Harry rise appena “Tranquilla piccola, come ti chiami?”
“Destiny”
Harry ebbe un attimo di esitazione “…Beh allora sarà destino” le face l’occhiolino.
“Ci vediamo al concerto” esclamò Liam andando a cercare altre fans.
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Qualcuno all’improvviso la prese per i fianchi e avvicinò la bocca al suo orecchio.
"tu credi nel destino?"

Non è tutto oro ciò che luccica. Non è tutta rosa e fiori la vita, ne tanto meno lo è la vecchia Londra.
E c’erano più e più realtà, che correvano parallelamente senza mai scontrarsi.
E nei pochi casi che succedeva ciò, era uno scompiglio per tutti se non per la natura stessa.

Lei mi guardò sbigottita, poi si guardò intorno prima di riposare il suo sguardo su di me.
-Ma dici a me?- chiese sorpresa.
Mi stava prendendo in giro?
-Certo che dico a te! Vedi forse qualcun altro?- risposi un po’ acido.
-Cioè tu mi vedi?- chiese ancora sorpresa.
-Perché non dovrei?- chiesi con un punto interrogativo stampato sulla faccia.

C’era una volta, no, meglio non iniziare così, questo inizio è solito essere seguito da un lieto fine, e, sinceramente, non sono sicura di voler raccontare una bella favola, preferisco le storie che iniziano con una lunga e noiosa descrizione, così che solo i buoni lettori potranno leggere la parte migliore del racconto, quelli svogliati abbandoneranno dopo le prime righe.
Niente da dire, è solo una One Shot, sta a voi leggerla e giudicarla, nell'ordine se possibile, i pregiudizi non li ho mai capiti.

-Smettila-digrignai massaggiandomi le tempie
-La verità,Morgan-continuò tuttavia lui,accentuando dopo tanto tempo il mio cognome,-
E' che le tue doti matematiche sono troppo superficiali.Mettiamo in pratica una Dimostrazione per Assurdo.La tesi sei tu che sui tuoi vertiginosi tacchi sei convinta di non saperti innamorare;l'ipotesi è che ci sia di mezzo io.Se neghiamo la tesi,ragionando al contrario e riscontriamo un problema nell'ipotesi iniziale,lasceremo perdere.Se l'ipotesi,cioè me,rimane dov'è senza contraddizioni,la tesi è sbagliata.E sappi,Ashley,che la tesi,questa volta è sbagliata-.

«Come credi che possa sentirmi?Ho sedici anni,non sono pronta a tutto questo,non ce la faccio».

Valentine ha subito atti di bullismo in passato.
Per scappare è andata un anno in Italia.
Ora è tornata.
Suo fratello Liam è cambiato, i suoi nuovi amici sono qualcosa che terrorizza Valentine...
Loro sono diversi dall'anno prima. Carini, gentili, dolci, amabili...
Il passato di Valentine le ricadrà addosso.

«Se perdi,verrai a letto con me.» affermò lui.
«E se vinco?Ti vestirai da sfigato per il resto dei tuoi giorni.» Colpito e affondato.
«Ci sto.» le sussurrò sfiorando le labbra con quelle della ragazza per poi uscire dal bagno.
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"Sei anche bellissima quando arrossisci...Ti andrebbe di uscire insieme uno di questi giorni?" Vanessa arrossì fino alla punta dei capelli e si trattenne dall'urlare dalla gioia.
"Ma certo,quando?"
"Domani dopo scuola?Mangi con me?"
"Ma certo Payne."

«Perché mi chiedi continuamente di sorridere per te?» chiese Harry, guardando attentamente Louis. L’altro gli sorrise.
«Perché amo il tuo sorriso. Mi rende felice.» spiegò.
Harry sospirò e scosse la testa sentendo la solita risposta che Louis dava ogni volta alla sua domanda.

Emma non ebbe bisogno di alzare del tutto lo sguardo per capire chi fosse: soltanto una persona a scuola aveva la pelle ambrata di quella perfetta sfumatura che ricordava il miele, solo un ragazzo era talmente incurante delle regole da fumare a meno di un metro dalla porta d'ingresso e, sopratutto, soltanto dallo sguardo di un ragazzo, Emma, si sentiva trapassata da parte a parte. Non aveva bisogno di alzare gli occhi per incrociare quello sguardo, lo sentiva perfettamente su di sé senza bisogno di vederlo.
* Non c'era niente in lei che esprimesse disordine, o caos, che invece per lui erano parole all'ordine del giorno.