{ HIATUS } { Warning!Yaoi content • violence • strong content}
Nella sconsolante periferia di una qualche grande metropoli, la grigia e malandata stazione dei treni ospita l'ennesima lotta tra bande.
In un angolo oscuro e puzzolente, una semplice puttana si nasconde aspettando che il trambusto passi, pregando per non ricevere la violenza dei suoi frustrati superiori.
Quella puttana non è altro che un giovane, una delle tante anime perdute nella droga e nella violenza.

"Ti stavo cercando." Disse Sebastian senza alzare gli occhi dal bicchiere.
"E io ti stavo evitando, figlio di Valentine, come anche tutti quelli della tua specie." Disse il demone accendendosi una sigaretta. Lanciò un'occhiata al Nascosto, che subito distolse lo sguardo e tornò ad asciugare i bicchieri.
"Ed è cambiato qualcosa ora?"
Cam incurvò leggermente in su un angolo della bocca prima di fare un tiro. "Forse."

"3 Ottobre 1805
Cara madre, vi scrivo questa missiva per rendervi partecipe del mio viaggio e rincuorarvi, poiché so che siete in pena per me; ci muoviamo ormai da giorni ma sembra di essere sempre fermi allo stesso punto , il paesaggio è grigio e spoglio, comincio quasi a temere che il cocchiere si sia perso e voglia nasconderlo per non farmi preoccupare"
"5 Ottobre 1805
Cara madre, è con un nodo alla gola che adesso vi scrivo, siamo arrivati al villaggio di Rosestone e ci siamo trovati davanti ad una assoluta desolazione, il viale d’accesso è circondato da lapidi; quale essere civilizzato terrebbe un cimitero all’entrata del villaggio?"
"6 Ottobre 1805
Cara madre, vi scrivo in preda al terrore chiuso nella mia stanza, oggi mentre facevo un giro in compagnia del mio fidato amico Alexander, mi è capitato di assistere ad una scena a dir poco raccapricciante"

QUESTA STORIA è MOMENTANEAMENTE SOSPESA
La cosa più triste della sua situazione è che era tutta colpa sua, e di nessun'altro. I polsi gli dolevano, anche se il sangue si era seccato in strisce scrostate sugli avambracci, i segni ironicamente simili a tracce lasciate da lacrime.
ATTENZIONE il capitolo 3 contiene bondage

Mi porge le sue banconote ed io sto per prenderle, ma le ritira un secondo prima che io possa afferrarle. Allora lo guardo male, davvero male, e lui sta sorridendo. Ed è sexy da fare schifo.
«Tu mi dirai il tuo nome?»
Lascio cadere sul materasso la mia mano che era ancora tesa verso di lui. Sembra interessato sul serio a volere sapere il mio nome, ma io non so se voglio dirglielo. So solo che voglio i suoi soldi, mi servono.
«Tu mi dirai il tuo?»
«Va bene», dice.
«Va bene», dico.
Mi dà i soldi, li guardo, non li conto. Non voglio fare la figura del maleducato. Lo guardo, mi guarda. Aspetta, lo faccio aspettare.
«I miei amici mi chiamano Panda», dico.
«Panda?», ripete.
«Panda», ripeto.
Si mette a ridere, con le braccia incrociate al petto e la testa bassa. Ed è sempre più sexy. Alza i suoi occhi al caffè che mi guardano.
«Mia moglie mi chiama Teddy.»
_____________________________
[Linguaggio piuttosto spinto][Tematiche delicate]
Ebbene, salve miei prodi. Sono tornata. ♥

Oggi muoio, ancora una volta.

Nei sobborghi di Parigi, un demone diverso dagli altri e un mezzo angelo imperturbabile infrangono leggi implicite e ignorano stereotipi come se niente fosse. Ma si sa che l'antitesi è sempre una faccenda complicata, specialmente quando uno è un criminale in fuga e l'altro è convinto di essere etero.

Anno 1937, nella Germania nazista.
Zarin è un 18enne tedesco, figlio di un generale nazista, che sembra detestare la vita in generale.
Noah è un 25enne ebreo, che vive in Germania e di lavoro "vende sogni".
Dalla storia:
Un giorno eravamo in libreria, gli stavo passando dei libri per aiutarlo a tenere in ordine quel posto che odorava di incenso e margheritine, poi entrarono loro. Due uomini in divisa. La campanella tintinnò. Noah mi guardò e bisbigliò « Nasconditi. Qualsiasi cosa accada, nasconditi. Non uscire allo scoperto fino a quando non se ne sono andati. Queste sono le chiavi della mia libreria. Aspettami sotto casa, se dovessi far tardi. Non uscire. Resta nascosto. »
[..] Noah tornò a casa, aveva la camicia rotta e sporca di sangue e un grosso livido sulla fronte. Sua nonna lo abbracciò e lo riempì di baci sulla guancia; era così affettuosa ed io capii cosa significasse avere una famiglia. Con Noah e la signora Maya capii che cosa significasse vivere.

1963. Jack Twist incontra Ennis Del Mar.
Piccolo omaggio (indegno) a una storia che lascia senza fiato.
--------------------------------------------------------------------------------------------------
Ennis ride di me – con me. Ennis ride. Questi fagioli in scatola non sono poi così male.

La storia di Miloslav, un giovane ragazzo russo coinvolto nella mafia del commercio di ragazzi per guadagnare qualche soldo per la madre.
Scritta con un linguaggio semplice e talvolta ripetitivo, come parlerebbe un ragazzo distrutto dal desiderio di libertà.
Miloslav racconterà di come si sia fatto vendere ad un "padrone" di druzhok per i suoi soli desideri erotici.
Tutto ciò si svolgerà in un ufficio di polizia a Mosca, in un inverno che raggela i polmoni.
Un'altra domanda perseguiterà il nostro protagonista: cos'è il sesso? É il rapporto carnale con il suo padrone, o quello provato con Dasia, il suo primo vero amore?

Sappiamo già il finale della storia. Ma cerchiamo di concentrarci sulla storia stessa, adesso.
Se c'era stata una donna distruttiva, una Courtney Love nella sua vita; da un'altra parte, umilmente nascosta, ma sempre accanto a lui, c'era una donna guaritrice, Amanda.

La storia si incentra su due ragazze. Una appartenente al mondo dei vivi e l'altra al mondo dei morti. Denielle, ragazza morta soffocata dalle mani della madre, vaga ogni notte nei letti di persone che hanno vissuto storie simili alla sua. Una notte, però, fa visita al letto di una ragazza di nome Victoire, e da questo incontro, inizia una vita per entrambe.

"Era incredibilmente facile essere se stesso davanti agli occhi di Daniele, che continuava a mangiare e ad annuire di tanto in tanto, senza mai giudicare ciò che lui diceva.
- Non sei felice, vero? - aveva chiesto ad un certo punto, facendosi serio.
Aveva saputo leggere nell'animo dell'uomo più di chiunque lo conoscesse ormai da anni. E quella domanda era terribilmente fastidiosa, perché era difficile dare una risposta che non mettesse Arturo troppo a nudo.
- Beh, perché non dovrei? Ho un lavoro che mi piace, una famiglia, un ottimo reddito...
- Ti ho chiesto se sei felice, non a quanto ammonta il tuo conto in banca. - si era messo a ridere, nascondendo la bocca con la mano.
- Oh, beh... sì, sono felice.
- E allora perché pur di non tornare dalla tua stupenda famiglia sei qui a cenare con un tizio che nemmeno conosci?"
Lo zucchero filato è dolce, ma lascia l'amaro in bocca. Un po' come l'amore profondo che lega Arturo e Daniele. Un amore clandestino, nascosto e disperato, che non trova il coraggio di venire alla luce. O forse lo trova troppo tardi.

Mi siedo al bancone e ordino da bere; con un sorriso , quasi un ghigno sulle sue labbra deformate da una grande cicatrice, mi serve una vodka con ghiaccio. Ringrazio e mi alzo per andarmi a cercare una poltrona libera in qualche angolo del locale sorseggiando il mio drink.
Non appena mi sistemo il mio sguardo vaga tra la gente finché non si posa su un ragazzo, seduto poco lontano da me, che guarda con sguardo vitreo davanti a sé. I suoi occhi, neri, sono specchio di un oscurità dalla quale non può uscire.
Conosco bene quell’espressione…perché l’avevo anche io fino a qualche mese fa.

Brokeback Mountain. 'Fu in quel periodo che Jack Twist cominciò ad apparire nei suoi sogni'. Cosa ci resta, di un briciolo di felicità?