E' sempre meglio non avventurarsi tra le radure fatate, nelle notti tinte di luce lunare, perchè i viaggiatori spesso non riescono più a tornare a casa.

Buio. Buio tutto attorno a me, buio nella mia anima e paura.
Corro, perchè è la mia unica speranza, ma sento i miei inseguitori sempre più vicini. Sento l'odore della loro adrenalina, il loro affanno e la loro soddisfazione. Sono in trappola.
Inciampo, cado faccia a terra ed in un attimo le ombre si allungano attorno a me, mi schiacciano. Non riesco a respirare, chiudo gli occhi, ma è buio anche dentro.
Poi è come se esplodessi, e l'onda d'urto allontana il male. Ora c'è luce.
Sono di nuovo in piedi e so di poterlo affrontare, senza saperne il perchè.
"Eccola!"
Li sto aspettando, il mio respiro accelera, ma i miei occhi sono freddi, decisi. Si avvicinano, correndo sulle quattro zampe come le bestie che sono.
"Aaaaaaah!"
Istintivamente mi abbasso per fronteggiarli, in posa difensiva, poi, quando riesco a vedere il bianco dei loro occhi, porto le mani al petto ed i miei inseguitori vengono sbalzati in aria con violenza, atterrando distanti.
La forza del "colpo" mi fa perdere l'equilibrio e cadere a terra, batto la testa ed il buio torna.

[...]La notte era da sempre altamente temuta da tutti gli abitanti, poiché era difficile, quasi impossibile, riuscire a sopravvivere senza le giuste precauzioni.
Il Gelo investiva tutte le notti i diversi regni delle fate, tra tutti anche Fresya, seminando morte. Gli animali morivano e le fate più giovani e incaute che arrivavano da paesi lontani, spesso si trovavano a fare i conti con la sua brutalità. Raramente riuscivano a contrastarlo, anche quelle più dotate in campo magico. Il Gelo vinceva sempre.[...]

Breve storia che scrissi una sera,spero vi piaccia

Grazie a un bruco ammalato un grazioso folletto trova se stesso.
"Non riuscivo a credere che appena la sera prima avevo lasciato un bruco gravemente ammalato e ora era in piena forma.
Aveva cambiato colori, sempre piu brillanti e accesi"

C'era una volta un Angelo, che si innamorò di un umano, e lo trasformò in angelo, per poter passare con lui il resto della propria esistenza infinita.
C'era una volta quello stesso angelo, che dopo migliaia di anni si innamorò di un umano, ma cosa fare se l'Angelo che l'ha creato, lo ama ancora, e di certo non lo vuole condividere con nessun altro, al punto da averlo imprigionato nel proprio castello?
Una storia che parla di un amore impossibile, che i nostri due eroi, un angelo bellissimo ed un semplice umano con qualcosa in più di tutti gli altri, faranno del loro meglio per farle raggiungere la "The End" che tutti sogniamo.

E' una regola universale, da cui il mondo delle fate non è escluso: ad ogni sbaglio segue una punizione.
In particolar modo se si è rei di aver spezzato un patto millenario, rischiando di scatenare una guerra.
In tal caso la morte è troppo semplice, troppo veloce.
Quale migliore condanna dell'essere legato per sempre a un'inutile e indifesa zampettante?
(L'introduzione ha partecipato al contest "La trama di una storia" di Dear Juliet)

Ragazzine dai poteri speciali che tentano di vivere normalmente.

Arya cerca di proteggere tutti coloro che ama, ma quando Johnat rapisce le bambine... cosa farà Arya? Come si concluderà la battaglia?
Il bene trionferà? O gli inganni di Johnat faranno sprofondare il mondo di Nalah nel buio più totale? Un segreto da svelare... Un cuore da trasformare... Prima che sia troppo tardi... Prima che Johnat metta in atto il suo malefico piano... Prima che il mondo finisca nell'oblio più totale.

premetto che questa storia l'ho scritta in piena notte e col sonno addosso quindi se vi sembrerà una schifezza abbiate pazienza ^^~
detto questo la storia è incentrata sulla narratrice-protagonista luna ragazza definibile vampira per la sua natura (non vampira che si nutre di sangue e al sole brucia eh). ancora non so se questa storia si fermerà al 1° capitolo o andrà avanti questo lo deciderò quando la mia testa saeà ben lucida e sveglia.detto questo spero la mia storia vi piaccia e vi lascio a leggere
rosaria~

Il piccolo camminatore di mondi stava passeggiando per il pericoloso boschetto ombroso.
Gli animali notturni rumoreggiavano e lo fissavano mentre egli sorrideva ingenuamente con la luna che si rifletteva nei suoi enormi occhi di fuoco.
Il fuoco...zampillava allegramente nelle sue mani. I suoi capelli ondulati che si muovevano al vento ricordavano un torrente in piena ed il suo passo leggero somigliava a grosse nuvole vaporose che navigavano liberamente nel cielo.

Se potessimo scegliere chi essere, come venire al mondo e di chi essere figli non apparteremmo a questa Terra. A noi è concesso solo combattere per ciò che abbiamo scelto di essere.

Kally mentre passeggiava,trovò un diario scritto da una ragazza molti anni prima. Grazie a questo diario viene a sapere della crudeltà di esseri malvagi che,fino ad allora,credeva fossero solo personaggi di antiche leggende: essi sono i Dragons Blacks.
Più andava avanti con le pagine più cresceva in lei la voglia di vendicare la proprietaria del diario.
Dopo averne parlato con i suoi amici,che credevano fosse diventata pazza,si ritrova ad affrontare una nuova avventura da sola.

Nikki è stato mandato sulla Terra per trovare un umano abbastanza appetitoso e portarlo a casa, nella sua dimensione.
Jess è un tranquillo ragazzo che ama la natura e le margherite. Nikki addocchia proprio lui, attratto... dalle sue emozioni.
Sopravvivere tra Parassiti, divinità e dubbi non sarà facile - e fare chiarezza tra i loro sentimenti?
[Slash/yaoi, rating rosso per determinati capitoli] [Scene forti!] [PoV alternati]
Il rombo di un tuono lontano si unì al gocciolare della pioggia. Avevano parlato di Lacie, avevano parlato di Nikki. «E tu, Steve?»
Questo aprì gli occhi e lo fissò, lasciandogli la mano. La sua espressione era tornata seria. Prese un respiro profondo. «Io ho bisogno di Nikki.»
Un ponte di legno comparì all’improvviso sotto ai loro piedi; le alghe chiazzavano le assi umide, che non sembravano molto sicure.
«E non solo perché se non fossi arrivato tu, ora sarebbe…» Steve si torse le mani «mio. Non solo per quello, non fraintendermi.»

La guardia si avvicinò a Runik il quale non indietreggiò nemmeno perché era fermamente convinto del fatto che fosse un Elfo Comune, quest'ultima tirò fuori un piccolo pugnale leggermente ricurvato, perfettamente curato e lucido da un fodero di cuoio scurissimo che portava alla cintura. [...]
Dal polso schizzò, appunto, del sangue giallo, un giallo chiarissimo come oro fluido. A quel punto tutti capirono che non era nessuno dei due tipi di elfi citati prima.