Questa ff è lo SPIN-OFF JOHNLOCK della mia Punk Mystrade precedentemente pubblicata.
La storia è ambientata nella Londra degli anni 80, John Watson è un punk ex musicista, Sherlock Holmes è uno studente borghese all'ultimo anno di liceo. All'inizio di questa storia i due si sono incontrati un'unica volta ed in presenza di Mycroft, tanto è bastato per scatenare la curiosità e forse la scintilla in entrambi...
Può essere letta indipendentemente dalla Mystrade anche se per apprendere appieno il contesto sarebbe utile la sua lettura(io ho cercato di spiegare quanto più possibile ed in maniera stringata le vicende parallele)

Il Governo ha deciso di aiutare tutti gli omega che si sono finti beta ad uscire allo scoperto senza il rischio di ripercussioni.
Persino Mycroft Holmes, l'uomo che è il Governo, non può sottrarsi a tale legge. Ovviamente avrà bisogno di un Alpha una volta accettato il suo nuovo stato di Omega. Sherlock gli consiglia Greyson... Galvin... Gary... ... Greg Lestrade!
(Mystrade e Jhonlock omegaverse. Un po' tutti i personaggi.)
COMPLETA

"... Se vorrai rivedermi dipenderà da te; posso fare molto di più che darti qualche consiglio via E-mail, togliere di torno la concorrenza o rapirti da un corteggiatore molesto. Posso darti lezioni di canto, di portamento e di dizione, posso fare di questa ballerina di fila una etoile di prima grandezza; posso farti innamorare di nuovo di questo mestiere, perché io vedo la passione che hai dentro e che invece tu pensi di avere perso"
Questa storia ha partecipato alla challenge di Halloween (Ripopoliamo i Fandom!) indetta dal gruppo facebook
Il Giardino di Efp e prende spunto da "Il Fantasma dell'Opera"

In un universo alternativo, in cui i cuori di ognuno interagiscono con i loro proprietari, Sherlock Holmes, brillante consulente investigativo, e John Watson, disperato medico militare in congedo dall'Afghanistan, si incontrano e i loro cuori non riusciranno mai più a tacere. Ma a volte, i fatti presenti sono irrimediabilmente influenzati da sentimenti e decisioni passate...
Dal testo:
(...)
“Su questo tavolo c’è una boccetta buona e una cattiva. Il suo scopo, signor Watson, è quello di scegliere una delle due boccette, sperando di non aver preso quella velenosa.”
(...)
“La boccetta cattiva. Voglio sapere qual è.”
(...)
“E’ il suo cuore il problema, non è vero?”
(...)
“La boccetta.”
Con un fluido movimento della mano, spinge avanti una delle due boccette, un sorriso ferino sulle labbra.
(...)
Chiudo gli occhi e mi avvicino alle labbra la morte. Addio vita. Addio mondo. Addio cuore che non ho più.

Sherlock ha perso la memoria. Non ricorda più chi è, non ricorda cosa fa e non ricorda nulla del suo passato. Gli resta solo un presente fatto del 221 B, di John Watson e della sua capacità di dedurre. A volte però una deduzione che si forma su un preconcetto porta ad un risultato sbagliato e capita che due più due faccia novecentocinquatatre.

Levi e Eren i miei tesori, nella vita di tutti i giorni.... un avvocato, un dottore e tanto pepe!!!

Storia scritta per la Challenge di Natale 2017 del gruppo Aspettando Sherlock 5 - Spoiler ed Eventi
https://www.facebook.com/groups/366635016782488/
Promt di Aurora Bernardi: Sherlock e John sono sposati, vivono una vita felice e hanno finalmente trovato la serenità. Durante un caso Sherlock ha un incidente e si risveglia in ospedale, scoprendo di aver perso la memoria. A quel punto John dovrà aiutarlo a ricordare e soprattutto, dovrà riconquistare il suo amore.
Dedica:
Questo è uno dei miei trope preferiti di sempre: l’amnesia! Ho saltellato quando ho visto questo prompt e l’ho scelto subito!
Nota: ci ho messo 6 mesi MA LA FIC E' COMPLETA! Metterò un capitolo a settimana ^^
Curiosità: Il titolo della storia è il titolo di una famosa canzone folkloristica inglese che si canta a natale, e i capitoli... sono il testo della canzone, ovviamente adattati!!

- John, tu chi sei per me? – Si asciuga le lacrime con il palmo della mano. Mi sembra di guardare un bambino indifeso e impaurito. E quel bambino indifeso ha bisogno di qualcuno che lo aiuti e che lo sostenga, ed anche se non mi riconosce voglio essere io quel qualcuno che lo prende per mano e lo guida. Accenno un sorriso ed abbasso lo sguardo sulla punta delle mie scarpe.
- Vuoi davvero saperlo? – Lui annuisce. Il velo di paura nei suoi occhi sta pian piano svanendo, sembra ricominciare a fidarsi di me. – Ci arriverai da solo, con calma. -
Cosa mi passa per la testa, dite?
Perché non ho semplicemente detto “Sherlock, io sono tuo marito”?
Non lo so. Ho come l’impressione che questo sia il modo giusto per affrontare la cosa. In fondo non sa chi sono, credo che avrebbe reagito male se avesse saputo già da subito la verità. E questo non è mentire! Semplicemente lascerò che sia lui a capirlo… o spero a ricordarlo.

Mi voltai piano, quel poco che bastava per osservare il nuovo arrivato.
Cominciai dal basso.
Degli anfibi neri erano poggiati sui pioli dello sgabello con indolenza. Sopra quelle scarpe, si snodavano dei pantaloni di pelle nera. All'altezza dei fianchi, una catena di metallo ricadeva di lato, tintinnando di tanto in tanto.
Una camicia anch'essa nera, lasciata aperta sul petto, circondava il busto della persona accanto a me.
Intorno al collo, come anche ai polsi, dei cinturini in pelle nera coperti di piccole borchie contrastavano con una pelle candida.
Spostai lo sguardo di nuovo, ancora più su...
Orecchini disseminati su tutto l'orecchio sinistro, rasatura sulla nuca, capelli nero corvino, un profilo austero e al tempo stesso delicato.
Durò una frazione di secondo, lo scambio di sguardi con un paio d'occhi di un azzurro così chiaro e penetrante da sembrare bianchi.

Un giovane biondo percorreva il corridoio, turbando appena il silenzio con i suoi passi leggeri.
Tutto in lui pareva avere una naturale leggerezza, dal portamento ai lineamenti del viso, delicati come quelli di una bambola di porcellana: gli occhi verdi incorniciati da lunghe ciglia, le labbra sottili e ben disegnate.

Potrebbe sembrare impossibile, ma due anime gemelle riescono sempre a stare insieme, perché l'Universo non permette che ciò che è stato creato per essere unito sia diviso e incompleto.
Soulmate.

{ Viktuuri | Androids!AU }
2098, New Petersburg.
La tecnologia ha fatto passi da gigante grazie alla famiglia Nikiforov, che da decadi ha introdotto nella vita delle persone gli androidi, creature artificiali pressoché indistinguibili dall'essere umano.
Viktor, rampollo della famiglia, non ne ha mai subito il fascino almeno fino a quando non ha conosciuto Yuri, divenuto poi il suo androide personale.
Eppure Viktor si sorprende ancora di quanto questi artifici dell'uomo possano essere simili a lui.
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[Dal testo.]
« So che ora ti sembrerà impossibile, ma andrà meglio, Viktor », tentò di rassicurarlo Yuri. « Troverai un altro scopo. Lo troveremo insieme. »
Ogni tanto Viktor si scordava di parlare con una macchina. Anzi, se lo scordava sempre e non dava nemmeno più peso alla natura di Yuri.
« Il tuo qual è, Yuri? »
« Beh… occuparmi di te, principalmente. »
« Nient’altro? Un sogno nel cassetto? »
Yuri schiuse le labbra. Sembrava che quella domanda, per qualche motivo, lo avesse messo in difficoltà.
« Io… non saprei », sussurrò.
A quel punto Viktor non resistette e scoppiò in una risata, intenerito.
« Viktor…? »
« Oh, scusami Yuri », si riscosse dopo essersi calmato. « Stavo solo pensando che mi sorprendo sempre per quanto siete in grado di assomigliarci. »

Una serie di bizzarri omicidi colpisce Londra e dintorni , la minaccia di un serial-killer si fa sempre più probabile...
(Johnlock con accenni Mystrade)
"Mese di maggio.
Quartiere di Ilford. Londra.Inghilterra.
L’ispettore capo di New Scotland Yard Gregory Lestrade sospirò pesantemente. Un mano scivolò sul viso in un gesto nervoso, l’altra serrò con forza il proprio fianco.
Pioveva su Saint’s Mary Church.
Pioveva sul piccolo cimitero antistante.
Pioveva sul capo dei poliziotti e sul cadavere steso a terra..."
".....Il corpo nudo e pallido era parzialmente drappeggiato con della stoffa bianca in maniera impeccabile quasi volesse abbigliarlo in maniera specifica.
Nella mano rigida vi era infilato un calice.
Sul capo una corona di foglie.
Della frutta adornava macabramente il tutto...."