A nove anni la vita di Celeste, una bambina piena di sogni e di speranze per il futuro, cambierà radicalmente.
I suoi genitori inizieranno ad odiarsi, a litigare, fino ad arrivare alla separazione.
Così piccola e fragile, la bambina si rinchiuderà spesso nella sua stanza, con le mani sulle orecchie per non sentire le urla dei suoi genitori.
Desidererà per molti anni una riappacificazione fra i due, ma presto capirà che il suo desiderio è soltanto un'illusione...
All'età di dodici anni, Celeste si troverà ad affrontare il matrimonio di suo padre, Luke, con Anne, madre di due figli, Harry e Gemma.
Invece, all'età di quattordici anni, si ritroverà fra i banchi di una chiesa per il matrimonio della madre, Susan, con Troy, padre di cinque bambini,Louis, Lottie, Félicité, Daisy e Phoboe, due gemelline ancora in fasce.
Incapace di scegliere con chi vivere, starà una settimana con suo padre, Anne e i suoi figli e l'altra con sua madre e la numerosa famiglia di Troy.
Ad accompagnarla nel suo viaggio ci saranno le sue inseparabili amiche, Teddy, Sabrina e Marie, le uniche ad esserle state vicine durante la sua cupa infanzia.

«Un bacio sulla guancia» era disgustato. «Di nuovo».
«Sta’ zitto Hazza. Sto cercando di seguire».
Il riccio non si arrese, e prese il gomito dell’amico, facendolo distrarre nuovamente.
«Voglio seguire questa fottuta lezione, Harry. Lasciami in pace» lo avvertì, minaccioso.
«No Zayn, ora mi ascolti. Perché le hai dato un bacio sulla guancia?»
Il moro sbuffò e si arrese, posando la penna.
«Cos’avrei dovuto fare? Infilarle la lingua in gola?»
«Per esempio».
«Sei disgustoso».
«Solo un anno e mezzo fa l’avresti fatto».
«Già, ma le cose sono cambiate, e lo sai».
«Giusto, mi sono dimenticato che sei una specie di Edward Cullen “io rispetto le donne” e blablabla…»
«Cosa c’è di male?»
«Edward Cullen è palesemente froc-»
«Non intendo quello».
[...]
«Invitala a casa di Liam, oggi pomeriggio. I signori Payne tornano tra sei giorni, e Liam vuole darsi alla pazza gioia più che può prima del loro ritorno. Mi ha scritto un messaggio, oggi pensava alla piscina. Ci saranno anche Louis e Niall. Hollie non è sicura di riuscire a venire».
Zayn ci pensò su. «Secondo te accetterà?»
«Quale ragazza sana di mente si perderebbe Zayn Malik in costume da bagno?»

Firenze 1775
Virginia ha sedici Anni e si ritrova ad affrontare un matrimonio dettato dal volere di suo padre.
Virginia data in sposa al libertino Andrea Corsi scopre che il matrimonio non è dei più piacevoli , ma il destino per ironia della sorte le farà conoscere i piaceri e l'amore con il suo Amante Christian Ristori.
Tutto questo scritto in delle pagine di diario.

- Dovremmo rimanere amici.- gli dico.
- Cosa?-
- Dobbiamo essere solo amici.- gli ripeto.
- Dammi 17 motivi.- mi risponde.
- 17 motivi per cosa?-
- 17 motivi per cui dobbiamo rimanere amici.-

Avere una relazione sembra facile, ma non lo è soprattutto se ad essere coinvolta è una persona famosa e super impegnata. E quando finalmente tutto sembra funzionare, c'è sempre qualcosa pronto a distruggere la tranquillità...

La protagonista è Alison, una ragazza come tutte, le sue passioni sono la musica e la danza. Come una normale adolescente ha una migliore amica "Gemma". Per scoprire il resto, vi basta leggere la FF. :3

-Ma è una ragazza!- esclamò il biondino guardando Joe meravigliato.
-Avanti Payne non fare tante storie e colpisci..- lo riprese lui sbuffando spazientito.
Il pugno di lui colpì la pancia di Kate,e anche se meno forte delle altre volte il dolore si fece sentire,e la ragazza gemette piano.
Kate alzò gli occhi e il suo sguardo incontrò quello mortificato del ragazzo.

'La normalità non esiste perchè nessuno di noi è ingrado di definire cos'è normale e cosa no.'
Eppure lui era diverso,diverso da me,dagli altri ragazzi,da tutti. Lui aveva qualcosa di diverso,un segreto. E io avrei soperto cos'era.

''Adesso non sei più niente per me,che sia chiaro,Stewart.''
Le sue parole erano taglienti come lame.
Gli occhi pizzicavano,cazzo.
Lo guardai negli occhi.
Oh,i suoi occhi.
Si vedeva benissimo che era deluso e arrabbiato.
Ma cosa avevo fatto io? Che cazzo ho fatto.
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''Niall,non trovo la bottiglia!''
''Sarà sotto il sedile,controlla.''
''Ok,aspetta...''
Dove cazzo è quella fottuta bottiglia?
''Trovata?''Disse girandosi verso di me.
''N..Oddio,Niall attendo!''
All' improvviso tutto buio.
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''Tu non puoi continuare così.'' Mi disse.
''Scusami?''
''Ti rendi conto che ti stai rovinando? Ti rendi conto che non puoi continuare così,facendo finta di stare bene?''

« Mi spieghi che senso ha mettersi le cuffie se poi non le attacchi all’ i pod? » dice all’improvviso la ragazza di fronte a me. Oddio, mi ha appena rivolto la parola. Sento di stare per svenire.
« Di-dici a me? » balbetto incrociando i suoi occhi.
« No, alla vecchietta dietro di te. Mi sembra proprio che lei sappia cos’è un i pod. »

-Dai! Levati! Voglio metterlo io!- disse lei a mo' di bambina piccola.
-Ma non è giusto!- rispose Harry facendo il finto imbronciato.
-Dov' è finita la galanteria?- protestò Giorgia.
-Hai vinto... Ma l'anno prossimo lo metto io!- la rimbeccò lui arrendendosi.
-Grazie, grazie, grazie!- disse Giorgia saltellando felice e raccogliendo il piccolo mazzo di vischio che era posato sopra il tavolo della cucina.
-Prego... Ti serve una mano?- chiese lui.
-Tieni ferma la sedia per favore, altrimenti cado- mugugnò lei tutta concentrata a infilare fra i cardini della porta un bellissimo ramo di vischio appena colto.

-Malik, mi dica contro quale grande nazione si scontrò l’Inghilterra durante il periodo elisabbetiano- mi ordinò il signor Tunner.
Peccato che io fossi troppo occupato ad osservare la fanciulla accanto a me, che con la testa piegata sul libro, prendeva tranquillamente appunti.
A quel punto quei due grandi occhi neri che desideravo vedere di nuovo si posarono su di me.
-Malik, sto parlando con lei!- richiamò di nuovo la mia attenzione il professore alzando leggermente il tono.
-Cosa?- mi voltai a guardarlo a malincuore, abbandonando quel viso talmente perfetto da sembrare irreale.
-Le ho fatto una domanda, ma lei sembrava molto occupato a fare altro con la signorina Kingsley-
-Cosa?- le mie parole furono ripetute dalla sua voce suadente, che aveva assunto un tono più acuto.
-Lo so che stavate parlando!- continuò l’uomo imperterrito.
-Io? Parlare con lui? Lei è pazzo- si difese la moretta con tono stizzito.
-Ah, risponde pure! Kingsley, Malik, dal preside entrambi!- urlò.