[Long Fiction, MOLTO LONG. Work in progress, 50 di ??? capitoli già scritti]
Cosa sarebbe accaduto se Rachel e Quinn avessero usato i loro Metropass? Se li avessero usati con frequenza ogni due settimane, dividendosi fra NYC e New Haven, vivendo la loro nuova vita insieme, conoscendosi a fondo, creando quel legame che, tutti noi sappiamo, Rachel avrebbe sempre voluto avere con Quinn (Don't you understand what you mean to me?)? Ho iniziato a scrivere questa FF alla fine della terza stagione, questa Long è un viaggio di un anno e mezzo (dal dicembre del 2012, fino alla metà del 2014 circa) nella vita di Rachel e Quinn, come, credo, tutti i Faberrians desiderassero accadesse.
Complicata e delicata al contempo, si inoltra nel dettaglio in quello che, a mio parere, avrebbe potuto essere una grande relazione di amicizia e oltre, che in Glee è stata dimenticata troppo presto.
La FF mantiene tutto quello che c'era nel finale della terza stagione, e impercettibili riferimenti alla quarta.
Brittana / Klaine / Tike / Samcedes presenti in piccole dosi.
- Leggete i miei warning all'interno, sono importanti prima di addentrarvi nella lettura di questa FF.

"Draco Malfoy, nonostante avesse quarant'anni suonati e fosse indubitabilmente un Purosangue ossigenato, non era poi così male. Insomma, per essere un noiosissimo adulto che aveva sposato mia madre, avrebbe potuto andargli peggio.
Almeno, questo era quello che pensavo da quando era entrato a far parte ufficialmente della mia incasinatissima famiglia. Pensavo, in effetti, che Draco Malfoy fosse l'ultima persona sulla faccia della terra a cui sarebbe venuto in mente di farmi quel discorso. Così come, d'altronde, pensavo che tra me e Scorpius non ci sarebbero più stati malintesi e che a Hogwarts non sarebbe mai successo nulla di più pericoloso di una lezione del professor Rüf.
Me illusa.
È scientificamente provato che a Hogwarts deve per forza succedere qualcosa di oscuro e misterioso, almeno una volta ogni cinque anni. Quanto al discorso... sì, beh, quello magari si sarebbe potuto evitare..."
SEQUEL DI "PERCHE' SUL CAMPANELLO DI CASA MIA C'E' SCRITTO WEASLEY-MALFOY?!"

Una strana storia che mi ha portato via un'estate, un pezzo di cuore, e tante risate tra le lacrime.
Non fatevi ingannare dal primo capitolo, non c'è una storia di passione tra la protagonista e Damon Salvatore. Mi sono attenuta rigorosamente al telefilm. Ok, quasi rigorosamente. Ma tanto al Beremy non ci crede più nessuno, no?

Elena ha lasciato Mystic Falls per New York, si è creata molte barriere per paura di soffrire e non si lascia mai coinvolgere in storie troppo serie.
Damon è tornato in città dopo una lunga assenza, ha un passato turbolento, molta amarezza, e alcuni conti in sospeso con i Mikaelson, la famiglia più potente della città.
Lei ha paura di amare.
Lui si ritiene incapace di farlo.
E così, quando le loro strade si incrociano, è inevitabile: si incontrano, si scontrano, si attraggono e si respingono.
Il tutto in mezzo a vecchi rancori, trascorsi irrisolti e molte scintille Delena.
AU/AH

Santana vorrebbe solo allontanarsi da quello che rimane della sua vita. Vorrebbe semplicemente passare qualche giorno tranquillo in un hotel di provincia.
Invece scoprirà cosa significa trovarsi nel posto giusto ma al momento sbagliato.

Scoccò la freccia prima ancora di essere davvero pronta.
La corda premeva sotto le dita tremanti, tanto da farle temere di non essere riuscita a colpire il bersaglio.
Mai aveva fallito. A dirla tutta, non credeva neanche fosse una cosa contemplabile.
Poteva davvero lasciarsi trasportare dalle emozioni, sbagliare mira e semplicemente fallire nel suo lancio? Poteva un cupido fare tutto ciò?

[Attenzione: si sono registrati casi di coma iperglicemico | Fluff, Fluff, Fluff e... sì, Delena]
Una storia in cui non succede assolutamente nulla: nessuna rivelazione improvvisa, nessuna preoccupazione... niente di niente.
Solo un giorno di pioggia, tante, tante coccole... e, ehm... altro.
«Damon?» anche se il suo è solo un sussurro, coperto dal ticchettio furioso dalla pioggia, l'uomo in cucina inclina la testa di lato, smettendo per un attimo di trafficare con le tazze della colazione.
Sorride con mezzo volto, allungando la mano verso i fornelli per afferrare la caffettiera e versando il liquido scuro nelle eleganti chicchere di porcellana, mentre risponde alla domanda sottintesa.
«Arrivo subito. Non ti muovere, Elena.» solleva il vassoio, voltandosi verso la porta, giusto in tempo per vedere la ragazza entrare. Lei non l'ha sentito rispondere, evidentemente distratta dal rumoreggiare delle gocce d'acqua sul tetto. Damon corruga la fronte, sospirando.
E così la colazione a letto di bentornato è saltata. Ancora. E dire che dovrebbe avere capito che ci prova tutte le settimane.

Quinn e Rachel, pur essendo diventate molto intime, non hanno ancora definito il tipo di rapporto che le lega, ma entrambe non sembrano essere preoccupate dalla cosa… Almeno fino a quando non insorgono i primi malumori…
Dal testo: "Quinn Fabray aveva una sola convinzione: nulla al mondo era soddisfacente quanto le dita di Rachel Berry.
Fino a pochi mesi prima non avrebbe mai, neanche lontanamente, immaginato uno scenario come quello che, in quel momento, stava vivendo da protagonista ed ora, invece, non riusciva a pensare a se stessa come ad un corpo singolo, diviso da quello di Rachel, diviso dalle dita, dalla bocca e dalla lingua di Rachel."

Hai sempre saputo che questo momento sarebbe arrivato.
Dentro di te, nel profondo, ne sei sempre stata consapevole.
Eppure, tutto questo, non ti rende più preparata.
Niente affatto.
Ti rende solamente più cosciente del fatto che quel che sta succedendo è vero, è quanto mai reale.
E' inevitabile.

AU
Brittany, ragazza tranquilla del McKinley, vuole finire il liceo senza problemi. Cosa accadrà quando una Santana Lopez, completamente cambiata dagli anni precedenti, finirà per entrare nella sua vita?
Dal capitolo I:
"Fu allora che per la prima volta si girò, guardandomi fissa negli occhi.
Dio, avevo sbagliato, non erano marroni.
Erano neri. Come la pece. Un colore che in quel momento sembrava essere un tutt’uno con la sua anima.
Sembrava si stesse scatenando un tornado in quegli occhi, un terremoto, capace di scuotere qualunque cosa, qualsiasi persona.
Anche me.
Un fuoco. Erano occhi come il fuoco."

{con strifylover.}
«Sei stata d'aiuto oggi, davvero, Quinn. Ora potresti rimediare venendo a prendermi per accompagnarmi verso l'inizio della mia scalata sociale?» Scrisse rapidamente con il suo iPhone, mentre dava un'ultima controllata al trucco che cominciava già a risentire del caldo torrido.
Ricordava l'emozione che aveva provato quando Finn le aveva chiesto di uscire, era subito corsa dalla sua amica Quinn, che aveva sistemato gli occhiali sul suo naso perfetto e le aveva sorriso dolcemente.
"Se sei felice tu, sono felice anche io." Le aveva detto e lei aveva risposto con altrettanto entusiasmo, lasciandosi trasportare, come al solito, da sogni improbabili e sicuramente già troppo elaborati.
Un trillo la distolse da quei ricordi, strinse la mano attorno al suo cellulare bianco e sbloccò lo schermo.
«Certo! Sono a tua completa disposizione...» Recitava il messaggio di risposta che aveva appena inviato a Rachel.
Strinse la stecchetta destra dei suoi spessi occhiali tra pollice ed indice, sistemandoli in modo che non potessero darle fastidio, ed emise un rumoroso sospiro nel momento in cui il messaggio era stato definitivamente inviato.

“Cosa dovrei fare adesso? Cosa ti aspetti che faccia?” le domandò la mora con voce tremante guardandola dritto in quegli occhi pieni di lacrime.
“Dimmi che resterai” rispose semplicemente l’altra

Santana non riesce ancora a spiegarsi come si sia ritrovata a lavorare in un Luna park.
Stiracchiandosi nel letto pensa e ripensa.
E la verità è che riesce a spiegarselo eccome.
La sua avventura a Louisville non era certo andata come si augurava.
Non che ne fosse dispiaciuta... Louisville non era affatto il posto per lei.
Ma si era ritrovata di nuovo a Lima senza niente da fare e senza nessuno da frequentare, dato che ai suoi amici le cose stavano andando decisamente meglio

Hermione Granger, nonostante i suoi quarant’anni, era ancora una bella donna. E per quanto schifo potesse farmi l’idea di mia madre che si rotolava su un letto con un uomo che non fosse mio padre (bhe, anche con lui… insomma, credo che a tutti i figli farebbe piacere credere alla storia della cicogna), avrei dovuto immaginare che dopo il divorzio non avrebbe preso un voto di castità. A volte capitava addirittura che mi parlasse dei tizi con cui usciva, e generalmente sopportavo l’idea di lei e un altro piuttosto bene, a patto che non portasse nessuno dei suoi ammiratori a casa. Dio, magari li portava comunque, ma come si dice, occhio non vede, cuore non duole. E figlia non s’incazza.
Di una cosa, comunque, ero sempre stata sicura: mia madre non si sarebbe mai risposata.
… E quando mai io avevo avuto ragione su qualcosa?
STORIA IN REVISIONE

-Hummel, Lopez. Partite tra tre giorni! Buon divertimento!
-Partiamo? - domandò confusa Santana.
-Certo! Abbiamo bisogno di riprese sul campo! Non sapete come si fanno i documentari?
-Veramente no! - provò di nuovo Kurt.
-Bene, avete tre giorni per impararlo! Poi salperete sulla nave oceanografica Nuove Direzioni!