- Tu lo sapevi! - dissi isterica a bassa voce. Alzò le spalle ridendo ancora.
Lo colpii di nuovo. - Tu lo sapevi e non mi hai detto niente! - sbottai poi, a tono normale. - Ho sbagliato a darti fiducia, sei solo un egocentrico del cavolo, ti odio troppo Mal… -
- Sssh! - mi tappò la bocca con una mano, con l’altra avvicinò il mio viso al suo attraverso la mia nuca e mi baciò a lungo la guancia, provocando degli “uuh” e delle risate dei ragazzi. - Penso di preferirti mentre dormi. - appurò sorridendo sulla destra.
Provai ad allontanarlo da me con le mani, inutilmente, quindi mi arresi e gli morsi un dito. - Cazzo - imprecò ritraendo la mano e massaggiandosela. - devo chiamarti leoncino. - fece poi ridendo.
Mi sistemai i capelli e mi allontanai leggermente da lui, incrociando le braccia, senza neanche degnarlo di uno sguardo.
- Non dirmi che ti sei arrabbiata davvero! - esclamò accarezzandomi la schiena con una mano.
Mi girai a guardarlo e scostai la sua mano da me, incavolata. Alzai lo sguardo ai suoi occhi, ritrovando il suo viso in un’espressione infantile, con tanto di labbro sporto. Risi. - Vaffanculo, idiota! -

«C'è un bel temporale qui fuori, perchè non mi fai compagnia? Facciamo la gara a chi urla più forte, più forte di quei tuoni. Più forte del rumore che hai dentro.»-Harry rimase scioccato dalle parole pronunciate dal ragazzo, era la prima volta in vita sua che gli capitava una persona che aveva riconosciuto in quel sorriso e in quegli occhi la sua debolezza. Allora si girò, con gli occhi ormai lucidi e il cuore che gli batteva forte in petto, sapeva che presto avrebbe avuto una crisi di pianto. Ma guardò quel giovane con un briciolo di speranza, e chissà se riusciva a sentire quanto forte stava urlando aiuto.

Louis è un pendolare, ha 21 anni, ed è uno studente universitario. Nessun avvenimento straordinario, nessun amore all'orizzonte: il nulla assoluto. Si limita ad osservare le persone, le guarda, gli piace immaginare le loro vite, dove stanno andando, cosa stanno facendo in un certo luogo in un certo momento. E' un osservatore. E si è limitato per tanto tempo ad osservare la sua vita come seduto davanti ad un schermo, non ne ha mai preso in mano le redini.
Ogni giorno, stesso treno, stesse facce, stesse persone.
Stesso ragazzo che ha sempre gli occhi puntati sul suo blocco da disegno.
Stesso ragazzo che non alza mai lo sguardo da quei fogli di carta; il viso nascosto da un cappello con la visiera, a sua volta coperto dal cappuccio della sua felpa.
Stesso ragazzo di cui non ha mai visto veramente il volto, se non qualche scorcio rubato.
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“Certo che sei uno stronzo” disse una voce roca alle sue spalle, il rumore del fruscio di fogli che venivano raccolti e infilati nella borsa. Louis si bloccò un attimo, effettivamente quello sconosciuto non aveva tutti i torti a dargli dello stronzo, ma non aveva la testa per perdere altro tempo
[Harry/Louis] [Fede]

Dal testo:
"Louis era sempre stato un tipo sfortunato in amore.
Si concedeva alle persone sbagliate, si fidava in poco tempo e si affezionava a persone che del suo affetto non ci facevano nulla, se non girarci attorno per poi ferirlo.
Era così sfortunato che decise di non amare più, il suo desiderio era smettere di soffrire, di usare le persone come loro avevano fatto con lui, di ferire gli altri con il proprio dolore, di farli innamorare e poi abbandonarli in mezzo alla strada la notte.
Qualche mese dopo qualcuno iniziò a corteggiarlo con delle lettere.
No, non erano semplici lettere: erano poesie.
Poesie d’amore."
"I suoi capelli erano ondulati, spettinati e sembravano morbidi come nuvole, la sua pelle ricordava il caramello bollente che sua madre usava per ricoprire le mele d’inverno e i suoi occhi, lucenti e umidi come l’erba ricoperta di rugiada la mattina.
Eccolo, era lui.
Era lui il suo poeta."
#Larry #NOH8 #Peace&Love
!Attention!
Questa storia contiene rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso, se siete sensibili o non reggete tutto ciò non entrate!
A ognuno le proprie responsabilità, siete stati avvertiti.

Lui per me era diventato più che un banale passatempo, era diventato un pensiero costantemente presente in ogni singolo momento della mia giornata, il mio bene tanto quanto il mio male, era diventato l’uomo di cui mi ero, come può fare solo una bambina, ingenuamente innamorata.

“Il mostro di Holmes Chapel”, questo è il soprannome di Liam, affibbiatogli a causa dei pregiudizi della gente e del suo volto sfigurato. Ora Liam vive rinchiuso in casa ed esce solo di notte, per evitare di mostrarsi alle persone.
“Sgualdrina, cagna, puttana” questi sono gli appellativi con cui viene chiamato Zayn. Vive a Villa Hawk, alloggio per chi, come lui, ha delle disabilità fisiche. Perché Zayn è cieco e fa la prostituta.
Una sera, dopo il coprifuoco, Zayn vaga da solo per le strade di Holmes Chapel e si imbatterà nel mostro.
Minilong Ziam. Blind!Zayn, Monster!Liam. [Zouis, accenni Narry e Nouis]
Leggere gli avvertimenti all’interno della storia!

«Zayn mi ha detto che si è innamorato di te -ridacchiò-, proprio come un bambino alle prime cotte.» Genevieve deglutì e per un attimo il suo cuore smise di battere. Harry calmo ed ubriaco non prometteva assolutamente nulla di buono. «Però mi ha anche detto che io per lui sono più importante di quel bacio che c'è stato tra voi.» Improvvisamente le ritornarono alla mente le immagini di quella sera in cui Zayn era passato da lei senza un motivo preciso, le aveva detto che da quando era tornata non faceva altro che pensare a lei e poi dopo l'aveva baciata. «Tu cosa pensi?» Harry inclinò leggermente la testa di lato e le sue labbra erano ancora tese in quel sorriso così finto.
«Penso che devi tornare a casa.» Genevieve fece per alzarsi, ma la mano di Harry la bloccò, costringendola a ritornare sul letto.
«Io ti amo, Gen. Ti amo e voglio proteggerti, ma non ci riesco. I-io sono sbagliato per te e l'ho capito quando sei andata via.» fece una pausa, lasciando il polso della ragazza.
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enjoy (: