«Sei mio fratello» gli disse Ashura una volta, quando aveva provato a farsi beffe di lui e di quello che, a detta di Indra, rimaneva un patetico tentativo per emulare doti che la sorte non gli aveva graziato; una genuinità tale nella voce da sbigottire il maggiore stesso. «Nessun potere che riesca ad ottenere varrà mai quanto l'amore che provo per te».
[ Indra/Ashura | Incest!Allert | SasuNaru/HashiMada se le si vuol vedere ]

Dean Winchester sta perdendo se stesso all'inferno: non trova niente e nessuno a cui aggrapparsi, specialmente ora che i suoi ricordi stanno diventando remoti e confusi; la speranza che Sam lo salvi si spegne ogni giorno di più, sostituita da paura e disperazione.
Si abbandona così alle ombre che sembrano essere l'unica certezza nella solitudine in cui è costretto a vivere.

Dean credeva che avrebbe dovuto impartire qualche lezione a Castiel.
[ad Alice]

-Non ho fatto tutto da solo,- disse il biondo voltandosi verso il maestro e sorridendogli, -se abbiamo vinto la guerra è proprio perché non ero da solo, ma questo è diverso… questa è la mia missione personale, una missione che mi ha affidato Itachi…
-Non nominare mio fratello, tu che neanche lo conoscevi!- gridò il moro mentre sguainava la spada.
-Io lo conoscevo eccome,- ringhiò Naruto allacciandosi meglio il coprifronte, -sei tu che con le tue azioni dimostri di non conoscerlo affatto…
...
-Impariamo dagli errori di chi è venuto prima di noi, Itachi ha fallito perché ha fatto tutto da solo, Madara ha fallito per lo stesso motivo… avanti Sas’ke, liberiamo tutti, poi diventiamo Hokage insieme…
-L’Hokage è solo uno…- ringhiò.
-E chi l’ha detto?- disse il biondo con gli occhi che brillavano per la determinazione, -su questo hai ragione, cambiamo il sistema dei Kage, siamo nella posizione di farlo, siamo gli eroi della guerra, saremo Hokage insieme, dimostreremo che gli Uchiha e i Senju possono convivere e costruire insieme un mondo di pace…

Dal testo:
“Jaeger.” Il caporale stava sorseggiando il suo amato thè dalla tazza neutra che teneva nella mano destra con eleganza. Aveva gli occhi chiusi e a volte si riusciva a sentire il rumore fastidioso di qualche sorso preso proprio sul filo della bevanda. Levi non sembrava preoccuparsene troppo o forse, semplicemente, non si rendeva conto.
“Sissignore!” Eren, che in quel momento stava seduto su di una sedia posta sul lato destro del tavolo rettangolare, teneva i polsi vicini sulle gambe, come fosse in uno stato di tensione: in attesa di ordini, rimproveri od obbedienza.
«Perché le tue lenzuola sono sporche di sangue?»
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Dedico questa storia alla mia adorata beta, GeroSV, che mi sopporta e supporta, dedicandomi tempo prezioso e cercando di risollevare la mia autostima che si è stabilita permanentemente presso il centro della Terra.
Spero che questa storia vi piaccia e vi auguro buona lettura! Siete liberi di recensire, sappiatelo~

In quei lunghi anni non c'era mai stato un giorno senza che il suo pensiero volasse a lui, a quel sorriso che tanto amava, a quel fisico che in quegli anni era cresciuto ed era diventato sempre più fonte di desiderio.
Non l'avrebbe mai confessato a nessuno e gli ci era voluta la paura di perderlo, proprio durante quella terribile battaglia, per capire che lo amava e niente e nessuno era più importante di quel dobe.
Sapeva che il biondo provava per lui amore, ma non si illudeva fosse dello stesso tipo.
Era sicuro che sentisse per lui ciò che si prova per un fratello, un compagno, non certo l'amore e il desiderio bruciante che provava lui, voleva averlo tutto per se, possederlo, sentirlo gemere e amarlo fino in fondo.
Era certo che se si fosse trovato da solo con lui non avrebbe resistito troppo a lungo.
Se si lasciava prendere da quei sentimenti sicuramente avrebbe rovinato il loro rapporto facendolo nuovamente soffrire.
Non sapeva però quanto si sbagliava.
SASUNARU

Tornare non era mai stato tra le priorità di Sasuke, anzi non aveva mai preso in considerazione la cosa, ma una volta conclusa la guerra è costretto al villaggio per essere giudicato per il tradimento. Lì, avrà modo di riflettere e capire che ai suoi dubbi ci può essere un unico rimedio.

È un attimo.
Uno sguardo più languido del solito, una mano che si frappone fra lui e tutti i tentativi di scappare.
Un battito un po’ più lungo degli altri, un groppo che dalla gola non vuole andare via.
«Heichou…».
Deglutisce.
La mano libera percorre avidamente il profilo nudo del torace di Eren, soffermandosi per stringere la carne e ficcarvi dentro le unghie.
Lascia cicatrici su ciò che è suo e che lo è sempre stato, fin da quella volta.
Si accosta al suo orecchio.
«Ho aspettato tanto questo momento».
Eren sussulta, Levi stende le labbra in un sorriso perverso.
[PWP, Yaoi, Riren
Prima volta nel fandom, chiedo perdono per il possibile OOC!]

" ..Restavano solo i ricordi e i rimpianti. Tirò fuori una foto dalla tasca interna dell’impermeabile. Era un po’ ingiallita, e ritraeva lui, Dean, Sam, Bobby, Ellen e Jo. Lui e la sua famiglia. "
La storia è ambientata un secolo dopo la morte di Sam e Dean, avvenuta dopo aver chiuso finalmente i cancelli infernali.
Possibili spoiler riguardanti personaggi e ambientazioni dell'ottava e nona stagione.
Rating tra giallo e arancione.

«Che ci fai qui?» chiede Dean, estraendo l'ennesima bottiglia di birra dal pacco da sei ormai quasi finito. Vede gli occhi stanchi di Castiel, l'aria distrutta e la spossatezza che, dipinta su di lui, lo fa sembrare un fuggitivo. […] «C'è stata un'altra discussione, lassù» Castiel alza la testa e fa un cenno verso il cielo con aria stanca. Poggia la bottiglia quasi vuota sull'Impala e non si accorge della schiuma che gli è rimasta su un angolo della bocca. «Riguardava me, naturalmente. Sai, quelle stupidaggini riguardo al fatto che non debba frequentare umani o, in modo più specifico, te».
In Paradiso la situazione si fa sempre più complicata, per Castiel: nessuno vuole che tra lui e Dean si formi un vero e proprio legame. Cas, però, è già fin troppo coinvolto e non vuole perdere Dean, costi quel che costi.
Partecipa al contest "10 Songs Contest Reprise"

«E ora?» sentì suo fratello chiedere, stanco. Lo riscosse da quel principio di attacco di panico, facendogli alzare gli occhi per trovare davanti a sé lo sguardo preoccupato di Castiel.
«C'era... qualcun altro, lì con me, sul campo di battaglia... e io devo tornare, anche se sono ferito», disse cautamente l'angelo, mordendosi le labbra.
«È ancora lì?» chiese Sam di rimando, facendo annuire Castiel. «Posso... posso vedere?»
Sabriel, (implied) Destiel. Post 5x19.

Allora, l'altra sera stavo vedendo il video di una canzone di cui mi sono
innamorata e da lì è nata l'ispirazione. Spero tanto che la storia vi
piaccia...
***
[...] Mentre la canzone stava volgendo al termine il moro si staccò da lui e
come se gli avesse letto nel pensiero gli sussurrò in un orecchio:
“Torniamo a casa!”

Non voleva parlargli per davvero. Non voleva vederlo, in verità, e non voleva più sentire la sua voce o il suo sguardo penetrante o il sorriso contro la sua pelle...
Era orgoglioso, Sam, ed era così stupido. Aveva aspettato anni, per rivederlo; senza rendersene conto gli pregava ogni notte, immerso nella convinzione che fosse solo una piccola cotta, che quei baci e quelle notti trascorse con lui non volessero dire niente, che fosse solo un'assuefazione momentanea. Continuava a sostenere che non fossero legati come Dean e Castiel, che Gabe non fosse così importante.
What If? Gabriel ha finto la sua morte, e quando torna dai Winchester Sam fa fatica a perdonarlo.
Post 5x19, Sabriel, (implied) Destiel.