Ciao alma, direi che il confronto tra le due sorelle ci stava tutto, meno male che alla Rose è stata comprensiva con sua sorella, chi invece mi ha stupito e stato Emmy, ma che razza di modi, va bene che è innamorato di Rose però al suo capo non può dire certe cose, ci sono modi e modo di affrontare le cose, alla fine sembra che Bella sia la "cattiva" mentre Rose è la bellissima "principessa", basta con sta storia Rose è grande e vaccinata tutti si è avuto una delusione d'amore, e nessuno si è mai lamentato, anzi io sono super convinta che serva per fortificare il carattere, d'altronde come dice il proverbio " Ciò che non uccide fortifica" quindi anche Rose uscirà da questa delusione più forte, sembra che la notizia del bimbo/a di Bella e Eddy in arrivo abbia dato nuova linfa vitale a quella famiglia, sarebbe anche l'ora che liti e le gelosie lasciassero il posto alla vera felicità, ma quanto è odioso Phil da 1 a 10????? Ma la smettesse di comportarsi come i bambini capricciosi, Eddy però da grande uomo che è gli ha risposto per le rime, io l'avrei mandato al diavolo per non dire di peggio, questo è il pezzo che mi ha colpito:« Lui ti ama.. io ho cercato di tenerlo stretto a me, ma era inutile. C’eri tu nel suo cuore, non c’era spazio per me », vedevo i suoi occhi e capivo quanto stesse soffrendo, stava facendo quello che avevo fatto io per dieci anni, faceva finta che andasse tutto bene.
« Non fare così », le dissi prendendola per mano, ci sedemmo sul divanetto del mio ufficio.
« Così come?», mi guardò non capendo.
« Come se accettassi il tutto, non farmi credere che va tutto bene », davvero volevo un nuovo inizio, per questo volevo anche che mi urlasse in faccia. Volevo che si sfogasse che fosse libera di volermi bene, come lo ero io.
« Cosa dovrei fare? Tu hai vinto », ecco la vera Rose, il suo tono di voce tornò ad essere freddo, capivo se non mi voleva più nella sua vita.
« Rose non era una sfida la nostra », dissi voltandomi verso di lei, avevo sempre voluto proteggerla.
« No hai ragione, con te non c'é sfida, perché io avevo già perso in partenza », disse amara.
« Rose..», non volevo che lo pensasse.
« No Bella, niente Rose. Lo sai tu, come lo so io. Sei tu, sei sempre stata tu.. la preferita di papà.. quella a cui gli Stati Uniti stavano stretti. Sei tu quella che studia legge, quella che si laurea con la lode ad Oxford, quella che prima dei trent’anni diventa uno degli avvocati più richiesti a Londra e a New York. Sei tu che torni dopo dieci anni, mi vedi felice, conosci la fonte della mia felicità e senza farti scrupoli, me la porti via », Rose era dura, ma avevo voluto io che si sfogasse che mi dicesse tutto senza filtri, « Il mio sogno va in frantumi, il mio matrimonio annullato.. lo sai che in camera ho ancora tutti gli inviti che non ho il coraggio di buttare, perché renderebbero tutto reale? Non ho nemmeno il coraggio di aprire il mio armadio, perché all'interno c'é l'abito bianco che tu mi hai aiutato a scegliere, e che io non indosserò mai! », tremava. Rabbia, delusione, amarezza era quello che leggevi nei suoi occhi.
« Mi dispiace.. », solo in quel momento mi resi conto di quanto realmente le avessi fatto male, aveva perso tutto per colpa mia.
« Io ci sto provando, credimi, io ci sto mettendo tutta me stessa e mi dispiace per quello che ti è successo a Londra. Ma non riesco a farmela passare, ad andare avanti », si asciugò una lacrima e si alzò dal divanetto. « Perché ti sei presa quello che era mio, o almeno credevo fosse mio. Perciò, cerca di metterti nei miei panni », lo facevo e mi rendevo conto che io al suo posto l’avrei cancellata dalla mia vita.
« Sono un mostro », dissi avvicinandomi.
« Non lo sei.. ti sei innamorata prima di me dell'uomo che io amo, e quell'uomo ama te »
« Potrai mai.. »
« Un giorno.. »
« Perdona te stessa, non sentirti in colpa », le dissi ricordando quanto mi aveva scritto nella sua lettera.
« Anche tu »
« Un girono.. », glielo promisi in silenzio. Ci saremmo perdonate, piano piano, senza forzare le cose. Le nostre strade si sarebbero riavvicinate naturalmente, o forse allontanate. Chissà.
Salutai mia sorella sotto lo sguardo attento dei miei collaboratori, riuniti all’entrata per la pausa caffè delle dieci. Questo è il secondo:Stava bene, cresceva forte e sano. Vedere Edward che guardava innamorato quei piedini, quelle mani, il profilo di nostro figlio, mi aveva fatto capire che nella vita mi sarebbero bastati loro due. Nessun altro.
Mano nella mano stavamo attraversando il reparto maternità per giungere alla hall ed andare a casa a prepararci per Londra.
« Bella », Rose era davanti a me, cosa ci faceva in quel reparto?
« Ciao », dissi chiudendo il cappotto.
« Cosa ci fai qui? », come potevo giustificare la mia presenza all’uscita del reparto di ginecologia? Dicendole probabilmente la verità. Mi voltai verso Edward, lo guardai e lui capì, « Ti aspetto in macchina », disse aggiustando una mia ciocca ribelle, mi fece l’occhiolino e con un cenno salutò Rosalie.
« Hai cinque minuti per me? », Rosalie annuì, « Seguimi », la portai davanti alla grande vetrata, al di là c’erano i bambini appena nati, erano bellissimi, così piccoli, ma con una voglia di vivere che da sola avrebbe salvato il mondo.
« Perché siamo qui? »
Domandò voltandosi verso di me, che ero rimasta incanta da due gemelli, « Non mi odiare ti prego », dissi prendendo un profondo respiro, « A luglio.. in una di queste culle ci sarà lui o lei », dissi tirando fuori dalla tasca l’immagine dell’ecografia che avevo appena fatto. I grandi occhi di Rose si allargarono stupiti. Prese l’ecografia e cominciò a guardarla.
« Sta bene? », domandò stupendomi. Era tranquilla.
« Si », dissi sorridendo leggermente, temevo ancora la sua reazione.
« Per questo te ne volevi andare? », annuii alla sua domanda, « Non lo farai vero? Mi permetterai di conoscere mio nipote, di poterlo stringere, cullare e viziare? », chiese con gentilezza e speranza.
« Certo, sei sua zia », le risposi.
Rose mi lanciò le braccia al collo e mi strinse forte a se, sembrava che la notizia che gli avevo appena dato non avesse portato alla nostra fine, « Non sei arrabbiata? Non mi odi? », le domandai quando si staccò da me, scosse con vigore la testa.
« Una persona mi ha detto che devo valutare quello che mi accade da due punti di vista: uno dei due mi fa stare male, ma l’altro mi rende felice, divento zia. È un nuovo inizio », fu il mio turno ad abbracciarla. Aveva ragione era un nuovo inizio. Intuivo chi fosse quella “persona”.
« Quante settimane ha? », domandò entusiasta.
« Dodici.. credo sia maschio perché comincia già a farsi vedere », dissi aprendo il cappotto per mostrare quell’accenno di pancia che probabilmente solo io vedevo. Rosalie sorrise emozionata.
« Non ti potrei mai odiare, sorellona », disse prendendomi a braccetto, « Posso tenere io la foto dell’ecografia? », annuii, « Grazie! ».
Dirlo a Rose era stato semplice, non si era arrabbiata, anzi aveva visto in mio figlio la possibilità di un nuovo inizio. Come l’avrebbe presa il resto della mia famiglia?
« Emmett.. quindi? » , la stuzzicai mentre mi accompagnava all’uscita, voleva assicurarsi che raggiungessi Edward sana e salva. Ottimo un’altra balia!
« Ah.. siamo solo amici »
« Lo so », la rassicurai.
« È speciale », disse quando giungemmo alla macchina di Edward.
« È un ottimo avvocato altro non ti so dire », dissi sollevando leggermente le spalle.
Rose mi fece l’occhiolino e rientrò in ospedale. Entrai in macchina beandomi immediatamente del caldo, fuori si gelava.
« Le hai detto tutto? »
« Si, è un nuovo inizio », risposi accarezzando dolcente la mia pancia e rendermi conto che avevo super fame, « Coso qui ha fame! », dissi facendo gli occhi a cuore ad Edward, che sorrise scuotendo la testa. Per questo mi amava.
Domenica, 8 gennaio 2017
Mamma aveva invitato me ed Edward a pranzo, voleva salutarci prima della nostra partenza per l’Europa. Più volte l’avevo rassicurata, ma lei aveva paura che decidessi di rimanere a vivere a Londra. L’indomani sarebbero partiti anche i nonni, tornavano nella soleggiata Santa Monica.
Arrivammo a casa Swan-Hale poco prima di mezzogiorno, Edward aveva comprato il vino, io una Sacher, eravamo pronti per la mangiata.
Appena mi vide mamma mi abbracciò forte, era cambiato il nostro rapporto, mi piaceva, sapevo di poter contare sempre su di lei.
Salutai Rose, « Come stai? », mi domandò senza farsi sentire dagli altri, « Ho fame », le risposi facendole l’occhiolino. Mamma si avvicinò e abbracciò entrambe, sapevo che soffriva nel vederci separate.
Pranzo in famiglia significava avere tutta la famiglia Swan al completo e questo mi dava un buon incentivo a dire quello che in pochi sapevamo.
« Vado io », urlò Rose quando suonarono al campanello, non sapevo stessero aspettando qualcuno.
« Che le è preso? », domandò Leah, che si era seduta accanto a me. Scrollai le spalle, poco dopo entrò in sala da pranzo Emmett, non sapevo l’avesse invitato, ma mi faceva molto piacere che lui fosse qui.
« Famiglia lui è Emmett, un amico, nonché collega di Bella », disse Rose presentandolo ai nonni di Los Angeles, erano gli unici a non conoscerlo.
« Solo un amico? », domandò curioso il nonno.
« Si nonno solo un amico », rispose lei arrossendo.
Edward aveva un braccio attorno alla mia vita, lasciava dolci carezze alla mia pancia. Avevo messo un vestito in lana abbastanza largo per nascondere la mia pancia.
« Ti da fastidio Edward? », domandò Phill, « Vedere Rosalie accanto ad un altro uomo? », concluse sotto lo sguardo di rimprovero di mia madre. Perché continuava ad aprire una ferita che a fatica si stava cicatrizzando? A dire il vero, però, ero curiosa della sua risposta.
« Ho voluto bene a Rosalie, forse quello che provavo per lei non era amore, ma le ho voluto bene e tutto quello che voglio è che lei sia felice. Tutto qui », rispose Edward con tranquillità. Il discorso, per me, si poteva chiudere li.
« Ben detto Edward! Mangiamo? », disse Rosalie, segno che davvero quello era un nuovo inizio.
« Assolutamente.. vado in cucina a prendere la lasagna », disse mamma.
« Aspetta! », la fermai, « Vi voglio dire una cosa prima », non avevo detto ad Edward delle mie intenzioni. Mi sarei fatta perdonare in seguito.
Mi alzai, mamma si sedette, « Lo sapevo ti ha convinta a tornare a Londra! », disse sbuffando.
« Dovevi convincermi a tornare a Londra? », domandai divertita ad Edward.
« No », rispose tranquillo.
« No » , ripetei, « Quello che vi voglio dire è che.. », nel giro di pochi secondi avevo perso tutto il coraggio che avevo. Forza Bella! « Che io.. »
« Divento zia », disse Rose prendendo tutti alla sprovvista, le sorrisi, « Edward e Bella avranno un figlio ed io non vedo l’ora di poterlo conoscere.. sarà il nostro nuovo inizio », concluse con dolcezza. Tutti si voltarono verso di me, gli occhi di tutti puntati addosso, per l’ennesima volta. Misi le mani sulla mia pancia, come a volerla proteggere.
« È così? », chiese mamma, la sua voce tremava, era emozionata.
Annuii, « Lui o lei non vede l’ora di conoscerti », mamma fece il giro del tavolo e in pochi istanti fu da me, ci abbracciamo. « Sono così felice per te amore mio. Andrà tutto bene », disse al mio orecchio, lasciando le lacrime libere di scorrere sul suo viso.
La catastrofe si era abbattuta sulla nostra famiglia, ci aveva distrutto e reso l’ombra di noi stessi, ma il mio bambino sarebbe nato e avrebbe trovato una famiglia unita ad accoglierlo e ad amarlo. Era la fine del mio periodo buio. Un bacione grandissimo ciao *_____* |