[Sally Face]
{Spoiler capitolo quattro}
Sal indossava una protesi, una maschera, ma non per se stesso: doveva indossarla per non disturbare nessuno. Doveva indossarla perché si preoccupava di più degli altri che non di se stesso, di ciò che desiderava e di cui aveva bisogno.
Era orgoglioso, coraggioso e non si piegava alla volontà di nessuno, non lo aveva mai fatto per quanto potesse essere difficile. Eppure il suo viso non era riuscito a difenderlo: quello aveva lasciato che gli altri lo costringessero a nasconderlo, che riuscissero a farlo vergognare. A odiare la sua stessa faccia e a sostituirla.
Larry era diverso.

{ Mito di Apollo e Giacinto | Modern!AU }
Eccola, la sua condanna: era un fiore che non poteva crescere.
Di fronte a quel giovane, il volto illuminato da un sorriso fiero sulle labbra cesellate, Giacinto si era sciolto e aveva perso tutte le parole, ogni facoltà di pensiero. Cosa poteva dire? Cos’era giusto dire? Cos’era il caso di dire proprio a lui, per far sì che restasse ancora un minuto, dieci, anche per sempre se lo desiderava?
I suoi occhi celesti, quei capelli di grano ondulato raccolti forse in una coda, forse in uno chignon che non vedeva. La pelle ambrata coperta da una camicia chiara e dei jeans che fasciavano i muscoli delle gambe. Pareva una statua.
E Dio, era bellissimo.

Quel letto li aveva visti unirsi così tante volte in preda all’eccitazione, alla disperazione, alla preoccupazione e al bisogno di consolazione. Nulla frenava i loro corpi, il loro desiderio. Ma anche se forse ogni volta le ragioni che li spingevano a cercarsi e a esplorare nuovi anfratti di loro erano diverse, ce n’era una di immutabile: l’amore. I loro corpi si cercavano per l’amore che provavano l’uno per l’altro, che volevano far sentire all’altro. E poi, solo poi, venivano gli altri motivi.
I loro sentimenti erano come il filo di una lira: tesi e bisognosi di emergere. E solo il compagno sapeva come solleticarli con le dita per fare in modo che dalla loro vibrazione scaturisse la più armoniosa delle melodie.

Esala il fumo, Aris, lo lascia uscire dal naso e dalla bocca.
Fuma da anni, non sa come smettere. Trova romantica l’idea di distruzione che provoca la nicotina: ti logora dall’interno, ti consuma e ti lascia a terra esanime come un amante da gettare.

{ Dazai!Centric | Soukoku }
Cosa vive un uomo che crede di non avere più nulla?
Cosa è disposto a fare e cosa è disposto a perdere?
Dazai vive un incubo e l'indecisione sulla propria pelle, quando ogni speranza sembra averlo abbandonato.

Otto dicembre, ore ventitré e quarantasette.
Misaki e Izumo raggiungono Totsuka su un tetto, dove è stato ferito a morte.
Alcuni dei pensieri di Misaki mentre lo vede spegnersi.

Il caso Kira è concluso e tutto ciò che resta da fare per chi rimane è piangere chi se n'è andato, chi è stato sacrificato.
Near si concede un momento per salutare Mello un'ultima volta.

Mihael tiene fra le mani una pistola e non ha paura, non ne sente il peso.
La punta contro un uomo e gli pare, nel suo mondo di privazioni e di dolore, la conseguenza più logica e naturale.

{ Soukoku | Hanahaki disease!AU }
Erano passati mesi dalla prima volta che quei maledetti petali si erano fatti vedere. Non avevano smesso di torturarlo, ma ormai riusciva a conviverci. Aveva scelto di farlo.
Spesso Chuuya tossiva e li vedeva. Rosso cremisi, dolorosi e bellissimi. Gli bruciavano i polmoni e la gola prima di mostrarsi in tutto il loro splendore.
Sapeva cosa volevano dire, ne conosceva la causa e con il tempo aveva compreso quando era più probabile ricomparissero.
Dipendeva da Dazai.

{ SaruMi | Writober 2018 }
Pettina quei capelli scompigliati in mille affluenti e sa che dal momento in cui Misaki vedrà il mondo con i suoi occhi ambrati scoppierà di energie, tornerà ad essere l’indomabile fiamma di sempre. Quell’indisciplinato fuoco che lui ha imparato ad apprezzare, addomesticandolo a modo suo.
Ma ogni tanto a Saruhiko piace guardare Misaki e sentirlo caldo senza timore di scottarsi. Per una volta è la calma, che vuole godersi.

[Banana Fish ]
C’erano questi giorni, in cui i suoi risvegli erano piacevoli.
E c’erano i giorni in cui erano poetici.
Ash sembrava quasi una tela nella cornice perfetta, controluce, i raggi caldi dell’alba ad arrossare i suoi contorni: la punta dell’orecchio, le ciocche dei suoi capelli, le labbra carnose…
Eiji lo vedeva stagliarsi contro il sole e metterlo addirittura in ombra. Sembrava che l’aura intorno ad Ash fosse sua, solo sua e che quell’astro di fuoco capace di scaldare il mondo intero fosse un’insignificante globo freddo e privo di luce alle sue spalle.
Era tutta di Ash, quella luce

{ SouRin }
Solo i lampioni del molo di Sidney si riflettono sull’acqua, danno un senso a quell’incresparsi di buio che fa paura. Che si rimesta, che si spinge verso i loro piedi, quasi sul bagnasciuga, e poi torna indietro. Sembra un telo di seta nero fatto di onde e poi di calma piatta.
Potrebbe inghiottire ogni cosa ed è ciò che fa: inghiotte l’orizzonte.
Il cielo, le stelle… stanno sorgendo da quel mare o vi stanno sprofondando?

[Banana Fish ]
{ Birthday!Fic }
Spiegare a Skipper perché fosse tanto sconvolto, Griffin più calmo sulla sedia a rotelle e una fetta di torta ad imbrattare il pavimento, non sarebbe stato facile. Così Ash aveva mentito aggrappandosi alla speranza che quell’acuto ragazzino non gli chiedesse altro, che capisse di non dover infierire oltre sul suo cuore sanguinante. Che almeno quella fortuna gli accordasse il fato.
Quella fetta di torta non era solo un dolce: erano le sue speranze, il suo stesso cuore. Ed era in frantumi sul pavimento.
Però era di nuovo il dodici agosto.
Lì, a New York, nell’appartamento dove Eiji lo stava aspettando e in cui Ash aveva appena messo piede, all’ora di cena.

[Banana Fish ]Uno spaccato di vita quotidiana di Ash ed Eiji.
« Cosa volevi dirmi? »
Eiji ha poche scelte: mentire o dire la verità. Ed è quest’ultima che sceglie, perché sa che Ash non lo giudicherà. Sa che forse non dirà nulla, ma che capirà.
« Non mi andava di lasciarti solo. »
Gli occhi di Ash si spalancano. Di poco, spontanei, privi del controllo che Ash esercita su di sé e sul proprio corpo in ogni occasione.
« E perché no? »
« Perché non mi piace quello che immagino potresti provare. »

{ Devilman Crybaby }
Una breve introspezione su Ryo, negli ultimi istanti del mondo.
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[Dal testo]
Poi ricorda: l’umanità è morta. Adesso il cielo non è più velato dai suoi miasmi.
È limpido, maestoso e fiero come l’ambizione che ha condotto Ryo fin dove si è spinto, in quell’angolo di universo da correggere, epurare, e adesso spezzato dalla sua battaglia.