: deve essere certo che il ghiaccio sia in grado di sopportare il suo peso (azioni e parole) prima di iniziare a camminare, altrimenti il rischio è quello di rimanerci secchi e perdere tutto.
Tsukki e l’istinto, una cosa irrazionale che lo porta ad agire nel modi più scemi di tutti, ma troppo sconvolto dalla presenza dell’altro. Tetsutou gli blocca le sinapsi e lo rincretinisce ma a Kei sta cominciando a dispiacere sempre meno e per quanto assurdo, i suoi comportamenti oramai stanno avendo la meglio sul cervello, sulla razionalità e sulla sua logica ineccepibile ma che ora è stata lanciata fuori dalla finestra o chiusa fuori a doppia mandata dalla porta e da lui stesso.
Quando il superpotere lo usa consapevolmente, è distruttivo. Nello spazio di una frase, l'immaginario di Kei si è rimodellato completamente attorno al suono della chiave che gira due volte nella toppa, marcando un dentro e un fuori traboccanti di allusioni. Il cervello gli si è ridotto a una poltiglia acquosa di pensieri lascivi, fra cui galleggia qualche patetico relitto di dignità.
Eccolo l’universo di Tsukki che fa spazio a Kuroo, ecco come stanno finalmente cambiando le cose e come i pezzi del puzzle stiano finalmente trovando la loro giusta collocazione. Ed ecco anche il subbuglio del cervello di un sedicenne che sta cercando di non lasciarsi andare al pensiero di lui e l’altro chiusi lì (per quanto non possa evitare di rimbeccare Kuroo per essere andato in giro a scopare per la scuola).
La battutina su Henry James e la coda per leggere le sue opere, il fatto che Tsukki sia uno dei pochi che parla in modo accettabile due lingue straniere (oltre Akaashi che non va al Karasuno ed è a prescindere al di sopra di qualsiasi paragone, quindi è Kei che p il responsabile e ha le chiavi della sezione classici occidentali), i riferimenti letterari che mi hanno fatto morire visti riassunti con la saltyness di Tsukki… ho adorato. Jane Eyre magistrale e l’happy ending di Kuroo mi ha uccisa. Il rapporto di Kei con la poesia è singolare, sono una profana e non amo la poesia, non sono per le cose sintetiche (...non l’avresti mai detto vista la brevità delle mie recensioni) e quindi anche per haiku e le poesie fatico a comprendere quanto possa essere grandi il trasporto, ma analizzando bene il personaggi di Tsukki ci sta che preferisca le figure retoriche, le interpretazioni, immagini brevi e fugaci che sta al lettore identificare. È più facile nascondersi dietro una poesia. E chi meglio di Kei non vuole aprirsi e trova nelle poesie le sue emozioni mascherate come fa lui?
«Lo pensi davvero?»
«Cosa?»
«Che la vita è una merda.»
«Qualche volta.»
«E adesso?»
«Adesso no»
Bello, bellissimo, anche perché sinceramente oggi ho ricevuto delle belle notizie, quindi mi sento davvero un po’ così. L'ho sentita tanto questa frase.
«Non ti vedo da otto giorni, non ti tocco da un mese. Stavo uscendo di testa.»
Un colpo al cuore, un ammissione così onesta e disperata, così necessaria al tempo stesso sofferta. Le dita carezzano il mento di Kei, Kuroo che spinge le resistenze di Tsukki come fa sempre, ma questa volta Kei non è così riluttante ad accettare questa cosa. Credo di aver riletto almeno quattro volte ogni singola riga perché volevo assaporare a pieno ogni parola.
Da settantadue a novantasette in quattro settimane. Un violatore seriale di statistiche.
«Tsukishima Kei... »
«Che vuoi?»
«I miei tre centimetri» dice, affondando una mano fra i capelli di Kei.
Tre centimetri. Giusto la distanza che serve per riuscire a guardarsi ancora negli occhi, mentre ci si respira addosso, e poter dire di non essersi baciati.
[...]
«Con te un po' tutto è una sfida.»
«Crepa» gli appoggia l'insulto sulle labbra, e lo sta già baciando.
Qui credo di aver seriamente avuto bisogno di un defibrillatore perché, penso davvero di aver trattenuto il fiato insieme a Kei. Se le altre righe le ho rilette quattro volte, queste almeno dieci. Che emozione, che intensità, che scambio di battute a dir poco perfetto, i tempi messi in modo magistrale come un cavallo dal galoppo perfetto con una cadenza che è pressoché musica (...almeno, per me).
Il conto dei crepa, l’arrivare a cento ed ecco che tutto crolla, crolla la maschera di Kei, crolla il suo ostentare disinteresse e noia, crolla tutto ciò che ha cercato di essere e finalmente si lascia andare e si concede il lusso di essere libero di fare ciò che desidera, che desidera da che ha visto Kuroo per la prima volta, o quanto che desidera consapevolmente dai primi capitoli di questa storia.
E, inaspettatamente, ecco a te la seconda frase più bella di tutto il capitolo, ma deduco tu possa aver intuito di quale si tratti...
«Sei uno scemo fortunato, dicevo. Il tuo ragazzo è mille volte meglio del mio.»
Ciao, addio.
Quando Tetsurou gli toglie gli occhiali, con un gesto di una tenerezza immorale, Kei si sente proiettato nel vuoto, in caduta libera, […] Si aggrappa all'unica certezza del momento, quella schiena ampia e magnifica [...] E adesso è sua.
Una chiusura perfetta, non ho altro da dire (anche se ho l’impressione di aver detto un paio di cose a riguardo…).
Bellissimo capitolo. |