Guarda, l’unico motivo per cui non sto qui a inserire dei puntini di sospensione prima di iniziare è perché probabilmente arriverebbero a essercene circa otto miliardi prima che io possa considerarmi soddisfatta della quantità 📆 – perché otto miliardi deve essere più o meno il numero di puntini di sospensione che ci vorrebbe per esprimerti il silenzio di ghiaccio che mi ha fermato il cuore fino ad oggi e, ammettiamolo, si tratta comunque di un parametro sottostimato alla grande 📋
Che poi la storia è un po’ la stessa con questa intera recensione, io so quando la inizio, ma non ho idea di quando sarò in grado di finirla – e non parlo di una questione di tempo *Dean: “Ma certo che parli anche di tempo, River, perché sei una lumaca” 🐌*, ma di capacità di sopportare tutto ciò che sto per commentare senza che mi tremino le mani dalla paura, dal dolore, dalla rabbia, dal solito maledetto/benedetto turbinio di emozioni di cui tu non finisci mai di farmi cadere vittima 💚
*Sam: “River, forse vuoi considerare la possibilità di rallentare un po’ col melodramma? Non hai ancora finito nemmeno l’introduzione alla recensione” 😅* Ma cosa vuoi saperne tu, Sammo Wammo, che sei un torello primaverile! 🐮 *Sam: “La vogliamo smettere con questi segni zodiacali? Hai dovuto andare su Google per sapere di che segno sono” 😑* *Gabriel: “Lascia, Samshine, ci penso io a lei” 😏* *River affonda senza rimpianti tra muffin e riccioli di cioccolato fondente *
Va bene. Ciao! 🙌
Potrei appena averti lasciato qualche indizio in merito a quanto poco io mi senta adatta, in questo istante, a commentare ciò che tu hai avuto l’ardire di scrivere, pubblicare e usare per shakerare il mio povero cuore in un modo che neanche i frappè banane e cioccolato che Gabriel si ingurgita ogni due per tre *Gabriel: 😋*
Damn, girl… sarai la mia morte *Castiel sviene 🤕* *Dean: “Ti sembra il caso di usare quella parola proprio adesso?!” 😤*
Okay, diamoci una calmata. Ora cerco di darmi una calmata e di rimettermi in linea. Comunque questo è quello che succede quando combini un capitolo di questo genere e la mia fretta di farti arrivare una recensione. Ma non è colpa mia se alla mia sensazione di eterna imperizia nel recensire i tuoi capitoli ha cominciato ad affiancarsi anche l’esigenza di farlo il prima possibile. Sarà uno strano tentativo del mio inconscio, speranzoso di accorciare l’attesa che mi separa dal prossimo capitolo? Probabile 🤔
Probabile, perché quello dello scorso capitolo sarà anche stato il cliffhanger più cattivo che mi sia mai capitato di vedere dopo il finale della quarta stagione dei nostri Poopernatural – io e il co-recensore li chiamiamo così, i nostri Winchesterini belli, ovviamente sempre con il massimo affetto 😊 *Sam e Dean: “Cerrrrrto” 😕😓* – ma questo è probabilmente uno dei capitoli più cattivi che io mi sia mai permessa di leggere nella mia ormai più che decennale storia d’amore con il mondo delle fan fiction – uso “permessa” perché tendo ad avere una resistenza a tutto ciò che è o anche solo somiglia alla morte di uno dei personaggi principali che amo alla follia 💔
Ebbene, penso che ormai, giunte noi due a questo punto, non dovresti neanche avere ragione di chiederti il motivo per cui ho letto e riletto comunque questo capitolo. Ma, nell’improbabile caso in cui ci sia bisogno di questo tipo di reiterazioni, amo troppo questa storia per farmi fermare da… da qualsiasi cosa, credo. Perché quello che è certo è che mai, finora, mi avevi arrecato un dolore pari a questo, mai. Ma anche questi sono dei complimenti, seppur un pizzico più seriosi del solito 👀
Bene, sono andata fuori dalle rotaie già sei o sette volte e non ho ancora iniziato con la trama. Benissimo. Non finirò mai questa recensione *si impossessa di tutti i refreshments di Gabriel e si rintana in un angolino a ticchettare sulla tastiera 🍹🍵🌯🍿🍰🍪🍔💻*
Non ricordo se te l’ho già scritto altre volte, ma sono completamente innamorata del modo in cui utilizzi scene e avvenimenti che apparentemente non c’entrano con la trama principale per far arrivare il messaggio al lettore in maniera dieci volte più potente. Proprio come hai fatto qui, all’inizio del capitolo. Stavo proprio chiedendomi con quale diavoleria geniale te ne saresti uscita per riaprire dopo un cliffhanger glorioso e terribile come quello dello scorso capitolo ed eccoti lì, pronta a catapultarmi di nuovo in cima alla torre e poi ai piedi di essa, già col fiato sospeso 😐
E penso che tu sia stata bravissima a gestire l’intera scena, in realtà. Intendo non solo per quanto riguarda la scelta di quella sorta di piccolo flashback per aprire, ma anche il modo in cui hai inframezzato quel ricordo all’inimmaginabile presente che Dean sta vivendo in quel momento, mentre cade. Non so come spiegarlo meglio, quindi lo dirò così: l’opera di alternanza ha reso in maniera eccellente tutto, la mancanza di tempo, respiro e terra sotto i piedi. Hai trovato un modo di farlo non solo vedere, ma percepire al lettore, con quel principio nel passato di Dean e col successivo alternare del suo conto – tremendo – con altri sfilacciamenti di memoria. Ti direi che è un pezzo potentissimo e indiscutibilmente lo è per me, ma poi come farò a trovare un aggettivo per ciò che accade dopo? Ho già accennato al fatto che tu mi ucciderai, Loth? 😶
Farò una piccola digressione – eh sì mia cara, se tu hai il fegato di pubblicare delle bombe a mano in forma di capitoli come questa qui, ti becchi anche tutte le mie digressioni 📑 *Sam: “Auguri, Loth” 😅* –, qui, dal mio dolore, per parlare un attimo di quella che è stata la rappresentazione del personaggio di John in questo capitolo. Non ne conosco l’esatta ragione, sarà perché era da un po’ che il suo ricordo non sbucava in maniera così prepotente dalle tue pagine, oppure perché ultimamente mi sono ritrovata a tornare a riflettere su di lui come una volta – ma tendo ad attribuire il merito alla tua scrittura, qui 💚
Bene, dicevo, John ha avuto un grosso impatto su di me in questo capitolo, tanto che, oltre agli occhi spalancati di Castiel – di cui OVVIAMENTE parlerò più avanti, signorinella, non pensare che la mia sofferenza sia sufficiente per salvarti ☝– è stato uno delle frasi che hai scritto riguardo a lui a restarmi appiccicata al cervello per tutta la settimana, costringendomi a pensarci e a ripensarci… e a rabbrividire più volte, credici o no. Sono una persona semplice, che vuoi che ti dica *Gabriel: “River, se non cominci a spiegare almeno parte delle tue parentesi aperte e mai chiuse, Loth non capirà mai un’acca di quello che stai dicendo” 🙃*
Allora. John. Per prima cosa, mi ha colpito questa visione di Dean, il suo vedere suo padre sorridergli e accoglierlo mentre la morte gli corre in faccia. E non so nemmeno perché mi abbia stupito tanto, in realtà, perché ha perfettamente senso. Con tutto ciò che la figura di suo padre significa per questo ragazzo, è naturale e anche sottilmente dolce che lui veda John alla fine della sua corsa. Mi ripeto, credo che tutta la mia sorpresa sia legata al fatto che non pensavo al ruolo di John da un po’ di tempo. Però ecco, volevo dirti che mi è piaciuta come trovata. Se avessi fatto morire Dean *Sam: “L’avrei inseguita con un machete fino in Nuova Zelanda” 👿* questa sarebbe stata un’immagine degna e fiera col quale farlo scomparire. Ma sì, poi Sam ti avrebbe inseguito con un machete. E Castiel con un vassoio di qualche cibo a cui sei allergica. Tutte cose brutte. Tutte reazioni esagerate di gente che non sa apprezzare l’intensità di una trama oltre il lutto. Niente a che fare con me, certo. Io sono prontissima ad affrontare l’eventualità che uno dei personaggi più meravigliosi dell’universo abbia esalato il suo ultimo respiro per amore, sul cemento, mentre la distruzione infuria attorno a lui. Non sono per nulla sul ciglio della distruzione interiore ed esteriore, non sono per niente a un passo dalle lacrime, non sono…
*Dean: “River!” Eh? *Dean: “Babbling. So che non ti stavi riferendo a me, ma se non prosegui non ci sarà mai, davvero, una fine a questa recensione” 👉📥* Okay. Respiro profondo profondissimo. Ce la posso fare 😩
Ancora una cosa su John, prima di proseguire, ancora una cosa su ciò che, siccome sono una persona semplice, mi ha fatto sentire le scosse nello stomaco *Gabriel: “Esistono?” 🤔* ogni volta che ci ho ripensato, questa settimana. Mi riferisco al primo flashback di Dean, quello del 31 marzo 2009 – no, non c’è alcuna speranza che io riesca a seguire una qualche parvenza di ordine, in questa recensione. Commenterò tra un momento tutto il resto, tutto l’abbondante macigno di sentimenti che è questo flashback. Per ora voglio solo accennarti a ciò che, non so neanche perché, mi ha fatta precipitare di nuovo nei meandri bui all’interno dei quali penso che John avrebbe potuto sforzarsi un attimino di più nel suo ruolo di padre. È una cavolata, sai, e probabilmente ci sto spendendo fin troppe parole, ma il fatto che, dopo che i suoi figli, ancora ragazzini, sono stati beccati a rubare del cibo e dopo che gli angeli hanno pensato bene di punire Dean dandogli fuoco alle mani a forza di frustate e dopo che Sam, ancora più piccolo, ha visto e ne è rimasto terrorizzato… ecco, il fatto che dopo tutto questo John abbia comunque preso a ceffoni Sam – dandogli anche quelli che in altre circostanze avrebbe mollato a Dean – mi disturba molto ed è uno di quei particolari che, al pari di quelli detti non detti nella serie, continuerà a farmi sbirciare John di sbieco e a farmi chiedere dove finisca il genitore preoccupato e dove inizi il padre abusivo. Voglio dire, se dietro il suo comportamento ci fosse stato un intento educativo (comunque deviato e non accettabile), credo che un padre preoccupato e alla ricerca di un modo per fare sì che i figli non si mettano più nella situazione di essere facili prede della crudeltà degli angeli avrebbe potuto capire che lo spavento – il trauma – di cui entrambi i suoi figli erano appena stati vittime sarebbe stato più che sufficiente per togliere a entrambi la voglia di rubare cibo ai piccioni angelici. Quindi quello che mi viene da pensare è che la punizione di John sia stata uno sfogo molto più che un seppur violento “Guarda, figlio, mi dispiace, ma devo farti capire che non dovrai farlo mai più, perché devo evitare che ti vengano amputati degli arti la prossima volta”.
… mamma mia, quanto sono allergica alla sintesi. Scusa se mi sono dilungata tanto su questa parte minuscola, so che Dean e Sam sono cresciuti così assieme a John e che lo hanno amato e che la vita al servizio degli angeli non è stata gentile nemmeno col loro padre, so che lui si preoccupava per loro e aveva questa sorta di affetto molto rude e winchesteriano con cui venire a patti. Però riflettere su Sam e Dean che cercano di procurarsi qualcosa da mangiare in quell’inferno, vengono scoperti, tornano a casa, il più piccolo le prende e l’unico motivo per cui Dean non si prende una carica di botte da suo padre è che le sue mani sono distrutte… mi fa arrabbiare, e tanto. E ovviamente questa non è una critica alla tua scrittura, anzi, non potrei essere più felice di aver trovato una scrittrice che mi devasta dentro in questo modo, è quello che cerco quando leggo. È solo rabbia nei confronti di John, perché anche dopo tutto questo, penso che avrebbe potuto fare di meglio per i suoi figli. Tutto qui 🙌*Dean: “Noi nel frattempo siamo andati in pensione, River, vedi un po’ tu” 👴👴👴👴*
Va bene, mi schiarisco la voce, bevo un po’ d’acqua e cerco di riprendere il filo.
“[…] poi qualcuno gli sfilò la spina dorsale dal torace e le sue costole — d’un tratto prive di cardini — si serrarono intorno ai suoi polmoni in una morsa infuocata.”
Non so se ti ho mai detto che adoro l’abilità che hai nel descrivere situazioni soggettive appellandoti alla biologia. È un tratto della tua scrittura che ritorna spesso e io lo amo e invidio, è talmente vivido da far impazzire 💜
E ora passiamo ad approfondire ciò di cui parlavo quando ho detto che mi stai lentamente uccidendo:
“Gli occhi rotti di Castiel fissavano un cielo senza nuvole.”
💔💔💔💔💔💔💔💔💔💔💔
In realtà non credo di essere in grado di approfondire più di tanto. Cosa posso aggiungere, oltre ai soliti rimandi al mio cuore spaccato? Mi rendo conto che potrei suonare noiosa, ma se tu ad ogni capitolo alzi la posta, io finisco per ritrovarmi sempre imbrogliata nelle stesse parole, a balbettarle in maniera convulsiva perché davvero, non pensavo potessi arrivare a tanto. Voglio dire, certo, sulla linea di possibilità, certo che Castiel può fare tutto, quella linea è infinita: vivere, soffrire, sacrificarsi, morire. Ma io non ci avevo pensato e, cosa ancora più importante e pressante, non voglio crederci. Non posso permettermi di crederci, capisci? Perché il mio non è semplicemente un debole per i lieto fine, è una sorta di brutta, brutta, limitante necessità di cui mi vergogno molto, spacciandomi come autrice. È uno di quei limiti che, quando scrivo, non riesco quasi mai a toccare, ma che anche nelle storie che leggo mi è difficilissimo processare. Perché per me le storie sono simulacri delle difficoltà della vita, quelle che ho bisogno di sapere si possono superare. Sì, sofferenza e dramma, ma poi datemi il boccale della speranza, vi scongiuro 😭
È esattamente per questo che non posso commentare ciò che Dean vede quando atterra, vivo sul cemento. Perché tutto ciò che scriverei, come tutto ciò che ho letto, mi spingerebbe ancora di più verso la convinzione che Castiel sia morto e io non posso davvero farcela in questo momento. Ovviamente i miei pensieri a riguardo mi rincorrono comunque, non posso fermarli, e nella mia testa è tutto un ronzio di questo tipo:
“Un angelo non muore per una caduta.”
“Sì, ma si è gettato nel vuoto quando non aveva nemmeno i poteri di curarsi qualche ferita, come vuoi che sia sopravvissuto?”
“Un angelo non muore così.”
“Lo hanno torturato fino all’inverosimile.”
“Per favore, qualcuno mi dica che un angelo non può morire così.”
“Gli occhi spalancati, River. Rotti e spalancati.”
“Ma Loth ama Castiel. Lo ama alla follia. Non lo ucciderà mai, non sul serio, sta solo giocando con il mio cuore come ogni eccellente scrittrice ha il diritto e il dovere di fare con coloro che vendono l’anima alla sua immaginazione, alla sua storia… vero?”
“… non lo so. Non lo so.”
E poi è tutto un aggrapparsi di gruppo a quell’ultimo filo di speranza 💦
Ecco, insomma, non so se ti rendi conto di ciò a cui hai dato il via *Sam, spinto in avanti dagli altri tre per distrarre la recensitrice folle: “Ehi, River, che ne dici di concentrarti un po’ sulle parti felici del capitolo? Ne avevi trovata qualcuna, non è così? Dai dai, che Gabriel sta per sfornare le brioche” 😅*
Le parti felici! Me ne ero quasi dimenticata! 😍 Va bene, sono contornate da oceani, uragani di dramma, ma Sam ha ragione, ho un bisogno fisico di aggrapparmici per uscire da questa recensione con un cuore che batte 😌
La dolcezza, l’amore, la profonda devozione che trasuda benevola da quei flashback, qualcuno sia lodato per avermi lanciato una fune di salvezza perché non avrei potuto sopravvivere con il peso di una conclusione di capitolo che mi sbattesse in faccia la disperazione di Dean e mi abbandonasse lì, orfana, con nient’altro in mano. Siano benedetti quei flashback, GRAZIE per avermeli concessi, perché lo splendore dell’amante, del compagno che Castiel è stato per Dean nel poco tempo di cui hanno potuto godere uno accanto all’altro è ineguagliabile ed è riuscito a guarire parte del mio cuore – o perlomeno a sollevarlo un pochettino, perché il dolore di cui hai infarcito il capitolo non si placherà così facilmente.
Ma le premure di Castiel, i suoi tentativi di rincorrere i terrori dell’infanzia di Dean per porvi rimedio, il modo aperto, trasparente e nudo in cui si mette a disposizione di Dean per cercare di essere il meglio che quel ragazzo poteva avere in quel momento, niente miracoli ma nemmeno nessun inutile freno… è meraviglioso. Così com’è meravigliosa la reazione di Dean, il suo stupore, la sua esigenza di provare a fermarlo perché comunque non crede che Castiel debba spogliarsi di se stesso e della propria dignità – come solo Dean crede stia facendo comunque – per farlo sentire meglio riguardo al passato. Quanta, quanta roba in cui sprofondo felicemente 💚💚💚
Credo sia stata una buona idea concludere la recensione su queste note, mi sono tirata un po’ su. E no, non voglio pensare al finale dell’ultimo flashback, non voglio pensare alla realtà, al fatto che quella notte sarebbe bastato così poco perché Dean e Castiel prendessero baracca e burattini e scappassero via, verso l’oceano, verso un’opportunità che sicuramente sarebbe stata altrettanto difficile da realizzare e far durare, ma che, mio Dio, suona come una canzone d’amore alle mie orecchie di shipper spezzata. Non ci posso pensare 💔 Perciò mi concentrerò su quelle poche, accecanti note dolci, va bene? 🙏
Non so se il messaggio sia stato abbastanza chiaro, ma tutto questo casino immenso di recensione non è altro che il modo migliore che ho trovato per subissarti di complimenti. Sei bravissima, il livello di emozioni di questo capitolo è contorto e irraggiungibile e sbalorditivo e non so cos’altro. Io sono piacevolmente distrutta, annientata, e non faccio che pensare al prossimo capitolo con un misto di desiderio e panico, panico bianco e immacolato, nello stomaco. Non so con quali altre parole potrei farti capire quanto mi sia piaciuto ✨
Ah. Non pensare che mi sia dimenticata di Gabriel e Sam e Lucifer, sai? Perché non è successo, oh no. I miei occhi sono vigili, le mie orecchie dritte e il mio cuore in tumulto per loro esattamente come per Dean e Castiel. Oh mio Dio, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego… *and so on*
Un abbraccio fortissimo, per quanto ancora scioccato e tremolante. E a presto 🤗🍁 |