KyuMinKyu, HyukMin, accenni EunHae
Se avessero dovuto stabilire quando tutto era iniziato, di sicuro nessuno dei due avrebbe saputo dare una risposta.
Non ricordavano il giorno, o il perché, né il fattore scatenante.
Ricordavano solo che era successo, senza logica né preavviso, senza che nessuno dei due ci avesse mai pensato.
Era capitato. Punto.
Così come capitano tante altre cose, era capitato anche quello.
Ma, si sa, le cose che capitano senza averle preventivate, di solito vengono interrotte sul nascere, bloccate e cancellate (se possibile) dalla mente.
E anche in questo caso sarebbe stata la cosa giusta da fare. La più logica, la più sensata, quella che avrebbe fatto meno male.
Ma non fu così.
L’errore si ripeté nel tempo, più e più volte, all’infinito.
Entrambi non ne erano mai sazi, entrambi non ne avevano mai abbastanza. Entrambi si cercavano e volevano e desideravano e non c’era null’altro, in quel momento, che valesse tanto.
Esattamente come in quel momento, aggrovigliati tra le lenzuola, a rotolarsi e amarsi come mai prima d’ora.

« Non si gioca con il destino, Sungmin. Cerca di evitarlo e ti si ritorcerà contro, cerca di cambiarlo e farai una brutta fine. »
[KyuMin~]

"Quel rompiballe di Donghae ce l’ha con me... cioè lui è arrabbiato con me perché dice che mi vergogno di noi. Ora non so se dargli una testata e dirgli che è un idiota o fargli capire che non è vero.
[...] a volte ho la sensazione che non mi creda quando parlo...” Rivelo sconsolato.
“Allora non parlare Hyuk.” Il suo sguardo è enigmatico, se sta cercando di suggerirmi qualcosa sono nei casini perché non capisco."
[EunHae]

Appartenevano a due mondi completamente diversi,Leeteuk alla strada e Kangin alla bella vita,ma qualcosa di superiore li ha fatti incontrare..

Non ci posso credere, mi devo essere completamente rosolato il cervello perché non è normale, cioè, io ho sempre sospettato che le ragazze fossero tutto tranne che le innocenti e angeliche fanciulle che noi ci ostiniamo a voler vedere, ma da qui a sapere con assoluta certezza quello che sono in grado di scrivere...
[EunHae]

Kim Jongwoon torna a Seul, la sua città natale, dopo un viaggio di cui non ricorda la durata con esattezza. Neppure il motivo del viaggio gli è chiaro, ciò che sa è che deve tornare.
Ma le cose non vanno come si aspetta.
Tornato in un posto in cui non si sente di appartenere, le sue condizioni sembrano peggiorare a vista d’occhio, trascinandolo negli abissi di una mente stanca, disorientata; trascinandolo in situazioni deprecabili da cui non riuscirà ad uscire facilmente.
Qui conosce Choi Siwon, con cui avverte da subito un forte legame, intrecciando con lui un’amicizia leale ed intensa. Ma neppure il sostegno del suo amico sembra essere sufficiente, e con l’entrata in scena di un ragazzo che proclama di conoscere Jongwoon da anni, le cose non fanno che peggiorare, lasciandolo ancora più confuso e spaesato.
In questo stato di limbo però, sembra esserci un risvolto positivo, perché Jongwoon riuscirà grazie ad una persona conosciuta per caso a scoprire il suo amore per la musica, a cui si aggrapperà con ogni forza nella speranza che questa sua passione possa salvarlo.
Ma non è sempre tutto oro, quello che luccica.

Lee Hyukjae.
Questo era il nome del ragazzo in questione, Donghae non sapeva il motivo ma ogni volta che i suoi occhi si posavano su quelle parole le sue labbra si curvavano in su da sole senza che se ne accorgesse.
Finite le solite domande e risposte di educazione come "hai già cenato?" oppure "come stai? ecc..." Hyukjae formulò una domanda che fece riflettere Donghae per secondi.
"Tu hai mai avuto voglia di provare cose strane?"...
"Dipende, che cosa intendi con strane?"
"tipo... baciare un ragazzo..."

"Cos'è un nome?
Quella che chiamiamo "rosa"
con un altro nome avrebbe il suo profumo"
- William Shakespeare

Torna nel posto in cui eri una volta
al tempo in cui non mi conoscevi,
io non posso odiarti...
e non posso neanche amarti
-YeWook-

Era così che alla fine succedeva: Yesung si rivestiva in silenzio senza fretta, forse per far contemplare al suo dongsaeng la sua bellezza omicida e poi lasciava la stanza senza proferire parola. Inizialmente a Kyuhyun poco importava, tutto era nato solo perché lui era ubriaco e aveva voglia di una bella e sana scopata come ne aveva voglia il maggiore. Doveva limitarsi ad una notte ma poi quando Yesung si presentò di fronte alla porta della sua stanza una volta e si fiondò sulle sue labbra, Kyuhyun provò qualcosa di inaspettato: gli piacque da morire e provò dolore quando Yesung come al solito se ne andò via in silenzio, lasciandolo irrimediabilmente solo e nudo, ma soprattutto vuoto. [...] Tuttavia ogni volta che Yesung puntualmente si presentava ogni sera di fronte alla sua porta, non riusciva a dire di no e ogni volta ci ricadeva. Ogni volta si lasciava baciare con passione e desiderio e sempre accoglieva il membro di lui tra le sue carni, sentendosi finalmente completo.
DISCLAIMER
I fatti narrati in questo scritto sono puramente frutto di fantasia, non è mia intenzione offendere gli artisti. Essi non mi appartengono in quanto reali.
[Paring variabili: KyuSung, YeWook, KyuMin.]

Che mi piacesse Ryeowook non era un segreto, o meglio, lo era per gli altri, ma io lo avevo confessato a me stesso già da tempo ormai, solo lui non sembrava sospettare nulla.
Ogni tanto quando tornavamo in camera alla sera, il ragazzo mi parlava della sua giornata, si confidava con me e, un paio di volte, si era anche addormentato nel mio letto. Francamente non sapevo come interpretare la cosa, se un giorno ero più che convinto che ricambiasse i miei sentimenti, il giorno dopo era come se non fossi altro che un collega, o un semplice amico. Ma mi ero detto che sarei stato paziente, avrei atteso una sua prima mossa.
[YeWook]

Sei come una droga...anzi è più giusto dire sei come una medicina... una medicina che mi fa vivere!! [BangHim]

‘That dirty wolf guy will end up eating me.’
EXO - Wolf

Bang Yongguk viveva di basse aspettative. Le basse aspettative erano il suo pane quotidiano, il suo credo, la sua più grande salvezza.
Non che avesse qualcosa da cui salvarsi, no. Il punto era proprio quello.
La noia, la monotonia, erano cose che ogni giorno gli salvavano la pelle, o se non altro il cuore.

Fissò la grande insegna, appesa sopra al cancella d'ingresso e lesse: 'SM Boarding School'. Solo questa lo spaventava, tanto che aveva iniziato ad ispezionare l'area intorno alla scuola con attenzione, prima di iniziare a scavare nel suo zaino.