Silenziosamente quella magione stava diventando una dimora accogliente. Anfratti, bui che accolgievano bagliori di luce e sospiri mentre le mani di Jiraiya afferravano per i fianchi con tenerezza, la grande Hokage. Ora non più capo del villaggio, non forte e determinata, semplicemente una donna che ammirava il volto dell'amato. Le labbra schiuse, a pronunciare sussurri di quello che non si erano mai detto, ma che con il cuore l'uno sapeva dell'altro. Sorrisi spensierati d'una vita che solo adesso vivevano assieme nel silenzioso buio. Volevano vivere quella favola, solitari l'uno con l'ombra dell'altro; persino quando le labbra si sfiorarono e com pezzi di un puzzle quelle attenzioni andarono concidendo perfettamente, l'uno all'altra. Quei corpi così vicini, tremendamente vicini ed attratti. Quegli sguardi complici, giocosi ed ilari. Leggiadri e colmi.