"Ogni gesto tra loro comportava necessariamente una visita all' infermeria."

Tutti hanno paura della morte, se non per sé, allora per gli altri...

Hanamichi si trova nel centro di riabilitazione per recuperare l’infortunio alla schiena. Lì avrà modo di riflettere sulle sue emozioni più profonde, arrivando ad accettare una parte di sé fino ad allora ignorata.
Dal capitolo: " ‘E io?’, pensi scoraggiato; ‘Cosa sono per Rukawa?’.
Ti mordi un labbro appena comprendi che, per quanto tu abbia sempre sbraitato contro Kaede di essere il suo rivale numero uno, lui non ti abbia mai considerato in quel modo." [RuHanaRu]

Un crocifisso di legno sulla spalliera del letto, la Bibbia nel cassetto, l'odore di incenso nella stanza. Le mani stringono, i denti affondano e i gemiti risuonano tra le pareti sempre più forti.

Vincitrice dello Slam Dunk contest!
Prompt usato: cerotto
C'è una scena che Kaede continua a rivivere senza capire...
-Lieve HanaRu, ma a malapena accennato-

"Il battito di un cuore non lo senti con le orecchie, ma se si ferma il suo silenzio è insopportabile".

Ma che accidenti gli stava succedendo ? E dire che di cosa strane nella sua vita ne aveva anche viste abbastanza, ma nessuna assurdità riusciva a battere gli avvenimenti del giorno che si stava per concludere.
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E’ semplicemente bellissimo.
Così come, in fondo, lo hai pensato quando lo hai baciato, qualche ora prima.

Un temporale, un faro solitario, Hanamichi e Kaede improvvisamente insieme nel mezzo della tempesta...
“Do’aho”.
Hanamichi s’irrigidì, senza osare voltarsi. Non era possibile che ci fosse...
“Rukawa!”
Il grido pieno di sgomento gli era sfuggito subito dopo il suo scatto improvviso. Sakuragi era convinto che quella voce fosse stata solo un parto della sua mente, ma si era sbagliato. Il giovane che aveva di fronte era fin troppo solido per essere uno scherzo della sua immaginazione. A Sakuragi parve che tutta l’aria della stanza fosse venuta a mancare. Non respirava. Il cuore martellava così tanto che era sicuro che tra poco gli sarebbe schizzato fuori dal petto.
Il panico lo sommerse.
Cosa doveva fare? Cosa doveva dire? Cosa?

[...]Poggiò una mano sulla testa dell'italiano “Ti chiedo scusa se ti ho fatto preoccupare....Sono stato uno stupido” disse, posandogli le labbra sui capelli.
Poi, silenziosamente, si alzò e si incamminò verso il piano superiore.
“Te ne sei accorto finalmente” lo fece voltare la voce dell'altro “Sei stato un completo idiota. Tu e la tua dannata abitudine di fidarti di tutti!”.
Yamamoto abbassò lo sguardo “Ti chiedo scusa, non avrei dovuto abbassare la guardia”.
“No. Non avresti dovuto. Sei un guardiano dei Vongola, maledizione! Dovresti fare più attenzione” ringhiò, infilandosi le mani in tasca e raggiungendolo.
Quello sorrise “Non pensavo tenessi così tanto alla mia salute”.
Gokudera arrossì “Cos..!? Non capire male! Non mi importa nulla di te!”.
Ma Yamamoto gli si avvicinò, stringendolo a sé.
“Non succederà mai più, non temere”.
“Sarà meglio o ti ammazzo”.
Yamamoto sorrise, stringendolo di più a sé.

"E' davvero così grande questo peccato?" sussurro seccato.
Mi stendo di fianco dandogli le spalle, cerco di prender sonno, convincendo me stesso che domani cambierà qualcosa,
e che adesso non devo stare troppo a pensarci.

Osserva i loro occhi. Cerca di capire per cosa si accendono e riuscirai a capire cosa custodiscono nel cuore, perché la verità è celata degli occhi, Tsuna. Sempre.
[Accenni shonen-ai a 8059 e D18] [Accenni a 6996 e 3387]

"Dino afferrò le caviglie del moro, posizionando le gambe del partner sulle sue spalle. Così avrebbe avuto più spazio, nonché una splendida visuale.
- Eccitato? - lo schernì il giapponese, stringendo le sue gambe attorno al collo dell'uomo, facendogli avvicinare il volto.
Quello gli sorrise. Era inutile dargli ulteriore conferma."

Hibari non odia molte cose. Odia le persone irritanti, infantili, inutili, stupide e, in generale, qualsiasi erbivoro. E, purtroppo per lui, il suo maestro rientra in tutte queste categorie.