Recensioni per
Scattered pictures
di Hotaru_Tomoe
Inizio col dire che la fanart che ti ha ispirata è tra le mie preferite. Nella sua semplicità, nel suo dire poco ma lasciar intendere molto, io la trovo onestamente una delle fanart più significative del fandom. Quindi personalmente ritengo tu abbia avuto già una solida base di partenza. Certo che ciò che hai costruito è stato davvero notevole. Credo di aver letto tipo centinaia di fanfiction con questo tipo di trama, specialmente anni fa e prima della terza stagione. Quando ancora le speranze le avevamo ed erano più o meno solide, quando ancora si poteva credere che sarebbe andata più o meno così. Leggerla ora e sapendo tutto ciò che è accaduto per davvero ha da un lato un sapore dolceamaro, ma dall'altro mi fa godere probabilmente di più e non solo di quella che è una notevole trovata narrativa, ma anche di un momento di dolcezza che è forse molto più IC di quanto poi non si sia visto in The empty hearse. |
Ciao, dunque... esordisco con un fatto: sono mesi che voglio leggere questa raccolta per bene. Ma siccome è parecchio lunga non mi ci sono mai messa e, anzi, fino a ieri mi dicevo che avrei aspettato le vacanze di Natale in cui ho più tempo. Però oggi, all'ennesima fanfiction scadente che ho trovato ho preso il coraggio a due mani e ho deciso di fare quello che voglio fare ormai da mesi. Così come fu per l'altra raccolta, quella a rating rosso, già diverso tempo fa mi resi conto d'essermi persa dei pezzi anche di questa. Quindi la leggo tutta da principio perché al momento ne ho bisogno come l'aria. So che trovare pessime storie come incentivo per leggerne una che, lo sai già, sarà buona forse non è un granché da sentirsi dire, ma so già che sarà una raccolta di qualità ed è quello che voglio leggere. Quindi eccomi qui. |
E' una storia bellissima, davvero complimenti! Molto dolce, ma al tempo stesso anche triste e malinconica prima che Sherlock si renda conto che il dono che ha ricevuto non significa lottare contro tutto e tutti e cambiare completamente il futuro. Al tempo stesso, però, conoscere ciò che sarà non ha impedito a Sherlock, pur di evitare certi errori, di vivere qualcosa? E’ vero, sono comunque diventati un soldato e un consulente investigativo, però non posso fare a meno di pensare che salvare John e il loro rapporto sia diventata la nuova ossessione della sua vita. E le ossessioni non sono mai una buona cosa. |
ciao, Hotaru-chan! |
Uno è, secondo me, il nodo più aggrovigliato nelle vicende di Sh e John e questo, senza dubbio, è Reichenbach, ciò che ha portato Holmes e Moriarty sul tetto del Barts, e la scelta di come farlo evolvere. Sicuramente, da parte di Sh c'è stato un errore nel calcolo della portata delle conseguenze su John, il cui comportamento successivo ha fatto sì che la scoperta della falsità del "volo" di Sh sul marciapiede sottostante abbia costituito uno spartiacque fondamentale tra un 221b "ante", che ormai si confonde nella mitizzazione del ricordo, e un 221b "post", in cui il silenzio della solitudine ed il buio del rancore e del rimorso fanno degno scenario alla tempesta scatenata da Eurus. Un altro punto focale è il rimpianto, nei due protagonisti, di non aver avuto più tempo, prima, per vivere il loro sentimento. Questa è una nostra proiezione mentale, in quanto nella sceneggiatura delle Stagioni BBC, non si riscontra alcun indizio relativo a questo, ma è un ragionamento tutt'altro che fantasioso, visto che, a mio avviso, la "johnlock" non è solo un'illusione o una forzatura. |
Ciao, ho trovato molto interessante questa storia e a cominciare dal plot iniziale che era piuttosto particolare. Ma anche dai riferimenti a Tesla, che ho scoperto non essere poi così conosciuto come invece credevo. Mi ha fatto piacere trovare il suo nome in una storia e il veder citato il suo genio pazzesco. Un genio, che qui ne coinvolge un altro. Sherlock Holmes. L'idea che Sherlock veda il proprio futuro post The final problem e che faccia di tutto per evitare che succeda, mi ha presa parecchio. Anche se in un primo momento mi aspettavo un viaggio nel tempo vero e proprio e uno spostarsi fisico in avanti negli anni (cosa che però io credo avrebbe preso molte più parole, allungando di molto la storia e quindi alla fine la scelta che hai fatto è molto più saggia), ho poi apprezzato quello che ne è uscito. Sherlock ha una sorta di premonizione e mi è piaciuta l'idea che non solo veda fatti, ma che provi anche i sentimenti di quello Sherlock futuro. Molto IC il fatto che non si stupisca di aver assunto droghe (perché anche se non lo ha già fatto, ci sta comunque pensando), ma soprattutto il suo sorprendersi di essere innamorato di un'altra persona e che questa in una qualche maniera lo ricambi anche. Del post quarta stagione se ne intuiscono gli strascichi e non soltanto nel rapporto spezzato con John (a cui forse Sherlock crede di aver rovinato la vita), ma anche per la propria famiglia. Mycroft e Eurus, specialmente. Beh... quello che è ovvio è che a questo giovane Sherlock, quella serie non è molto piaciuta! XD |
Dovresti scrivere più teenlock, sono bellissime! |
Ciao! |
“…Era sua ferma convinzione…”: inattaccabile il ragionamento esposto con una frase che mi ha colpito per la sua lucidità ed evidenza. Senza dubbio, è dall’interno della mente spietatamente funzionante di Sh che stiamo valutando il comportamento con cui John, da quel primo incontro al Barts, insiste in quella che è una “sterile negazione” di un fatto evidente e cioè che tra di loro non ci sia una semplice amicizia. Quando, come in questo caso, è Sh a prendere l’iniziativa, mi diverto a vedere come John venga rappresentato nelle sue umanissime debolezze, quasi spaventato sia dall’evidenza che la sua sessualità non è a senso unico, sia dalla “portata” dell’interesse che un tipo unico come Holmes ha per lui, reduce frustrato ed economicamente non brillante. Qui, come dici bene, il consulting ha perso la pazienza ed è intenzionato a risolvere, con l’azione, quello che ritiene un “caso” ancora aperto e cioè la natura del suo rapporto con Watson. |
Arrivo, per le mie disordinate incursioni temporali nelle tue ff, a recensire qui, subito dopo “Somiglianze” che mi ha lasciato un senso di tristezza ma di soddisfazione per la consapevolezza di aver letto qualcosa di impegnativo emotivamente ma validissimo dal punto di vista della narrazione di tematiche particolari. Ed eccomi qui, attirata anche dal clima distensivo che caratterizza molte delle “perle” che costituiscono “Scattered Pictures”. Già il titolo ha riferimenti più leggeri e senza angst: proprio quello che cercavo oggi. “…lui, quarantenne eterosessuale…”: ecco il primo sorriso che mi è provocato dalla, ormai comica e patetica, barriera “anti Sh” che John cerca di tenere attiva in un modo o nell’altro, con sempre minor convinzione. L’arma che incrina le sue certezze sono i suggerimenti che Harriet gli invia, che provocano, se non altro, una produzione di ipotesi sui baci tra persone dello stesso sesso, il suo, che mi ha divertito parecchio: mentre le leggevo, quel bacio della buonanotte, quello sul divano… ma il filo conduttore, di cui John si rende conto, è che “l’altro” è sempre Sh. Hai bene rappresentato quell’imbarazzo che l’arrivo di quello vero, non immaginato, provoca in John durante la cena. Poi, la progressione inarrestabile verso la precisa identificazione di “chi” avrebbe fatto volentieri partecipare all’esperimento del bacio con uno dello stesso sesso. Guarda, quel “Bacio alla Spiderman”è una trovata grandiosa, che racchiude tutta la tua capacità di trovare sempre originali soluzioni comiche, non banali. Quella scena, gustosissima diventa, però, una specie di spartiacque verso atmosfere più serie, caratterizzate dalla reazione di Sh che dimostra di essere stato ferito nella sua sensibilità. E questo dimostra che, per lui, John non è solo un amico. Ancora un sorriso immaginando quei due al balcone, come Giulietta e Romeo, poi il finale tenero e caldo come un abbraccio. Bella ff, bella, bella. |
Che bella storia...... totalmente sorprendente, perchè, all'inizio, pensi che Sherlock sia un drogato e John un frustato medico del PS e invece, alla fine, riemerge il brillante consulente investigativo che tutti conosciamo. E, ovviamente, ricomincia il ciclo con quel "cosa ne pensi del violino?". |
In questa, come in altre ff della raccolta, non ci sono grandi drammi, lutti o tragiche incomprensioni: ci sono loro due e basta. Ma questo non è poco. Infatti, rappresentare l’illimitata pazienza di Watson alle prese con la ribelle, scontrosa disistima che Holmes ha di sé ed i suoi capricciosi colpi di testa, è un argomento che richiede conoscenza di quello che li riguarda ed un’ottima capacità analitica dei comportamenti umani. Tu riesci a farli agire, anche nelle situazioni più disparate o disperate, in maniera credibile, realistica come fossero dei nostri vecchi amici un po’ pazzi. |
Un altro inizio, un’altra occasione per ricominciare con la storia di uno degli amori, secondo me, più coinvolgenti che mai abbiano popolato le serie tv. E anche in quest’occasione sfoderi la tua originalità e sensibilità, costruendo un quadro che mi ha veramente intrigato. Infatti non avrebbe sfigurato in un’ipotetica stagione televisiva, così come l’hai raccontato, con un pizzico di romanticismo e, allo stesso tempo, presa salda con la realtà, senza divagazioni nel “romanticume”. Ne è passato del tempo da quando l’abbiamo visto per la prima volta, il nostro consulting, ma le parole con cui, qui, ne cogli l’essenza, hanno una grande capacità di fornircene l’identità, anche psicologica, in una maniera splendidamente IC: “…compostezza ed il distacco…aria aristocratica…portamento fiero…”. Molto intenso, esso pure IC, è il ritratto di John, osservato con attenzione e dipinto con tutta la carica di frustrazione e di rabbia per la sua zoppia e per la tristezza della sua insoddisfazione; in lui fai emergere chiaramente, inoltre, la sconfitta psicologica maturata nella sua condizione di reduce invalido, in cui si vede inutile ed emarginato. La visione di Sh, bellissimo anche per il magnetismo che emana, lo sconvolge positivamente, dandogli il coraggio di fare qualcosa di diverso dalla grigia routine dei suoi giorni: tentare di conoscere quella persona così speciale. Ci riesce ma, non solo: avrà una parte determinante nella cattura, inconsapevole e spontanea, di un criminale. Quello che segue è la giusta conclusione di un fatidico incontro. Fino ad ora una delle ff più belle della raccolta. Brava. |
Già il titolo è accogliente e parla direttamente al cuore, quindi possiamo presumere da subito la carica di dolcezza che ci arriverà dalla lettura di questa tua ff. Purtroppo si deve superare la visione di Mary e della sua ambiguità, ma ci hai risparmiato scene isteriche e dialoghi stressanti alla ricerca di un salvataggio, impossibile, per un matrimonio che, forse, non c’è mai stato realmente. Per chiudere ti sei servita abilmente di quel significativo silenzio di John di fronte alla domanda se lui era in grado di continuare ad essere un marito. Chiudo con una frase che non voglio vada persa in quanto ha tutto il significato di quello che è l’amore per sempre e nonostante tutto, come quello tra Sh e John“…Non andare dove non posso raggiungerti…”. |
Forse l'ho già osservato in qualche precedente recensione ma, questo mio "vagabondare" in ciò che hai scritto, senza precise scalette temporali, praticamente dal 2012 ad oggi, mi ha permesso, oltre naturalmente a leggere pezzi molto validi che avevo perduto, e non ho ancora finito, anche ad avere una visuale ampia e completa del tuo modo di raccontare le cose. La tua caratteristica più evidente è il tuo eclettismo nell'adeguare lo stile narrativo al contenuto: la tua capacità ironica, a volte espressione di una vera e propria comicità, si fa da parte quando, nel caso di questa ff, bisogna raccontare di un grande amore, unico ed irripetibile, di fronte al quale, il divertimento si trasforma in sosta piacevole per gustarne l'atmosfera morbida e rassicurante. La consapevolezza di aver, finalmente, intrapreso un cammino l'uno accanto all'altro, la dolcezza dello scambio di continue, mute conferme di ciò che nessuno potrà mai portar loro via, la costante attenzione al benessere dell'altro (bellissimo quel John che “fa il giro del letto e si inginocchia di fianco a Sherlock” per tranquillizzarlo), l'aver completato, anche fisicamente, la dimensione di un sentimento che non permette intrusioni. Tutto questo ed altro è contenuto in questa ff, che mi è piaciuta particolarmente anche per i toni sfumati e l'atmosfera di dolcezza che la connota. Rigorosamente IC, la sollecitudine di John e l'affascinante instabilità di Sh, che si fondono in quell'ultima splendida immagine di un trovarsi senza più bisogno di parole. |