A me sinceramente il comportamento di Eddy ha stufato, vuole Rose che stia con lei e non scassi le palle a Bella "scusa la parola", però Bella non deve dirgli niente del bimbo/a che aspetta, lui non merita di sapere nulla, anzi lui merita gente come Rose falsi fino al midollo, posso dire di amare alla follia Leah???? Quella ragazzina ne sa una più del diavolo, adoro il modo in cui si prende cura di Bella, lei sarebbe stata la sorellina perfetta, non quella strega di Rose, che crede che tutto gli sia dovuto, tra lei e la famiglia non so che mi fa più schifo, questo è il pezzo che più mi è piaciuto:Gli occhi di mamma, di Rose e di tutta la famiglia Swan erano puntati su di me, il rumore della porta sbattuta di Edward echeggiava ancora nell’aria. Garrett era lì, non doveva permettersi di farmi quella improvvisata.
Mi scrollai di dosso mio cugino ed andai dritta verso il mio capo, lo presi per un braccio e lo trascinai verso zona degli uffici. Entrai nel primo e vi ci trovai una giovane donna intenta a lavorare al computer, « Fuori! », dissi con tono fermo.
La ragazza uscì dalla stanza lasciandoci soli.
« Cosa cazzo ci fai qui? », domandai incrociando le braccia sotto il seno.
« Il mio miglior avvocato mi chiama, mi dice che l’esperienza a Los Angeles è stata molto positiva e che tutto è andato liscio come l’olio, ne sono molto contento. Poi un giorno, non si sa per quale motivo, mi chiama e mi dice che vuole andarsene », si appoggiò alla scrivania incrociando le caviglie.
« È mio diritto farlo, no? »
« Certamente, ma dimentichi una cosa »
« Se è per il contratto allora presenterò le mie dimissioni », non volevo passare un giorno in più a New York. Sorrise scuotendo la testa.
« Sai benissimo che non me ne frega nulla del contratto, quello che voglio sapere è il perché, da chi stai scappando? », una delle caratteristiche di Garrett era quella di essere una persona diretta, andava sempre al punto senza mai fare troppi ed inutili giri di parole.
« Al telefono hai detto che andava bene »
« Parole al vento, sei un avvocato, sai che le cose sono definitive quando sono nero su bianco, tu mi hai solo chiamato, piangendo », scossi la testa.
« Tu.. »
« Sono stato la cosa più vicino ad un amico che hai avuto in questi anni, un amico che ha stupidamente preso parte alla più grande cazzata che la tua mente abbia pensato! », l’unico amico, era vero, « Un amico che non vuole più far parte delle tue cazzate. Quindi ora mi dici cosa cazzo è successo? Cosa c’è che non va a New York? », si avvicinò a me, potevo dirlo a lui, mi avrebbe capito. Ero sicura potesse farlo. Solo dicendogli tutto avrebbe acconsentito al mio trasferimento.
« Ho un ufficio da sogno, moderno, pieno di luce. Come piace a me. Ho dei colleghi e dei collaboratori di altissimo livello. Non ho mai perso una causa. Perfetta in tutto », dissi fissando il pavimento, quella piccola venatura del legno era più semplice da osservare rispetto allo sguardo del mio capo, « Poi una notte, quando in casa non c’era nessuno, solo lui.. è stato come se tutto fosse tornato com’era », una lacrima scivolò sul mio volto, « Ma era solo un’illusione, una piccola parentesi di felicità ».
« È sempre lui », tornai a guardarlo, annuii, « Bella ti sei mai domanda il perché ti ho chiesto di dirigere lo studio di New York? », domandò come se la risposta fosse ovvia.
« Sono la migliore? », azzardai.
« Anche.. », sorrise sistemandosi gli occhiali, « In uno dei miei primi sopralluoghi, mentre ero in quello che oggi è il tuo ufficio, mi sono preso una trave in faccia, poco sopra l’occhio sinistro », mi ricordavo di quella ferita. L’avevo preso in giro per settimane.
« Al pronto soccorso mi sono ritrovato un giovane chirurgo, che mi ha medicato. Era Edward, era spento, concentrato sul lavoro così come lo eri tu. Per un capo questo è un bene, per un amico anche no ».
« Tu.. tu mi hai proposto New York perché c’era Edward? », ero arrabbiata, delusa.
« Lo sai che non è così, ma non potrò mai perdonarmi per averti aiutato quel giorno », mi venne da ridere.
« E quindi hai pensato di mandarmi al macello solo per ripulirti la coscienza? »
« Sicura Bella? Io non ho mai visto un uomo amare una donna come Edward ha amato te! », esclamò mettendosi le mani nelle tasche dei suoi pantaloni in velluto.
« Ah si? Ti sei chiesto perché Edward è qui? Ti do io la risposta; non per me! », dissi a pochi centimetri da lui, prima di voltarmi verso la finestra che dava sul bosco dietro allo Chalet.
« E allora perché se ne è andato sbattendo la porta? »
« Perché è un codardo! Perché vuole tutto ma senza rinunciare a niente », questo era Edward, non importava più l’amore e neanche quello che avevamo vissuto. Lui non voleva lasciare il certo per l’incerto. Aveva paura di tornare ad amare chi lo aveva ridotto nell’ombra di se stesso.
« Lui vuole te, rinuncerebbe al mondo per te »
« Non lo difendere solo perché ti ha medicato una ferita! »
« Non ho più nemmeno il segno della cicatrice, è stata una medicazione con i fiocchi », il suo tono di voce mi fece ridere.
« Garrett, sul serio perché sei qui? »
« Ho fatto una piccola deviazione, fra due ore ho un aereo per le Hawaii, volevo sapere perché te ne vuoi andare. Se è questo quello che vuoi va bene, nelle prossime settimane organizzeremo il tuo trasferimento. Voglio solo che tu non ti penta della tua scelta », sorrisi sollevata e lo abbracciai. Garrett non era mai stato un capo per me, ma un amico prezioso.
« È la scelta giusta per me », dissi accennando un piccolo sorriso.
« Devo andare .. pensa anche a lui », Garrett uscì dalla stanza. Pensare ad Edward, lo facevo, sempre, ma lui pensava a me? Qualcuno nella mia vita pensava mai a me? Tutti volevano fare le vittime, volevano fare scenate. Tornai nel salone, nulla era cambiato. Rose, in vestaglia, seduta accanto al camino, si alzò e venne verso di me, ero arrivata ad un punto in cui non mi interessava più di nulla.
« Cosa sta succedendo? », domandò come se.. lei sapeva, lo capivo dai sui occhi, freddi come la neve che ricopriva Aspen. Lei sapeva ed era felice di sapere.
« Nulla che ti possa interessare », le risposi guardandola negli occhi. Sapeva? Tanto meglio. Presi uno scialle che trovai su una delle sedie del tavolo ed uscii fuori, con una sola persona dovevo parlare, delle altre non mi interessava il parere.
Feci in tempo salutare Garrett che saliva su un taxi, diretto all’aeroporto, notai anche Edward salutarlo, mi diressi verso di lui, più decisa che mai, avevo smesso di soffrire. questo è il secondo pezzo:Voleva andarsene, per l’ennesima volta scappava da me, forse faceva bene. Io non sapevo renderla felice, la facevi soffrire, ma avevo giurato che sarebbe stata l’ultima volta, ma se voleva andarsene era perché era stanca, stanca di me. Di quella persona che non ha capito appena l’ha rivista che l’unica donna che avrebbe sempre amato era lei. Ed ora che l’aveva capito sembrava essere tardi.
« Se la ami non lasciarla partire, ma se non fosse così allora lasciala andare e non intrometterti più nella sua vita », mi voltai, Garrett era appena uscito dallo Chalet, ci mancava lui per rendere perfetta quella giornata, cominciata nei migliori dei modi. La notte che avevo passato con Bella era stata magica, a tratti surreale, perché ogni volta che ero con lei mi sembrava di essere nella nostra bolla di felicità, dove tutto andava bene, dove lei mi diceva ti amo ed io le rispondevo. La amavo e non volevo dirglielo nel casino che erano le nostre vite adesso, ma lei non se ne doveva andare.
« Chi sei tu per dirmi cosa fare o meno? », domandai arrabbiato, se le cose tra me e Bella erano andate male era anche colpa sua.
« Un amico di Bella, un amico che l’ha vista felice, poi spegnersi, poi diventare una macchina da lavoro », disse mettendosi davanti a me, « Si era ripresa, poi ho avuto la brillante idea di mandarla a New York, dandole una possibilità che di solito si ha attorno ai quarant’anni, l’ho messa a capo di uno studio legale, ha portati risultati bene sopra i nostri obiettivi. Poi un giorno mi chiama e mi dice che se ne vuole andare e non mi spiega il perché, oggi scopro che quel perché sei tu ».
« Allora perché hai accettato di.. », ripensare a quel giorno, a Bella tra le sue braccia faceva montare in me il desiderio di prenderlo a pugni, mi trattenni.
« Ho sbagliato, mi dispiace, avrei dovuto parlare con te per dirti come stava Bella e non l’ho fatto, ma se c’è ancora la minima possibilità che torni ad essere felice con te, ti prego fallo. New York ha bisogno di lei »
« Ti interessa solo quello? Ti interessa solo che Bella rimanga a dirigere lo studio di New York? », che razza di amico era?,
« Ovvio che no razza di idiota! », esclamò avvicinandosi, « Quando le ho proposto New York ha accettato immediatamente perché sapeva che c’eri tu. Lei ti ama e pur di vederti felice, pur di non soffrire, è disposta a lasciarsi tutto di nuovo alle spalle », la mia Bella stava male, ed era tutta colpa mia.
« Mi serve solo del tempo »
« Bella non ha tempo », un taxi si fermò alle sue spalle, « Farti credere di averti tradito è stata la sua più grande cazzata, non farla sbagliare di nuovo », disse voltandosi verso la macchina, accennò un saluto e ci salì. Avevo promesso a Rosalie di attendere fino a dopo il matrimonio di James ma non riuscivo più a mentire, non a lei che come una furia veniva versi di me, mi spinse e per poco non persi l’equilibrio. Bella era arrabbiata, aveva perfettamente ragione, non dovevo andarmene sbattendo la porta, ma quando avevo sentito Garrett dire che se ne sarebbe andata, noi ci ho più visto. Questo è il terzo:« Sono stanca Edward, sono stanca di te, delle tue insicurezze, ne ho le scatole piene di tutto questo. Mi fai male Edward, ti rendi conto di quanto cazzo mi fai male? », urlai accanendomi verso di lui, presi a pugni il suo petto. « Cosa vuoi ancora da me? Ti sto lasciando libero dalla mia presenza, ma tu? Tu ti riesci a liberare della mia di presenza? », piangevo ma avrei continuato a dirli quello che pensavo. Non poteva più continuare quella farsa, perché ci saremmo fatti male tutti, io per prima.
« Bella »
« No Bella. Bella ne ha le palle piene. Ti sei divertito questa notte a farti per l’ennesima volta la sorella della tua fidanzata? Ti è piaciuto ascoltare il consiglio dei tuoi amici ieri sera, mhm? Sono stata brava? », perché mi ero illusa di qualcosa che era ormai finito da tempo? Come non avevi capito che ero lui ero solo un divertimento in attesa del suo matrimonio?
« Non è così Bella, credimi. Appena », non credevo più nemmeno ad una delle sue parole.
« Appena niente.. sono stata la tua amante, mi sono divertita. Ma quello che c’era tra me e te è finito più di due anni fa, non esiste futuro per noi due Edward. Nessuno dei due ha lottato perché non ci amavamo abbastanza, altrimenti saremmo ancora insieme », quelle parole mi facevano male, ma dovevo dirle se volevo andarmene senza rimpianti, senza dirli quello che probabilmente avrei dovuto dirli sin dall’inizio. Non c’era futuro perché io non ero la persona adatta a lui, anche se odiavo l’idea di essere libera dalla sua presenza era l’unica cosa che mi avrebbe permesso di continuare a vivere. Una cosa gli avevo chiesto, solo di amarmi, ma era tardi il nostro amore era ormai acqua passata. Dovevo solo accettarlo. Io e il mio bambino ce l’avremmo fatta anche senza di lui. Era meglio per me rientrare se non volevo beccarmi una polmonite e mettere a rischio la vita di mio figlio. Mi voltai per rientrare non avevo più nulla da dire, le braccia di Edward mi raggiunsero presto, avvolsero la mia vita e si posarono sulla mia pancia per la prima volta da quando avevo scoperto di essere incinta, una grande sensazione di completezza mi invase. In quell’istante ero felice, fermi così, sotto la neve che riprendeva a scendere, non avrei chiesto nulla. Sentii il calore delle sue braccia avvolgermi, come se mi, ci, volesse proteggere dal male del mondo.
« Rose sa », quelle parole mi riportarono alla realtà, « Quando avrai fatto pace con il cervello torna da me, sono stanca di queste mezze verità », non ci cascavo più.
« Hai cominciato tu », mi voltai verso di lui, sciogliendo l’intreccio di mani sulla mia pancia, sorrisi sarcastica, questo ormai eravamo diventati, un’accusa contro l’altra. Come due bambini.
« Andiamo tra poco si celebra un matrimonio, ma non ti preoccupare ancora non tocca a te e quando succerà io sarò lì, fai attenzione però, non sarò io quella vestita di bianco », la mia voce era dura, come a voler rimarcare ancora una volta il male che mi stava facendo.
Nella piccola saletta nulla era cambiato, se non Jacob e Seth che mangiavano pane e marmellata, ero contenta che la famiglia di Victoria ci avesse lasciato un’intera ala dello Chalet, almeno loro si ero risparmiati la patetica scena di Edward. Appena mi vide Rose venne verso di me, lei sapeva, Edward me lo aveva confermato, voleva parlarmi o urlarmi contro? Era suo diritto farlo, io non mi sarei di certo tirata indietro.
« Cosa succede tra te e Edward? », domandò a denti stretti, feci fatica a sentirla, nominatamente fosse a pochi centimetri da me. Voleva nascondere quello che sapeva agli altri? Voleva continuare a farsa, beh Edward la amava, la loro di certo non era una farsa. Probabilmente si vergognava delle corna. In quell’istante mi resi conto che ferire i sentimenti di Rosali non mi importava perché di base nemmeno a lei importava. Come avrei reagito se avessi scoperto che Edward mi tradiva? Di certo non come lei.
« Niente stai tranquilla », la superai ed andai in camera mia a prepararmi.
Era un giorno importante per James, non avrei permesso ad Edward e alla sua fidanzata di rovinarmelo. Questo era l’unico matrimonio della famiglia a cui tenevo all’altro, beh probabilmente non mi sarei presentata, al contrario di quello che avevo detto ad Edwrad, ma come avrei giustificato la mia pancia?
Non scesi nemmeno a pranzare, Leah fu così gentile da portarmi qualcosa da mangiare.
« Rose è furiosa », disse mentre prendeva la prima ciocca di capelli per farmi le onde.
« Perché? », domandai mangiando la pasta al ragù che mi aveva portato.
« Non lo so, ma continua a dire a Tanya che tu non le hai fatto vedere l’abito che hai scelto per il matrimonio perché sei gelosa che te lo possa copiare », mi venne da ridere, davvero l’unica cosa che interessava a mia sorella era l’abito che avrei indossato e non dell’uomo che mi facevo da mesi? Contenta lei.
« Bastava chiedere, e non ricordo che lo abbia fatto »
« Beh, sono sicura che il tuo Givenchy sarà più bello ed elegante, sicuramente riceverà le attenzioni di un certo dottore », disse ammiccando allo specchio.
« Quel dottore faccio prima a strozzarlo », dissi tornando a concentrarmi sulla mia pasta, avrei volentieri mangiato anche una pizza o delle lasagne.
« Se scopro che è lui la causa del tuo trasferimento a LA stai ben certa che a farlo fuori ci penso io », disse seria impugnando la piastra con fare minaccioso.
« Prometto che ogni volta che vorrai venire ti farò avere un biglietto aereo, sarà come.. », Leah lasciò la piastra sul tavolo e si inginocchiò, la abbracciai, non mi piaceva l’idea di vederla soffrire, « Non sarà come se tu fossi lì, non ci sarai Bella », Leah piangeva ed io la strinsi ancora più forte a me, « Ti prego non fare così, promettimi che ti prenderai cura di Jane e di te stessa », lasciare mia nipote lacerava il mio cuore, ma nulla mi avrebbe impedito di prendere un volo, vederla, e ritornare in California.
« L’unica cosa che ti prometto è che farò di tutto per farti rimanere », disse asciugandosi le lacrime e tornando ad armeggiare con i miei capelli.
« Leah.. »
« Zitta! Sto pianificando come fare fuori Cullen ed evitare la galera », testarda e pericolosa mia cugina.
L’abito in raso di seta bordeaux scivolava morbido sul mio corpo, il scollo a barchetta lo rendeva molto elegante e le manche a tre quarti erano l’ideale per una freddolosa come me. Indossai delle décolleté Jimmy Choo color oro rosa, ero pronta. Leah era corsa in camera sua a mettersi l’abito subito dopo aver aiutato me. Anch’io mi ero presa cura di lei ed. che della piccola Jane, ad entrambe avevo fatto dei morbidi boccoli ed impreziosito la loro acconciatura con un delicato fiocco argento. Erano delle principesse o meglio signorine molto eleganti.
Mi diedi un’ultima occhiata allo specchio del corridoio, appena fuori dalla mia camera, ero bella, il mio sguardo andò a finire inevitabilmente sulla mia pancia ed un sorriso si fece strada sul mio volto. Era ancora troppo presto per vedersi, mi misi di lato toccandomi il ventre ancora piatto, ma io potevo già giurare di sentire una piccola rotondità.
« Di quanto sei? », scattai a quella domanda, Jacob mi guardava sorridente, appoggiato alla parete in legno.
« Eh? », cercai di cambiare argomento, come avevo fatto ad essere così stupida? Finsi di lisciarmi l’abito per giustificare la presenza delle mie mani sulla mia pancia. Forse avevo capito male la sua domanda, sicuramente era così.
« Quante settimane ha il mio nipotino? », era tranquillo, sorrideva, era il mio Jacob.
« Nove », risposi diventando tutta rossa, era la prima persona a cui glielo dicevo, esclusa la mia ginecologa, « Ma come.. », come se ne era accorto?
« Bella Swan che non beve, ha un appetito da lupi e poi il tuo sguardo.. si è addolcito quando ti sei guardata allo specchio ed una mano è finita sulla tua pancia », disse con dolcezza nella voce avvicinandosi a me ed abbracciandomi.
« Non sei arrabbiato? », domandai con timore.
« No.. assolutamente no. Edward lo sa? », non mi stupii che sapesse chi fosse il padre del mio bambino, scossi la testa, « Lo sai che è suo diritto », disse severo, ma senza sciogliere l’abbraccio.
« Lo so », ma non volevo che stesse con me solo perché ero incinta.
« Edward mi ha detto tutto, di Londra, della vostra bambina », mi allontanai, Edward non aveva nessun diritto a farlo, « Sono contento che si sia confidato con me, è un bravo ragazzo ma sta con la persona sbagliata e in questo modo fa del male ad entrambe le mie cugine », mi sedetti sul divanetto, Jacob mi prese per mano sedendosi accanto a me.
« Questo bambino sarà l’inizio di una nuova opportunità per entrambi.. non tutti hanno questa fortuna Bella, vedi Angela che ha cresciuto Jane senza Ben ». Jacob mi strinse nuovamente nel suo dolce e confortante abbraccio. La testa mi stava per scoppiare, cosa avrei fatto? Jacob aveva ragione Edward doveva sapere del nostro bambino, era suo diritto amarlo e fare parte della sua vita, non della mia, ma di quella di nostro figlio si.
La cerimonia, a tema natalizio o regina delle nevi, ancora non l’avevo capito, si svolse nell’ampio salone dello Chalet, Victoria era bellissima nel suo abito bianco, James non aveva occhi che per lei. Quel pomeriggio l’amore trionfò.
Vennero scattate tante foto, anche una con me e Rose. Era tornata ad essere dolce e gentile mia sorella, una bella maschera per fare bella figura, per far intendere che andava tutto bene mentre la città andava a fuoco.
« Questo abito ti sta d’incanto », le disse Edward prendendola per un fianco e dandole un bacio sulle labbra proprio davanti a me. Aveva scelto e quello era il suo, elegante, modo per farmelo sapere.
Il nostro amore era davvero solo acqua sotto i ponti ed io tornavo a sentire il freddo attorno a me. Quanto mi fanno schifo Eddy e Rose???? Tanto, però ho rivalutato Jake che con poce e sempkici parole è riuscito la dove molti altri non sono riusciti a fare nulla. UN bacione grandissimo ciao *_____* BUON NATALE ED AUGURONI |