La misera condizione umana, sempre fermi, sempre sospesi in un tempo che esiste solo dentro di noi. un'immobilità fatta di egoismi e rimpianti.

Una piccola riflessione notturna dopo tante notti in cui le parole non sapevano soddisfarmi.
Mi sazia solo il suo dolceamaro ricordo.
Nella speranza di non sentir più la voce della sirena, questa notte canto con lei.
Buona lettura.
MG

Questa poesia parla della fine di una relazione, di come i rapporti si spezzino a volte senza nessun apparente motivo, di quante parole vengano taciute per incapacità comunicative.
Una mia amica una volta mi fece notare come nelle mie poesie torni sempre il mare: ha ragione, non so perché succeda. Solo ora mi rendo conto che, insieme a lui, torno sempre anch'io. Forse questo è normale, d'altronde sono io che scrivo, ma lo trovo comunque curioso.

Come si può descrivere l'amore? Come un gioco? Come una creatura che va nutrita per crescere? Come una specie colonna che sopporta il correre del tempo? Qui l'amore è tutto questo.

Dovremmo essere tutte unite quando si parla di storie violente.

Pace mia, cercata e pretesa alle fermate del treno, pace mia in preghiere di comodo,
pace mia, non voglio più.

Questo piccolo componimento è nato in un momento di sfogo. La mente viaggia veloce, le emozioni si mescolano, il cuore è in bilico. Non è nel mio solito stile, ma spero possiate apprezzarla senza troppe pretese. Benvenuti nel mio mondo fatto di sentimenti e troppi pensieri.

(Ciò che conta è imparare dagli errori)

Leggiadro il passerotto vola...

Mi capita di sentirmi come "il timido ubriaco", vecchia canzone di Gazzé, che parla di un uomo incapace di dichiarare i propri sentimenti alla persona amata. La sua vita scorre nel silenzio, animata dalla speranza di trovare un giorno quel coraggio e destinata all'anonimato perenne. Questa poesia parla di questo, di un uomo con poco coraggio che cerca di afferrare l'immateriale, che forse è un po' quello che sono; timido sempre, ubriaco solo a volte.

Raccolta di dodici brevi testi sul dolore della perdita di equilibrio che il confronto con la prima età adulta può portare con sé, in relazione alle aspettative e alle scelte del passato.

L'ebbrezza della morte...

Leggendo l'Eneide l'autore si addormenta e finisce in un terribile oltretomba scritto in terzine ma anti-Dantesco, dove non sono i morti a essere puniti, ma i suoi peccati letterari. Il buon Virgilio, come al solito, recupera la sua funzione di guida in questo inferno laico, traghettandolo da un'anima furiosa all'altra, pronta a randellarlo. Un'opera per ridere, ma anche di riflessione interiore e soprattutto di insulti, piena di personaggi storici.

Nel dì di primavera...

Dal testo:
Io farò di tutto per uscire da questo buco nero.
A me stessa l’ho sempre promesso.
Ma chi mi aiuterà a farlo davvero?
Non posso riuscirci, non del tutto
o, almeno, non completamente
con le mie sole forze.