[Katsuki/Izuku] [Future!Fic]
“Kacchan-“
“Stai zitto,” sibila senza neanche guardarlo. “Neanche una parola devi dire, nerd di merda.”
Bene, è arrivato a tirare fuori i nomignoli che utilizzava quando lo bullizzava. Da qui, la rabbia può solo che aumentare.
“Dobbiamo-“
È a quel punto che Katsuki l’osserva, gli occhi stretti e una ruga sulla fronte. “Noi non dobbiamo fare proprio un cazzo. Tu devi stare zitto, non devi neanche osare rivolgermi la parola e io devo cercare di non ucciderti con le mie stesse mani.”

Raccolta di episodi erotici, legata alla saga del Quantum Universe
[Adrien/Marinette I]
«Io…» iniziò la mora, scuotendo il capo e fissandolo negli occhi, come a pregarlo di capire.
E lui capì.
[Rafael/Sarah I]
«Vuoi per caso una confessione in carta bollata?»
«Voglio che tu sia sicura di avere la prima volta con uno come me, Sarah.»
[Wei/Lila I]
Beh, Wei iniziava a ringraziare chiunque avesse disegnato quella cosetta rossa e mezza trasparente che Lila aveva indossato.

Allen non volle proferire parole superflue: semplicemente strinse la mano che Tyki gli aveva teso. Intrecciando le dita con le sue, Tyki lo aveva coinvolto in una danza lenta, soave, senza musica che ne dettasse il ritmo. Gli unici suoni ad udirsi erano i loro respiri e l’errante, lentissimo procedere dei loro passi sul pavimento, assuefatti l’uno all’altro in un abbraccio appena accennato, simbolico.
[E, dopo due anni, Poker Pair.]

[Otabek/Yuri]
A quel gesto, Otabek deglutisce a fatica. Yuri sta davvero per fare quello che pensa stia per fare?
Ha la risposta nel momento esatto in cui il ragazzo biondo si infila una mano sotto i pantaloni della tuta e comincia a toccarsi, mentre l’altro palmo si tiene ancora premuta la stoffa della tuta sul naso.
Va bene, forse è giunto il momento di chiudere la videochiamata, spegnere il pc e fare finta che tutto ciò non sia mai successo.
Otabek porta la propria mano sul mouse e il cursore sulla x rossa in alto a destra, ma la sua forza di volontà viene annullata dal mormorio che ode dagli autoparlanti del computer.
“Beka… Otabek…”
Quindi, ricapitolando: il suo ragazzo, che non vede da ben due mesi, si sta masturbando di fronte ai suoi occhi utilizzando la sua felpa, mormorando il suo nome, e lui dovrebbe persino chiudere la videochiamata e ignorare il tutto?
Eh, no. A tutto c’è un limite.

Nessuno capì cosa successe in quei venticinque minuti di viaggio, nemmeno il suo tutore Yakov, suo cugino Yuri e addirittura il suo migliore amico Christophe si spiegarono perché da quella volta Victor rifiutò ogni tipo di passaggio e continuò ad andare al teatro in treno.
||Victuri!Au||Violinista!Yuuri||Pianist!Victor||

“Tua madre ti guarderebbe in quella maniera stupidamente contenta e orgogliosa anche se dichiarassi di voler fare il terrorista.”
Izuku rise, e Katsuki pensò che pure quella risata limpida ma più matura gli era mancata un po’.
“Ti vestiresti davvero di bianco, Kacchan?”
“Forse per il tuo funerale.”
E Midoriya si nascose nell’acqua fino al collo, distante da lui “Ehr… sarebbe di pessimo gusto.”
“Sarebbe impossibile, visto che quel giorno sarò in carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale.”
“Hai pensato proprio a tutto.”
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Alla fine gliel’aveva detto: “Va bene, Midoriya, farò tutto ciò che vuoi.”
E già se ne stava pentendo.

"DOVEVA capire.
I momenti no del suo compagno erano cominciati poco dopo il rientro definitivo in Giappone: no, non era per questo; l’insegnamento gli piaceva, lo gratificava addirittura: nenche questo.
Cosa gli mancava, COSA?
Quella notte!
Era quello? "
NOTA: questa storia è un possibile sequel di "Colazione da Christie's", la bellissima storia di Syila, che ringrazio per l'ispirazione: se vi manca, vergognatevi, datevi da fare e andate a leggerla.
Ci vediamo in fondo

[Otabek/Yuri]
“Raccontami qualcosa di stupido,” replica, nascondendo una smorfia.
Otabek comincia a discorrere e Yuri serra le palpebre, immaginando che, almeno in quel momento, la lontananza non esista e che il suo ragazzo sia esattamente di fronte a lui, a sfiorargli la fronte con la propria e a baciargli il naso.
Fa fatica ad addormentarsi quella sera, la mente affollata di pensieri e una strana sensazione di malessere nel petto, una che non ha mai provato prima.
Una che gli fa paura.

[SaruMi] [One-Shot] [s2e12]
Storia partecipante al concorso Mille modi di esprimerlo, senza mai dirlo (Ti amo) indetto da AleDic sul forum di EFP
* * *
«E come facevo ad arrivarci, così dal nulla?» protesta Misaki, stizzito. «Fai sempre così! Sì, sono stupido. Quindi, se le cose non me le dici chiaramente, io non ci arrivo!»
Saruhiko scuote la testa: ci sono già passati mille volte. Contrariamente a quanto si potrebbe credere, lui ci ha provato, a spiegare a Misaki come si sentiva. Ma quello era così: o zero, o cento. O ci arrivava subito, o non ci arrivava mai. «Se anche te lo avessi detto, avresti capito?» domanda retorico.
* * *
Una scena che conosciamo tutti fin troppo bene: Saruhiko aveva quasi abbandonato ogni speranza quando il vecchio amico/nemico Misaki è andato a salvarlo, aprendo la porta ad una possibile riconciliazione. Ma a cosa pensava Fushimi in quei momenti così intensi? Quali sono state le sue emozioni, le sue paure? Cosa c'era nella sua testa in questo confronto così acceso? Forse ci sono delle parole che, anche se non vengono dette, raggiungono comunque il destinatario.

Yurio e Otabek si trovano costretti a dormire insieme. Cosa succederà?

"Da dietro le lenti spesse dei miei occhiali, costellate da minuscole gocce di fredda pioggia, ti guardo, e vorrei poterti dedicare uno sguardo sicuro, dirti attraverso queste iridi cerulee che andrà tutto bene, che avremo altri momenti per guardarci ancora, che litigheremo ancora, che le nostre lame si scontreranno ancora, così come le nostre labbra, in segreto.
Vorrei... Ma nelle mie pupille non si cela che la paura, il terrore più viscerale, e per quanto mi piacerebbe potertelo celare, so che tu, e tu soltanto, che hai condiviso con me tutto il dolore, puoi vederla."

"Una notte d'amore puro e folle
Parte da un bicchiere
Ubriachi,fradici e sudati
Si parte
E si cade
Nella amata pazzia sotto le lenzuola"
KageHina

Victor e Yuuri che da lì a poco varcheranno per la prima volta la soglia della loro casa a San Pietroburgo.
Yuuri, già durante il tragitto aeroporto-casa, é impaziente di dimostrare al suo fidanzato quanto l'idea lo entusiasmi.
L'inizio promettente di una convivenza.
O anche, come rischiare di essere protagonisti di "1000 modi per morire".

(HRE X Chibitalia, 115 parole Soulmate Au)
‘’ Signorina Ungheria, signorina Ungheria! Li vedo! ‘’
‘’ Cosa? ‘’
‘’ I colori! Li vedo! E sono bellissimi! ‘’

[Otabek/Yuri]
E’ mattino presto quando Yuri apre gli occhi.
L’appartamento di Otabek non è affatto silenzioso come il suo; c’è il frigo che ogni tanto si lascia andare a qualche rumore metallico, la finestra del salotto è un po’ deformata e spesso il vento fa scricchiolare gli infissi, e i vicini del piano di sopra hanno passato l’ultima mezz’ora a correre avanti e indietro, probabilmente per prepararsi ad affrontare una nuova giornata.
Yuri serra le palpebre, sorridendo quando avverte un paio di labbra baciargli il collo e la stretta attorno al suo petto farsi più salda. Si raggomitola ancora di più e Otabek intreccia una gamba con la sua, senza smettere di far scorrere il naso lungo la sua pelle e i suoi capelli.
Queste sono le mattine che Yuri ama, immerso totalmente nel calore emanato dal corpo del suo ragazzo, mentre la vita scorre fuori dalle finestre e li lascia riposare in quel letto fin troppo comodo che sa di loro.