Recensioni per
Bond of Love
di gratia

Questa storia ha ottenuto 332 recensioni.
Positive : 332
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
07/12/15, ore 17:41

Ciao,
Ogni volta que posso leggo la tua storia. Mi piace molto come scrivi y racconti i sentimenti. Aspetto che Lisa e Kojiro sono insieme anche in Italia. Congrats¡

Recensore Master
07/12/15, ore 15:17

Dopo un capitolo in cui predominavano le emozioni femminili, con accenni ai personaggi maschili, ora hai deciso di mostrarci i pensieri di alcuni di questi ragazzi, alle prese con i propri sentimenti , messi ancora di più sotto pressione, anche da opportunità inaspettate, capaci di far perdere lucidità e ragione.
I festeggiamenti per la coppa del mondo sono lasciati fuori da questo contesto, nell’immaginario del lettore, che l’associa all’euforia predominante nello stadio, sotto le tribune e i tifosi.
Nel momento di alzare la coppa e portarla in trionfo.
Tu preferisci soffermarti sui momenti più intimi, dove la gioia per la vittoria si mescola al sapore malinconico del traguardo raggiunto a caro prezzo, in una sorta di agrodolce che obbliga a voltarsi per forza indietro, per rimarcare quanto è stato lasciato alle spalle, quanto è costato raggiungere un obbiettivo.
Kojiro torna protagonista della scena,aprendo il capitolo con il suo stupore incredulo, dovuto alla notizia inaspettata di un ingaggio prestigioso.
Nel brano a lui dedicato emergono prepotenti tutte le sue caratteristiche peculiari.
Kojiro non può, nel suo voltarsi indietro, non ripensare ai sacrifici fatti per la propria madre e i fratelli, in giovane età, diventando capo famiglia,nelle veci di quel padre che purtroppo la malattia ha portato via fin troppo presto.
Un ragazzino divenuto uomo per forza maggiore e in poco tempo, escludendo ogni frivolezza sia nello stile di vita che nel carattere, che è diventato chiuso, riservato e schivo.
Almeno fino a quando nella sua vita non è entrata Lisa, che ha portato una nota calda in quella esistenza raggelatasi per colpa della fredda morte, che non ha reso marmoreo solo il corpo di suo padre ma sembra stata capace di soffiare su tutta la sua vita, cristallizzandola come brina.
Lisa e il suo amore ora però sembrano essere così importanti, da farlo tentennare durante l’incontro con quegli sconosciuti, che gli propongono l’Italia dall’oggi al domani, e con lei l’opportunità di giocare ad altissimi livelli.
La consapevolezza di potere ferire la ragazza che ama, insieme alla necessità di accettare questa nuova avventura, che potrà dargli l’opportunità di aiutare economicamente ancora di più la sua famiglia, sembrano capaci di riportarlo indietro nei suoi progressi come persona.
Preso da questa preoccupazione, Kojiro torna ad essere il ragazzo taciturno e schivo di sempre, incapace di avere una comunicazione con gli altri, commettendo lo stesso identico errore di qualche giorno prima.
Tace invece di parlare a cuore aperto con l’amata, che giustamente non capisce, non lo segue e rimane quasi esterrefatta, per il suo ennesimo comportamento ombroso.
Sentendosi esclusa dalla sua mente, tanto dal dubitare di conoscerlo realmente.
Altri due protagonisti emergono poi in questo racconto di solitudini.
Genzo e Tsubasa in un abbraccio solidale negli spogliatoi, sembrano condividere non solo la gioia della vittoria, ma anche il sacrificio comune , che li ha visti allontanarsi dalla propria casa, dalla famiglia, entrambi molto giovani, per andare a sgomitare in nazioni di sicuro più evolute a livello calcistico, a differenza di un Giappone, che non ha mai donato al mondo chissà quali campioni.
Tra i due, Genzo sembra quello però ad aver affrontato e metabolizzato meglio la distanza, il suo trascorso, tanto che tra tutti i tuoi personaggi maschili, sembra quello ad aver fatto sua una maturità tale, da farlo sembrare anche più grande dei suoi coetanei.
Genzo sembra infatti aver raggiunto una stabilità emotiva piuttosto invidiabile, che gli permette di essere spesso colui che coglie le sfumature importanti negli umori e nei gesti dei suoi compagni, amici o meno che siano, denotando un’accortezza molto lontana dalla superficialità.
Genzo intuisce il malessere generale di Tsubasa, così come riesce ad avvertire quel qualcosa di diverso nel suo ex compagno di squadra ad Amburgo, anche perché Diego, coerentemente con i capitoli precedenti, sembra totalmente intenzionato a protrarre il suo atteggiamento, portando avanti i suoi intenti e mettendo nudo, realtà nemmeno tanto palesi nei diretti interessati.
Significativo il suo momento con Tsubasa, a cui pone delle domande all’apparenza retoriche, ma che hanno la capacità di creare quel sussulto emotivo in un ragazzo più giovane di lui e chiaramente preso tra due fuochi.
Perché ormai sembra chiaro quanto passato e presente stiano vorticando dentro il cuore del capitano giapponese, partito di casa forse troppo presto, che come un vero leader, si lascia andare solo in solitudine, lontano dagli sguardi degli altri, proprio come farebbe un condottiero, che non deve arretrare mai, che non deve mai mostrare il fianco, ma mostrarsi invece sempre presente a se stesso e agli altri, imperturbabile e impossibile da scalfire.
Molto bella la scena e i suoi pensieri mentre solo in corridoio rimugina sul prezzo personalmente pagato per arrivare al traguardo più ambito.
Significativi i suoi tentennamenti alle domande di Diego, che sembra saper leggere nella confusione del suo animo.
Ho trovato una nota elegante che in quell’attimo di cercata solitudine , si sia invece imbattuto proprio nelle due donne, che sembrano capaci di renderlo “debole”.
Madalena nonostante il suo lato nascosto e il comportamento di Diego, sembra rappresentare ancora un porto sicuro per Tsubasa, a differenza di Sanae, che paradossalmente, è diventata per lui un elemento destabilizzante.
La calma venutasi a creare tra loro due, quando inconsapevoli si trovano entrambi fuori dallo spogliatoio, è il retaggio di qualcosa lontano ma vicino, radicato, nonostante si voglia far finta di niente.
Così un abbraccio sembra qualcosa di naturale e spontaneo, benché mosso dall’impeto.
Quell’impeto scosso dalle emozioni del momento a cui si sono aggiunti quei sentimenti latenti , che sembra vogliano per forza emergere, uscire allo scoperto.
Sanae dal canto suo, sembra aver fatto un po’ di ordine nei suoi pensieri, non arrivando di certo alla serenità ma perlomeno a quella consapevolezza di sé, dovuto anche al mancato rapporto con Pierre.
Quest’ultimo, nonostante l’ennesimo tentativo di corteggiare la ragazza, sembra aver intuito questa nuova consapevolezza in lei, capendo infine che di aver avuto la sua chance, che è ormai un treno perso che no passerà forse mai più.
Sanae si stupisce per l’abbraccio ricevuto, lo assapora ma poi è costretta a voltarsi ed andarsene, a scappare, perché purtroppo non le è concesso fare altro.
Perché un gesto fugace è capace lo stesso di persistere, non solo nel suo cuore ma anche nella carne.
Perché è più facile accettare il cambiamento, ma non quel riconoscere qualcuno, perché farlo può fare anche più male.
Perché semplicemente è innamorata, ma intravedere lo Tsubasa del suo cuore è un lusso che proprio non si può permettere.
Gli equilibri si fanno più precari, i legami si assottigliano, sembrano cambiare forma e questo è il bello di questa storia, che non è mai scontata e prevedibile, ma che dona attimi di riflessione, empatia e quel senso di umanità, che fa riconoscere certe sensazioni, come se non si trattasse più di personaggi ma di vere persone.
Bravissima…

Recensore Veterano
30/11/15, ore 01:24
Cap. 19:

Ciao Gratia.
Complimenti, perché ancora una volta sei riuscita a sorprendermi. Nonostante conosca la prima versione di questa storia, ho smesso già da un bel po' di pensare che avrei saputo cosa avrei letto ad ogni capitolo. Hai saputo rendere più intenso ed appassionante l' intreccio della trama, soprattutto con l' aggiunta dei due nuovi personaggi, che non mi aspetto assolutamente neanche di indovinare cosa succederà ancora. Eppure, questa volta credevo proprio di sì, e di nuovo mi sono sbagliata. Hai scelto stavolta di fermare Sanae e mi chiedo perché. Mi spiego meglio: per il mio modo di pensare, lo capisco. Sono di un' altra generazione, quando ancora la maggior parte delle donne non viveva il sesso come un traguardo da raggiungere il prima possibile come se ci fosse una data di scadenza. Anche Sanae la vedo così e trovo difficile che lei si lasci andare con un ragazzo che non ama e che conosce da pochissimo, normalmente. Ma questo non è un momento normale per lei e tu stessa ci hai mostrato nell' arco della storia che si può fare l' amore (preferisco dire così e non fare sesso come va tanto di moda oggi) anche senza tutto questo amore, anche solo per vincere la solitudine e per illudersi di dimenticare. Ed allora, non aveva bisogno Sanae di dimenticare, di illudersi, senza sentirsi il mattino dopo defraudata, sminuita? Non è una donna come tutte le altre, anzi, con ancora più bisogno d' amore, per staccarsi da un altro amore che le ha causato solo sofferenza? Ti sembrerà strano, conoscendo le mie preferenze, ma per me ogni storia è una storia a sé. Chissà, forse hai in serbo per lei qualcosa di meglio, che non sono per forza le braccia di Tsubasa, ma, magari, una maggiore forza interiore, la capacità di uscire dal limbo da sola senza doversi appoggiare ad un uomo (sarebbe una bella conquista), anche se bisogna ammettere che senza Pierre a quest' ora Sanae l' avrebbero ripescata dalla Senna. E poi non è detta l' ultima parola. Non sarebbe caduta tanto male con lui: penso che nessuno sarebbe riuscito ad alzarsi e ad andare via così tranquillamente arrivati a quel punto.
Con cosa dovrebbe consolarsi, con il mondiale? Non può certo sapere che Tsubasa è riuscito a vincerlo grazie a lei e per lei.
Sarebbe stata davvero una beffa perdere, è vero, considerato quanto è costato a tanti questo trofeo, a loro per primi.
Ma ora che il torneo è finito, ognuno potrà tornare alla propria vita e ritrovare la tranquillità che in questi pochi giorni a Parigi avevano perso. Il primo forse, sarà proprio Tsubasa, che ha finalmente trovato la quadratura del cerchio: il Brasile, il calcio e una donna che ama e lo ama...finché continuerà a crederci, andrà tutto bene. Però, non gli do torto. Perché crearsi tanti problemi, dopo che ha faticosamente raggiunto un suo equilibrio e che, dopo aver visto ciò che non avrebbe voluto mai vedere, crede che Sanae sia volata lontano da lui? Non sa che niente dipende da lui, come sempre direi, ma da Madalena. La brasiliana non è allo stadio a gioire per lui, forse non ci è mai andata. Ha altro a cui pensare e si rifugia in un luogo dove non potrà di certo trovarla. Quello che è successo con Diego e i gesti successivi del ragazzo non l' hanno lasciata indifferente. Diego non è intenzionato a mollare la presa. Forse sente di avere ragione o si illude solamente ed il suo treno è già passato. Potrebbe avere ragione perché, se c' è qualcuno che conosce almeno un po' Madalena, è lui e non certo Tsubasa. Se non gli aveva rivelato di non essere veramente cugina di Diego, allora non gli ha svelato nulla del suo passato e così gli ha impedito di conoscerla veramente. Probabilmente, l' idea che Tsubasa ha di lei non corrisponde affatto alla realtà. Ma perché tacere? Lo capirei, se avesse voluto cancellare il suo passato o se se ne vergognasse, ma non è così, non con lui almeno. Se prova un senso di inferiorità o di inadeguatezza è nei confronti di Diego e soprattutto della sua ricchissima famiglia. Lei, orfana di una prostituta, è stata accolta da loro per gratitudine, ma non si sente o non si crede veramente amata. Si è guadagnata il suo posticino e teme di perdere tutto, se osa chiedere di più? Non conosciamo quelle persone, ma, vedendo Diego, non li immagino così meschini o freddi. Probabilmente, il problema è solo nella testa di Madalena che una famiglia vera non l' ha mai avuta e non conosce le dinamiche che regolano i rapporti familiari. La sua madre adottiva non si preoccupa forse per lei, sapendo che va nella favela?
Comunque, Diego può biasimare solo se stesso: 7 anni per capire che ama una ragazza di cui probabilmente si è innamorato a prima vista e adesso sente franargli la terra sotto i piedi. Insieme a Tsubasa forma una bella coppia di tonti. Ma possibile che due donne come Sanae e Madalena debbano soffrire per due uomini così? Secondo me, dovrebbero mandarli entrambi a farsi un giro e trovarsene due più svegli!:-)
Sono curiosa di scoprire alla fine di questo tuo" gioco delle coppie" quali saranno le coppie, sempre se ci saranno dato che potrebbero prendere tutti strade diverse, per come sono messi. Ti confesso che, magari non subito, ma quella che ora è l' unica vera coppia, per me, è quella che più facilmente si scioglierà. Tsubasa e Madalena li vedo come due giovani che si sono trovati al posto giusto e al momento giusto (o sbagliato, dipende dai punti di vista) e hanno fatto un tratto di strada insieme, ma non sono destinati ad arrivare da nessuna parte. Sono troppo distanti e hanno anche aspettative diverse dalla vita. Madalena è il suo Brasile e me la immagino tutta la vita a prodigarsi per la sua gente, mentre per il ragazzo il Brasile era solo una tappa per realizzare i suoi sogni molto più egoisti: diventare un calciatore professionista, per poi guidare la sua nazionale alla conquista del mondo, come ha fatto adesso e non ce lo vedo a rimanere lì per nessuno. Certo, questa è la tua storia e tu carissima Autrice (e te lo scrivo con la maiuscola perché lo meriti) non sei obbligata a seguire la trama originale del manga, però, mentre trovo credibile uno Tsubasa innamorato di una donna che non sia Sanae (e sai quanto mi costi!), non potrei credere ad uno Tsubasa che rinuncia alle sue ambizioni, ad inseguire il pallone su palcoscenici sempre più importanti.
Naturalmente, queste sono solo le mie sensazioni e i miei sragionamenti e magari, tu la pensi in maniera completamente diversa.

Un bacio, Maria.

P.S. Scusa il sermone ma i capitoli sono belli lunghi e ricchi di spunti di riflessione.
(Recensione modificata il 30/11/2015 - 01:31 am)

Recensore Junior
29/11/15, ore 08:37
Cap. 19:

Ciao!
Il nostro povero Tsubasa è ancora nella confusione più totale, in una crisi piena. Certo non lo aiuta il fatto di incappare ogni volta in Sanae e Pierre quando questi hanno un qualche contatto ravvicinato.
Il ricordo del Giappone, della sua vita precedente al Brasile, degli anni giovanili a casa e quindi anche del periodo vissuto vicino a Sanae sono riemersi in maniera prepotente nella sua testa. Il flashback di apertura è lampante, l’immagine dell’addio a Sanae alla famosa fermata di autobus che contribuisce a tenerlo sveglio riporta a galla sentimenti che erano stati sepolti dal tempo e dalle esperienze maturate in ambienti nuovi, più adulti e che avevano messo da parte il mondo ovattato, sicuro e pieno di certezze che aveva lasciato in patria. Conoscere realtà così estreme come la favela di Buraco Quente non può non cambiare l’animo di una persona. E poi c’è stata Madalena, la scoperta della carnalità e della passione che può infiammare e ottenebrare il corpo e la mente. E non ultimo il fatto di dover imparare a cavarsela da solo, che è stato poi in realtà il primo grosso scoglio che ha dovuto affrontare Tsubasa, ancora adolescente e ignaro del mondo. Tutto ciò ha contribuito ha plasmarlo e a farlo maturare: come un diamante grezzo, tutte queste esperienze lo hanno scalfito e modellato e gli hanno dato una forma rendendolo l’uomo che è adesso. Tuttavia, qualcosa è rimasto in lui di ciò che era prima, e torna insistentemente in superficie a mettere in discussione le scelte che ha fatto finora. Capisco che questo stato d’animo lo renda così vulnerabile tanto da non riuscire a giocare bene la finale. Tsubasa è sempre stato così: profondamente emotivo da andare in crisi e far passare in secondo piano anche il calcio fino a quando non avesse risolto dentro di sé la questione che lo attanaglia. Mi è piaciuto molto come sia uscito dalla sua impasse proprio grazie a quella malinconia che lo aveva prostrato così profondamente. Il punto debole di Tsubasa in questo caso è stato anche la sua forza e lo ha portato alla vittoria del mondiale. Ad ogni modo nella vita non c’è mai nulla di definitivo: il Capitano è ancora molto giovane e può scegliere qualsiasi percorso per il suo futuro. Può decidere di andare avanti per la strada già intrapresa o cambiare tutto e prendere un nuovo percorso, proprio come ha già fatto partendo per il Brasile. Bisognerà vedere con quanta forza tornerà ancora a roderlo il tarlo della gelosia e quanta importanza avranno questi sentimenti così scomodi che stanno si stanno riaffacciando così prepotentemente dentro di lui.
Anche Sanae è in crisi dopo un flashback. Il ricordo di Tsubasa irrompe proprio nel momento in cui lei stava cercando di lasciarsi tutto alle spalle. Molto bello il prologo di Notre Dame de Paris in riferimento al cuore di Sanae, ancora avviluppato dal fuoco simbolo dell’amore per Tsubasa di cui non riesce a liberarsi. Proprio come Madalena, anche Sanae ha dei ripensamenti mentre si sta per congiungere con il suo amante. Il momento dell’amore sembra essere quello in cui le due ragazze riescono a tirare fuori, anche senza volerlo, dei sentimenti scomodi che sono sepolti e ben radicati dentro di loro e che in altre situazioni non riescono ad ammettere, probabilmente neanche con loro stesse. E’ forse l'attimo in cui riescono ad essere davvero sincere con la propria coscienza, un istante di vulnerabilità che scopre ciò che il pudore, la rabbia, gli scrupoli e tutto ciò che vi è intorno hanno contribuito a coprire. Credo che Sanae non potrà fare a meno di riflettere su questa notte e di farsi domande sul perché non riesca a lasciarsi andare con Pierre.
Al contrario di Madalena e Sanae, Diego ha ormai ammesso chiaramente i propri sentimenti a se stesso e alla donna che ama. Ormai è un fiume in piena: straripa di rabbia per aver visto Madalena con Tsubasa. Il pugno al samurai ci sta tutto, è liberatorio per lui e forse permetterà a Tsubasa di capire che ha un rivale serio e ben determinato. Conosce talmente bene Madalena che riesce ad intuire i suoi spostamenti e, non trovandola allo stadio, corre subito a raggiungerla al Petit Trianon. Madalena da parte sua è ancora molto chiusa e non riesce a confidarsi con nessuno, cosa comprensibilissima visto le sue difficili esperienze di vita passate e probabilmente dato che deve essere complicato aprirsi proprio con i due uomini che la contendono, con la certezza di ferire colui che non sceglierà. Respinge ancora Diego riconfermando il suo amore per Tsubasa, ma il Capitano è proprio colui che la capisce di meno. Tsubasa non conosce così bene Madalena come Diego, che invece ha condiviso troppe cose con lei per non poter cogliere al volo ciò che le passa per la testa.
Ora che il mondiale è finito i ragazzi saranno più liberi di concentrarsi sulle proprie emozioni, accantonando lo stress delle partite. Spero che Tsubasa approfitti di questo momento di rilassamento per rendersi conto pienamente della situazione che lo circonda e delle persone che gli sono attorno. Gli impegni calcistici e la relazione con Madalena lo hanno talmente assorbito da non fargli vedere niente al di fuori di ciò. Sintomatico il suo ormai famoso “l’ho dimenticato”, che è in fondo la frase che ben delinea Tsubasa ottenebrato dalla passione e inconsapevole di ciò che accade al di fuori di questo atto carnale. Credo che ora sia il momento che anche lui esca da questa nebbia e faccia chiarezza dentro di sé.
Bravissime come sempre, sia tu che Kaori per i magnifici disegni e le citazioni splendide che ci sono in ogni capitolo.
A presto.
Mari

Recensore Junior
27/11/15, ore 17:13
Cap. 19:

Che capitolo! Diego è ormai completamente sopraffatto dai suoi sentimenti, non riesce più ad arginarli, arriva a colpire il suo rivale e ad ammettere anche con lui la verità, anche se Tsubasa, come sempre non credo l'abbia pienamente compresa. Inoltre Diego, dimostra una volta ancora, di conoscere perfettamente cosa si cela nel cuore di Madalena, intuendo, dove la ragazza si è rifugiata, un luogo che racchiude ricordi importanti vissuti con lui. Lui ha accesso a cio' che si nasconde nel suo profondo. Qui' Diego ribadisce nuovamente il suo amore. Madalena, dal canto suo è rimasta profondamente turbata dalla confessione di Diego, lo avverte anche Tsubasa che, invece non riesce ancora ad accedere al suo cuore. Madalena cerca nuovamente di allontanarlo, ma sempre in una maniera molto sommessa, ed ogni volta che il contatto diventa più " intimo" lei riesce a trovare la serenità e a dimenticare il dolore che è insito in lei. Cosa che invece non avviene quando è con Tsubasa, dove invece, deve chiedergli di riuscire a portarla lontano e farle dimenticare facendo l'amore. E sempre in maniera pacata dichiara a Diego di amare Tsubasa. Ma, mi chiedo, può una ragazza innamorata lasciare lo stadio, dove il tuo uomo sta coronando il suo sogno e non condividere con lui la gioia di questo momento e piuttosto andare in un luogo che te ne ricorda un'altro? Invece in panchina c'è sempre Sanae. Per lei il momento dev'essere difficilissimo e il pallore del suo volto visto da Tsubasa, credo dipenda da questo e non, dal momentaneo svantaggio del Giappone. Tsubasa sta giocando la partita più importante della sua carriera e lei non può vivere pienamente con lui questo momento perché lui, ha scelto un'altra. Inoltre, si è anche resa conto che, per quanto voglia e debba vivere la sua vita senza Tsubasa, il suo cuore appartiene ancora completamente a lui. Tsubasa invece cerca in tutti i modi di far tacere il sentimento latente in lui, convincendosi dell'esistenza di qualcosa di profondo tra Pierre e Sanae, tuttavia gli basta guardare la ragazza per trovare la forza per rovesciare il risultato. Tutto bellissimo e tu sei sempre più brava! Non vedo l'ora di leggere il seguito. Un abbraccio.

Recensore Master
26/11/15, ore 16:32
Cap. 19:

Bohème definiva lo stile di vita non convenzionale di artisti, che venivano marginalizzati e impoveriti nelle maggiori capitali europee.
Questo è il filo conduttore palese che ci presenti in questo capitolo: l’essere outsider per scelta o per fato oppure costrizione.
Leggendo c’è una un’altra condizione però che emerge insieme ai richiami bohémien, quasi come fosse una naturale spalla: la solitudine.
Ci sono quattro personaggi principali nella scena, accomunati tutti da questo stato d’animo, seppur provocato da elementi totalmente differenti, quasi agli antipodi.
Diego e Sanae incarnano in questo momento due figure romantiche, in quanto vittime di un amore respinto, non (completamente) corrisposto.
La loro solitudine li rende simili, perché imposta dagli eventi ma soprattutto da scelte altrui.
Sanae subisce questa condizione prima in Giappone a causa della lontananza fisica poi per l’allontanamento emotivo di Tsubasa.
Il suo malessere è molto comune, ma per questo non meno straordinario e ciò che lo rende tale è l’essere privata della libertà di desiderare, ma in particolar modo di sperare.
E a nulla bastano le calde carezze, né i baci di labbra morbide, se si è vittime di questo castigo, se non appartengono a chi si ama.
Forse Sanae oltre al desiderio di sentirsi ammirata, ribadito più volte nelle altre mie recensioni, ha tentato una sorta di emulazione proprio di Tsubasa, che l’ha dimenticata tra le braccia di un’altra donna.
Non credo che Sanae ritenesse Pierre capace di scacciare in un secondo il ricordo vivo e vegeto del suo amore non corrisposto, ma credo invece che lei si sia illusa che la passione del parigino potesse accelerare i tempi di una rimozione totale, che ormai per lei sembra d’obbligo, data la situazione.
Diego dal canto suo vive la solitudine straziante di chi ha accanto l’oggetto d’amore senza poterlo toccare.
Ma la sua sofferenza è più attiva di quella della giovane donna giapponese, perché il brasiliano non riesce più ad arginare nulla che riguardi Madalena e il suo amore per lei, che sia la rabbia o il tentativo estremo di condividere il suo sentimento con lei.
Quando le chiede “Lasciati amare…” sembra supplicare per se stesso, in realtà credo che Diego conosca profondamente l’animo di Madalena, più di chiunque altro.
Non ci sono porte chiuse per lui, né luoghi in cui gli è negato l'accesso.
Molto più probabilmente, almeno a mio avviso, è proprio Diego a risiedere dentro quella stanza chiusa a chiave, che Madalena tiene ben custodita, seppur, sempre per il mio punto di vista, non sia lei stessa consapevole pienamente del suo contenuto.
Tsubasa e Madalena sono l’altro lato di questa medaglia, forgiata dall’esser soli.
Sono gli amanti, che almeno sulla carta, dovrebbero solo gioire, presi l’una dall'altro.
I due sembrano aver reagito alla stessa maniera contro questo sentimento di solitudine, che sembra averli spinti a contrastarlo con ogni mezzo, per allontanarlo e … per dimenticare.
Tsubasa si apre a noi in questi ultimi capitoli, mostrandoci che non è stato facile realizzare le sue aspirazioni.
La terra del sogno, il Brasile, forse fin troppo idealizzato nella sua mente, ha trovato nella realtà un riscontro più duro del previsto.
Non mi riferisco solo alle differenze con il Giappone o alle contraddizioni sociopolitiche del territorio, ma piuttosto alla superficialità, intesa non in senso dispregiativo, con cui un giovane Tsubasa ha affrontato questo viaggio.
Tsubasa non ha fatto bene i conti, prima di partire, mettendo sul piatto della bilancia solo l’euforia e lasciando che i sentimenti tristi, il prezzo da pagare, fossero qualcosa da relegare o associare solo a chi sarebbe rimasto dietro di lui, in patria.
Non capendo che il suo sogno avrebbe richiesto molto sacrificio, sicuramente non solo fisico.
Tsubasa sembra accorgersene solo una volta in Brasile, come rimarca lui stesso nei brani che lo riguardano nel capitolo, raccontandoci di quanto sia stata grande e dolorosa la sua di solitudine, che l’ha fatto sentire ancora più “diverso” in una terra che gli avrà sicuramente imposto di dimostrare chi era e il suo valore, usando il doppio degli sforzi.
Con lo sguardo accusatorio di chi si sente defraudato dallo “straniero”, come ci dimostra la prima accoglienza ostile di Pepe nel manga originale.
E la nostalgia in quella solitudine l’ha fatta da padrona.
Nostalgia non solo per le proprie radici, per casa ma anche per un sentimento lasciato sospeso e una persona troppo lontana.
Il bacio tra Pierre e Sanae visto fortuitamente non ha smosso in lui solamente sentimenti latenti, o il rimpianto per qualcosa che poteva essere.
Credo che in quel momento più di ogni altro, Tsubasa si sia reso conto che Sanae non corrispondeva alla mancanza del Giappone, che la sua malinconia per lei non apparteneva a un tutto più ampio.
La confusione nel suo cuore sembra dipanarsi pian piano, ma questo sembra renderlo inquieto.
La riflessione di Tsubasa sul bacio mancato con Sanae, è lo specchio di questo suo timore.
Indugiare oltre su di lei, indagare sulla gelosia e su quei sentimenti latenti (che sono gli stessi che l’avevano spinto a baciarla istintivamente durante la passeggiata lungo la senna), spaventa.
Perché può mettere in discussione tutto un equilibrio, un mondo costruito a fatica, in cui tutto sembrava andare bene, in cui la solitudine era solo un miraggio lontano.
Un mondo forse effimero, reale ma in quanto verosimile, perché costruito cercando di allontanarsi dalle proprie radici, dalla propria casa ma soprattutto dai sentimenti per una Sanae, che sembra essere in grado di ferirlo anche di più.
Un mondo creato ad arte in cui dimenticare ciò che fa male, che manca.
Madalena sembra provare una paura simile, mossa sempre dalla solitudine provata.
Solitudine che è intrinseca, proprio perché il vissuto della ragazza è talmente forte da non permetterle di scrollarselo di dosso.
Il riscatto sociale, l’adozione non possono annullare una vita, una giovane vita, trascorsa tra il degrado, la miseria, la violenza e la mancanza di speranza.
Quest’ultima sembra essersi radicata in lei, almeno in parte, ancor più della solitudine.
Come se desiderare troppo sia un lusso a lei non concesso, come se non le fosse concesso appunto di sognare perché qualcosa estraneo a lei, proprio in quanto Madalena di Paraisópolis.
Mi viene da pensare che il legame con Tsubasa si sia formato nella solitudine, che li ha fatti riconoscere l’un l’altra istintivamente e aggrapparsi a vicenda, in una fusione capace di allontanare quelle sensazioni dilanianti e difficili da gestire.
Tutto emerge evocando un posto in particolare: le Petit Trianon, che a mio avviso non si limita a essere un luogo in questa tua ff.
Madalena come Tsubasa sembra aver trovato un equilibrio nella sua vita, grazia all’adozione nella famiglia Radunga e anche in virtù del suo rapporto con il giovane giapponese, che sembra incarnare a ragione tante virtù, degne di un principe azzurro, quali la bontà d’animo e la lealtà.
Diego è l’emblema di tutto quello che non ha mai avuto nella vita: famiglia, affetto, amicizia e soprattutto fiducia.
Ma ora può diventare per lei come la Reggia di Versailles, luogo talmente bello da incutere timore.
Troppo per “una come lei” , che sembra non meritare così tanto, che sembra essere già in debito con il destino per aver avuto l’opportunità di staccarsi dal mondo che l’ha vista nascere, senza esserne per sempre compromessa.
E quel troppo fa timore, perché è qualcosa che si teme di affrontare, per l’ansia di rimanerne forse abbagliati.
E meglio ancora, per la paura che porta con sé il cambiamento, il mettere tutto in discussione.
Per questo secondo me, il Petit Trianon le sembra più accessibile.
“Entra giusto nel palmo della mia mano” e sembra fatto apposta per lei, un po’ come Tsubasa, che le offre qualcosa di bello in cui perdersi e rifugiarsi.
Qualcosa gestibile e molto simile a una reggia.
Concordo con chi ha commentato prima di me, nelle bellissime recensioni precedenti, per la regina Maria Antonietta le Petit era il luogo dove sentirsi se stessa, ma io voglio evidenziare un altro non trascurabile particolare, che potrà sembrare forse una piccola provocazione.
Maria Antonietta al Petit si sente se stessa sì, ma tutto quel tempo trascorso lontana dalla reggia di Versailles non è altro che una fuga dalla realtà.
Maria Antonietta diventa qualcun altro recitando nel Théâtre de la Reine o una semplice pastorella che produce latte presso l’ Hameau de la Reine.
Ma fingere o allontanarsi così tanto dalla realtà sappiamo quanto abbia contribuito alla tragica fine della Regina di Francia.
Madalena ha la possibilità, come nella favola di Cenerentola, di diventare una Reine, una regina, ma questo la spaventa.
Il Petit Trianon non è un luogo fatto per dimorarvi per sempre, nonostante sia bellissimo e rilucente, come una miniatura di qualcosa di più grande.
Il rapporto carnale, che porta all’oblio, non può bastare anch’esso per sempre, perché come l’oppio ha un tempo limite, prima o poi il suo effetto scema, finisce.
Io credo che Madalena stia cominciando ad intuire tutto questo, scossa dai gesti e le parole di Diego, che sembra l’unico personaggio deciso a ribellarsi alla sua solitudine, senza nascondersi in nessun posto ma combattendola a viso aperto, fino a sconfiggerla.
Non a caso sulla terrazza la ragazza sembra più scossa emotivamente dall'ammissione di Diego, che per la prima volta dichiara apertamente a qualcuno che loro due non sono in realtà cugini, piuttosto che dal pugno dato a Tsubasa.
Madalena ha paura anche perché è una donna forse disincantata, che concede alla se stessa bambina di credere alla favola di Cenerentola, sapendo che certe illusioni possano essere rischiose in età adulta.
Chi ha vissuto una vita come la sua, credo tenda a credere che nulla sia eterno, figuriamoci l’amore.
A differenza di Sanae, che invece sembra talmente convinta del contrario, tanto dall'aver aspettato naturalmente per tre anni, alimentando un amore senza ricevere grandi cose in cambio.
Per Sanae credere al principe azzurro ma subire poi la delusione, come quella realmente ricevuta, ha un prezzo molto alto sì, ma che si limita, se così si può dire, al riparare un cuore infranto.
Madalena rischia molto di più nell'abbracciare l’Amore, quello che risiede alla Reggia di Versailles.
Desiderare troppo può farle perdere tutto e lei non lo può accettare.
E penso che sì, questo per lei rappresenti davvero una sorta di terrore.
Credo di aver detto tutto quello che avevo da dire, i sentimenti scossi da questo capitolo sono stati tanti e hanno seguito ognuno di questi personaggi.
Sono andata piuttosto a braccio scrivendo questa recensione, che probabilmente è venuta fuori più lunga del previsto, non trattenendo conclusioni o associazioni del tutto personali, che non è poi detto trovino riscontro nei tuoi intenti.
Ma è molto appagante come lettore confrontarsi con qualcosa che non si limita a essere un insieme di parole e di periodi, che lasciano passivi.
Riesci a rendere chiunque si affacci a questa storia attivo, al pari di ogni personaggio che si muove nella trama, alla ricerca forse di qualcosa di così semplice, che si chiama amore.
Grazie infinite per l’impegno messo in ogni singola parola, che permette questo gioco di emozioni.
Un abbraccio,
OnlyHope
(Recensione modificata il 26/11/2015 - 04:36 pm)

Recensore Master
26/11/15, ore 15:17
Cap. 19:

Io me lo aspettavo di Sanae, non è una tipa che va con il primo venuto.
lei è ancora innamorata di Tsubasa senza dubbio non si dona così per fare a Pierre.
Dopo se ne sarebbe pentita, ne sono certa.
Ha bisogno di tempo, per digerire la cosa e per aprire nuovamente il suo cuore.

Tsubasa, non capisco questa specie di gelosia... se è perché ancora prova qualcosa per Sanae o è solo l'idea che 'era sua' e adeso non lo è più. Al di la ditutto ben gli sta, così impara a non farsi sentire per 6 mesi mentre si rotolava nel letto con Madalena.

Madalena, io sono di parte si sa... ma sapevo che amava Tsubasa, lo sentivo. Per quanto riguarda Diego, hanno condiviso tanto, ma l'amore lo vedo soltanto da parte di Diego, mentre da Madalena vedo soltanto una richiesta disperata di AFFETTO. Ma affetto famigliare quello che non ha potuto avere, quello che ha trovato invece grazie all'adozione della famiglia di Diego.
Adesso la vedo impaurita, perché dal momento che lui gli ha dichiarato il suo amore vede sfumare l'affetto fraterno del 'cugino'.
Per questo lei continua a ripetere 'siamo cugini' per fargli capire che non vuol perdere la famiglia.
Secondo me lei vuole bene a Diego, ma non è amore come quello che sente per Tsubasa.
E la scena forte dove Diego la tocca ne è la prova, visto che lei è TERRORIZZATA da lui.
Secondo me in quel momento non sarebbe stata solo una violenza (e già è gravissimo non franitendermi) ma avrebbe comportato la perdita di tutto, anche della famiglia.

Tsubasa in campo @$&%")@£"%£6 BIP ciccino te lo dico una volta sola fai chiarezza altrimenti un altro pugno vengo a dartelo IO sia chiaro.

Al prossimo capitolo
Sanae77

Recensore Master
26/11/15, ore 14:42
Cap. 19:

Ma ciao! mmmmmmm insomma... Sanae alla fine si è tirata indietro... uffa...
Scherzi a parte, mi è piaciuto il fatto che Tsubasa li abbia visti e ora pensi chissà cosa, sono curiosa di vedere cosa accadrà, visto che lei ha respinto Pierre quando gli è apparta l'immagine del Capitano.
Sai che mi piace Madalena, ma Tsubasa lievemente infastidito dal rapporto tra Sanae e Pierre mi fa impazzire!
Il povero Diego invece si ritrova a sfogarsi con Genzomio (bello lui!) e poi prende a pugni Tsubasa che, ignaro di tutto, non lo molla un attimo.
Sarò onesta, mi sfugge il motivo per cui Madalena se ne va dallo stadio e raggiunge un posto di Parigi dove solo Diego può trovarla... Lui la ama, ma lei lo considera la sua famiglia e gli confessa di amare Tsubasa... molto bella questa scena, si percepisce, forse per la prima volta, il vero amore di Madalena per il Capitano.
Lui intanto in campo non dilaga per niente, anzi arranca, fino allo scossone che gli arriva da Genzomio (un mito!) e da Kojiro, poi il pensiero di Sanae e di deluderla lo assale e parte in quarta segnando due goal...
Strano questo intreccio di personaggi, strano e molto coinvolgente! Bravissima, io non vedo l'ora di vedere come si evolve la faccenda con questi personaggi che si incrociano di continuo!
Alla prossima. Un bacio
Guiky80

Recensore Master
26/11/15, ore 12:21
Cap. 19:

Ciao gratia, mi sono letta il capitolo a notte inoltrata per riflettere, bene questo capitolo è molto interessante, si incominciano a vedere salire i primi nodi irrisolti dei ragazzi, tsubasa ripensa a quando ha lasciato sana e in Giappone, quando le ha regalato il pallone, solo ora, si accorge rivedendo la scena, che lei non era felice il sorriso era tirato, nascondeva la sua sofferenza, ma riflette che forse poteva fare di più in quei tre anni, è stato facile nel suo cuore allontanare la figura di sanae lei non c'era in Brasile, la sofferenza non la vedeva, non la sentiva, in più, lui aveva modo di distrarsi in un altro continente, per via del calcio, per via di madalena, ma il suo fuoco è anche casa? E qui incominciano a mostrarsi i primi dubbi, lo turba vedere sanae con pierre, che entrano in camera , sa che è una donna, ma come tutti gli uomini, pensano di avere ancora diritti, certo fa male scoprire che non è così, ma lui deve ancora chiarire il suo cuore, e questo viene fuori prepotentemente durante la finale, i suoi pensieri brano affollati, di problemi madalena Diego, ma il suo sguardo vola verso la tribuna ed inquadra lei, che soffre ha il viso tirato..... E si riscuote dal torpore, ma perché? Ora il suo pensiero dice che è per il sogno che hanno sempre condiviso con tutta la squadra, ma sanae, faceva parte di un altro sogno, quale? Sanae è il mare di tranquillità nella sua mente, madalena è un oceano in tempesta che ti porta in alto, ma ti fa cadere violentemente sott'acqua, se privi ad avvicinarti, ed è destabilizzante! Diego il Petit trianon, sta cercando di arrivare a casa, ma la sua casa per ora non è pronta ad accoglierlo, non saranno mai più cugini, quel velo sottile di formalità si è spezzato in quella camera, in quella notte, sa madalena che non è più possibile fingere deve prendere una decisione, o Diego o tsubasa, ma chi sarà dei due la sua casa? Tsubasa non riesce ad entrare Diego è entrato troppi anni prima, la conosce, la ama, e la vuole giustamente! Tsubasa ancora troppe cose non sa di lei, e non le saprà mai..... (almeno secondo me) E l'equilibrio si sta spezzando! Tu puoi amare in maniera totalitaria una persona, così come sta facendo tsubasa, ma non è detto che sia concesso loro, di potere stare insieme tutta una vita! Ed alcuni amori tornano indietro quando meno te lo aspetti. Diego ha lanciato la sua sfida verso tsubasa, lui chiede spiegazioni, ma non le ottiene, perché? A mio semplice avviso è che madalena non si fida di tsubasa ed è a pelle, perciò per come la vedo io, è un fuoco che si sta spegnendo, piano fimo a farsi male, nessuno dei due rinuncerà all'altro, ma o aggiungono un'altra candela, o quella che era stata posta sta finendo per incomprensioni! Ok gratia ti saluto, la mia recensione deve essere un po incasinata! SORRY! Ps speriamo che capisci ugualmente quello che ti volevo dire baciiiiiii

Recensore Veterano
26/11/15, ore 11:54
Cap. 19:

Ciao Gratia!
Capitolo interessante,
Possiamo percepire una moltitudine di sfaccettature.
Madalena e Diego, nonostante l'episodio precedente verificatosi hanno ritrovato la forza ed anche il coraggio per appianare le divergenze sciogliendosi in un abbraccio.
L'abbraccio è qualcosa di più intimo, che va al di là anche di un bacio passionale. Quando stringiamo qualcuno, ci aggrappiamo ad esso per percepire il suo calore, all'unisono sincronizziamo i battiti del cuore ed il numero di respiri, leghiamo a noi l'altra persona, creando un unico individuo che nessuno e dico " NESSUNO", potrà mai e poi mai separare, neanche con la forza.
In quel frangente in cui i due corpi aderiscono diveniamo un tutt'uno con l'altro.
Lo definirei l'incastro perfetto, come due serpenti innamorati, quando giunge il periodo dell'amore e del corteggiamento. Sciogliendosi da quella stretta Diego ha assaporato quel dolce tepore che, Madalena gli ha trasmesso e forse, lei, comprende a fondo quali siano i suoi sentimenti. Come qualsiasi essere umano, attraversa momenti critici, in cui deve osservare la sua "amata" varcare la soglia di una camera insieme ad un altro uomo, ed è proprio lì che, scatta la molla. La gelosia, e la sofferenza logorano il suo animo spingendolo a compiere gesti verso Genzo ma soprattutto verso Tsubasa del tutto sconsiderati ai loro occhi,ma non ai suoi.
Madalena sa, man mano anch'ella sta iniziando a prendere coscienza sei propri sentimenti, dei reali sentimenti contrastanti che albergano nel suo animo.
La situazione è analoga anche per il nostro bel Tsubasa, c'è un sentimento assopito negli anni che, sta uscendo fuori. Finalmente può risplendere, peccato che per quanto esso tenti di farsi strada, la ragione prevale ed ancora tenta di impedirgli di farlo fuoriuscire del tutto. Ormai è giunto il tempo per la resa dei conti, non sono più dei ragazzini, ora sono cresciuti, maturati e come tali devono agire di conseguenza. L'effetto sortito di Sanae e Pierre su di lui è decisamente dilaniante, lo stesso sentimento che ha spinto Diego a compiere quel gesto. Vediamo un Tsubasa perplesso, infelice a tratti, cupo. Un gioco di ombre perfetto, su di uno sfondo particolare di Notre Dame e Maria Antonietta che fanno da cornice a tutto l'intenso capitolo. Un capitolo molto sentito, molto vissuto.
Perfetto oserei dire.
Chapeau.
Au revoir ma petite! ❤
(Recensione modificata il 26/11/2015 - 03:55 pm)

Recensore Junior
26/11/15, ore 10:39
Cap. 19:

Mia carissima Gratia,
come sempre lasci a bocca aperta per quello che viene rivelato in ogni capitolo. Indubbiamente è ben scritto, amo il modo in cui sentimenti e azioni si mescolano per dare profondità alle scene.
Qui scopriamo la vita difficile di Maddalena e i suoi sentimenti nei confronti di Diego. Un'infanzia piena di sofferenza e abbandono dalla quale (fortunata lei) è riuscita a risollevarsi (ma sappiamo bene quanto sia legata al suo passato che non vuole dimenticare). "Sono nata su una strada di fuoco. E ho sempre sognato oceani di acqua" queste due frasi descrivono perfettamente, secondo me, la complessità di Maddalena e del suo animo. Ho visto "Notre Dame de Paris" a Milano e devo ammettere che la somiglianza con Esmeralda è c'è, si somigliano molto!
Emblematica la scelta di far visitare il Petit Trianon, il luogo simbolo della figura di Maria Antonietta, il posto dove si sentiva finalmente libera dalle formalità e dalle costrizioni di Versailles, dove riusciva ad essere "sé stessa come se fosse a casa". Ecco un'altra significativa somiglianza tra ciò che succede e il luogo in cui si trovano: nel Petit Trianon Diego l'abbraccia e lei si sente a casa! Mi dispiace per Diego, ma quel sentirsi a casa non è detto che si trasformi in amore, probabilmente resterà ciò che è, qualcosa di protettivo e fraterno. Chissà, magari sbaglio!
Diego! Beh, non è facile per lui tutta questa situazione. Vedere la donna che ama stare con un altro, salire in camere con un suo compagno è qualcosa che lo lacera nel cuore e nell’anima. Cosa può fare se non tirargli un pugno. Un piccolo sfogo al suo grande dolore.
Oltre a Maddalena, qui troviamo un Tsubasa alle prese con qualcosa che forse neppure lui sa spiegare. Gelosia? Rimpianto? Vedere Sanae e Pierre baciarsi ed entrare in camere lo ha turbato. Ripensa a ciò che avrebbe voluto fare anni prima, a ciò che è perduto forse per sempre. Si rende conto che Sanae è cresciuta è diventata una donna proprio come lui è diventato un uomo. Pensa a che sta succedendo ora nella camera di lei, senza sapere che è successo nulla di ciò che la sua mente riflette.
Hai fatto benissimo a far smettere il rapporto tra Sanae e Pierre. Non sarebbe da lei farlo con qualcuno che conosce appena. Sanae non è una ragazzetta spinta da soli ormoni. Ha aspettato per anni che Tsubasa si accorgesse di lei e ha aspettato altri tre anni che lui tornasse. Lei è "figlia dell'amore" (mia cit. ;D), non si da senza provare un forte sentimento. Non va con il primo che le capita solo perché ha mostrato interesse per lei. Ci vuole ben altro (magari le ragazze di oggi la pensassero così!), ci vuole l’amore che ha sempre sognato!
Come sai, adoro la tua storia. Ormai sono una tua fan e anche di Kaori (dille da parte mia che è bravissima!)
Complimenti per questa storia piena di "vita e complessità", tra le mie preferite!
Un bacione, Genz
(Recensione modificata il 26/11/2015 - 10:42 am)

Recensore Veterano
25/11/15, ore 20:52

Ciao Gratia,
Come ben saprai ho scelto per un periodo di allontanarmi da questo sito di proposito, con molta più tranquillità da qualche giorno ho deciso di riprendere almeno la lettura, questo capitolo a differenza di quello precedente è intensissimo. A mio avviso forse quello più veritiero e reale e soprattutto quelo più bello. Si percepisce il gioco tra luci ed ombre della quale ti servi per introdurre il bene ed il male, la gioia ed il dolore, verità e menzogna. Madalena è un personaggi molto Enigmatico e per quanto io patteggi per Anego, apprezzo molto anche questa tua creazione. Sia Diego che Madalena sono entrambi carismatici, forti ma soprattutto ricchi di umanità, ed è proprio Diego a mostrarci le debolezze a cui spesso noi umani cediamo presi dalla disperazione e dalla paura. La domanda fondamentale però da porsi è... perché Madalena ha quasi faticato nel respingere il giovane? Perché la cosa le è rimasta impressa tanto da doverci riflettere in un momento delicato che condivide dopp lunghe attese con Tsubasa? Forse, sta acquisendo la giusta razionalità in merito alla questione? Tuttavia, quando si è confusi o spaventati si tende a sviare od allontanare la verità. Questo accade non solo a Madalena, ma accade a Tsubasa, Sanae e Pierre. Tutti sono confusi e agiscono tramite un sentimento effimero, purtroppo come ben sappiamo tutti l'attrazione fisica, la curiosità non bastano in un rapporto e credo che questo lo scopriremo proprio nei prossimi capitoli! Un bacio tesoro a presto e scusami se ho recensito solo adesso! Comunque ti seguo sempre.
(Recensione modificata il 25/11/2015 - 08:34 pm)
(Recensione modificata il 26/11/2015 - 11:25 am)

Recensore Veterano
25/11/15, ore 20:47
Cap. 19:

Ciao, hai descritto molto bene le emozioni di tutti i pg l'unico neo è la totale fragilità di questa Sanae che poco si confa' alle note forti e colorate di anego.

Recensore Master
25/11/15, ore 19:32
Cap. 19:

Mia carissima Gratia, tu mi stai facendo appassionare alla tua storia sempre di piu'. Ora mi tiri fuori il Petit Trianon, il luogo in cui Maria Antonietta riusciva ad essere se stessa, e dove vi avevano accesso solo le persone di cui si fidava, ed erano poche; come ha detto giustamente Innominetuo, tornava ad essere Antonia. La regina di Francia e' uno fra i personaggi storici che io amo di piu', e non per Lady Oscar o Il Tulipano nero, anche se ho cominciato ad interessarmi a lei guardando i due anime, ma perche' ne ho letto la biografia, e ho scoperto una ragazza, e in seguito una donna, dolce, bisognosa di amore (qualsiasi, compreso quello materno, che forse non ha neanche avuto) e bisognosa di darlo, anche al popolo che non l'ha capita; una donna altruista e maltrattata dai libri di storia e dalle chiacchiere fasulle che giravano su di lei. E Madalena, come Antonia, ha bisogno di un punto di riferimento per tornare ad essere se stessa, perche' lei non dimentica, anche se la sua vera vita si puo' dire che e' cominciata quando Diego l'ha portata via dalle favelas, e scopriamo che sua madre era una prostituta e che suo padre, che non ha mai conosciuto, era un americano (ecco spiegato il perche' degli occhi verdi in contrasto con la carnagione ambrata), e... forse c'e' la possibilita' che questa ragazza possa incontrare presto il suo vero padre? Questo personaggio e' meraviglioso, senza nulla togliere agli altri, e soprattutto alle altre due protagoniste, ma (ormai l'avrai intuito) e' la mia preferita, perche' e' vera, pare quasi di toccarla per quanto e' reale. E' entrata nella vicenda tramite i ricordi di Tsubasa, e la stiamo scoprendo piano piano, di capitolo in capitolo; Sanae la conosciamo gia', anche se ognuna le da' nelle sue storie una sfumatura diversa della sua personalita', Lisa l'abbiamo gia' scoperta, e poi e' piu' semplice da capire e da amare, ma Madalena e' ancora da scoprire, e gia' il fatto che e' partita come "L'altra", la rivale a distanza di Sanae, te la rende intrigante, e ti viene voglia di scoprirla, di perderti in quello sguardo colmo di malinconia e in quei profumi del Brasile (guarda se io e Sanae77 non finiamo col fondare il "Madalena fans club"); la vedo un misto fra Esmeralda di Notre Dame de Paris (tra l'altro tu hai cominciato il capitolo con una frase tratta dal romanzo e hai citato nelle note la canzone del musical) e la cantante italo-francese Dalida. Diego si e' sfogato con Tsubasa (e involontariamente anche con Genzo) facendogli capire che Madalena non e' sua cugina e che lui la ama. Uno Tsubasa sempre piu' confuso, che crede di amare Madalena, ma in realta' ama Sanae, ma non glielo dice perche' ormai la crede innamorata di Pierre, e invece lei non ce la fa a lasciarsi andare col capitano francese, perche' ama ancora Tsubasa, e Pierre lo capisce. Ma Tsubasa va in crisi e rischia di far perdere la partita alla sua nazionale, e da chi arriva la comprensione, l'aiuto? Da un riflessivo Kojiro (l'amore fa miracoli), che lo sprona e sprona anche Genzo ad entrare in campo. Io una cosa l'ho capita: Madalena ama Diego. Solo fra le sue braccia si sente sicura, ma lo respinge forse perche' ha paura di essere cacciata dalla sua madre adottiva e di ferire la famiglia che l'ha tolta dalla miseria. Diego ha piu' coraggio di Tsubasa, perche' ha confessato il suo amore, da sobrio, alla donna che ama, ha affrontato il suo rivale, e secondo me non si rassegnera' a perderla. Kojiro ha avuto piu' coraggio, andando a riprendersi la donna che amava facendosi un lungo viaggio insieme a uno che nemmeno sopportava. Tsubasa farebbe meglio a darsi uno scossone e a lottare, non solo per il calcio. Bravissima. Un abbraccio.

Recensore Master
25/11/15, ore 17:42
Cap. 19:

Il Petit Trianon, vera residenza di Maria Antonietta -  ove essa cercava disperatamente di dimenticare di essere la regina di Francia e di tornare ad essere solo ed esclusivamente Antonia, come veniva chiamata da bambina, prima di essere mandata via dall'Austria per andare a sposarsi a soli 15 anni -  fa da cornice al passato disperato di Madalena. Ci parli dell'infanzia di questa giovane donna, e scopriamo che la sua sventurata madre era una prostituta e che dal padre ha ricevuto solo i suoi bellissimi occhi verdi, e nient'altro. La sua vita, la sua VERA vita, è iniziata a dodici anni, quando è stata adottata da una ricca famiglia brasiliana, conoscendo finalmente affetti solidi, principi morali, sicurezza e sostegno emotivo. Ha anche conosciuto l'affetto profondo ed inscalfibile di Diego, figlio della sorella della sua madre adottiva. Solo che questo affetto "fraterno" si è trasformato col tempo in qualcosa di ben diverso. Ora Madalena dovrà fare i conti con questa nuova realtà e capire che direzione prendere. Comprendo perfettamente il difficile momento che questa giovane stia vivendo: ancora una volta, essa vede la sua vita venir stravolta, sentendosi messa con le spalle al muro. 
Ha perso un cugino, se così si può dire, dato che Diego ne è innamorato, con passione e disperazione.
E vediamo pure un fidanzato, Tsubasa, molto combattuto e confuso... perderà anche lui? 
Mi piace molto come hai delineato il fascino profondo di questa giovane: la malinconia di lacrime invisibili che permea il suo volto e la figura tutta la rende un personaggio davvero splendido, ricco di sfumature. Sì: la tua Madalena ora mi ha convinto. Essa incarna l'anima triste e tragica di alcuni aspetti grigi e fangosi del Brasile, quello che si vuole stordire con i ritmi sincopatici e falsamente allegri della samba. Quella della saudade. Ma che non dimentica le favelas ed il loro disperato microcosmo.
Apprezzo pure come hai parlato, in questo capitolo, della difficoltà di Sanae di abbandonarsi a Pierre e delle difficoltà di Tsubasa di capire che direzione prendere... disagio che viene esplicato all'inizio della partita pure in una sua prestazione sportiva non particolarmente brillante.
Ma la protagonista assoluta del capitolo è Madalena, e va benissimo così: un così bel personaggio merita molto spazio.
Ho notato che i personaggi malinconici sono quelli che riesci a rendere al meglio (per certi versi Madalena è simile a Lisa): in effetti, la tristezza ha una sua bellezza timida e dolce che io personalmente apprezzo particolarmente. 
Del resto, troppo sole acceca... e sono le ombre che ci fanno apprezzare di più i giochi della luce su di noi. O no?
Complimenti anche per la scelta raffinata della canzone: adoro la Piaf ed ascoltarla, ogni volta, è un attimo di puro incanto.
Baci
Lou