Ci sono cose che non riusciremo mai a dimenticare.
Momenti. Sentimenti. Emozioni. Amore. Dolore...
Per Hayley tutto questo, poteva essere riassunto in una sola parola.
Daniel.
Non sarebbe mai riuscita a dimenticare il 9 ottobre di un anno fa.
Se ne stava seduta sulla panchina davanti al College, scarabocchiando come al solito sul suo album, ascoltando la sua canzone preferita, Boulevard of Broken Dreams.
Fu allora che il suo basco rosso le scivolò dalla testa, sospinto dal vento. Si voltò appena in tempo, afferrandolo al volo.
Strinse la presa, quando il ragazzo dalla felpa grigia lungo il viale si voltò verso di lei.
Il ritornello della canzone.
Gli occhi del ragazzo, da dietro i ciuffi biondi, incontrarono i suoi.
I brividi le percorsero tutta la schiena.
Un sorriso le si espanse timido sul viso, ricambiando quello del ragazzo simultaneamente.
Poi il ritornello finì.
Un gruppo di ragazzi stava attraversando la strada, tra lei e quel ragazzo.
Lo perse di vista.
La batteria e la voce di Billie Joe accompagnarono i battiti accelerati del suo cuore.
Si alzò in piedi, aspettando di vederlo.
La musica si calmò di nuovo.
Ma il ragazzo se ne era andato.

Una mattina nella testa di Lorcan Scamander; tra aforismi, sensi di colpa e lecca lecca.
Seconda Classificata al You&Me Contest.

July vive in una dimensione fuori dalla realtà: non è nessuno in quella insignificante scuola superiore e passa il tempo nell'aula di matematica e in biblioteca, a consumare barrette al triplo cioccolato bianco. Non essendo nessuno, vede e ascolta, proprio come una comparsa. Sa segreti che gli altri non immaginano neanche.
Liam è il contrario di July. Con una vita sentimentale intricata e quattro amici squinternati, è il protagonista costante dell'attenzione degli studenti e specialmente delle studentesse.
E se i loro destini si intrecciassero? Non resta che leggere! ;)

La stanza si era fatta improvvisamente silenziosa. Alcuni impallidirono, altri smisero di respirare, altri attendevano… Scorpius lo stava guardando, anzi, gli stava perforando l’anima. Attendevano che fosse lui a fare qualcosa, di certo il signorino non si sarebbe alzato e concesso, per lui poi… Per un Potter… Fu Albus allora, ad avvicinarsi, lentamente. Si fermò a pochi centimetri dal volto perfetto del biondo, soffermandosi sulle labbra marmoree, pensando a quanto fossero morbide, o saporite o… Stava divagando. Eppure Malfoy non accennava a muoversi. Lo sguardo di James era puntato su loro due, o almeno era quello più pesante fra tutti, Albus lo guardò. Specchiandosi in quelle due pozzi nocciola, tutto in quegli occhi, tutto negli occhi di Rose, tutto gli gridava di non farlo. Rivolse un sorriso di scuse a Rose, prima di suggellare lo spazio che separava le sue labbra da quelle del biondo. Erano incredibilmente morbide, o perlomeno questo fu il suo primo pensiero.

Sono una ragazza di 17 anni , capelli ramati (rossicci) occhi blu oceano , magra e slanciata , ma ultimamente il mio viso porta i segni del dolore di una perdita che nessuno vorrebbe patire … Non avete idea di quello in cui stata per immischiarvi leggendo la mia storia .. problemi , pianti ,drammi famigliari, amori fraterni , passioni amorose e ONE DIRECTION!!
Si avete capito bene..One Direction.
Io sono Elizabeth Tomlinson .. e questa è la mia vita!

«Sei un alieno?» Domandò Ariel,osservandolo. Il ragazzo rise di gusto mentre si avvolgeva nella tendina.
«No,molto meglio.. sono una persona speciale che può teletrasportassi da una parte all'altra in pochi secondi.»
Si abbassò per arrivare al livello della bambina e le pizzicò il naso.

«No..non devi dirlo solo perchè te l'ho detto io.» Disse Summer,scuotendo con fatica la testa.
«No non è per questo.. ti amo,ti ho sempre amata ma avevo troppa paura.. sai come sono fatto..
e penso che ti amerò per sempre Summer.» La voce di Niall iniziò a farsi rauca e gli occhi gli si gonfiarono.
«Davvero?» Sul viso di Summer iniziò a comparire un sorriso entusiasta,forse l'ultimo.

«Visto che le piace così tanto fare l’insegnante, credo che non le dispiaccia se dovrà dare ripetizioni di matematica a Malik che non ha ancora preso una sufficienza dall’inizio dell’anno» osservò Miss Barely, con uno strano sorriso dipinto sul volto, come se fosse fiera dell'idea che aveva appena avuto.
«Sta scherzando spero!» sbottai alzandomi di scatto dalla sedia.
Avrei dovuto spendere il mio prezioso tempo a spiegare a quello lì, che si atteggiava come se fosse Dio sceso in terra, perchè qualcunque numero moltiplicato per zero facesse, appunto, zero?
Pensai tra me e me indignata.

La causa di tutte queste prese in giro? Era ciccione, chiatto o qualsiasi termine simile. Eppure Zayn quando si guardava allo specchio vedeva solo qualche chilo di troppo, non era obeso e non aveva lardo che gli uscisse dalla maglia. Era solo più robusto rispetto agli altri.
***
Le diede le spalle e correndo uscì da quella scuola, lontano da tutti, lontano da Spencer Evans, lontano da Niall che lo guardava con compassione. Lontano da quell’istituto. Istituto in cui non mise mai più piede.
**
Scappò per ritornare più forte di prima.

Di innamorarmi non ne ho mai voluto sapere, fino a quando non ho visto dei capelli brizzolati, un sorriso perfetto e un paio di occhi color mare che mi hanno guardata. Ma quell'ammasso di perfezione non potrà mai essere mio.

«Ci vediamo l’anno prossimo, Malfoy», concluse l’uomo, dirigendosi verso la porta socchiusa. Una mano candida, dalle dita lunghe ed affusolate si strinse attorno al suo polso, bloccandolo. «Quanto vuole?», soffiò tetro, il giovane. La testa di Harry scattò bruscamente verso di lui, così come tutto il suo corpo, che compì una rotazione completa. «Eh?!»
«Quanto costa il suo silenzio?», ripeté Malfoy.
Harry si districò dalla presa. «Non voglio i soldi di tuo padre», asserì, acido.
Il ragazzo lo scrutò per qualche attimo, in silenzio, poi prima che potesse accorgersene le sue braccia gli cinsero il collo e tutto il corpo del giovane aderì al suo. Alzandosi in punta di piedi Draco gli depose un delicato bacio sul collo, prima di giungere al suo orecchio. «Neanche il mio corpicino sarebbe una paga esauriente, per impedire che una piccola sospensione interferisca sul mio curriculum scolastico?».

«Louis è il padre del mio bambino» dissi sottovoce con tono piatto. Mio cugino spalancò gli occhi appena sentì quelle parole e si alzò dal letto di scatto, squadrandomi.
«Chi è quella testa di cazzo?» gridò sottovoce per non farsi sentire, né da Nathan né da Anne e gli altri. Io annuii abbassando lo sguardo. Harry si abbassò verso di me e mi mise le mani sulle spalle «Dimmi che stai scherzando! Lui non può essere il padre di Nathan!»
«Secondo te non ricordo con chi ho fatto sesso, Harry? E’ lui, Louis Tomlinson. Mi piaceva, molto temo fa, peccato che lui mi abbia solo usata! Veniva al mio stesso liceo a Doncaster, e ora non ci credo che sia qui, dall’altra parte della casa. Guarda un po’ tu che coincidenza!» chiarii mentre altre lacrime di rabbia scendevano sul mio volto.

7 piccole drabble, una per ogni anno di Albus Severus Potter trascorso ad Hogwarts.
Ha partecipato all"Albus Severus contest" classificandosi seconda.

Il seguito di You&Me: nuovi personaggi, probabilmente peggio assortiti dei precedenti. Amicizie e amori contornati da una buona dose di comicità: troverete una Lisa prepotente, un James Sirius quasi sempre assennato, un Fred burlone e una Sam saggia; una Molly decisamente anticonformista, una Rose intelligente, ma adorabilmente imbranata, una Roxanne allegra ed esuberante e una Dominique superba e altezzosa. E poi i fratelli Scamander, i Longbottom, Albus e Lily, Hugo, Lucy e Louis e ancora Noah Nott, il Corvonero Scorpius Malfoy e i pochi che gironzoleranno intorno a loro.
[ Può tranquillamente essere letta da sola, senza che abbiate conosciuto il prequel ]
Dal terzo capitolo:
"… e li hai affatturati"
"Qualcuno devo averlo anche colpito con un calcio o due, ora non ricordo"
Il vicepreside Neville Longbottom, nonché direttore della casa Grifondoro da quando l’ormai stanca e anziana Minerva Mcgonagall era andata in pensione, era seduto alla sua scrivania, mani incrociate e sguardo rassegnato. Dinanzi a sé una recidiva Lisa Wood che aveva visitato l’ufficio del professore di Erbologia, più volte di quanto fosse umanamente accettabile. Si fissavano, uno apparentemente serio, l’altra annoiata e vagamente divertita.
"Lisa, la scuola è iniziata da circa tre settimane e già mi costringi a darti una punizione"
"Per niente meritata, aggiungerei!"
"Hai duellato nei corridoi con degli studenti"
"E’ stata legittima difesa, professor Longbottom!"
"Legittima difesa?"
"Esatto, mi difendevo dalla loro idiozia"