Recensioni per
Scattered pictures
di Hotaru_Tomoe

Questa storia ha ottenuto 351 recensioni.
Positive : 351
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/05/17, ore 16:10

Questa non è una semplice ff, una piccola parte della tua raccolta, che per altro, io sto gustando molto volentieri anche se è datata: questa è un mondo intero. Di sensazioni, di incubi, di desideri inconfessati, di momenti in cui si ride di fronte ai riferimenti comici nei confronti di un John maniacalmente preoccupato per Sh. E poi c'è, soprattutto, un grande amore che riesce, finalmente, a trovare la via per uscire e vivere. Durante la lettura, sorprendentemente, passano davanti agli occhi, rievocate dalle tue speciali descrizioni, così aderenti alle trame, le immagini dei vari film in cui Cumberbatch non ha avuto un ruolo proprio felice, a cominciare dallo strazio di "Third Star”, alla tragica cavalcata di “War Horse”, per non dimenticare le fantasiose vicende de “Lo Hobbit” e quelle non tradotte in pratica, se non erro il fim non fu girato con Ben, che riguardano Mallory. Non hai dimenticato neppure “The Imitation Game” e “Little Favour”. Il filo conduttore che attraversa tutta la ff è l’ossessione di John per la vita di Sh, incubo che gli ha lasciato il trauma vissuto ai piedi del Barts, mentre Sh volava giù. L’argomento è serio, ma il tuo modo di svilupparlo si serve di quella tua originale e valida capacità di seminare ironia e divertimento in un modo non scontato e banale: come ti si presentino in testa certe idee, come quella, per esempio, del “parapetto di sicurezza in ferro battuto”, per me è sorprendente. Le tue battute, poi, sono piacevolissime, “…Si tratta de "I Visitors": Già, dopo l’incubo di Smaug che muore… La conclusione rappresenta, per John, la soluzione migliore per sfuggire, una volta per tutte, ai suoi incubi e la dimostrazione di cosa sia veramente Sh per lui e, per quest’ultimo, la conquista di un qualcosa di grande che non trovava la sua espressione. Questa è una delle “Scattered Pictures” che mi è piaciuta di più, soprattutto per la sua geniale costruzione.

Recensore Master
11/05/17, ore 23:50

“…John valutò se prendere a craniate…”: ne ho scelta solo una , ma di frasi come questa ce ne sono molte altre e rivelano quella vena ironica, che tu possiedi e che, ogni tanto, ovviamente in ff dove è possibile farlo, lasci uscire libera, dando vita a situazioni veramente divertenti. Quello che si muove in questa storia e nel caso da risolvere, è un John che, a causa dell’astinenza e del dover convivere quotidianamente con quell’inesauribile fonte di tentazioni che è Sh, è divenuto simile ad una mina inesplosa, carico di energia (sessuale) repressa che, da qualche parte, deve poter esplodere. Niente, infatti, è più adeguato alla sua pericolosa “alta pressione” di quella descrizione con cui lo ritrai nella cattura del criminale di turno (“una informe massa ringhiante piovutagli addosso dalla rampa delle scale”). Geniale. Molto divertente la scena sul set del film porno. Quello che segue, poi in camera da letto, è proprio gustoso, anche perché si può immaginare l’espressione di John mentre discute con una sua bizzosa parte anatomica. Definisci come “cretina” questa storia ma, nelle palate di angst che ci travolgono spesso a causa delle complicazioni geneticamente connaturate a quei due, qualche momento in cui divertirsi ci vuole. Complimenti.

Recensore Master
09/05/17, ore 23:48

Era da tanto che non leggevo più ff in generale, ma di loro due specialmente.. e niente, le tue sono magiche come sempre, mi fanno tornare ai bei momenti in cui sherlock mi faceva sognare come nessun'altra cosa.. grazie. Una perla questa storia

Recensore Master
08/05/17, ore 23:31

Una piccola ma intensa ff che ha l’immediatezza di una foto e la dolcezza di un momento unico e travolgente. All’immediatezza di John, che vive le sue emozioni in maniera semplice e spontanea, affianchi uno Sh disorientato e sotto shock. Ed è il motivo che ci provoca tenerezza perché il grande consulting, che sa destreggiarsi tra criminali e scene del delitto tra le più sconvolgenti, si trova quasi paralizzato di fronte a quello che è il suo matrimonio. É l’accogliente umanità di John che lo riporta nella realtà e che gli fa pronunciare quelle toccanti parole che sono una magnifica dichiarazione d’amore (“…sei sempre stato tu…”).

Recensore Veterano
08/05/17, ore 07:48

Ho sempre pensato di non gradire molto l'inserimento di nuovi personaggi, ma tu hai dimostrato che non è una tecnica ad essere apprezzabile o meno, piuttosto come la si utilizza. E tu lo fai egregiamente. Il personaggio di Chloe, infatti, è presente ma non invasivo o ingombrante ed così ben caratterizzato dal punto di vista psicologico, è così genuino, che non si può fare a meno di apprezzarlo. Mi è piaciuta la spiegazione che fai del comportamento di Chloe, in breve hai descritto un evento che l'ha scioccata e quindi l'ha spinta a cambiare i propri modi di fare e a riconsiderare l'attenzione prestata alle persone. Si sente la forza che spinge questo personaggio, il suo preoccuparsi per gli altri, anzi per il benessere degli altri. Questa storia mi ha dato delle belle sensazioni, in generale posso dire che sto amando tutta la raccolta. Alla prossima!

Recensore Veterano
08/05/17, ore 07:09

Wow. Io davvero non ho parole. Mi sento di dirti che questa e una delle storie più belle che io abbia mai letto in questo fandom. E mi sto facendo una bella cultura di ff! No davvero, è semplicemente fantastica, meravigliosa. Del tipo che alla fine sei in depressione perché ne vorresti leggere ancora e ancora e ancora e ancora. Credo sia la prima storia dove i nostri due protagonisti vanno in vacanza e fanno veramente i turisti e questo mi è piaciuto tantissimo! Hai descritto tutto in maniera eccelsa, mi sembrava di essere quasi lì con loro. Le descrizioni dei paesaggi, del cibo, i giri in moto. Davvero, tutto straordinario, sono senza parole. Quanto ho adorato la caratterizzazione dei personaggi! Hai descritto uno Sherlock che è forse quello che preferisco, pronto a sacrificarsi per il suo John, interamente e unicamente interessato al suo benessere. Ma anche la catarizzazione di John è frutto di un grande lavoro, tutto il percorso psicologico che compie. Guarda davvero io vorrei inventare nuove parole per continuare a congratularmi con te! Tra l'altro avresti potuto terminare la storia con loro due a letto, invece ho apprezzato davvero tanto il fatto di darci un'occhiata scorcio sulla loro vita due anni dopo, dopo il loro matrimonio. Mi hai riempito il cuore di gioia. Che altro dirti? Solo un'ultima cosa: scrivici il seguito durante la luna di miele!!!! Alla prossima, leggere ciò che scrivi mi sta dando grandi soddisfazioni!

Recensore Veterano
08/05/17, ore 02:11

Ma questa storia è PERFETTA. Ha tutto: originalità, amore, pathos, dolcezza, divertimento, sentimento. L'idea delle morti cinematografiche di Benedict sottoforma di incubi di John è una genialata. E Sherlock che poverino sopporta tutti gli scleri del dottore. Però anche povero John, effettivamente ci sta che sia traumatizzato dopo un tale evento. Dovrebbe essere realmente terrorizzato da Sherlock in vicinanza di: finestre, balconi, tetti e terrazze varie, ponti e qualsiasi altra cosa si trovi in altezza. Sto leggendo tutta la raccolta e mi sta piacendo tantissimo, anche se non ho commentato sotto ogni capitolo. Qui però ci tenevo a farlo e a farti i miei complimenti. Sono felice di aver recuperato questa meraviglia! Io continuo nella mia lettura dei prossimi capitoli, a presto!

Recensore Master
05/05/17, ore 22:36

Anche se siamo nel post Reichenbach, l’atmosfera sembra essere tornata quella delle prime due Stagioni della Serie, perché non c’è la presenza, per me ingombrante di Mary, e i due personaggi principali sembrano essere ancora coloro per i quali è ancora valido il “noi due contro il resto del mondo”. Addirittura John sembra proprio essere rientrato nei panni del “Tre Continenti Watson”, alla caccia di piacevoli serate in dolce compagnia. Quel loro riguadagnare la tranquillità del 221b, dopo la positiva risoluzione di un caso, mi ha ricordato piacevolmente l’inizio di tutto e precisamente la splendida scena finale di ASIP (“…Cena?..”). Domina fin dall’inizio un John energico e solare, contrapposto ad uno Sh più crepuscolare, malinconico e sfuggente e, agli occhi del suo “coinquilino, non sfugge questa sua particolare ombrosità, che sembra proprio diversa dalla sua consueta teatralità.
Mi è piaciuto molto il paragone che hai usato per descrivere con efficacia la sorpresa e l’imbarazzo del consulting di fronte alla soluzione che John gli prospetta di dormire con lui (“…Sherlock si blocca, come un cervo accecato dai fari di un’automobile…”): spavento, stupore, disorientamento, incapacità di reazione. Questo stato d’animo di Sh lo metti in contrasto con la tranquillità di John, veramente deciso ad aiutare chi soffre di qualcosa che lui ha conosciuto bene. L’affetto per Sh lo fa diventare un porto sicuro, un approdo in cui trovare la pace. E tutto questo lo concentri nei vari atteggiamenti dai quali traspare tutto il suo interesse per l’altro, ma quella che mi ha intenerito di più è quell’immagine iniziale dei due a letto insieme, con John che si mette a leggere pacificamente un libro ma poi, vista l’inquietudine di chi ha vicino, interrompe quel passatempo così consueto e comune. Piacevole anche il modo con cui descrivi quello stringersi inconsapevole a John che Sh fa durante il sonno: diventa un orso, una piovra, una pianta rampicante, un prezioso tessuto a cui Watson tiene al di sopra di tutto (“… lo ritrova sempre drappeggiato su di sé…”). Il tuo modo di scrivere scivola con facilità, senza intoppi cervellotici verso la fine che ha la dolcezza di un abbraccio. È tutto così naturale e rassicurante, qui; la presenza di un John così accogliente e coinvolto è veramente ben inserita nel contesto di quello che è il vero problema di Sh e cioè la sua incapacità di rimanere senza il suo “conduttore di luce”. Un bel pezzo, che s’inserisce armonicamente in quella raccolta di momenti indimenticabili che hai fissato nella tua raccolta.

Recensore Master
05/05/17, ore 13:28

Credo che questa sia la prima volta che vedo trattato il tema degli incubi su Sherlock invece che su John, che è quello che mostra (nella serie) di avere questo problema. Mi è piaciuta l'idea di Sherlock che non solo ha segni di cedimento dopo i famosi due anni, ma che fa di tutto per tenere John con sé, perché teme che prima o poi se ne vada. Analizzando a fondo questi due aspetti di Sherlock che vengono fuori secondo me molto bene in questa tua storia, si nota la complessità caratteriale del personaggio che non è stata messa da parte. Da una parte c'è un uomo profondamente segnato da anni di "lotte" e torture, di inseguimenti e di una vita lontana da casa e dagli affetti, due anni che hanno davvero lasciato qualcosa dentro di lui. Un uomo che ha dovuto fare scudo contro tutto il male che riceveva e che anche quando torna a casa, ed è fuori pericolo, continua a nascondersi e a fare finta di nulla, a non parlare con nessuno dei propri problemi. Anche se gli incubi non c'entrano con le torture e i traumi subiti, ma hanno a che fare con John, io credo che in qualche modo c'entri la paura di Sherlock di soffrire ancora dopo tutto quello. Se fosse una paura più superficiale e data solo da un sentimento come l'amore, io credo si manifesterebbe in un'altra maniera, invece viene fuori con gli incubi. La paura che John se ne vada è penso il perno dell'intera storia e si capisce che è un terrore vero e reale, per Sherlock, non solo da sogni che lo tormentano o da lui che cerca di non dormire, ma anche dalla maniera, molto dolce lo ammetto, con cui Sherlock prova a tenerselo stretto. Che è proprio quell'altro aspetto di Sherlock che ho apprezzato tanto ovvero questo suo modo infantile quasi di affrontare i sentimenti. Infantile non nel senso dispregiativo del termine, ma assolutamente in positivo. Diciamo inesperienza. Un modo "sherlockiano di vedere la vita e le emozioni". Crede che John un giorno se ne andrà, perché si sposerà, perché vorrà una famiglia e lui che ha da offrire? Peccato, o per fortuna, John non ha intenzione di andarsene. Che belli questi universi in cui Mary è solo il nome del pesce rosso o della madre della regina... XD

Non credevo ci sarebbe stato un finale romantico, pensavo che Sherlock e John avrebbero accettato che dormire insieme fa bene a tutti e due. E invece qualcosina c'è, molto delicatamente e senza esagerazioni fluff o erotiche che siano.

Alla prossima!
Koa

Recensore Master
03/05/17, ore 22:06

Suggestiva la fanart che hai scelto per questa storia, altrettanto riuscito il tuo pezzo. Mi ha suscitato molta curiosità l’inizio della ff con il ricordo di quel Greg bambino che ha una brutta esperienza con l’apnea e volevo proprio vedere a che cosa ti serviva tutto questo. Bene il delineare così il suo carattere estroverso ed immediato, incapace di trattenere qualsiasi emozione, come il respiro in piscina ma poi mi hai fatto divertire accennando alla fatale coincidenza capitata nella vita sentimentale di Lestrade e cioè l’assurdità di “essersi messo con un uomo che viveva in apnea”. Sei grandiosa nell’immaginare le situazioni più inimmaginabili e renderle perfettamente credibili: sai creare collegamenti efficaci e ricchi di potenzialità narrative. La descrizione della vacanza in cui Holmes impara finalmente “a respirare”, con quel gesto tenero e spontaneo di prendere per mano il compagno, è distensiva e rassicurante: il tuo modo di scrivere è decisamente eclettico e bene si adatta a tutte le situazioni. Una bella storia, anche questa.

Recensore Master
03/05/17, ore 21:36
Cap. 12:

Ho da poco recensito “Ghiaccio, neve e pioggia” e vedo che questa è la tua prima Mystrade. Proprio come dice il titolo, questa breve ma intensa ff è fatta di “attimi”, momenti di intensità e di passione, lontani da tutto quello che costituisce la routine, a volte soffocante, della vita quotidiana. Soffocante soprattutto se, come in questo caso, il cuore è richiamato altrove. Noi partiamo con Greg per andare all’incontro con Mycroft e percepiamo la sua attesa e la speranza di essere chiamato. Quando si apre la porta di quello che può sembrare uno squallido ed anonimo monolocale, però, scopriamo che Holmes è già lì, che aspetta Lestrade e questo non è proprio da “iceman”, è un atteggiamento rivelatore di chi è innamorato di qualcuno e lui lo è. La tua scrittura è coinvolgente, scivola regalandoci emozioni vissute di nascosto perché il mondo non rovini tutto. Ben scritta, breve ma ricca di significato

Recensore Master
03/05/17, ore 16:13

Continuo con tanta nostalgia nel recupero di ciò che hai lasciato nel 2012, quando, noi sherlocker, johnlocker e chissà che cosa, eravamo abbagliati totalmente dalla novità di questa Serie appassionante che, secondo me, è la più coinvolgente degli ultimi anni. Ora siamo un po’ acciaccati da tutto il marasma da cui siamo stati travolti fino alla terribile, ma bellissima, quarta Stagione, però si leggono e si rileggono con piacere le cose più valide che ci riportano quel clima di complicità e di unicità che rende ineguagliabile il 221b e tutto ciò ruota attorno ad esso. Uno dei temi su cui non mi sono soffermata molto, all’inizio, sinceramente, è la traccia della Mystrade, ma non perché io sia un’incallita cultrice della Johnlock, bensì in quanto, allora, non sono riuscita a coglierne del tutto l’accenno in quello che stavo seguendo grazie alla BBC. Io non ho fatto un’indagine in merito, sarei da ricovero, ma penso che questa ff sia tra le prime che trattano l’argomento. La descrizione iniziale di ciò che è realmente Mycroft e del perché venga chiamato “iceman”, è perfetta e completamente adeguata al personaggio ed al suo modo di affrontare i problemi ed i …parenti. Al suo gelido essere al di fuori del coinvolgimento umano nelle altrui difficoltà, opponi in modo efficace il candore abbagliante e rasserenante che rappresenta Greg ed il suo essere così generoso e disponibile. Ghiaccio e neve, appunto. Mycroft rifiuta il contatto con un’emozione che ritiene pericolosa per il suo autocontrollo, affezionarsi a qualcuno non è mai un vantaggio, questo se lo ripete da sempre. Ma io penso che poterlo fare diventerà la salvezza., il riuscire ad avere un cuore. E questo Sh l’ha capito. Bella ed emozionante, la tua ff.

Recensore Master
02/05/17, ore 10:42

Mi piace quando la narrazione di ciò che accade, o può accadere, tra Sh e John viene filtrato attraverso lo sguardo di una terza persona, estranea alla serie, assolutamente nuova. In questo modo, secondo me, si ha una visuale diversa, oggettivamente inconsueta, della storia tra i due. Qui c’è la prospettiva dei fatti osservata da una ragazza che lavora in un bar, ma non una giovane donna qualsiasi, bensì una che ha già avuto modo di sperimentare la traumatica esperienza di assistere ad un suicidio. Questo fatto traumatico l’ha spinta, poi, a cercare di percepire, prestando maggiore attenzione ai clienti, se qualcuno può avere bisogno magari di una parola buona, non si sa mai, forse così un piccolo aiuto avrebbe potuto salvare una vita. In quel bar entra John, la prima volta evidentemente con Mary, e l’incontro gli lascia addosso, come percepiamo attraverso lo sguardo attento di Chloe, un’ “aria stanca, quasi esausta”. Quella persona falsamente bionda, falsamente accomodante, gli sta facendo del male. L’incontro successivo fa sentire in apprensione la ragazza perché teme che il perdersi malinconicamente nei suoi pensieri, come sta facendo quell’uomo biondo, guardando fuori dalla vetrina, sia una spia di un malessere molto grave. Poi, con un tocco narrativo geniale ed emozionante, doni alla scena un sussulto (come a me) coinvolgente, di sollievo, quando entra l’ “uomo alto, dai capelli scuri e avvolto in un pesante cappotto”. E, mentre Chloe sente l’invito dolcissimo di questo sconosciuto all’uomo biondo (“…Torna a casa, John…”), espresso con tutta la tenerezza che una mano posata sull’altra può accompagnare concretamente, si vola letteralmente verso un finale che lascia la sensazione di un solido abbraccio. Un ritorno a casa. Una delle storie più belle di questa raccolta, secondo me.

Recensore Master
01/05/17, ore 23:10
Cap. 17:

Ho trovato molto efficace l’uso della seconda persona nel racconto, per meglio farci entrare in sintonia con ciò che succede nell’animo di Sh. Quest’ultimo, infatti, si trova scosso di fronte alla reazione offesa di John: il medico ha reagito chiudendo violentemente la comunicazione, con quello sbattere la porta. L’errore di Sh è stato il suo anteporre la logica del lavoro a quella della considerazione che Watson abbia molto sofferto per l’essere stato lasciato escluso dal meccanismo della sua (finta) morte. La consapevolezza che tutto potrebbe finire per l’imperdonabile leggerezza che ha compiuto, senza pensare al dolore dell’altro, nel sentire riaperta una terribile ferita, lo abbaglia con la sua livida possibilità. E ce lo rappresenti in modo forte, in tutta la disperazione causata dall’eventualità della fine della storia con John, accucciato, senza più forze, per terra. Ma ci regali una conclusione emozionante in tutto l’amore che l’abbraccio di Watson esprime, stringendo quel “dannato idiota”.

Recensore Master
27/04/17, ore 15:30

Anche in questa ff della raccolta, trovo, da te rievocata con tenerezza e partecipazione, l’atmosfera più suggestiva al 221b, quella che vede Sh e John come un’unica entità a se stante, il resto del mondo è fuori. Hai caratterizzato, come sempre con leggerezza ed un pizzico d’ironia, il loro vivere insieme, tra lo stravagante distacco di Sh dalla vita pratica (la biancheria, che lui non ha certo lavato, lasciata lì) e la dedizione quasi commovente di John che si occupa del suo “non più amico” anche per quel che riguarda gli aspetti più banali, ma necessari, della quotidianità. La malinconica ma affettuosa rassegnazione di Watson alle prese con i cassetti del consulting, ingombrati dalle cose più assurde in quel posto, come dei tergicristalli, viene però scossa da un ritrovamento inaspettato e cioè quello della foto di uno Sh molto giovane, agghindato per il suo ultimo ballo delle superiori. Bello e regale, già da allora. Idea geniale la tua, per far esprimere a quei due la grandezza del loro amore. Suggestivo il quadro con i vari “What if” che ricostruiscono una ipotetica situazione, molto intrigante e dolcissima. Come sempre hai caratterizzato i personaggi con un piacevole tocco IC che li ritrae nelle loro prerogative più uniche.