Recensioni per
Sotto la pelle
di Callie_Stephanides
Reduce dalla visione di “The dark world” (info di dubbia utilità ai fini del commento, ma non potevo non scriverlo *ç*) e ancora ricolma di feels, finalmente ho un po’di tempo per tornare a dedicarmi a questa storia. |
Non me ne vogliano i Vendicatori, che sono e resteranno sempre la luce dei miei occhi, ma questa recensione DEVO aprirla parlando di Thanos. Io non vedo l’ora di gustarmelo sul grande schermo e spero proprio che regista&Co. ne creino una trasposizione cinematografica degna, perché secondo me come cattivo ha un potenziale ed un fascino straordinari. Nell’attesa di vederlo al cinema mi godo la tua versione, che si è rivelata maestosa fin dalle primissime battute. Thanos, nel mio immaginario, è uno di quei cattivi che non hanno bisogno di gesti eclatanti per dimostrare d’esser tali. È capace di incutere timore con un sussurro e, soprattutto, ha un’enormità di frecce al suo arco: è pragmatico, intelligente (tantissimo), calcolatore, spietato. Le battute con cui gli hai dato voce sono perfette per come lo immagino e non vedo l’ora di vedere cosa ordirà in seguito. |
Dal momento che sto leggendo questa storia e “I giorni della polvere” in parallelo, non posso fare a meno di sottolineare (probabilmente per la millesima volta) la tua straordinaria capacità di render giustizia ai personaggi femminili. Riesci a conferirgli uno spessore ed una credibilità sconfinati e molto, molto difficili da trovare altrove, e non parlo soltanto di fan fiction. La donna, in generale, è ridotta ad orpello meramente decorativo un po’ovunque ed è veramente bello imbattersi in un’autrice, per giunta donna (sono proprio le autrici donne che tendono a sminuire le figure femminili di solito, aimè), in grado di raccontarle in maniera così autentica e assolutamente scevra da stereotipi svilenti e pure noiosissimi. Natasha è senza dubbio il personaggio che più ti invidio: sarà che io proprio non trovo la chiave per rappresentarla come si deve (e per questo scrivo poco di lei malgrado la adori), ma sono innamorata del modo in cui la caratterizzi. È IC da morire e lo è perché non è monolitica: come al solito, dei personaggi tu riesci a cogliere e mostrare tutte le sfumature ed è per questo che risultano così veri. Natasha è una donna di ferro, è spietata e cruda, ma limitarsi a descriverla come una macchina da guerra sarebbe davvero limitativo: tu hai utilizzato Clint ed il legame che li unisce per mettere in luce l’altra faccia della medaglia, il cuore di donna che si cela dietro la ferocia ed il ghiaccio dell’assassina. Mi piace da morire il raffronto tra i due che questo capitolo contiene (e trovo che li colga in pieno entrambi): Clint e Natasha sono due personaggi che amo profondamente (li amo tutti, lo so, ma non posso farci nulla TT) e adoro le storie che li raccontano ‘in parallelo’, perché penso che sia un modo molto bello ed efficace di analizzare le loro personalità. |
Ciao, non so se ti ricordi di me: lasciai una recensione tempo addietro, senza ancora aver visto il film, e solo ieri sera sono riuscita a finire l'intera storia. Confesso di aver guardato Thor in tv la primavera scorsa meditando sul tuo racconto e, anzi, direi forse anche solo per comprenderlo meglio: ammetto anche che mi è sembrato un'americanata recitata in maniera discutibile (neanche la migliore nel suo genere) e devo dire che leggendo la tua fic ho pensato di trovarmi di fronte al classico caso in cui una buona autrice di fanfiction riesce a regalare maggior spessore emotivo, psicologico e caratteriale ai personaggi rispetto a quelli tratteggiati nell'opera originale. |
Domanda: sono Steve e Thor che funzionano così bene assieme o sei tu che riesci a costruire interazioni puntualmente convincenti, perché fondate su come i personaggi sono veramente, al di là di caratterizzazioni stereotipiate e/o superficiali? Nella circostanza, penso che sia una commistione delle due cose. L’anacronismo che accomuna Steve e Thor è evidente, ma questo non significa che sia facile da raccontare e, soprattutto, non significa che sia facile da raccontare così bene (e incentrandoci buona parte di un capitolo), mettendoli a nudo entrambi e mostrando come e quanto quello che li circonda gli risulti estraneo. A questo proposito, ho adorato il modo in cui hai mostrato la capacità di adattamento e la caparbietà di Steve, che non se ne intenderà di modernità e tecnologia (e questo è un topos fictionario che io stessa utilizzo spesso in chiave comica, quindi non ho nulla da obiettare), ma degli uomini e di come va il mondo ne sa qualcosa (anzi, più di qualcosa!), perché a) certe cose non mutano, come hai sottolineato giustamente tu e b) lui è, secondo me, dotato di una sensibilità e di una capacità di comprensione elevatissime. Amo il modo in cui lo caratterizzi. So che a molti i bravi ragazzi non piacciono, ma io sono innamorata dell’onestà, della forza, dello spessore e dell’umanità di Steve (tutte qualità a cui tu rendi pienamente giustizia). Darcy. Darcy è SPETTACOLARE. Lo è perché, dietro al sarcasmo, nasconde un pragmatismo quasi spietato che, secondo me, le calza a pennello. È esattamente quello di cui Jane ha bisogno e non soltanto in ambito lavorativo. Le due donzelle sono un’altra delle bellissime accoppiate che questa storia propone. |
bello il linguaggio che usano Thor e Loki! dove l'hai trovato??! |
Cavolo!!!! è bellissimo...come del resto anche i precedenti capitoli! (scusa se nn ho recensito in passato...sai ho avuto un piccolo problemino) |
La bellezza e il merito di questo capitolo stanno, a mio avviso, nella panoramica completa ed articolata che esso offre di Loki. Ci sono il suo passato e le sue ombre, i suoi ricordi, le sue emozioni, il suo modo di essere e di sentire, la sua intelligenza e la sua caparbietà, il suo essere stratega e belva incapace di demordere, malgrado tutto. Loki è un personaggio che mi terrorizza, come autrice, perchè non ho idea di come gestirlo (e, da vigliacca quale sono, ho ovviato al problema estromettendolo dalle mie storie) e ho difficoltà persino ad inquadrarlo (tant'è che ritengo il mio parere sulla sua caratterizzazione assolutamente ininfluente): tavolta lo trovo irritante (in "The Avengers" oltremodo), altre comprendo (ma non giustifico) la sua condotta, altre riesco addirittura ad empatizzare con lui. Insomma, abbiamo un rapporto estremamente conflittuale e proprio per questo leggo la tua storia con sommo interesse, nonchè con grande ammirazione, perchè scavare nell'animo di Loki e fornirne una versione così articolata, che comprende tutti gli aspetti della sua personalità (e c'è da dar di matto, con la personalità di Loki!), è un'impresa, a mio avviso, per pochi. Sta proprio in questo la bellezza delle tue caratterizzazione: scavano nel profondo e tirano fuori tutto quello che è celato nei personaggi, ti consentono di riscoprirli. I frangenti del passato condiviso con Thor sono magnifici (sarà che io ho un debole per quei due insieme, che sono attratta dal loro legame come una calamita dal ferro, ma mi son piaciuti da morire) e, per quanto concerne il presente, ho apprezzato tantissimo il tuo porre l'accento sul lato "calcolatore" di Loki, che in moltissime storie viene completamente ignorato. Malgrado sia fragile e dolente, Loki non smette di tramare, mai, nemmeno per un istante (e io non vedo l'ora di sapere cosa sta elaborando e cosa combinerà in futuro). |
Sono due le motivazioni per cui non posso essere analitica: a) finirei solo per diventare ripetitiva (come mio solito) e b) per il tuo Bruce e per il tuo Tony (o meglio, per il tuo "Bruce & Tony", perchè è impossibile non considerarli in tandem) non ho più parole, ma solo amore. Passerei la mia esistenza a gustarmi gli scambi di battute che gli hai attribuito, perchè inquadrano alla perfezione l'essenza (ed "essenza" non è un termine scelto a caso. Si tratta proprio del cuore delle rispettive personalità, della parte più autentica e viscerale) di due personaggi da cui son stata soggiogata e su cui non mi stancherei mai di leggere. Dietro la loro divergenza di vedute (il pragmatismo spietato e amaro di Tony contro la benignità di Bruce) è comunque possibile vedere l'alchimia e la fiducia reciproca che li lega e che, fino ad ora, è stato uno dei filoni che più mi ha catturata (perchè è sviluppato in maniera egregia e perchè son di parte e amoli più di quanto sia lecito amare dei personaggi di fantasia). Il modo in cui riesci a demolire la corazza di Tony e a mostrare quello che c'è dietro è stupefacente. Lo stai letteralmente mettendo a nudo e trovo che mostrare la sua fragilità e le sue paure sia il modo migliore per argomentare il suo cinismo (dietro il quale vedo più amarezza che disprezzo vero e proprio). Forse Bruce "non è quel tipo di dottore", ma le vesti di confidente gli calzano a pennello. |
Con Thor, secondo me, si corre il rischio d'esser piatti. Mi spiego meglio (o, almeno, tento): l'unica volta in cui ho provato a scrivere di lui in chiave non comica, mi son trovata davanti a difficoltà enormi che, francamente, non credevo avrei riscontrato. Non è un personaggio complesso (se con "complesso" si intende "articolato"), anzi, probabilmente è il più lineare di tutti (di questo parlammo già in uno scambio risalente a qualche mese fa, se non erro), ma forse è proprio questo a renderne ostica la narrazione: ci si ritrova con poco da dire e si finisce per banalizzarlo (questo, almeno, è il mio parere). Ebbene, questo capitolo (questa storia) offre un Thor tutt'altro che abulico, che nel suo modo di rapportarsi agli altri, nei suoi pensieri E nel suo senso di colpa mostra tutto se stesso e lo fa con la solita efficacia ed esaustività. È denso, completo, umanissimo (umanissimo nel modo in cui prova dolore, rabbia, rimorso e nel modo in cui ama) e, visto che facevi menzione alle caratterizzazioni in una delle tue risposte, è IC DA PAURA. |
Io penso che il miglior commento - nonchè il miglior complimento - che si possa fare a questo capitolo sia riportarne il titolo, perchè si tratta di un vero e proprio ritratto di Tony e del suo modo di essere, dipinto con la solita plasticità e con quella capacità di scavare dentro ai personaggi e sviscerarli che, malgrado abbia ormai imparato a conoscere attraverso la lettura dei tuoi lavori, non cessa di sbalordirmi. Le tue caratterizzazioni mi fanno sentire piccola come un granello di sabbia, perchè sono così dense e articolate - e, soprattutto, riescono ad esserlo con poco, senza paroloni e toni altisonanti - da consentire al lettore di toccare con mano i personaggi, di sentirli come fossero fatti di carne ed ossa. Quelli che crei sono autentici tutto tondo - sei una scultrice, sì, e il tuo scalpello è la tastiera (almeno per questa recensione avrei voluto risparmiarti osservazioni stupide, ma aimè, questo è quello che passa il convento, quindi beccate quest'improbabile metafora). Di Tony, così come di tutti gli altri, hai mostrato l'aspetto più tortuoso - l'ho trovato molto cupo, disilluso, pragmatico in maniera quasi spietata, e penso che queste caratteristiche gli appartengano più di quanto la facciata di giullare di corte lasci intuire - e l'hai fatto in maniera estremamente personale (hai fatto "tuoi" tutti i personaggi della storia ed è grazie a questo, secondo me, che anche noi lettori riusciamo a viverli) ma allo stesso tempo credibilissima, senza snaturarlo e senza ricorrere a stravolgimenti. Mi sono innamorata del tuo modo di raccontare il suo rapporto con Pepper - e la stessa Pepper - sin dalla lettura di "Dalla sua parte" ed è stata una gioia IMMENSA, per me che sono una strenua sostenitrice della coppia, trovare un capitolo pieno zeppo di Pepperony. Pepper è una donna con la "d" maiuscola, anzi, è LA donna, e tu rendi pienamente giustizia a lei e alle sue qualità (e qui son di parte perchè è un personaggio per cui spasimo letteralmente). |
La rassegna di caratterizzazioni impeccabili - non soltanto curate e bellissime, ma anche, per il mio personale modo di inquadrare i personaggi, assolutamente condivisibili - prosegue imperterrita (comincio a pensare che riusciresti a valorizzare persino una lavatrice). Malgrado la brevità, ho trovato straordinariamente densa - ed emozionante, come soltanto la tua penna sa essere - la scena dedicata a Frigga e Odino. Si tratta di due personaggi che amo molto e sui quali, come ti rivelai qualche mese, leggerei molto volentieri, e lo farei con il quintuplo dell'entusiasmo se fossi tu a narrarli |
Forse sono io che ho cercato troppo poco o che non ho avuto la fortuna di imbattermi nelle storie giuste, in passato, ma sta di fatto che, prima di questo capitolo, non avevo mai trovato una caratterizzazione di Clint e Natasha, intesi come coppia, così maestosa (mi sa che sarò costretta a fare abuso di questo aggettivo, per colpa tua) e calzante. Trovo (per quanto irrilevante sia il mio parere) che il loro sia il pairing più mortificato dal fandom italiano, che ne offre puntualmente una versione implausibile e stucchevole e distorce i rispettivi caratteri dei due personaggi (questo, almeno, è il mio punto di vista). Riconosco che siano molto difficili da rendere, ma gli obbrobri che ho letto in giro non sono giustificabili in alcun modo (se non si ha la capacità di raccontare un legame, meglio desistere che mettere in piazza certe oscenità) e sono la perfetta antitesi del quadro, impeccabile, che ho ammirato in questo capitolo. Magnifici, sensualissimi, carnali, tormentati, credibili da morire (non fa differenza shipparli o meno, sono stupendi a prescindere dalla personale visione che se ne abbia). Tutti i Vendicatori sono apparsi sulla scena e tu non hai sbagliato un colpo (non che mi aspettassi qualcosa di diverso *cuore*). |
Ho un serio problema con questa storia (e siamo solo all'inizio): la sua bellezza richiederebbe lodi sperticate, ma a me escono soltanto "aw" e versi altrettanto indecenti, e mi sento ingiusta e indegna - oltre che immensamente stupida - a ricambiare cotanto splendore - e spessore, soprattutto - con i miei vaneggiamenti di bassa lega, ma ad astenermi da commenti proprio non ci riesco, pertanto, ancora una volta, armati di pazienza e tollerami. |
Quando, ieri, ho intrapreso la lettura di questa storia, mi son ripromessa di condurla in silenzio. Non perché non avessi voglia di commentare gradualmente, ma solo per risparmiarti il tedio d’esser sommersa, in maniera più o meno quotidiana, da ondate di fangirlismo e amore offerti sotto forma di recensioni insensate e, come al solito, ben lontane dal render giustizia alla bellezza della tua penna. Sapevo sin dal principio che non avrei mantenuto il proposito, ma speravo di riuscire a tenere le falangi a posto almeno per una decina di capitoli, invece gniente. In due parole, te tocca subirmi, e ad intervalli più o meno regolari temo. |