Ciao e Buon Anno anche a te, passate bene le feste???? passando al capitolo finalmente la "dolce e amorevole famiglia Swan" ha scoperto tutto il dolore patito da Bella, però se mi chiedi delle loro reazioni io ti rispondo che non me può fregare di meno, le loro finte lacrime mi fanno venire la nausea, "per non dire di peggio" loro non si meritano nulla, sono contenta che Eddy abbia mandato al diavolo la "finta e bugiarda" di Rose, cioè lei lo ricattava per farlo stare con lei, ma scendi dal piedistallo stupida che non sei altro, beh la famiglia di Bella potrebbe anche "cambiare" ma io fossi Bella non li vorrei mai nella mia vita ed in quella di mio figlio, dopo come si sono comportati io farei lo stesso con loro, questo è il pezzo che più mi è piaciuto:Uscii da camera sua dritta verso le scale, ma una voce attirò la mia attenzione. Con cautela mi avvicinai alla porta della camera di Rosalie.
« Cosa vuoi ancora Rose? », la voce di Edward era bassa, disperata in un certo senso.
« Voglio che torni tutto com’era », non c’erano emozioni nel tono di voce di mia cugina, sembrava come se stesse parlando del tempo.
« Lo sai che è impossibile »
« Quando Bella si sarà trasferita a Los Angeles, tornerà tutto come prima! », Rose sapeva di Edward e Bella, mi avvicinai per cercare di capire, forse non era tardi.
« No.. io la amo », quelle parole erano sincere, Edward amava Bella in maniera totale, e per dimostrarlo non le serviva baciarla, bastava che la guardasse, che ridesse con lei e di lei, bastava vederli insieme nella stessa stanza per percepire il forte legame che univa i loro cuori.
« Tu ami me, con lei ti sei solo divertito, perché lei con te si è solo divertita », quello che c’era nella voce di Rose era la cattiveria di chi ha sempre avuto tutto dalla vita, di chi non ha mai veramente lottato contro il mondo.
« Non è vero, sono stanco Rose, ho deciso di non dire nulla della nostra rottura prima del matrimonio di James per non rovinare l’atmosfera in famiglia, ma ora.. », sorrisi felice, si erano lasciati. Edward aveva lasciato Rose perché amava Bella, ma lei non lo sapeva, ed era per questo che volva andarsene a Los Angeles. La amava e non aveva paura di dirlo, doveva solo ricordarsi di dirlo alla persona in questione.
« Non hai avuto le palle di farlo dopo, però! »
« Hai ragione, ho ceduto al tuo stupido ricatto », non volevo credere alle parole di Rose, non poteva aver ricattato Edward per stare insieme a lui.
« Ma io non ho ricattato nessuno! », alzò la voce mia cugina.
« Minacciare di pubblicare le foto di me e Bella che hai scattato quella notte allo Chalet, non ti pare un ricatto? », era arrabbiato Edward, comprensibilmente. L’avevo visto quando era entrato in camera di Bella, non mi ero accorta che anche Rose era fuori da camera sua, ma quale persona sana di mente farebbe quello che aveva fatto lei?
« L’ho fatto perché ti amo.. e se questo serve a tenerti accanto me, non me ne pento Edward! », non era amore quello che provava lei, mai lo era stato, sembrava più esibizionismo il suo o infatuazione, ma di certo non era amore. Non quello che Bella provava per Edward.
« Tu sei pazza! »
« Io ti rovino! Rovino te e quella tr.. »
« Non ti permettere! », urlò Edward.
« Tutti a tavola! », urlò Jacob dal piano di sotto, mi spostai dalla porta della camera di Rose e mi misi sulle scale, ancora sconvolta per quello che avevo appena sentito. Veloce come la luce scesi al piano di sotto, tutto era normale, la tavola pronta e Jacob aveva già cominciato a mangiare. Mi guardai allo specchio, tutta rossa in viso, speravo solo che nessuno se ne accorgesse, ma questo ormai non era più possibile, non con Edward che scendeva le scale velocemente con Rose che lo seguiva.
« Dov’è Bella? », mi domandò, mi guardai intorno e di mia cugina non c’era traccia.
« Non c’è »
« Se ne è andata », disse Rose con freddezza sedendosi a tavola, guardai in cucina e in sala, ma di mia cugina non c’era più traccia, non poteva averlo fatto, non alla Vigilia di Natale, me lo aveva promesso.
« Leah, dov’è Bella? », Edward tornò da me, scossi la testa, « Non lo so », dissi sull’orlo delle lacrime.
« Vado a cercarla », si mise il cappotto e si avviò verso la porta, era l’unico che avrebbe riportato a casa Bella, perché lui era la ragione del suo trasferimento.
« Edward torna qui! », urlò Rose, tutti si voltarono verso di lei, nessuno stava capendo nulla, nessuno si era accorta che da lì a poco sarebbe scoppiata una bomba.
« Va al diavolo Rose! », Edward uscì di casa sbattendo la porta, nessuno disse nulla, tutti fermi a quell’istante, l’unica serena era Rose. Nessuno mai aveva visto Edward così arrabbiato.
« Che succede? », domandò zio Phill, rompendo il ghiaccio.
« Abbiamo litigato, adesso gli passa tutto », rispose Rose indifferente.
« Non mi è sembrata la reazione ad una semplice litigata a dire il vero, poi perché cercava Bella? », domandò mio fratello sedendosi accanto a lei.
« Sinceramente non mi interessa il perché.. tanto tornerà da me », era talmente convinta delle sue parole, talmente abituata ad ottenere sempre quello che voleva che non si era accorta di aver perso Edward nell’istante in cui Bella aveva rimesso piede a New York.
Bella non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da nessuno tanto meno dal gioco sporco di Rose. Questo è il secondo:Il taxi viaggiava veloce sulla quinta strada, il che era strano per una grande città come New York, in giro ormai non c’era più nessuno, o quasi. Continuavo a ripensare alle parole di Leah, a quello che aveva sentito. Sembrava un film, una commedia, perché non comprendevo il gesto di mia sorella, nonostante il mio enorme sbaglio. Da donna non lo capivo, non capivo come una donna potesse accettare di stare con un uomo sapendo che è stata tradita, che quest’uomo non la ama, ma ama un’altra.
Mi ero pentita del male che le avevo fatto, non per il mio gesto, non per essere stata più volte con Edward, di quello non potrei mai pentirmene perché oggi non avrei il mio bambino.
Tonare a casa non era mai stato più semplice perché avrei detto tutto, avrei fatto cadere ogni mia maschera, avrei detto quello che pensavo di ognuno di loro. Non avrei fatto più la buona, non ero più la buona da tanto tempo.
Mi amava, Edward amava me, ma non aveva avuto il coraggio di dirmelo, voleva proteggermi da mia sorella, ma non aveva ancora capito che ero in grado di farlo da sola, non avevo paura di ferire mia sorella, lei non ne aveva avuta. Io tanto meno.
Un ricatto, pensava di tenerlo ancorato a lei con uno stupido ricatto, come la più stupida delle ragazzine, eppure aveva quasi trent’anni. Mi verrebbe da pensare cosa non si fa per amore, ma il suo non era amore, lei era innamorata della vita perfetta che si era costruita pensando a lui, lei si era innamorata del medico, non di Edward, perché lei di lui non sapeva nulla.
Stupida. Stupida me per non essermene accorta, eppure l’avevo notato che Edward era strano, ma pensavo solo a me, non a lui. Non me ne ero accorta, lui non mi parlava, forse il nostro amore non era poi così forte, scacciai immediatamente quel pensiero dalla mia testa, quello che provavo per Edward era l’amore più puro e vero che una donna possa provare. Avrei rimesso ogni cosa al suo posto.
Scesi dal taxi e il gelo della Vigilia mi colpì immediatamente, ma non me ne curai, nelle tasche del cappotto recuperai le chiavi. Entrai in casa, trovai tutti in sala da pranzo, smisero di parlare al mio arrivo. Wow, che entrata ad effetto. Tutti gli sguardi su di me, per l’ennesima volta, ma ora sarebbe stato diverso, perché avrei detto tutto senza la paura di ferire nessuno, perché l’unica a farsi male sarei comunque stata io.
« Edward? », Rose uscì dalla porta della cucina, era visibilmente agitata.
« No, non sono Edwrad », risposi facendo un passo verso la mia famiglia, Leah mi sorrise, mia cugina si era preoccupata per me, non sarei mai potuta partire senza averla prima salutata.
« Eccola.. sai il mio fidanzato ti cercava, ma vorrei capire il perché », domandò sedendosi accanto a zia Sue, era tornata ad essere normale, l’agitazione di qualche istante prima era completamente sparita, « Tu lo sai sorellina, lo sai il perché il mio fidanzato ti corre dietro? Sono sicura che lo sai », finalmente Rose aveva messo giù la maschera, parlava come se si aspettasse una mia caduta, come se in questa strana battaglia avesse già vinto, ma non aveva capito che a me non interessava. Le sorrisi, le sorrisi perché non l’avrei fatta vincere, non avrei sacrificato la mia felicità e quella del mio bambino per compiacere un suo capriccio. Perché questo era per lei Edward, un capriccio, perché se l’avesse amato ora come minimo mi ritroverei i capelli strappati, una sua sfuriata e invece era tranquilla, come se sapesse che sarebbe finta bene, per lei, non per me.
« Beh Rose.. i motivi sono tanti, sei sicura di volerli sapere tutti? », ero tranquilla, volevo solo raccontare la mia storia.
« Prego », disse come se mi stesse sfidando. Nessuno si era mosso da quando ero entrata, alcuni seduti, altri in piedi. Tutti attenti a me, tutti che volevano sapere, tutti ora, nessuno che lo avesse fatto prima.
« Allora sedetevi perché è una storia lunga », dissi invitando tutta la famiglia Swan a sedersi, lo fecero, « La mia storia comincia qui, quando quell’estate di dieci anni fa decisi che tra me e voi era meglio mettere un oceano, andai a Londra. Mi dimenticai di voi, mi dimenticai di avere una madre, una sorella, dei nonni », erano dure le mie parole, ma sincere, « Perché sentivo che io di questa famiglia non ne facevo più parte o forse perché era più semplice dire che ero sola al mondo e che non devo giustificare a nessuno il mio comportamento », racontai con la voglia di fare male con le mie parole, avrebbero sofferto così come avevo fatto io. Sarei andata avanti nonostante le lacrime di mamma e di nonna Marie, avrei continuato.
« Londra per me era nuova opportunità, una nuova vita, lontana da quella famiglia in cui contavo meno di niente », la vedevo la sofferenza nello sguardo di mia madre, ma non mi importava.
« Così sono partita, era agosto, ricevetti una sola chiamata in quel periodo, Leah mi telefonò per farmi gli auguri di compleanno, ma da voi, niente.. almeno fino a Natale, ma decisi di non tornare quell’anno », avevo passato in biblioteca a studiare per tutte le festività. « Fu in biblioteca che lo conobbi, voleva soffiarmi l’ultima copia del Marcante di Venezia, ma vinsi io. Divenne il mio migliore amico », guardai verso mamma, Phill, gli zii avevano capito di chi stessi parlando.
« Poi un giorno mi baciò e divenne il mio mondo, il mio posto felice. Accanto lui tornavo ad essere Bella. Tornavo ad essere io », questo mi aveva fatto innamorare di lui. Il mio sentirmi Bella e mai fuori posto al suo fianco.
« Il giorno della sua laurea in medicina e chirurgia mi propose di andare a vivere assieme, accettai, dire di sì fu la cosa più semplice del mondo per me. Andava tutto bene, un anno dopo mi laureai anche io, nessuno di voi c’era quel giorno, “Ci dispiace Isabella, ma non possiamo venire”, non avete nemmeno avuto il coraggio di dirmelo al telefono, mi avete inviato un messaggio », non mi ero nemmeno arrabbiata, avevo Edward e i Cullen, mi bastavano loro.
« Andava bene così, cominciai a lavorare allo studio di Garrett come sua assistente, ma mi piaceva ficcare il naso nei casi che seguiva, così un giorno mi sfidò, se avessi risolto da sola un caso abbastanza complicato sarei entrata a far parte dello studio come avvocato. Credo sappiate come è andata a finire », Edward era così orgoglioso di me, « Andava tutto bene, spesso mi chiedevo perché non vi chiamassi per dirvi che ero innamorata di un uomo stupendo, che stavo facendo il lavoro dei miei sogni, poi mi ricordavo la freddezza che c’era in questa casa quando tornavo, e allora mi dicevo.. loro non meritano di sapere », stavo provando una miriade di emozioni, stavo scavando nel profondo della mia anima, stavo raccontando ogni mio segreto, ma sembrava che nessuno di loro fosse ancora pronto a capire.
« Il Natale di tre anni fa ero qui, lui mi mancava, ma era felice che avessi deciso di passare le feste qui nella mia New York, andava tutto bene, poi poco prima di Natale, mentre ero seduta nella mia panchina a Central Park mi accorsi di un piccolo ritardo, non normale per me », mi sfiorai la pancia, Jacob sorrise, « Lo chiamai, mi disse di non fare il test, voleva essere accanto a me, così con una banale scusa tornai a Londra, ve lo ricordate? Probabilmente no », sorrisi amara.
« Mi aspettò in aeroporto, quando tornammo a casa trovai sul bancone della cucina cinque test di gravidanza, me li fece fare tutti. Positivo », dissi asciugandomi una lacrima. Mamma era sconvolta, così come Rose, Edward non glielo aveva detto.
« Andava tutto bene..poi Garrett mi chiese di far parte per qualche mese del reparto amministrativo dell’ospedale dove lavorava il papà della mia bambina, accettai immediatamente, avrei passato più tempo con lui. Come mi sbagliavo. Non ci vedevamo più. Quando tornava a casa lui io dormivo o viceversa. Così, quando mi chiesero di sostituire per una settimana la ragazza che organizzava i turni del personale, lasciai a lui il turno di notte, avrebbe avuto così il giorno dopo libero, come me. L’avremmo passato assieme », i ricordi di quella sera erano ancora vivi in me, mai sarebbero svaniti, « Quel giorno passai a salutarlo e poi uscii, fuori pioveva, c’era tantissimo vento. Per prendere un taxi dovevo attraversare, ma una maledetta macchina non mi vide, mi colpì in pieno. Non ricordo cosa successe dopo », ricordavo il dolore, le urla dei passanti.
« Mi svegliai in una stanza bianca, piena di luce, ma c’era qualcosa di strano, quella.. quella piccola rotondità che c’era sul mio ventre non c’era più », strinsi i pugni, non mi sarei mai perdonata. « La mia bambina non c’era più e nemmeno l’altra persona coinvolta nell’incidente era sopravvissuta, solo io », dissi sentendo la voragine al centro del petto aprirsi.
« Luke, era giovane ed è morto perché l’unico medico chirurgo disponibile quella sera aveva deciso di operare.. me », Edward me lo aveva detto che nemmeno un miracolo avrebbe salvato Luke, me lo aveva ripetuto più e più volte che non era colpa mia.
« Edward », disse mamma, non mi restava che annuire.
« Al mio ritorno a casa, precipitò tutto. Io ero diventata il nulla, lui ha cercato di salvarmi, ma io non l’ho permesso », non volevo essere salvata.
Sentii una porta sbattere, mi girai verso quei passi veloci che si avvicinavano, era lui, aveva il fiato corto, mi bastò guardare i suoi occhi chiari per capire, non c’era più nessun segreto, nessuna barriera. « Bella », la sua voce tremava, si avvicinò, prese il mio volto ed appoggiò le sue labbra sulle mie, nel più delicato e dolce dei baci, li davanti a tutti, come la più giusta e naturale delle cose.
« Ti amo », disse sulle mie labbra, niente mi avrebbe separato da lui, lo baciai, con il cuore e le labbra che sorridevano.
« Ti amo », risposi staccandomi leggermente da lui, Edwrad mi strinse forte a sè, era tutto perfetto.
« Non andare via.. ti prego non andartene, resta qui con me. Ti prego perdonami », non dovevo perdonargli nulla, quello per noi era un nuovo inizio.
« Resto qui.. dove altro potrei andare? », risposi lasciando un bacio a stampo sulle sue labbra.
Quella sera un fuoco bruciava in me, loro si erano scottati, ora era giusto che sapessero tutto, anche delle mie colpe. Ora avevo lui accanto a me, non avrei permesso più a nessuno di giocare con il mio cuore. UN bacione grandissimo ciao *_____* BUON ANNO |