Poi aveva chiuso gli occhi,cercando di assaporare quelle labbra piccole e femminili sulle sue. Non gli importava del sudore che cadeva dalla fronte di Louis sul suo naso,non gli importava nemmeno del cellulare che squillava a pochi metri da lui o del pugno già serrato pronto a partire.
Fece in tempo ad aprire gli occhi per vedere il sedere di Louis percorrere il corridoio,far tintinnare il campanello di nuovo ed allontanarsi da Louis.
Con una mano sulle labbra ancora calde,Harry pensava ad una cosa : Bello

[Partecipante al concorso Biglie Colorate indetto da COS] In assoluto la mia prima drabble.. cosa ha fatto cambiare idea a edward nel suo periodo "adolescenziale"?

Me ne sto qui, in silenzio.
Col viso rilassato e un sorriso sulle labbra.
Anche se dentro scoppio.
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scusate l'introduzione penosa ma non so cosa scrivere heheh ^^'

"Siamo forti, lo sai."
"Lo so che siamo forti, Justin. Ma a volte essere forti come noi fa schifo, lo sai? Fa schifo perché quando gli altri sanno che sei forte, si prendono il diritto di trattarti di merda e abbandonarti, perché pensano che tu sia forte, che ti rialzerai sempre da solo, sulle tue gambe, con le tue forze."

Red è un gattino che vive da qualche mese con una famiglia di umani. È ancora un cucciolo e, come tutti i piccoli, combina qualche guaio. Dopo una sgridata, esce di casa e la sua giornata va sempre peggio. Ma, per fortuna, qualcuno è lì per aiutarlo.
Red e Furia, l'altro micio di questa storia, sono i miei gatti. La morte di Stella è, purtroppo, reale. Qui ho un po' umanizzato i personaggi facendoli parlare e dando loro emozioni. I nomi degli umani sono tutti inventati.
Storia stilata con Emmastory.

«A love returned in full; an act of loving the one who loves you».
• NejiTen - «Perché sorridi?», la domanda la riscosse mentre una mano si poggiava sul suo fianco, facendo aderire meglio il suo petto al fianco del ragazzo. Scosse il capo, incapace di levarsi dalla faccia quel sorrisino ebete, «Cinque» disse, riferendosi al sudoku che Neji aveva in mano.
• Naruhina - Era tipico di Naruto fare una cosa del genere, ma lo amava anche per questo.
▪ | Raccolta basata su prompt, prevalentemente romantica |a radioactive ♡ |
▪ Coppie canon + BROTP + altre varie ed eventuali.

Raccolta di drabble sulla neo famiglia Rogers [Steve/Natasha&James Rogers].
Dalla mia trilogia "Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti"

Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prim'ancora che i corpi si vedano.
Generalmente, essi avvengono quando arriviamo a un limite, quando abbiamo bisogno di morire e rinascere emotivamente. Gli incontri ci aspettano, ma la maggior parte delle volte evitiamo che si verifichino. Se siamo disperati, invece, se non abbiamo più nulla da perdere oppure siamo entusiasti della vita, allora l'ignoto si manifesta e il nostro universo cambia rotta.
(Paulo Coelho)

Dal testo:
[...] «Posso rimanere qui?», Laurent lo sussurrò con la bocca ancora impastata dall’orgasmo, rannicchiandosi maggiormente contro il calore di quel corpo così solido sotto il suo.
Damen sgranò gli occhi, accarezzando i muscoli rilassati della schiena del ragazzo, le mani ben aperte e i polpastrelli che scivolavano delicati e senza malizia. Non si sarebbe alzato, non avrebbe cancellato il frutto del loro desiderio.
Si limitò a stringerlo un po’ più forte, rilassandosi contro i cuscini. «Per tutta la vita». [...]

[Sesta classificata al contest “Pesca la coppia” indetto da EstherGreenwood - giudice sostitutivo Dark Sider - sul forum di EFP]
[Questa storia partecipa alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP]
[Questa storia partecipa al #Writober 2019 di Fanwriter.it]
Dal testo:
"Iniziò in modo leggero. Un semplice contatto di labbra timorose di ricevere un rifiuto, che non ci fu.
Anche se nessuno dei due l’aveva mai detto ad alta voce, aspettavano quel momento da troppo tempo.
Fu quando entrambi si resero conto della cosa che quel semplice contatto divenne qualcosa di più."

#01. Diventò la nostra panchina.
#02. Tu mi avevi i p n o t i z z a t a.
#03. Mi ero sentita sprofondare.

[Per il Afuro san, perché il suo afro regnerà per l'eternità]
“Vedo che è la prima volta che prova a farsi pubblicare… Non ha mai nemmeno presentato una one shot a qualche concorso…” Perfetto, ed era solo lunedì.
Finalmente il tizio diede segni di avere almeno la capacità di capire il linguaggio umanoide, lentamente alzò la testa e lo fissò con occhi privi di voglia di vivere. La lontananza dalle sopracciglia gli davano l’aria di un pesce morto.
“Quando sei un genio non hai bisogno di certe cazzate, no?”
Quello fu il suo primo incontro con Sakata Gintoki, il genio incontrastato della stupidità.

< Cos'è successo, Sherlock? > gli chiese piano, accovacciandosi accanto a lui.
Il bambino tirò su col naso e tese una manina, mostrandogli il motivo di quel pianto disperato: un pupazzo rotto.
< Barbarossa si è fatto male > disse con la sua vocetta acuta. I suoi occhi si spalancarono leggermente e lo fissarono, fiduciosi. < Ma tu lo puoi curare, vero Mycroft? >

Sherlock è diventato la persona che è adesso all'età di undici anni, in una gelida giornata invernale.
Ricorda ancora il momento preciso: era accasciato contro al muro di camera sua, tenuto fermo da Mycroft. Piangeva.
Era stato tanto tempo prima, ma non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato.
Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente e ti trascina all’indietro, verso di sé.
[...]
"Afghanistan o Iraq?"
[child!lock]

"Lo sai che Redbeard adesso vive in una fattoria fuori città? Papà dice che il veterinario ha detto che stare qui lo faceva stare male e che là starà bene."