Ciao, carissima^^
Finalmente sono riuscita a dare un ordine logico ai pensieri che mi sono appuntata su questo capitolo. ♡
Innanzitutto mi è piaciuto molto il titolo che hai scelto. Benché il capitolo tratti le vicende di più personaggi, su piani differenti, sembra che la guerra faccia parte della vita di tutti i personaggi coinvolti e talvolta crei anche problemi, sia per i mortali sia per gli immortali.
Sono molto interessanti le riflessioni di Mahati, aiuta il lettore a comprendere la sua prospettiva sulla condizione di secondogenito relegato ad un futuro matrimonio che considera un onere più che un piacere; non ritiene Yozora adatta ed inoltre considera il loro legame un ostacolo, un problema che lo distoglie da questioni più importanti. In aggiunta per la prima volta assistiamo a Mahati in veste di comandante pronto a dispensare ordini dall'alto della sua esperienza.
Mahati dimostra di essere strategico in campo e fuori dal campo nelle questioni più personali. I khai sono rinomati per essere un popolo guerriero, molto fisico in battaglia, invece sanno anche essere molto strategici per sfruttare al meglio la loro forza fisica.
È particolare ed interessante la strategia in cui Mahati crede e con cui è certo di poter sottomettere il nemico. Mostra fiducia negli schieramenti che ha già dispiegato in campo e che non ha intenzione di ritirare dopo l'ombra della sconfitta, poiché equivarrebbe a un sintomo di debolezza, resistere con strategia sembra essere l'unica scelta saggia. Nella strategia dei khai è fondamentale intuire i punti deboli dei nemici, le loro paure che non sono mere minacce e che secondo i khai non rendono onore in battaglia. Il primo obiettivo per vincere è distrarre il nemico, abbassare le sue difese materiali e morali, intimorirlo, incutere dolore psichico prima ancora che fisico, in sostanza far perdere sicurezza al popolo che stanno attaccando. Persino i loro vradak sembrano essere un'arma da guerra che all'occasione sanno sfruttare nel modo migliore.
Dopo l'aneddoto che hai raccontato sulla spietatezza di Mahati comprendo quanto il suo nome possa essere minaccioso tra i popoli, ma anche tra le stesse truppe khai dal momento che non perdona i tradimenti dei suoi comandi, li fa pagare con il sangue e il disonore. In questi termini capisco per quale ragione Yozora tremi al cospetto di Mahati e dei suoi artigli, molto più che davanti a Rhenn.
Mahati valuta che il suo atteggiamento indulgente potrebbe aver portato i suoi frutti per fare in modo che Yozora si abitui alla sua nuova vita e il suo temperamento si fortifichi. Questo stato di riscoperta serenità viene spezzato da notizie dubbie che giungono sia dal campo di battaglia sia da Yozora.
Mahati decide di tornare in battaglia di persona, ma lungo il tragitto la sua determinazione viene troncata dall'incontro con Rhenn e con il suo seguito, tra cui Yozora che agli occhi di Mahati risulta essere molto bella. Un altro dettaglio di questo frangente che trovo sia importante è il fatto che Yozora si sia accorta che Rhenn dopo il mancamento della ragazza tra le sue braccia non le ha più rivolto la parola.
Yozora sembra demoralizzata. Non sa come comportarsi se ogni suo gesto di gentilezza rischia di essere frainteso e di trasformarsi in qualcosa di pericoloso per chi le sta intorno. Ritrova in autonomia la strada per raggiungere le sue stanze, un piccolo segnale di adattamento, ma sente di avere le mani legate.
È stato particolare e suggestivo l'incontro tra Mahati e Yozora, a tratti da cardiopalma. C'è tensione e rimprovero da parte di Mahati, ma allo stesso tempo lui non manca di ricordare a lei il clima di confidenza che dovrebbe esserci tra loro due in quanto promessi sposi, un clima che non prevede riverenze e sottomissioni (sto imparando piano piano ad entrare nella mentalità dei khai).
Il timore che incute Mahati è evidente, Yozora ne resta soggiogata. La soggezione che le incute Mahati non caratterizza il rapporto che lei ha instaurato con Rhenn, le viene spontaneo il paragone, davanti a Mahati non riesce ad esprimere le sue giustificazioni. Con Rhenn si è creato uno pseudo rapporto di fiducia, Yozora sente di non essere in pericolo con lui, lo sente più comprensivo pur nella sua solenne apatia.
Yozora cerca di entrare nelle grazie di Mahati prendendosi la colpa della propria poca intraprendenza davanti al futuro marito. Prova a riverirlo, a dargli ragione e sappiamo che lo fa con convinzione visto che è particolarmente amareggiata per non riuscire ad entrare nell'ordine di idee del popolo khai. Nonostante l'accondiscendenza della ragazza sulle sue colpe (benché sporcata dalla convinzione delle sue scelte sulla base della sua morale), Mahati si infervora e le insegna ad usare la spada come si conviene con molta poca grazia. Mahati le regala piccole perle, dettagli che possono fare di lei una khai, oltre che risparmiarle nuove disavventure.
Agli occhi di Yozora Mahati risulta un'arma letale di per sé senza armi attigue, ciò la frena, la fa sentire debole, svantaggiata, indifesa anche con un'arma tra le mani che non sa per giunta utilizzare. Ma il male peggiore lo fanno le umiliazioni mirate di Mahati, atte proprio a ferirla, dalle quali lei però si difende con uno schiaffo cercando di riabilitare il suo orgoglio in quella posizione scomoda. Gli errori seguiti dal dispiacere di Yozora dimostrano quanto si stia impegnando per adattarsi, penso sia dovuto a questo lo schiaffo verso Mahati, testimonia un gesto di frustrazione.
L'attenzione con cui lui la cura è talmente rara che la mette in imbarazzo. Ne segue una dolcissima quanto sostenuta sfida tra i due, specie dopo che lei ha capito il gioco di Mahati e cerca di sovrastare la sua tempra morale. Alla resa Yozora riesce ad ottenere che il suo nome venga riabilitato tra i khai considerando il suo gesto valoroso.
Il passaggio nell'ultima parte del capitolo ad un piano sovrannaturale infonde prevalentemente sensazioni di pace, un'armonia che viene smorzata da sentimenti propriamente umani che gli dèi serbano nel cuore. Il contrasto tra una natura di pace e sentimenti tormentati è evidente.
Il paesaggio ameno è ben costruito e per questo suggestivo, si accosta bene all'aspetto e all'animo delicato del dio del tempo.
Metti in luce il lato più mortale di questi dèi come il bisogno di ricevere un consiglio, la sofferenza per la solitudine o il bisogno di conforto da parte delle persone care, specie Kalemi per le sue caratteristiche empatiche che non esita a mostrare affetto alla sorella. Entrambi sembrano dèi molto positivi che rifiutano sentimenti di odio e la violenza, la prova è la spada di lui che non è quasi mai stata sfoderata.
Lei, nonostante sia la dea della pioggia e per questo saggia, mostra di essere anche profondamente donna e altruista. Vuole proteggere il fratello dal dolore che le provoca l'amore non corrisposto per il dio della battaglia, il quale è il suo esatto opposto. La dea dimostra di conoscere dell'amato i punti di forza (l'impeto incessante dell'odio che genera tra i mortali e di cui si nutre) e di debolezza (trae alimento dai mortali senza i quali non vivrebbe, alimenta così il suo orgoglio). La dea si sente debole pur essendo una immortale, lei si sente debole davanti a lui per l'amore che prova e per il fatto che non sa come fermarlo. Il fratello la conforta nel modo più sincero possibile invitandola a riporre fede nella potenza del tempo che lui stesso governa come essere superiore.
Mi piace molto lo sviluppo della storia, specie i rapporti che stai costruendo tra i personaggi, e sono molto curiosa sui prossimi capitoli. ♡♡
A presto!
Un abbraccio grande grande
-Vale (sempre tua affezionata lettrice)
Ps perdonami nel caso ci siano pasticci con la sintassi nella recensione, ho cercato di stringere nel limite del possibile. |