Post 4x13 | Bellarke
Perché nell'Arca loro sono solo quelli che restano. Quelli che devono fare i conti con ciò che è stato.
E perché Clarke è una presenza costante che c'è anche quando è lontana.
(...)"È solo che, sai, non ne parlate. Dico, mai".
"Di cosa dovremmo parlare?"
"Di chi avete perso".(...)

La ragazza al suo fianco è solo una sua brutta copia e, mentre manda giù il contenuto del bicchiere, si chiede se sia veramente la cosa giusta da fare: scaricare la disperazione su qualcun altro.
Poi ripensa a Finn, a Lexa, a Niylah e tutto quel macigno che, per un secondo, si era sollevato al pensiero di lei ricade su Bellamy con tutta la forza che possiede. Lo schiaccia quasi, lo fa a pezzi di nuovo, come tutte le volte.

"«Bellamy… » lo chiamò piano, accarezzando lievemente una guancia del ragazzo.
Nel sentire la sua voce il ragazzo aprì appena gli occhi, due fessure scure come l’ossidiana, si infransero dritte nel cielo azzurro che erano gli occhi di Clarke.
Quante volte aveva guardato quegli occhi, che, nonostante tutto, ora conservavano ancora quel barlume di luce che Clarke aveva imparato a conoscere così bene. Quella scintilla di vita così radicata in Bellamy. Quel ragazzo che aveva rischiato la vita così tante volte per lei, per Octavia, per la loro gente.
Lui che aveva combattuto con tutte le sue forze e che, fino al suo ultimo respiro, lo avrebbe fatto. Quell’ultimo respiro che Clarke temeva sarebbe arrivato fin troppo presto."
Piccolo momento di disagio delle due di mattina... buona lettura!

OS Bellarke post 4x06
“Lo sai vero che non mi sarei mai perdonato se la mia salvezza fosse costata la tua vita?”
Clarke annuisce lentamente, poi gli prende il volto fra le mani e lo avvicina al suo: “E non pensi che anche per me sarebbe stato impossibile vivere sapendo che avrei potuto salvarti e non l’ho fatto?”

What if?|Possibile spoiler
Le radiazioni arrivano prima che si riesca a trovare una soluzione e i cento della lista vengono portati al sicuro.
Ma poco prima di chiudere i portelli dell'Arca, Bellamy fa una scelta.
(...)"Torna dentro!"
"Non posso."
"Torna dentro, ti prego!"
Perché sono sempre loro a pagare il prezzo più alto?(...)

"La vita umana è così fugace. Mentre lui e quella ragazza bionda caduti dal cielo per tutto il tempo avevano giocato a fare Dio. Nulla poteva raggiungerli e nulla poteva sconfiggerli davvero. Lui era il dio della notte, dell’oscurità e della violenza; lei la dea dei cieli, degli inganni e della morte. Eppure di fronte alla fine del mondo, erano quello che erano: due semplici esseri umani, il Re e la Principessa di una terra sconfitta."

[Bellarke; Modern!AU]
Clarke Griffin è una diciannovenne alla ricerca di se stessa, ma soprattutto alla ricerca di una verità ancora più grande di lei: quella riguardo la morte del padre.
Costretta a dover abbandonare le proprie ricerche per due anni, il suo mondo verrà nuovamente sconvolto quando conoscerà il suo nuovo vicino di casa, il giovane detective Bellamy Blake.

Scritta per il Drabble Days indetti nel gruppo We are out for prompts.
Pompt di Miriam: Bellarke: di quella volta in cui erano ubriachi.

Kise riflette su quanto ancora a lungo lui e Aomine potranno parlarsi, continuare ad essere amici.
Non è nemmeno sicuro lo siano mai stati veramente.
[Teiko Arc, AoKise]

Era l'estate più calda degli ultimi vent'anni, o giù di lì. Davvero non importava che i telegiornali avessero ragione o meno.
Perché era principalmente l'estate dei nostri diciotto anni, l'ultima prima che il mondo degli adulti ci reclamasse. E fino a che quel giorno non fosse arrivato, sarebbe durata per sempre.
[AoKi]

Un cerchio si chiude, un altro si apre. E' la vita. Konoha si modernizza, si allarga, tu giuri e spergiuri che quel biondastro lì è il 'tuo' Hokage e che niente e nessuno ti impedirà di aiutarlo a realizzare il suo sogno. Lo giuri sul tuo onore, su quello della tua famiglia. I Nara mantengono sempre le promesse.
[ShikaTema on the side, ma mica tanto. In pratica è la mia personale visione di come sono arrivati al capitolo 700]

"Le anime gemelle non muoiono mai"

#TRADUZIONE#
"Andiamo, non essere sciocca. È solo una bottiglia."
[Bellarke]

« Tu non hai paura di rimanere solo? »
Il barman si fermò di colpo, senza voltarsi e tenne lo sguardo fisso sui suoi piedi.
« Certo che ne ho paura » disse infine.
« Fai bene, sei un mostro » sogghignò Izaya, sperando di suscitare rabbia nell'Heiwajima.
Shizuo si voltò verso di lui, e si avvicinò, un sorriso compiaciuto sul voltò del moro che si mise seduto, pronto a scattare per evitare un colpo del barman. Tuttavia rimase alquanto deluso quando il colpo fisico non arrivò.
« La differenza è che io non ho scelto di esserlo »
L'informatore rimase in silenzio, punto nel vivo e cercò di mantere lo sguardo fisso su quello del biondo che continuò « Tra i due quello che deve aver più paura di rimanere solo sei tu. Perché lo sei Izaya. Sei solo. » disse sprezzante, sottolineando l'ultima frase.
Izaya rimase nuovamente in silenzio, stringendo i pugni nelle sue tasche.
« Tu e il tuo divertirti con la vita delle persone non fa altro che allontanarle e continuando così resterai solo per sempre. »
« Anche tu sei solo! » esclamò infastidito Izaya, guardandolo con sguardo truce.
« Meno di te Izaya. Io ho mio fratello, Tom, Celty... Tu chi hai? Nessuno »

“Se puoi” -mi disse- “se puoi non cambiare mai da come sei.”-