Era stato un bambino di strada, un rifiuto della società, una vita senza futuro. Gli avevano promesso cose che non avrebbe mai potuto avere. Lui aveva cercato di prendersele lo stesso.
La storia di Xanxus.
{Capitolo VII: Alleanza. "Sì, Squalo era completamente fuori di testa, Xanxus non ne aveva alcun dubbio. E la cosa, doveva ammetterlo, gli piaceva."}

I due bambini dell'asilo non approvano il Waltzer. Ed Heechul è una cattiva influenza.

La prima volta che vide il più piccolo fu durante il suo primo giorno di scuola.

Sentii distintamente i nostri occhi abbracciarsi, le mie labbra dischiudersi in una bolla di mutismo, la stoffa delle nostre maglie incresparsi e il cuore partirmi un colpo. Sentii il silenzio di tomba adornare quel momento.
Mi venne da piangere non appena finì.
No... non ci eravamo mai trovati così vicini prima d'allora... e purtroppo, non lo saremmo neanche mai più stati.
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«Kim Jongin gridalo! Gridalo! Che cosa vuol dire?!?»
[KaiSoo]

Toccavano tutto, quelle maledette, tranne la parte che bramava essere tastata, per essere intossicata e catturata. E poteva sentirlo sulla sua pelle il ghigno provocatorio di quella bocca che lo sfiorava con una lentezza disarmante, come se non avesse alcuna fretta, perché si compiaceva e beava nel vederlo sottomesso, sofferente e speranzoso.

In cui l'hobby di DongHae è leggere FanFic e la sua fastidiosa abitudine è quella di "testare" la veridicità di alcuni "suggerimenti" sui suoi compagni. Uno in particolare, ovviamente.
"“Eh”, DongHae abbassò la testa prima di fissare nuovamente l’amico e pronunciare con più forza: “Questa è bella. Loro sono solo amiche.”
“Allora cosa cazzo sono io??” Urlò mentalmente HyukJae mentre, in realtà, non era riuscito a far altro che spalancare stupidamente la bocca in direzione del suo amico.
“DongHae!” riuscì almeno ad urlare istericamente alla fine, guadagnandosi solo, in risposta, un broncio infantile e decisamente adorabile.
“Non è colpa mia se sono così accattivanti!” Protestò il minore difendendosi. “Voglio dire… a volte sono così “cliché” ma allo stesso tempo alcune di queste sono così incredibilmente creative! Voglio dire… sono così divertenti e poco realistiche! Ma allo stesso tempo ti colpiscono, nel profondo, proprio… nel cuore.” E tanto per sottolineare le sue parole, DongHae si colpì il petto. Dalla parte sbagliata, ovviamente."
TRADUZIONE!
EUNHAE

- ALLORA TU NON FARE LO STESSO SBAGLIO! - urlò così forte da far temere a Daehyun che anche qualcun altro potesse sentirlo - Non sai quanto detesti me stesso, quanto mi odi e maledica tutte le mie occasioni perse! Tutte le volte che l'ho guardato e distolto lo sguardo quando anche lui guardava me, tutte le volte che l'ho sognato, desiderato e me ne sono pentito, tutte le volte che ho fatto sesso con una donna sperando di fare l'amore con lui, e quell'unica, stupida volta in cui sono morto e il mio ultimo pensiero è stato sempre e comunque lui. -
Daehyun rabbrividì nel vedere delle lacrime solcare le guance magre di Himchan.
Incredibile, anche gli spiriti erano in grado di piangere.
- Come sei morto Himchan? -
Per la prima volta Dehyun aveva interesse per qualcuno, qualcuno che non fosse se stesso o il suo Youngjae.

Ma sì, mi son detta, perché non fare anche una raccolta YeWook?
E così eccomi qui.
Questa raccolta però ha una sua particolarità: benché ogni capitolo sia una flash esse sono legate da una consequenzialità narrativa; insomma, anche se potete benissimo leggerne una e saltare la successiva, a fine raccolta avrete un quadro chiaro del percorso che ho scelto di far seguire a Wookie e Yeyè.
Spero di essere stata chiara.
1.        Odio
2.        Fastidio
3.        Amaro
4.        Mancanza
5.        Bittersweet 
6.        Bittersweet
7.        Gelosia 
8.        Dolce
9.        Bisogno
10.     Amore

C'è chi ama troppo poco, chi troppo a lungo,
c'è chi vende e c'è chi compra;
Chi compie l'atto con molte lacrime,
e chi senza un sospiro:
Perché tutti uccidono la cosa che amano,
Anche se dopo, non tutti muoiono.

Donghae si stende sul letto posandosi sulla schiena: il suo corpo è completamente rilassato.
Su di lui, vi è un altro corpo in bilico: quello di EunHyuk.
“Mi piace il tuo accento, te l’ho mai detto?” Dice Hyuk baciando Hae dolcemente.
“Mi piace il tuo viso al mattino”.
Donghae chiude gli occhi mentre HyukJae gli dice altre cose che ama particolarmente di lui.
“Anche dopo molti anni, i tuoi baci ancora mi fanno morire.”

"Ci sono casi in cui un uomo deve rivelare metà del suo segreto per tener nascosto il resto."
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-Stavo pensando… perché tu non mi dici mai nulla? Dei tuoi segreti, intendo.-
Si era detto che non avrebbe “giocato col fuoco” ma a quanto pare il suo stupido carattere ha e avrà sempre la meglio:
-Io ti dico sempre tutto… tu almeno potresti dirmi qualche tuo segreto!-
-Ci tieni così tanto?-
-Sì.-
Hyuk sbuffa.
Si volta di spalle e riprende a camminare a passo lento.
-Se la smetti, a casa te ne dirò qualcuno così chiudiamo con questa storia, ok?-
Donghae è ancora fermo, ci pensa su.
-No. Facciamo che me ne dici solo uno, il più importante di tutti, e poi giuro che non ti chiederò più nulla né metterò più in mezzo questa storia.-
HyukJae si volta e sorride: un sorriso chiaramente tirato.
-Ok. Ma ora muoviti, voglio andare a casa.-

-Kyyyyuu-uu! Credo di essere ubriaco!-
La voce di SungMin è un sussurro appena mentre, sorridendo come un ebete ed ondeggiando, con le sue gote rosse come fuoco ed i suoi occhi nero onice leggermente appannati, si rivolge a KyuHyun che è di fronte a lui.
“Crede…”
Ride senza motivo, dice frasi senza senso da buoni 10 minuti, ondeggia come una barchetta in mezzo al mare, ha il viso in fiamme… e CREDE di essere ubriaco, crede, ma a chi vuole darla a bere il tenero coniglietto di peluche? Anche se, il fatto di dirlo in maniera tanto lucida… beh, potrebbe dimostrare che poi, alla fin fine, tanto irrecuperabile non lo è ancora.
E Kyu allora ci prova, a farlo ragionare.
--KYUMIN--

-Sorridi. Ridi.-
Continua a fissarsi in uno specchio –uno splendido specchio rettangolare, grande abbastanza, adornato da una raffinata cornice in color oro e da ricami floreali- seduto sulla moquette giallina della sua stanza: guarda la sua miseria, il suo ironico sorriso che tira ad un lato delle labbra:
-Ecco, così.-
Un sorriso che di naturale non ha nulla, che sembra più un ghigno di sfida rivolto a sé stesso che non un vero sorriso alla vita:
-Mi fai pena.-
Si sputa quelle parole direttamente in faccia, facendole rimbalzare contro lo specchio.
Pensarle non basta, ha bisogno di vedere il suo riflesso ripeterle come fosse qualcun altro a rivolgergliele, ha bisogno di leggere ogni movimento delle labbra in modo da scandire bene ogni parola:
-Guardati. Fai. Davvero. Pena.-
Strige lo specchio tra le mani sollevandolo con più precisione all’altezza del viso ed avvicinandolo a sé; lo afferra maggiormente nel momento in cui avverte il tremolio scuoterlo, quel solito tremolio che da quando è solo non lo abbandona mai, e si fissa occhi negli occhi:
-Mi fai pena, Kim Heechul.-
--HanChul--

EUNHAE
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"Le estati a Seoul sono calde, molto calde, così tanto calde che sembra perfino il corpo possa evaporare da un momento all’altro, e con esso il cuore, l’anima ed anche il respiro.
Così calde che HyukJae è costretto a ballare, in sala prove, in shorts e senza null’altro a coprirgli il busto, così calde che Donghae si lamenta ogni 5 minuti, puntuale come un orologio svizzero, del fatto che il caldo lo abbatte, che lo odia più del freddo –benché poi dica lo stesso del freddo, quando capita la stagione- e che i vestiti gli si attaccano addosso come fossero una seconda pelle.
Fa così caldo che mai, in un romanzo, un autore intelligente sceglierebbe una giornata simile per una storia tragica."

Più ci pensa e ripensa più la conclusione è, alla fine, sempre la stessa.
Più si spreme il cervello, sforzandolo e stancandolo, più non riesce a capacitarsi.
Niente da fare, RyeoWook adagia con cura la carne nella padella con l’olio caldo onde evitare che schizzi bruciandolo e poi sospira arreso.
Niente da fare, non ci sono motivazioni valide o anche lontanamente probabili: sono cieche, semplicemente.
Le fan sono cieche. O stupide. Ma che siano stupide, dopo tutto l’amore che donano loro incondizionatamente, Wookie non vuole pensarlo.
E allora la soluzione rimane una: sono cieche.
Semplicemente cieche.
YEWOOK