All'inizio si è riso da matti con i comportamenti da adolescenti di Eddy e Bella, poi nonna Liz ed Alice ed Emily sono un trio davvero pieno di brio, una ne fanno e cento ne pensano se non ci fossero lor a mettere un po' di sale in zucca ai due "testoni" di Eddy e Bella, credo che nessuno ci riuscirebbe, poi c'è stata la sorpresa di James, che ha quanto sembra lui conosceva già la storia che c' era tra Eddy e Bella, credo che lui e Victoria, sapranno aiutare Bella nel miglior modo possibile, quella che non mi è piaciuta è stata Renèe ma anche Rose ha fatto la sua parte, ma che razza di persone sono, non si fanno schifo???? Dovrebbero ringraziare Angela se finalmente anno potuto vedere la loro nipote, se fosse per loro trascinerebbero tutti in tribunale, peccato che poi e finito tutto a Tarallucci e Vino io avrei tanto voluto che Bella gli trascinasse in tribunale solo per fargli abbassare la cresta, siccome sono una tipa molto orgogliosa, gli avrei fatto vedere i classici sorci verdi, questi sono i pezzi che più mi hanno colpito: Mi eccitano », disse guardandomi intensamente. Potevano due persone fare l’amore semplicemente guardandosi negli occhi? Probabilmente sì.
« Sta zitto e baciami », dissi riprendendomi le sue labbra, cinque minuti di pausa non facevano male a nessuno.
« Voi due », staccai le mie labbra da quelle di Edward, guardando terrorizzata vero quella voce, mi calmai quando notai Emily fissarci divertita. Mi ero dimenticata che sarebbe passata a trovarmi, le volevo parlare di Jane.
« Ehm Emily.. io », dissi completamene imbarazzata dalla situazione.
« Ci sono Alice e nonna Liz all’entrata che insistono per entrare, per fortuna ho detto che ci avrei pensato io a chiamarti », disse divertita, non sapevo della loro presenza allo studio, guardai Edward con fare interrogativo.
« Oggi partono, cioè tra due ore hanno il volo, dato tutto quello che è successo ieri è poi passato in secondo piano », disse mettendosi una mano tra i capelli. Era tenero. Gli diedi un leggero bacio a stampo e lo presi per mano.
« Che c’è? », domandai notando lo sguardo di Emily fisso su di me.
« Io non voglio sapere quello che sarebbe successo se io non fossi entrata in questo studio, ma posso immaginarlo, dato che Edward cercava di toglierti la camicia! », quel momento non poteva non essere più imbarazzante di così. Con velocità mi ricomposi ed aggiustai anche la camicia di Edward. Almeno eravamo presentabili, « Togliti quel sorrisetto Emily, non stava per succedere nulla », dissi superandola.
« Si certo. Come no! », la sentii ridere alle mie spalle.
Alice e nonna Liz ci aspettavano sui divanetti, avevano entrambe lo sguardo di chi la sapeva lunga, così come quello di Emily. O mamma mia era tutte e tre insieme, mancava Leah e il cerchio era completo. Mettevano ansia.
« Vorrei sapere perché Edward ci ha messo così tanto a chiamarti, ma credo di intuirlo, quindi evito », disse nonna Liz alzandosi e venendo verso di noi, troppo tardi mi accorsi che la mia mano e quella di Edward erano ancora intrecciate, « Mi piace vedere le vostre mani unite, non fate la cavolata di lasciarvi scappare.. ».
« Nonna ti prego », Edward lasciò la mia mano, si allontanò. Il suo volto si era irrigidito. Cosa ti è successo Edward? Forse cominciava a vedermi per quello che io volevo.
« È inutile vero? Siete talmente bloccati nei vostri errori da non volerne più uscire, eppure la soluzione è così semplice. Basta volerlo, forse mi sbaglio, forse l’amore che c’era tra voi due non era così forte », non avevo mai sentito nonna Liz parlare con quella durezza nel suo tono di voce, mai era stata così diretta. Dio solo sapeva quanto avevo combattuto con me stessa per salvare il salvabile, ma non puoi salvare un vaso quando ormai si è frantumato, porterà per sempre le crepe su di sé, anche se utilizzi la miglior colla al mondo. Delle volte è semplicemente tardi.
« Sarà », dissi sedendomi sul divano, ero stanca, mi sentivo svenire.
« Bella tutto bene? », mi domandò Edward inginocchiandosi davanti a me, prese il mio volto tra le sue mani calde, « Guardami, cosa c’è? », lo guardai e capii che nonna Liz si sbagliava, il mio amore per Edward era forte, ma non abbastanza da perdonare me stessa.
« Niente », scossi la testa e mi rialzai, « Quando avete il volo? », domandai ignorando Edward, speravo con tutto il cuore che quella conversazione fosse finita. Nonna Liz alzò gli occhi chiari al cielo, scosse la testa, « Non fatevi prendere dalla paura. Tonerò a New York per il matrimonio. Ricordatevi che non è tardi », disse mettendosi il suo cappotto elegante.
Abbracciai entrambe trattenendo a fatica le lacrime, non volevo che mi vedessero piangere. Era tardi ormai, era troppo tardi. Questo è il secondo:Riuscii a ritornare davanti a casa mia solo quaranta minuti dopo, la prossima volta avrei aspettato fuori, nascosta dietro l’angolo.
« Eccomi.. scusate il ritardo! », dissi entrando in casa, venni immediatamente avvolta dal calore che emanava il camino, grande Phill che lo aveva acceso.
« Dove sei finita? », domandò Jacob uscendo dalla sala da pranzo, già piena di gente. Da quando aveva quell’aria investigativa? Da sempre, mi ricordò la mia coscienza.
« Ero con un cliente », risposi raggiungendolo.
« Detta così sembri una di quelle prostitute d’alto rango! », mi voltai verso quella voce che non sentivo da un po’.
« James! »
« Isabella », ci abbracciammo, il mio fratello acquisito mi era mancato molto.
« Quando sei arrivato? », domandai sciogliendo l’abbraccio, non aveva avvisato nessuno del suo arrivo, James viveva in Colorado, a Denver. Era un ingegnere del Denver Tech Center, si era trasferito lì per studiare e poi aveva deciso che li avrebbe vissuto.
« Poco fa a dire il vero », rispose , spostandosi di poco per farmi vedere una ragazza dai capelli rossi e ricci, occhi verdi e lentiggini, era bellissima.
« E non sei solo »
« No.. ecco ti presento la mia fidanzata », disse emozionato. Non l’avevo mai visto così.
« Piacere sono Victoria », si presentò la ragazza allungando una mano verso di me, ricambiai la stretta, « Piacere mio io sono.. », cercai di presentarmi, ma lei mi anticipò.
« Isabella la sorella inglese »
« Esatto », sorrisi, ormai ero famosa solo per quello.
Mamma e zia Sue come al solito non si erano trattenute, la tavola era piena di ogni ben di Dio, al centro c’era il tacchino ripieno, tipico per quella giornata, nell’aria c’era anche profumo di zuppa di zucca, non mi ero accorta di avere una fame da lupi.
« Accomodatevi che poi si fredda », ero assolutamente d’accordo con mamma, era meglio sederci, « Metto via la giacca », dissi togliendola e mostrando il mio abito color cammello, che arrivava a metà coscia.
« Wow è davvero corto! », commentò Leah, questo sarebbe andato bene anche a lei.
« Volevo mettere in risalto i miei stivali », indossavo un paio di stivali di Stuart Weitzman, erano senza tacco ed arrivavano fin sopra il ginocchio, gli adoravo, erano la comodità fatta a stivale.
« O le tue gambe! »
« Maturo Jacob, molto maturo da parte tua », dissi girandomi ed andando a posare il cappotto sull’appendi abiti vicino all’entrata, mi sentii seguire e quando mi voltai trovai James a pochi passi da me.
« Isabella.. il ragazzo di tua sorella è.. »
« Cazzo », James era l’unica persona della mia famiglia ad essere venuto a Londra e ad averlo conosciuto.
« È lui? », domandò a bassa voce, lui era protettivo nei miei confronti non volevo che scatenasse scenate o cose del genere, non quel giorno, non davanti a tutti.
« Ti prego non dire nulla, nessuno lo sa », lo implorai.
« Isabella »
« Io ed Edward ci siamo lasciato un paio d’anni fa », conveniva che sapesse la verità, visto la tranquillità che c’era a tavola ero sicura che non avesse detto o fatto nulla.
« Ma che razza di uomo si mette con la sorella della propria ex? », Edward avrei voluto rispondere, ma era meglio evitare.
« Non lo sapeva, adesso andiamo altrimenti si chiederanno che fine abbiamo fatto », l’unica verità era che avevo fame e che quel discorso non aveva più senso di esistere.
Una bambina bellissima, fotocopia di mio fratello correva felice dalla cucina verso di me, cosa ci faceva da noi? Non doveva venire sabato? Non mi importava a dire il vero, ero felicissima che fosse li con me.
« Zia! », urlava mentre correva verso di me, era felice di vedermi ed io di averla stretta tra le mie braccia.
« Amore ciao! », dissi mentre la stringevo forte a me.
« Papà mi ha raccontato tutto », disse James avvicinandosi a noi due, « È il più bel regalo che Ben potesse farci cara Bella », sorrisi nel sentirmi chiamare così anche da lui, quel momento ero un piccolo attimo di felicità che avrei custodito per sempre nel mio cuore.
« Allora è proprio vero, Bella è tornata », disse dolce scompigliandomi i capelli, Jane sorrideva divertita dalla scena, « Amore mio hai una famiglia di matti », dissi alla mia nipotina prima di darle un bacio sui capelli, profumavano di miele. Dolce come lo era lei.
« Vorrà dire che al manicomio ci andiamo tutti assieme », la guardai stupita, aveva la battuta pronta la ragazza. Anche questo l’aveva ereditato da mio fratello.
La zuppa di zucca cucinata da mamma era la cosa più buona al mondo dopo la pasta e la pizza, ne mangiai quasi due piatti, anche il tacchino non era male. Non volevo strafare, volevo lasciare spazio anche ai dolci. In particolare alla Sacher che chiedeva di essere mangiata. Vi capita mai che un dolce chieda di essere mangiato da voi? A me spesso.
Ero alla mia terza fetta di Sacher, avrei rimediato a tutto con una corsa, quando notai James alzarsi da tavola e prendere qualcosa da una busta di Abercrombie posta su un mobile della sala da pranzo.
« Questi sono per voi », disse consegnando una piccola busta bianca a ciascuno di noi.
« Cosa sono? », domandò mia cugina.
« Aprite », rispose lui, era emozionato, prese la sua fidanzata per mano e la strinse forte a sé, come da lui consigliato aprii la busta e vi trovai un invito.
« Vi sposate? », domandai non credendo a quello che stavo leggendo, assurdo. James non era tipo da matrimonio, lui era uno spirito libero. Quello non era un mio pensiero, era quello che lui diceva di sè. Per me era già strano che ci avesse presentato una ragazza.
« Esattamente il 16 dicembre! », rispose felice. Erano rimasti tutti colpiti dal suo annuncio, tutto ci saremmo aspettati ma non che il famoso ingegnere di Denver si sarebbe sposato.
« Dell’anno prossimo? », chiese conferma Rose, in effetti sull’invito non era segnato l’anno.
« No »
« Ma è tra tre settimane! », esclamai, alzando un tantino la voce.
« Vi basteranno per comprarvi un abito, ne sono sicuro », era matto non c’era altra possibile spiegazione, l’amore gli aveva dato alla testa.
« Glielo dicevo che dovevamo annunciarlo prima, ma lui ha insistito voleva dirvelo di persona », disse Victoria dispiaciuta, non doveva esserlo, solo che ci avevano colti di sorpresa. Tutto qui.
« Ci sposeremo ad Aspen.. nello chalet dei genitori di Victoria e siete tutti invitati, anche Edward naturalmente. Per te Bella devo aggiungere un posto in più? », domandò James fissandomi con un sopracciglio alzato.
« No.. anche se con tutti questi matrimoni quasi quasi esco e mi sposo il primo che incontro per strada! », dissi spiritosa facendo ridere tutti, tranne Edward.
« Poco prudente da parte tua », disse Edward rivolgendomi un sorriso sghembo.
« Amo il rischio », risposi facendogli l’occhiolino.
« Beh congratulazioni ragazzi », disse Phill proponendo un brindisi.
« Dov’è Angela? Perché non era a cena con noi? », domandai dando voce a quello che mi stavo chiedendo da quando ero entrata in casa.
« Non è voluta rimanere, voleva festeggiare con la sua famiglia », rispose mamma, conoscevo quel suo tono di voce, era arrabbiata.
« Perché? »
« Come perché? Il giorno del Ringraziamento si festeggia in famiglia », rispose lei sottolineando bene l’ultima parola. Non ci potevo credere, non l’aveva invitata.
« Angela fa parte della famiglia », ribadii, non le avrei permesso di prendersela con lei.
« No, non fa parte della nostra famiglia », pensavo fosse cambiata, ma mi sbagliavo era la stessa Renèe di sempre, quella che non accetta i cambiamenti, quella che vuole sempre sapere tutto, quando non sa niente.
« Leah porta Jane in camera mia », non volevo che mia nipote assistesse alla patetica scenata di mia madre.
Leah prese Jane per mano e salirono al piano di sopra, ero sicuro che mia cugina sarebbe riuscita a distrarla nel migliore dei modi.
« Si può sapere il perché? »
« Mi ha nascosto mia nipote per nove anni, vengo a sapere della sua esistenza solo una settimana fa e tu pretendi che sia tutto normale?! », disse alzando la voce, Phill la prese per un braccio, la tavola era immobile. Pensavo fossero finiti quei momenti in cui ero al centro dell’attenzione di tutti. Evidentemente mi sbagliavo. In quella famiglia eravamo sempre così vicini da iniziare una guerra, ognuno di noi aveva una bomba dentro di sé da far esplodere in qualsiasi momento, beh per quanto mi riguardava avevo un arsenale intero.
« Non è normale, ma mettiti nei suoi panni », non era stata una scelta facile quella di Angela, ero sicura che avesse messo in conto tutti i lati negativi di quello che aveva fatto.
« Ci ho provato e no, non ci riesco »
« Beh io sì, riesco a capire le sue ragioni. Perché probabilmente lo avrei fatto anche io! », una donna come mia madre non meritava Jane.
« Mi avresti lasciato fuori dalla vita di tua figlia? », la verità era che l’avevo già fatto, ero in America quando mi ero accorta del mio ritardo, ma non mi era nemmeno passato per l’anticamera del cervello di dire qualcosa a mia madre o a mia sorella.
« Sì, lo avrei fatto. L’avrei fatto perché non stavamo bene, l’avrei fatto perché eri lacerata dal dolore, dall’odio, non ti saresti goduta tua nipote. E forse Angela ha sbagliato, ma era una sua scelta, sapeva a cosa andava incontro. Perciò te lo chiedo per piacere, non fare la guerra ad Angela, non ne hai bisogno mamma. Ora c’è Jane, fatti passare tutto il rancore che hai nei confronti di sua madre, guarda solo il lato positivo, hai una nipote che assomiglia così tanto a Ben », cercai di andarle incontro per evitare l’ennesima guerra.
« Lunedì andrò al Tribunale dei Minori, voglio chiedere l’affido di Jane », disse fredda, non aveva ascoltato una singola parola di quello che avevo detto.
« Sei impazzita? », non potevo credere all’assurdità delle cose che stava dicendo.
« Continui a vivere nel tuo mondo fatato Isabella, credi davvero che Angela ci lascerà vedere Jane ogni volta che vogliamo? Ti do io la ripsota. No, niente le impedisce di prendere sua figlia e sparire per sempre! », era talmente accecata dalla rabbia, che probabilmente nemmeno capiva la gravità delle sue parole.
« E da chi si dovrebbe nascondere? Dal FBI o dalla CIA ? », domandai cominciando ad arrabbiarmi sul serio.
« Voglio crescere mia nipote! », ribadì con decisione.
« Lo farai, non serve mettere di mezzo i tribunali »
« Non me lo permetterà! », ne era talmente convinta che era inutile farle cambiare idea, guardai mia sorella, da lei mi aspettavo che capisse, ma mi sbagliavo. « Ce lo ha impedito per nove anni », disse Rose.
Scossi la testa non credendo alla miriade di stronzate che continuavano a dire.
« Beh se vuoi andare avanti con questa cavolata », dissi cominciando a guardare dritta negli occhi mia madre, non avevo paura a sfidarla, « .. è bene che tu sappia che Angela avrà me come avvocato! E per tua informazione, non ho mai perso una causa! », dissi alzandomi dal tavolo.
« Ti metteresti davvero contro la tua famiglia? », mi veniva da ridere a quella domanda, ma evitai.
« Sì », risposi decisa e senza alcun dubbio.
« Amore, calmati »
« Come faccio a calmarmi Phill? Hai sentito cosa ha detto? Rinuncerebbe a noi », era isterica. Non era in sé, nessuno parlava, erano tutti concentrati su di lei.
« Ho sentito prima quello che hai detto tu. Tu sai cosa significa perdere un figlio, perché vuoi che Angela rimanga senza la sua bambina? », le disse Phill prendendole il volto tra le mani, solo lui la capiva, « Hai sentito cosa ha detto Bella? ».
« Ha.. ha detto che anche lei avrebbe fatto lo stesso! », disse in un sussurro.
« Tu dovresti farle cambiare idea, dovresti farle vedere la meravigliosa donna che sei. Renèe tu non sei così. Fa come ha detto Bella, lascia da parte il rancore e i sentimenti negativi. Non pensare a quello che è stato, ma a quello che sarà. Tua nipote ti ama e niente e nessuno potrà mai cambiare questo sentimento », ad ogni parola di Phill il volto di mamma si addolciva, perché con lui si e con me no? Eppure avevo detto le stesse cose. Non c’era niente da fare, io e mamma non ci capivamo più da tempo ormai.
« Lei mi odia.. non ci capiamo, lei ha accolto Angela nella nostra famiglia con una semplicità che.. io amo Jane, te lo giuro, ma questo non basta per tenere a bado la rabbia che ho verso Angela », disse mamma come se io non fossi li con loro. Mamma si sbagliava, io non la odiavo, non ci andavo d’accordo, ma mai l’avrei odiata.
« Ti sbagli mamma », dissi facendo il giro del tavolo, « Non ti odio, quando Ben è morto la terra sotto i miei piedi è venuta a mancare, il mio mondo è crollato ed io sono morta dentro », dissi mentre le lacrime rigavano il mio volto, « Poi ho visto Jane e ti giuro non mi importava del perché l’avessi incontrata nove anni dopo, mi andava bene così. Ti prego mamma perdona Angela e lascia che l’odio sparisca dalla nostra famiglia, perché sono stanca. Mamma ti prego, fallo.. per me. Ti prego », mamma si alzò, scacciò con dolcezza le lacrime dal mio viso.
« Quando diventerai mamma non mi nasconderai mio nipote, vero? »
« No mamma », dissi con sincerità, mi abbracciò forte a sé, in un abbraccio materno, puro e sincero. Le avrei raccontato del mio Batuffolo un giorno.
« Ero solo arrabbiata prima, non toglierei mai Jane alla sua mamma. Perdonami. Sono così fiera di te avvocato Swan », le sorrisi dandole un bacio sulla guancia. Bastava così con i sentimentalismi. Speravo davvero che mamma non stesse fingendo, ero stanca di tutto. Stanca di nascondermi, stanca di vedere tutto questo astio in famiglia, di certo dovevo cambiare anche io.
Sembrava essere tornato il sereno, Jane era tornata giù, sorrideva tra le braccia di mamma, avrebbe chiesto scusa ad Angela, me lo aveva promesso. Rose giocava a carte con Victoria, James ed Edward a scacchi. Io e Leah sfogliavamo l’ultimo numero di Vogue, avevo già adocchiato il mio prossimo acquisto. Volevo assolutamente il maglione di Alberta Ferretti.
« È già mezzanotte? », disse lei rispondendo al messaggio della buona notte del suo ragazzo, guardai l’ora sull’orologio, erano le 00:09 del 25 novembre.
« Jane »
« Si zia », era un colpo dolce al cuore ogni volta che la sentivo chiamarmi così.
« Buon compleanno amore mio », le dissi stringendola forte a me, si aggiunse anche mamma, poi Rose. Le fecero tutti gli auguri, tutti sorridevano, era un piccolo e prezioso attimo di felicità per la mia famiglia. Un bacione grandissimo ciao *___* |