Recensioni per
Sotto la pelle
di Callie_Stephanides

Questa storia ha ottenuto 452 recensioni.
Positive : 451
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
21/11/13, ore 18:19

Reduce dalla visione di “The dark world” (info di dubbia utilità ai fini del commento, ma non potevo non scriverlo *ç*) e ancora ricolma di feels, finalmente ho un po’di tempo per tornare a dedicarmi a questa storia.
TONY E PEPPER *sguazza nell’ammmore* Non so se te l’ho mai detto (probabilmente sì, considerando quanto sono logorroica), ma sono innamorata del tuo Pepperony dalla primissima volta che l’ho letto (risalente a “Dalla sua parte”). Tony è un personaggio ricchissimo e mille volte più complicato di quel che può sembrare a primo acchito. È pieno di ombre e di asprezze e stargli accanto è un’impresa che soltanto una grande (e cazzuta) donna avrebbe potuto compiere. Pepper è senza ombra di dubbio quella donna. È perfetta (così come lo è il modo in cui la racconti *^*), non eccede in durezza né in accondiscendenza, non gli fornisce attenuanti e lo affronta senza paura. Il loro momento è la parte del capitolo che ho preferito (non che il resto meriti meno, ma li shippo così tanto che *decede*). Le battute sono brillanti e sembra di sentirgliele pronunciare e l’essenza del loro rapporto è tutta lì, condensata in una manciata di righe. Sono magnifici *ç* E a proposito di Tony, ho adorato l’introspezione con cui si apre il capitolo. La plasticità con cui racconti il “dentro” dei personaggi, non smetterò mai di ribadirlo, è impressionante e incredibilmente suggestiva.
E niente, li trovo come al solito tutti bellissimi e starei qui a rimirare le tue caratterizzazioni per una vita intera TT Confesso che Loki non mi convince per niente. Ho la netta sensazione che la riflessione finale di Bruce si rivelerà profetica – ennesima conferma che lui è il più lungimirante di tutti.
Alla prossima *sbaciucchia*

Recensore Master
28/10/13, ore 16:50

Non me ne vogliano i Vendicatori, che sono e resteranno sempre la luce dei miei occhi, ma questa recensione DEVO aprirla parlando di Thanos. Io non vedo l’ora di gustarmelo sul grande schermo e spero proprio che regista&Co. ne creino una trasposizione cinematografica degna, perché secondo me come cattivo ha un potenziale ed un fascino straordinari. Nell’attesa di vederlo al cinema mi godo la tua versione, che si è rivelata maestosa fin dalle primissime battute. Thanos, nel mio immaginario, è uno di quei cattivi che non hanno bisogno di gesti eclatanti per dimostrare d’esser tali. È capace di incutere timore con un sussurro e, soprattutto, ha un’enormità di frecce al suo arco: è pragmatico, intelligente (tantissimo), calcolatore, spietato. Le battute con cui gli hai dato voce sono perfette per come lo immagino e non vedo l’ora di vedere cosa ordirà in seguito.
Poi STEVE. Quanto può essere bello e straordinariamente fedele all’originale il tuo Steve? Sei bravissima a cogliere e sviscerare le dinamiche della squadra e il confronto/scontro tra lui e Tony svoltosi in questo capitolo lo conferma per l’ennesima conferma. La bellezza di “The Avengers” è che accosta tantissimi personaggi diversissimi tra di loro (seppur con evidenti punti di contatto) e farli interagire è, per un autore, una sfida splendida e stimolante. Ci sono una miriade di tandem che possono dare tanto a livello narrativo (e di cui a me piace DA MORIRE leggere): Bruce e Tony, Clint e Natasha, Steve e Thor, Steve e Tony. Tu li stai narrando tutti e non so quale sia il più riuscito (ho già detto di avere un debole per il Tony&Bruce, che è davvero qualcosa di fenomenale, ma sono tutte accoppiate bellissime e, soprattutto, autentiche). E CLINT *muore di feels* Hai presente quando senti la voce del personaggio che recita le battute nel mentre le leggi? Ecco, è quello che mi è accaduto con lui in questo capitolo (e non è follia, no, è che le parole gli sono proprio cucite addosso, così come gli atteggiamenti).
Insomma, amoli tutti e ritrovarli nelle tue pagine è sempre un piacere immenso.
Alla prossima *scuora*

Recensore Master
13/10/13, ore 01:28

Dal momento che sto leggendo questa storia e “I giorni della polvere” in parallelo, non posso fare a meno di sottolineare (probabilmente per la millesima volta) la tua straordinaria capacità di render giustizia ai personaggi femminili. Riesci a conferirgli uno spessore ed una credibilità sconfinati e molto, molto difficili da trovare altrove, e non parlo soltanto di fan fiction. La donna, in generale, è ridotta ad orpello meramente decorativo un po’ovunque ed è veramente bello imbattersi in un’autrice, per giunta donna (sono proprio le autrici donne che tendono a sminuire le figure femminili di solito, aimè), in grado di raccontarle in maniera così autentica e assolutamente scevra da stereotipi svilenti e pure noiosissimi. Natasha è senza dubbio il personaggio che più ti invidio: sarà che io proprio non trovo la chiave per rappresentarla come si deve (e per questo scrivo poco di lei malgrado la adori), ma sono innamorata del modo in cui la caratterizzi. È IC da morire e lo è perché non è monolitica: come al solito, dei personaggi tu riesci a cogliere e mostrare tutte le sfumature ed è per questo che risultano così veri. Natasha è una donna di ferro, è spietata e cruda, ma limitarsi a descriverla come una macchina da guerra sarebbe davvero limitativo: tu hai utilizzato Clint ed il legame che li unisce per mettere in luce l’altra faccia della medaglia, il cuore di donna che si cela dietro la ferocia ed il ghiaccio dell’assassina. Mi piace da morire il raffronto tra i due che questo capitolo contiene (e trovo che li colga in pieno entrambi): Clint e Natasha sono due personaggi che amo profondamente (li amo tutti, lo so, ma non posso farci nulla TT) e adoro le storie che li raccontano ‘in parallelo’, perché penso che sia un modo molto bello ed efficace di analizzare le loro personalità.
Bellissimi e fedelissimi ai corrispettivi originali anche tutti gli altri (le introspezioni di Tony sono sempre brillanti), ma in questo commento è tutto per la Vedova, perché è veramente raro trovarne una versione così convincente e io, da grande estimatrice del personaggio, non posso che ringraziarti per il servigio che le hai offerto.
Nella speranza di poter proseguire nella lettura in tempi più brevi, per i prossimi capitoli, ti rinnovo i complimenti e ti abbraccio *stritola*

Recensore Master
29/09/13, ore 10:06

Ciao, non so se ti ricordi di me: lasciai una recensione tempo addietro, senza ancora aver visto il film, e solo ieri sera sono riuscita a finire l'intera storia. Confesso di aver guardato Thor in tv la primavera scorsa meditando sul tuo racconto e, anzi, direi forse anche solo per comprenderlo meglio: ammetto anche che mi è sembrato un'americanata recitata in maniera discutibile (neanche la migliore nel suo genere) e devo dire che leggendo la tua fic ho pensato di trovarmi di fronte al classico caso in cui una buona autrice di fanfiction riesce a regalare maggior spessore emotivo, psicologico e caratteriale ai personaggi rispetto a quelli tratteggiati nell'opera originale.
Senza dubbio i punti forti della storia, secondo me, sono costituiti per un verso dal tuo stile assolutamente efficace, intenso anche se all'apparenza semplice, che lascia immaginare quella facilità di scrittura che talora fa la differenza tra chi ha talento e chi no, e per altro verso dalla cura per i dettagli, l'ambientazione, il gusto per l'esotismo di lingue arcaiche e sfumature della mitologia norrena.
Ciò che mi ha convinto di meno, invece, è la trama nel suo complesso: il racconto mi ha fatto venire in mente quelle partiture di Wagner in cui la medesima armonia si sviluppa dall'inizio alla fine come un mare che fluisce e rifluisce senza soluzione di continuità, con piccole variazioni sul tema che non riescono a costituire snodi drammatici capaci di sorprendere il lettore, facendogli chiedere cosa accadrà nel capitolo seguente. Il tema dominante, per come l'ho inteso io, gira intorno a Loki e a ciò che gli viene inflitto un po' da tutti (Odino e Thor prima, poi i giganti di ghiaccio, ancora Natasha e infine il supercattivo): il poveretto passa i tre quarti del racconto a riprendersi da ciò che gli hanno fatto nel restante quarto e ciò secondo me rende un po' ripetitiva l'ossatura narrativa della storia, che giunge alla fine senza colpi di scena drammatici o sviluppi sentimentali netti.
Inoltre, non sono riuscita a comprendere quale sia il valore che tu attribuisci in termini etici alle sue sofferenze nell'analisi delle cattive azioni che lui pure compie: lo giustifichi? lo assolvi? lo condanni?
Poi - ma qui è veramente solo una questione di gusto personale - ho trovato talvolta un po' fini a se stesse le scene di violenza e tortura, che magari nell'economia della trama ci dovevano essere, ma che avrei preferito vedere contenute in maniera meno descrittiva ed esibita: appartengo alla categoria di coloro che restano più colpiti dall'allusione che dalla descrizione, stile "1984" per intendersi.
In conclusione, devo dire che mi piacerebbe vedere il tuo indiscutibile talento (e credo di non aver usato questa parola più di due-tre volte da quando frequento efp e recensisco) impiegato in un tipo di storia diverso, che non sia puro intrattenimento - absit iniuria verbis - e riesca a parlare all'anima dei lettori, emozionandoli e facendoli riflettere, magari trasmettendo il tuo personale messaggio.
Secondo me sei sprecata per questo genere di racconti.
Ecco, l'ho detto.
E adesso mi eclisso, augurandoti un'ottima domenica. :)
Corinna

Recensore Master
09/09/13, ore 15:01
Cap. 12:

Domanda: sono Steve e Thor che funzionano così bene assieme o sei tu che riesci a costruire interazioni puntualmente convincenti, perché fondate su come i personaggi sono veramente, al di là di caratterizzazioni stereotipiate e/o superficiali? Nella circostanza, penso che sia una commistione delle due cose. L’anacronismo che accomuna Steve e Thor è evidente, ma questo non significa che sia facile da raccontare e, soprattutto, non significa che sia facile da raccontare così bene (e incentrandoci buona parte di un capitolo), mettendoli a nudo entrambi e mostrando come e quanto quello che li circonda gli risulti estraneo. A questo proposito, ho adorato il modo in cui hai mostrato la capacità di adattamento e la caparbietà di Steve, che non se ne intenderà di modernità e tecnologia (e questo è un topos fictionario che io stessa utilizzo spesso in chiave comica, quindi non ho nulla da obiettare), ma degli uomini e di come va il mondo ne sa qualcosa (anzi, più di qualcosa!), perché a) certe cose non mutano, come hai sottolineato giustamente tu e b) lui è, secondo me, dotato di una sensibilità e di una capacità di comprensione elevatissime. Amo il modo in cui lo caratterizzi. So che a molti i bravi ragazzi non piacciono, ma io sono innamorata dell’onestà, della forza, dello spessore e dell’umanità di Steve (tutte qualità a cui tu rendi pienamente giustizia). Darcy. Darcy è SPETTACOLARE. Lo è perché, dietro al sarcasmo, nasconde un pragmatismo quasi spietato che, secondo me, le calza a pennello. È esattamente quello di cui Jane ha bisogno e non soltanto in ambito lavorativo. Le due donzelle sono un’altra delle bellissime accoppiate che questa storia propone.
Ti rinnovo i complimenti, anche se ormai ti avranno annoiata *scuoricina*

“Dicevi del figlio di Coul? Come è risorto?”
“Se avesse un senso, ti chiederei di non essere blasfemo, ma dubito, appunto, di poter impostare la questione in tali termini”

Ti ho amata moltissimo (visto il mio debole per l’umorismo ben fatto, non potevo non dirtelo!)

Recensore Veterano
04/09/13, ore 15:55

bello il linguaggio che usano Thor e Loki! dove l'hai trovato??!

Recensore Veterano
04/09/13, ore 15:05

Cavolo!!!! è bellissimo...come del resto anche i precedenti capitoli! (scusa se nn ho recensito in passato...sai ho avuto un piccolo problemino)
comunque la storia la trovo molto invitante e interessante. :)

Recensore Master
29/08/13, ore 15:25

La bellezza e il merito di questo capitolo stanno, a mio avviso, nella panoramica completa ed articolata che esso offre di Loki. Ci sono il suo passato e le sue ombre, i suoi ricordi, le sue emozioni, il suo modo di essere e di sentire, la sua intelligenza e la sua caparbietà, il suo essere stratega e belva incapace di demordere, malgrado tutto. Loki è un personaggio che mi terrorizza, come autrice, perchè non ho idea di come gestirlo (e, da vigliacca quale sono, ho ovviato al problema estromettendolo dalle mie storie) e ho difficoltà persino ad inquadrarlo (tant'è che ritengo il mio parere sulla sua caratterizzazione assolutamente ininfluente): tavolta lo trovo irritante (in "The Avengers" oltremodo), altre comprendo (ma non giustifico) la sua condotta, altre riesco addirittura ad empatizzare con lui. Insomma, abbiamo un rapporto estremamente conflittuale e proprio per questo leggo la tua storia con sommo interesse, nonchè con grande ammirazione, perchè scavare nell'animo di Loki e fornirne una versione così articolata, che comprende tutti gli aspetti della sua personalità (e c'è da dar di matto, con la personalità di Loki!), è un'impresa, a mio avviso, per pochi. Sta proprio in questo la bellezza delle tue caratterizzazione: scavano nel profondo e tirano fuori tutto quello che è celato nei personaggi, ti consentono di riscoprirli. I frangenti del passato condiviso con Thor sono magnifici (sarà che io ho un debole per quei due insieme, che sono attratta dal loro legame come una calamita dal ferro, ma mi son piaciuti da morire) e, per quanto concerne il presente, ho apprezzato tantissimo il tuo porre l'accento sul lato "calcolatore" di Loki, che in moltissime storie viene completamente ignorato. Malgrado sia fragile e dolente, Loki non smette di tramare, mai, nemmeno per un istante (e io non vedo l'ora di sapere cosa sta elaborando e cosa combinerà in futuro).
I complimenti su Bruce e Tony te li risparmil, almeno per questa volta, ma sappi che continuo a trovarli impeccabili e ad awwware sulla rilevanza che hai attribuito a loro singolarmente e a loro come duo.
Ti ho amata profondamente per la citazione che apre il capitolo. Ho avuto la fortuna di conoscere Derrida durante il corso di filosofia morale tenuto nel primo semestre ed è senza dubbio uno degli autori che più mi ha arricchita, sul piano culturale ed umano, tra quelli che ho studiato. La citazione è splendida e dire che è calzante è un eufemismo.
Complimenti *abbraccia* *scuoricina*

Recensore Master
25/08/13, ore 00:11

Sono due le motivazioni per cui non posso essere analitica: a) finirei solo per diventare ripetitiva (come mio solito) e b) per il tuo Bruce e per il tuo Tony (o meglio, per il tuo "Bruce & Tony", perchè è impossibile non considerarli in tandem) non ho più parole, ma solo amore. Passerei la mia esistenza a gustarmi gli scambi di battute che gli hai attribuito, perchè inquadrano alla perfezione l'essenza (ed "essenza" non è un termine scelto a caso. Si tratta proprio del cuore delle rispettive personalità, della parte più autentica e viscerale) di due personaggi da cui son stata soggiogata e su cui non mi stancherei mai di leggere. Dietro la loro divergenza di vedute (il pragmatismo spietato e amaro di Tony contro la benignità di Bruce) è comunque possibile vedere l'alchimia e la fiducia reciproca che li lega e che, fino ad ora, è stato uno dei filoni che più mi ha catturata (perchè è sviluppato in maniera egregia e perchè son di parte e amoli più di quanto sia lecito amare dei personaggi di fantasia). Il modo in cui riesci a demolire la corazza di Tony e a mostrare quello che c'è dietro è stupefacente. Lo stai letteralmente mettendo a nudo e trovo che mostrare la sua fragilità e le sue paure sia il modo migliore per argomentare il suo cinismo (dietro il quale vedo più amarezza che disprezzo vero e proprio). Forse Bruce "non è quel tipo di dottore", ma le vesti di confidente gli calzano a pennello.
L'analogia instaurata tra Bruce e Loki costituisce, a mio avviso, uno spunto magnifico (nonchè illuminante) e mette in luce la sensibilità di Bruce in tutta la sua magnificenza. Trovo che Può darsi che sia vero, come può darsi che tra mostri ci si intenda sia un pensiero straordinariamente in linea con l'indole del personaggio e che, in una situazione simile, Bruce l'avrebbe veramente formulato.
Ho concluso. Spero di riuscire a trovare presto il tempo per tornare ad annoiarti con le mie speculazioni su questa splendida storia *cuore*

Recensore Master
18/08/13, ore 17:40

Con Thor, secondo me, si corre il rischio d'esser piatti. Mi spiego meglio (o, almeno, tento): l'unica volta in cui ho provato a scrivere di lui in chiave non comica, mi son trovata davanti a difficoltà enormi che, francamente, non credevo avrei riscontrato. Non è un personaggio complesso (se con "complesso" si intende "articolato"), anzi, probabilmente è il più lineare di tutti (di questo parlammo già in uno scambio risalente a qualche mese fa, se non erro), ma forse è proprio questo a renderne ostica la narrazione: ci si ritrova con poco da dire e si finisce per banalizzarlo (questo, almeno, è il mio parere). Ebbene, questo capitolo (questa storia) offre un Thor tutt'altro che abulico, che nel suo modo di rapportarsi agli altri, nei suoi pensieri E nel suo senso di colpa mostra tutto se stesso e lo fa con la solita efficacia ed esaustività. È denso, completo, umanissimo (umanissimo nel modo in cui prova dolore, rabbia, rimorso e nel modo in cui ama) e, visto che facevi menzione alle caratterizzazioni in una delle tue risposte, è IC DA PAURA.
Come al solito, sono incantata dal valore evocativo che riesci ad attribuire alle parole e dal modo in cui le utilizzi per dipingere i personaggi, la cui essenza viene puntualmente racchiusa in frasi che sono veri e propri ritratti ("Rogers ha un labbro spaccato e una luce, nello sguardo, che piacerebbe anche a Sif: un’illimitata voglia di combattere che non ha nulla da dividere con il bisogno di vincere o la pretesa dell’umiliazione altrui. Rogers è uno che preferisce la difesa all’attacco, ma ha un gancio destro che pesta proprio bene". Questo è tanto per apportare un esempio, ma potrei riportarne milioni). Bruce è magnifico e l'analisi che fornisce dell'aggressività di Tony (“Credo di conoscerlo ormai abbastanza da prevedere qualche mossa; per questo, però, t’invito a non ascoltarlo più di tanto: gli piace provocare. Più si sente minacciato o insicuro, più affonda. Siccome è intelligente, purtroppo, sa anche dove colpire”.) dimostra, per l'ennesima volta, l'empatia e la reciproca comprensione che ci sono tra i due (sono entusiasta d'essermi imbattuta in una storia che scandaglia con tanta maestria il loro legame, pertanto aspettati molti commenti e molti complimenti al riguardo).
Considerazione conclusiva: quando, al termine di un capitolo, fangirlizzi in maniera indecente sul personaggio che più avevi ritenuto irrilevante (nella circostanza, Selvig), capisci che l'autrice è proprio BRAVA a maneggiare e sfruttare i personaggi.
Complimenti, come sempre, e alla prossima *cuore*
(Recensione modificata il 18/08/2013 - 05:42 pm)

Recensore Master
09/08/13, ore 15:57

Io penso che il miglior commento - nonchè il miglior complimento - che si possa fare a questo capitolo sia riportarne il titolo, perchè si tratta di un vero e proprio ritratto di Tony e del suo modo di essere, dipinto con la solita plasticità e con quella capacità di scavare dentro ai personaggi e sviscerarli che, malgrado abbia ormai imparato a conoscere attraverso la lettura dei tuoi lavori, non cessa di sbalordirmi. Le tue caratterizzazioni mi fanno sentire piccola come un granello di sabbia, perchè sono così dense e articolate - e, soprattutto, riescono ad esserlo con poco, senza paroloni e toni altisonanti - da consentire al lettore di toccare con mano i personaggi, di sentirli come fossero fatti di carne ed ossa. Quelli che crei sono autentici tutto tondo - sei una scultrice, sì, e il tuo scalpello è la tastiera (almeno per questa recensione avrei voluto risparmiarti osservazioni stupide, ma aimè, questo è quello che passa il convento, quindi beccate quest'improbabile metafora). Di Tony, così come di tutti gli altri, hai mostrato l'aspetto più tortuoso - l'ho trovato molto cupo, disilluso, pragmatico in maniera quasi spietata, e penso che queste caratteristiche gli appartengano più di quanto la facciata di giullare di corte lasci intuire - e l'hai fatto in maniera estremamente personale (hai fatto "tuoi" tutti i personaggi della storia ed è grazie a questo, secondo me, che anche noi lettori riusciamo a viverli) ma allo stesso tempo credibilissima, senza snaturarlo e senza ricorrere a stravolgimenti. Mi sono innamorata del tuo modo di raccontare il suo rapporto con Pepper - e la stessa Pepper - sin dalla lettura di "Dalla sua parte" ed è stata una gioia IMMENSA, per me che sono una strenua sostenitrice della coppia, trovare un capitolo pieno zeppo di Pepperony. Pepper è una donna con la "d" maiuscola, anzi, è LA donna, e tu rendi pienamente giustizia a lei e alle sue qualità (e qui son di parte perchè è un personaggio per cui spasimo letteralmente).
Tony scazzato (termine indegno ma pertinente, ti chiedo umilmente di passarmelo) per la presenza di Coulson ("Pepper sogghigna. Prima o poi sarà il caso di chiarire tutte le implicazioni di quel Phil *rotola*) e le sue battutine a tal proposito meriterebbero una recensione a parte (tollera i miei attacchi di fangilrismo, ti supplico *chiede venia*).
Stupendi anche tutti gli altri (Clint e Bruce su tutti) e resi perfettamente anche attraverso una semplice battuta (o anche meno, basti guardare il grugnito di Clint).
Complimenti, come sempre, e alla prossima *cuore*
(Recensione modificata il 09/08/2013 - 03:58 pm)

Recensore Master
06/08/13, ore 23:10

La rassegna di caratterizzazioni impeccabili - non soltanto curate e bellissime, ma anche, per il mio personale modo di inquadrare i personaggi, assolutamente condivisibili - prosegue imperterrita (comincio a pensare che riusciresti a valorizzare persino una lavatrice). Malgrado la brevità, ho trovato straordinariamente densa - ed emozionante, come soltanto la tua penna sa essere - la scena dedicata a Frigga e Odino. Si tratta di due personaggi che amo molto e sui quali, come ti rivelai qualche mese, leggerei molto volentieri, e lo farei con il quintuplo dell'entusiasmo se fossi tu a narrarli non è una richiesta implicita ma nemmeno troppo, no . Li ho trovati entrambi magnifici e, soprattutto, ho apprezzato da morire il modo in cui hai tratteggiato Odino. Malgrado gli riconosca non pochi errori, non riesco proprio a vederlo come un glaciale giustiziere immune da ogni sentimento, e ancor meno riesco a condannarlo per quello che ha fatto a Loki, perchè i grandi sovrani son sempre costretti a dare la priorità al più esigente e ingombrante dei propri figli: la patria, il popolo. La scelta di Odino era obbligata - in teoria c'è sempre un'altra strada, certo, ma spesso la realtà è un'altra cosa - e io non penso sia giusto biasimarlo senza appello, per averla effettuata, e sono convinta (forse sono l'unica, ma lo credo fermamente) che gli sia costata cara (naturalmente non lo dà a vedere, perchè un sovrano deve mostrarsi duro e, se necessario, spietato, verso chi sbaglia). Tu, nelle parole di Odino, hai racchiuso tutto questo, mostrando, ancora una volta, un personaggio completo e articolato, ricco di ombre e sfumature. Frigga, nella circostanza, è anche moglie, oltre ad essere donna e madre, e la caparbietà e la devozione con cui ricopre tutti i suoi ruoli è commuovente.
Sempre restando nel solco dei caratteri, la forza e lo spessore che hai conferito a Jane già si vedono con chiarezza. Ti ho già detto, in passato, quanto apprezzi il lavoro che hai fatto su di lei, pertanto non mi soffermerò più di tanto ad elogiarla (anche perchè, ne sono certa, avrò modo di farlo in futuro).
Il tuo Loki - e dico "tuo" con cognizione di causa, perchè presenta diversità significative rispetto a quello dei film, di "The Avengers" in particolare - è un ossimoro vivente, forte e fragile allo stesso tempo. Ammetto di essermi sciolta davanti al suo pianto disperato e al suo riappacificarsi con Thor, perchè il loro è un legame che mi affascina da morire e, malgrado veda tra di loro delle fratture insanabili, il loro ricongiungimento è stato un colpo al cuore (ma siamo soltanto all'inizio e c'è ancora tutto da scoprire, quindi mi guardo bene dal considerarlo una riappacificazione definitiva).
A costo di risultare logorroica, lo ribadisco: BRAVISSIMA. Alla prossima *cuore*

P.S. Non c'entra 'na mazza, ma ho letto (sono una stalker ignobile, perdonami) che anche tu sei stata una classicista a suo tempo *occhioni lucidi*

Recensore Master
06/08/13, ore 15:59

Forse sono io che ho cercato troppo poco o che non ho avuto la fortuna di imbattermi nelle storie giuste, in passato, ma sta di fatto che, prima di questo capitolo, non avevo mai trovato una caratterizzazione di Clint e Natasha, intesi come coppia, così maestosa (mi sa che sarò costretta a fare abuso di questo aggettivo, per colpa tua) e calzante. Trovo (per quanto irrilevante sia il mio parere) che il loro sia il pairing più mortificato dal fandom italiano, che ne offre puntualmente una versione implausibile e stucchevole e distorce i rispettivi caratteri dei due personaggi (questo, almeno, è il mio punto di vista). Riconosco che siano molto difficili da rendere, ma gli obbrobri che ho letto in giro non sono giustificabili in alcun modo (se non si ha la capacità di raccontare un legame, meglio desistere che mettere in piazza certe oscenità) e sono la perfetta antitesi del quadro, impeccabile, che ho ammirato in questo capitolo. Magnifici, sensualissimi, carnali, tormentati, credibili da morire (non fa differenza shipparli o meno, sono stupendi a prescindere dalla personale visione che se ne abbia). Tutti i Vendicatori sono apparsi sulla scena e tu non hai sbagliato un colpo (non che mi aspettassi qualcosa di diverso *cuore*).
Una nota di merito particolare per lo spessore che stai conferende ad un personaggio marginale - nei film - come Selvig (niente, non te ne sfugge uno, li rendi tutti vivi e bellissimi e gli assegni un ruolo ed un senso precisi). Molto bello il modo in cui lui, Darcy e Jane sanno di famiglia.
Che dire? Non ho appunti da muoverti, solo complimenti e cuori a profusione *applaude*
A presto *abbraccia*

Recensore Master
06/08/13, ore 00:58

Ho un serio problema con questa storia (e siamo solo all'inizio): la sua bellezza richiederebbe lodi sperticate, ma a me escono soltanto "aw" e versi altrettanto indecenti, e mi sento ingiusta e indegna - oltre che immensamente stupida - a ricambiare cotanto splendore - e spessore, soprattutto - con i miei vaneggiamenti di bassa lega, ma ad astenermi da commenti proprio non ci riesco, pertanto, ancora una volta, armati di pazienza e tollerami.
L'"aw", nella circostanza, è ignobile, me ne rendo conto, ma provo a giustificarmi: quelli dell'universo Marvel sono personaggi che amo profondamente (più di quanto sia lecito amare dei personaggi di fantasia, temo) e quando mi ritrovo davanti a riproduzioni eccellenti come quelle che ho ammirato fino ad ora, io awwweggio, sì, perchè sono felice come una bambina che trova i doni sotto l'albero la sera della vigilia. Li ho toccati con mano tutti, li ho vissuti, ho sentito le loro voci e, davanti a tutto questo, mi perdoni l'autrice, ma io non posso non awwware, è un'esigenza FISICA che non posso sopprimere. Sono impressionanti - ed emozionanti - l'efficacia e la plasticità con cui inquadri ciascun carattere e la pertinenza con cui scegli le parole per raccontarli. Sono tutti splendidi e perfettamente loro, da Fury, passando per il Capitano, a Coulson (PHIIIIIIIIIIIIIL *scuoricina*)
Lo splendore del duo Bruce/Tony è devastante, li hai centrati in pieno.

"La Stark Tower rappresenta tutto quel che Bruce disprezzava quand’era solo un ragazzo pieno d’illusioni e certezze di carta: l’arroganza dei soldi, le verticalità prepotenti, il lusso esibito e la luminosità eccessiva di chi non ha bisogno delle stelle.
Stark, agli occhi suoi e di Betty, topi da biblioteca e da laboratorio, era un pagliaccio fortunato: uno cui la natura aveva dato un gran cervello e troppi, troppi soldi, per ricordarsi anche degli scrupoli. Poi è successo che un altro gli ha divorato la vita, e con Hulk sono arrivati i dubbi.
Chi è davvero Tony?
Un’incognita, o forse solo umano, troppo umano.
Una primadonna egoista? Sicuro. Un istrione egocentrico? È un’etichetta che gli calza a pennello. Eppure è anche l’uomo che ha rischiato di finire disintegrato per salvare un mondo; che non lo tratta come un appestato o una cellula impazzita, ma stuzzica il suo cancro con la curiosità di un bambino.
È una bocca sempre aperta e un bicchiere troppo pieno. Tutto sommato, come gli ha detto una volta Pepper, un figlio infelice che non ha mai avuto quelle tre parole.

Ti voglio bene".

Questo pezzo vince TUTTO, potrei tatuarmelo per quanto è bello *occhioni lucidi*
Nella recensione precedente ho - colpevolmente - dimenticato di elogiare Tony e la sua ironia - tagliente, cruda, pungente - che mi ha già stesa in più occasioni ("Bruce sorride e scuote il capo. “Resta che ci siamo trovati davanti dei Golem: pericolosi, distruttivi, insensibili alla paura e privi del più elementare istinto di autoconservazione.”; “Per il ritratto che ne hai fatto, potrei essere io… Da sobrio, almeno…” è stato, fino ad ora, il top).
Per oggi ti ho già tediata troppo (due papielli in un sol giorno sono decisamente troppo, cercherò d'esser meno assillante in futuro), pertanto mi fermo qui (ma solo per adesso - sì, è una minaccia).
*abbraccia* *si inchina al suo cospetto*
(Recensione modificata il 06/08/2013 - 01:05 am)

Recensore Master
05/08/13, ore 19:18

Quando, ieri, ho intrapreso la lettura di questa storia, mi son ripromessa di condurla in silenzio. Non perché non avessi voglia di commentare gradualmente, ma solo per risparmiarti il tedio d’esser sommersa, in maniera più o meno quotidiana, da ondate di fangirlismo e amore offerti sotto forma di recensioni insensate e, come al solito, ben lontane dal render giustizia alla bellezza della tua penna. Sapevo sin dal principio che non avrei mantenuto il proposito, ma speravo di riuscire a tenere le falangi a posto almeno per una decina di capitoli, invece gniente. In due parole, te tocca subirmi, e ad intervalli più o meno regolari temo.
Ebbene, sono ancora al principio di quest’avventura, ma mi sento già immersa – anzi, sommersa, o forse è più opportuno dire schiacciata – dalla sua maestosità. Non mi sovviene altro termine per definire quanto letto fino ad ora. È una storia maestosa (e lo è sin dal prologo, anzi, sin dalle primissime righe) in tutti i suoi aspetti.
Quello che più mi ha colpito è senza dubbio lo spessore di pensieri, emozioni e sensazioni, resi in maniera tridimensionale, messi a nudo in modo feroce, crudo, travolgente, vivi e vividi da morire.
Mettermi ad analizzare i caratteri sin qui comparsi sarebbe molto pericoloso (per te, intendo, perché potrei stare qui a parlarne all’infinito e, lo ribadisco, non è mia intenzione rubarti troppo tempo), ma non posso non spendere qualche parola perdonami, ti prego
Thor è stupendo. Ha un’anima meravigliosa, limpida, e un cuore grande quanto il mondo. Dopo soli quattro capitoli ho già una voglia irrefrenabile di stritolarlo, non oso immaginare cosa avverrà al termine della storia. Frigga è madre, ed è una definizione che dice tutto. L’arrivo suo e di Thor su Jutunheim è un pugno in pieno stomaco ed è un ritratto magnifico dell’immenso senso materno che, a mio avviso, è la caratteristica precipua del personaggio e che quel gesto, quello di coprirsi gli occhi davanti al figlio martoriato, racchiude e racconta meglio di mille parole. È magnifico come tu sia riuscita a condensare i molteplici volti di Frigga, rendendola regale e imponente come una sovrana e, allo stesso tempo, fragile ed umana come la più comune delle madri (questa miscela è l’aspetto che mi ha fatto innamorare del personaggio e in questi primi capitoli ce l’ho ritrovata alla grande). Ritengo l’esser madre e il dolore due di quelle cose che hanno valore universale – come l’amore, come la paura – capaci di annullare le differenze e uniformare la condizione di chi li prova, pertanto non potrei trovare più giusta la scelta di conferire a Frigga un’aurea così poco divina e così tanto “umana”, nella circostanza.
Bruce. Anzi no, Bruce e Tony, perché io quei due li ho sempre visti in tandem e le scene che li vedono protagonisti mi hanno ridotta in una poltiglia informe di feels. Ho sempre speso miriadi di parole per descrivere quello che, secondo me, è il loro legame – il dono della sintesi, lo sai, non mi appartiene – ma, come al solito, grazie a te ho scoperto che ne occorrono molte meno.
“È difficile dire se possa chiamarlo amico, ma sa che può fidarsi – e quando smetti di conoscere persino te stesso, è una consapevolezza che ti basta”.
Riporto quest’estratto, ma potrei fare un copia e incolla integrale dei loro momenti e dei loro dialoghi, perché c’entrano in pieno l’alchimia e l’affiatamento che c’è tra loro. E l’introspezione di Bruce? Magistrale, bellissima. Hai dato vita al suo tormento in maniera ineccepibile, omaggiando un personaggio troppo spesso bistrattato dal fandom – anche da me, malgrado lo ami profondamente – e che, invece, può dare tantissimo ad autori e lettori.
Nota di merito GIGANTESCA per Darcy, Darcy “che è buffa, idiota come può concedersi solo chi è intelligente, e felice di vivere la vita a marce basse, senza troppe illusioni o sguardi languidi al cielo sbagliato”. Una volta mi hai scritto di non riuscire a maneggiarla come vorresti, beh, in compenso ne hai definito l’essenza in una riga (e soltanto chi capisce le cose a fondo può sintetizzarle), e, almeno per me, la gestisci alla grande, donandole una pragmatismo ed una schiettezza che le calzano a pennello.
Adesso BASTA, perché siamo solo al quarto capitolo e io avevo promesso di non vaneggiare – la mia dignità è irrimediabilmente compromessa da tempo immemore, con questa recensione lo è anche quel po’di credibilità che m’era rimasta.
Complimentissimi e alla prossima *cuore*