«Eustass-ya te ne devi andare.»
Kidd sbarrò gli occhi e guardò interrogativo il suo interlocutore: «Trafalgar, che cazzo stai dicendo?»
Il chirurgo della morte strinse le labbra e ripeté il concetto: «Eustass Kidd, te ne devi andare da qui.»
«Dammi una motivazione logica, o giuro che ti apro il culo e te lo sfondo.» ringhiò il rosso.
Un sorriso di scherno comparve sul viso scuro del medico: «Come se non lo avessi appena fatto, vero Eustass-ya?»

«Pronto?»
«Papà?» pigolò la vocina assonnata di Hector.
Un piccolo sorriso incurvò le labbra di Tico «Amore, cosa ci fai ancora sveglio?»
«Non riesco a dormire, mi manchi.»

«Smoker…»
L’interpellato grugnì.
Era lì per lì per addormentarsi, e quell’impiastro d’un pirata parlava.
«Cosa vuoi, Portgas?»
Ace si tirò su e si appoggiò sui gomiti «Volevo semplicemente avvisarti che andrò alla ricerca di un maledetto infame e che starò via per un bel po’.»
Smoker brontolò «Pensi che dovrebbe interessarmi quel che fai?»
Ace strinse le labbra «Mi mancherai Taisa.»
«Smettila di dire stronzate e dormi. Che domani mattina te ne devi andare.»

Grace, nel frattempo, osservava con notevole interesse la mano sinistra di Izzy, che era pericolosamente vicina alla sua manina di burro.
Con uno slancio afferrò l’indice del chitarrista e lo strinse.
Sorrise soddisfatta, aveva raggiunto il suo obbiettivo e lo aveva catturato.
E fu così che Izzy Stradlin si vide sequestrato il suo dito innocente dalla presa ferrea della figlia del suo migliore amico.
Questa volta toccò a Duff di sorridere divertito «Mi sono dimenticato di dirti che Grace ha una passione innata per le mani. Passa le ore a sbavare sulle mie dita.»
«Dici che lo riavrò?» domandò dopo un momento di silenzio il chitarrista.
«Probabilmente sì, ma non ti posso assicurare quando.»
«Bene, l’importante è sapere che riavrò il mio dito.»

Un piccolo sorriso incurvò all’insù le labbra secche di Sanji «Testa d’alghe…»
«Dimmi.»
«Mi prometti una cosa?» tossì il cuoco.
Zoro aggrottò le sopracciglia «Va bene. Cosa devo prometterti?»
«Che non ti… -Sanji si interruppe per tossire- dimenticherai di me.»

Nel corso del tempo, Smoker aveva scoperto a sue spese che il pirata aveva la fastidiosa abitudine di introdursi nella sua stanza e di addormentarsi accoccolato al cuscino.
E puntualmente lo svegliava facendolo cadere dal letto, intimandogli di andarsene. Ma Ace era testardo, gli sorrideva sempre e prima di scavalcare la finestrella ed andarsene nella notte, gli rubava un bacio.

Izzy era solo, ed era esattamente quello che desiderava.
Si avvolse la sciarpa attorno al collo, faceva dannatamente freddo in quella capitale così a nord dell’Europa.

-Mi spiace Dean, ma ormai credo che sia arrivato il momento di finire con tutto questo.
Sono stufa e tu lo sai meglio di me.-
-No! Ti prego, resta con me!-
-Ho fatto la mia scelta-

Il cantante si stava dirigendo verso l’abitazione di Richie, doveva fargli leggere un foglio sul quale aveva abbozzato qualche frase e ci teneva moltissimo a rendere partecipe l’amico chitarrista.
Mentre svoltava l’angolo, riconobbe il profilo forte di un caro e vecchio amico al bar.

Da un po’ di tempo a questa parte le cose erano cambiate. Rimaneva con Law a dormire, litigavano, si prendevano a pugni, a calci e a morsi, come una qualsiasi coppia.
Ma quella mattina era successo qualcosa che Kidd non riusciva a spiegarsi. Aveva forse fatto qualcosa di male?
Perché Law se ne era andato di punto in bianco?

«Richieeeeeeeeeeeeee, ti muovi sì o sì? Ho fameeeeeee» si lamentò a gran voce Jon.
L’interpellato sbuffò sonoramente, uscì dalla cucina e con una mira invidiabile lanciò un guantone da forno in faccia all’amico.
Tico applaudì e con la sua voce profonda esclamò «Cento punti!»
Jon inarcò un sopracciglio «Torres, vai a fanculo, tu e la tua voglia di crescere.»

E' la storia di una ragazza che vive con il padre e due fratelli più piccoli, la madre li ha abbandonati senza fare una piega e di colpo il marito deve crescere da solo ben tre figli.
Ma Robin non vuole arrendersi, vuole sapere assolutamente il motivo per cui sua madre li ha lasciati da soli. Inoltre lei deve essere forte, sia per se stessa, che per suo padre, che per i suoi due fratellini.
Robin non è da sola, c'è Juliet che le da conforto e amore.

«Lo chiamavano “La sirenetta dal lungo naso”» esordì David con un sorrisetto che non prometteva niente di buono.
Accanto a lui, con un enorme cono gelato in mano, Tico Torres rideva senza ritengo.
Richie alzò un sopracciglio e mostrò la lingua al tastierista «Sirenetta o meno, io mi abbronzo in tre minuti, tu ti scotti, cara la mia aragostella riccioluta.» gli rispose per le rime con un sorriso di trionfo Sambora.

«Mi sembri… vuoto, ecco. Come una carta da pacchi senza il suo contenuto.» parlò velocemente Van Zandt evitando accuratamente di guardarlo.
Bruce chiuse gli occhi, un groppo alla gola gli rese la voce flebile «Mi manca Clarence. Sono… depresso, non riesco a capacitarmi di questa cosa. È come se fosse morta una parte di me stesso. Sono rimasto a metà, non c’è più nessuno che mi renda completo.»

Tentò di respirare regolarmente, leggermente spaventato dai suoi continui incubi, ma dopotutto doveva aspettarseli.
Aveva smesso di bere e di drogarsi da pochi anni e quei continui sogni mettevano a dura prova la sua forza di volontà.
Ma lui stringeva i denti e resisteva, non poteva, non voleva ricadere in quel circolo vizioso di merda.
Era pulito e avrebbe continuato ad esserlo.