Adesso Castiel sapeva tante cose, ma non riusciva a dirne solo una.
Castiel/Dean; Castiel centric.

Quando Grant arrivò, più o meno all'alba, per sincerarsi delle condizioni del suo protetto, li trovò che dormivano tutti e tre nello stesso letto, stretti come cuccioli.
Jimmy teneva le braccia avvolte al collo di Robert, che aveva il mento affondato fra i suoi capelli ed un braccio a stringerlo in modo che il petto del moro fosse per metà sopra il suo. L'altro braccio Plant l'aveva attorno alle spalle di Bonham, che dormiva per metà penzoloni fuori dal letto, e l'altra metà allungata sugli altri due.
Peter faticò a trattenere una risata. «Quanto siete checche, ragazzi» mormorò, e forse il ghigno che solcò le labbra di Page fu la reazione ad un sogno piacevole, non alle sue parole. Ma con quel bastardo non si poteva mai sapere, ed era pure meglio non fidarsi.

«Sto solo aspettando che arrivi qualcosa di diverso»
Ma le cose diverse arrivano solo se le cerchi, se le crei.
Avrebbe ancora una volta cercato di scappare per poi tornare indietro, mentre sulle mani e sul viso gli si aprivano ferite e tagli e graffi; frammenti di specchi colorati sfrecciavano attorno a lui con i sibili sinistri delle stelle, quando cadono troppo vicine alla Terra. C'erano colori dappertutto, sconosciuti, e musiche che non ascoltava da anni, mentre praticamente precipitava nel cuore dell'universo.
Ancora una volta, vide le proprie mani muoversi nell'aria, come le ali spezzate di un piccolo uccello - cercavano la libertà di un cielo che si allontanava sempre di più.

«Non è importante, davvero. Puoi fartela con chi vuoi. Scopare con chi vuoi.» Guardami, guardami adesso, capisci cosa c'è dentro i miei occhi. Ma la verità era semplicemente troppo grande e pesante per un paio di iridi così chiare, che ora stavano diventando così lucide.
Keith rise. «In fondo, non so neppure perché te l'ho chiesto. Ci sei uscito neanche mezza volta.»
Le labbra di Mick tremarono, forse per assecondare la risata ironica dell'altro. Guarda, guarda oltre me, vedi cosa vuoi davvero. Ma ancora una volta i suoi pugni si strinsero, così come il suo cuore ed i suoi denti, a intrappolare la verità. «Sei un coglione. Fa' ciò che vuoi.»
Voltò la testa verso il vetro rigato di pioggia, mentre la sigaretta abbandonata nel posacenere si consumava; una spirale di fumo, bianca come la piuma di un angelo, si sollevava nell'aria.

Il problema era che Gerard non sapeva affrontare Frank e Frank non voleva affrontare Gerard: era sempre più facile scappare che restare, di quello ne hanno sempre dato prova. La partenza di mio fratello è stata quasi scontata, per me: Gee stava scappando, come di consueto, e sarebbe tornato quando si sarebbe messo a posto con il proprio Io e quando, soprattutto, avrebbe trovato un nuovo Frank Iero a cui aggrapparsi con tutto sé stesso.

Tributo a Jon Anderson e Tony Kaye degli Yes.
Anime solitarie e cupe.

Si avvicinò, piano piano. Le mise la mano libera sulla guancia. Avvicinò la bocca alla sua. Sentì il suo odore, leggero sudore e il profumo del fiore e del sapone con cui si era lavata i capelli. Poi le loro labbra si toccarono, la mano di Bonzo scivolò sul collo e poi sulla nuca di lei. Quella di Pat si strinse di più alla sua. E John chiuse quei suoi occhi che dicevano tutto, soprattutto la verità.
John Henry Bonham, Redditch, 31 maggio 1948 – Windsor, 25 settembre 1980

Era l'amore di un ragazzino troppo giovane, che non sapeva niente del mondo, e che con la sua dolcezza, i suoi occhi perennemente sgranati, e la sua falsa sfrontatezza, aveva sciolto la corazza dell'altro, fino a far tornare anche lui un po' più bambino, un po' più innocente. Era un amore che faceva quasi paura nella sua diversità e forza; quel tipo di amore travolgente che non lascia scelta, che ti obbliga a nasconderti, con momenti tanto bui e senza sbocco da spingere alla disperazione - che però venivano immancabilmente spazzati via, dimenticati, sommersi da quelle ondate di calore e felicità che potevano darsi solo l'un l'altro.
Se non vi piace lo slash, fareste decisamente meglio a non leggerla .-.

Tirarono dei sassi lisci nell’acqua finché non finirono per ridere ed accasciarsi l’uno sull’altro,
e si amarono ancora e ancora finché all’alba si alzarono e presero la via da dove erano arrivati.

“Sei ferito e debilitato! Hai bisogno di coccole, Remus.” concluse, sogghignando con aria deliziata.
Anche in questo caso il povero Lupin dovette controllare con attenzione il suo colorito dal momento che una frase del genere detta da Sirius risultava essere ricca di sottintesi, probabilmente osceni, perversi e imbarazzanti;[...]
Ennesima Remus/Sirius senza pretese.
I personaggi non mi appartengono in alcun modo e da tutto questo io non ci guadagno niente, a parte una personale sensazione di soddisfazione quando scrivo di 'sti due che pastrugnano come si deve.

...brillandoti attorno, come polvere di stelle.
Keith John Moon (Londra, 23 agosto 1946 – Londra, 7 settembre 1978)