cazzo.
ma boh è tuttoo così sxdrfvhbnkjm in questa storia!
brutta notizia.
ti devo lasciare un recensione penosa o mamma mi stacca le ovaie D:
ora ti copio e incollo il capitolo, ti consiglio di farlo nelle recensioni ccccccc:
love yaaaaaa xx
Aprii la porta distrattamente troppo attenta a non dividere il contatto tra le nostre labbra, troppo impegnata ad imprimere nella mente quel sentimento di casa, di famiglia che mi stava trasmettendo.
Le sue mani sfiorarono i miei fianchi distrattamente, nonostante avessi capito perchè aveva ritirato le sue mani, credeva di farmi male.
We're like diamond in the sky.
Come se fossi un diamante, cose se potesse rompermi.
Le sue mani mi percorsero famelicamente la schiena desiderandomi.
Mi sentivo amata.
Brillavo di felicità.
Shine bright like a diamond.
Piano piano sentivo le sue dita scorrere sempre più in basso, accarezzò le fossette di venere sorridendo sulle mie labbra "le ho sempre odiate" sussurrai riprendendo contatto con la sua lingua.
Aveva un distinto sapore di fragola e panna e in quel momento, come mai in vita mia, mi sentii a casa, "Chupa chupa alla fragola?".
Scosse la testa sorridendo palpandomi dolcemente il fondoschiena "Haribo".
Haribo, come quelle di Harry.
Potevo collegare una semplice parola a loro? Tutto era collegato a loro, nonostante le situazioni diverse.
Riprese un contatto visivo con me che non transigeva deviazioni, i nostri occhi erano nati per essere uniti, ma forse non in quel modo.
La situazione si era creata così, per sbaglio.
Una birra di troppo.
"Charly ti voglio" sussurrò, quasi inconsciamente.
Mi afferrò per i glutei facendomi saltare addosso a lui, legai le mie esili gambe attorno al suo bacino e, come se non avesse nessun peso addosso, arrivò senza fatica al letto.
Sentivo la sua erezione pulsante sul mio ventre, sentivo il suo respiro dolce, ma affannato, sul collo mentre era intento a farmi un succhiotto ben visibile.
Strattonai la sua maglietta ai bordi sfiorando sbadatamente il suo membro, il ragazzo si lasciò sfuggire un genito soffocato. Gli doleva.
"Charly ti prego" pregò.
Charly.
Levai frettolosamente la maglietta, studiando il suo corpo non troppo scolpito, ma perfetto.
Accarezzai i fianchi dolcemente definiti, si intravedeva una leggera peluria al di sotto dell'ombelico, ci strofinai lentamente le dita arrivando a strisciare sul bordo dei boxer "Charly per favore" ansimò "fai qualcosa" soffiò sui miei capelli "mi fa male" supplicò come un bambino. I suoi occhi erano serrati, gli apparivano delle piccole rughe affianco e lo rendevano ancora più sexy.
Respirava affannosamente mentre giocavo con l'elastico dei suoi boxer dopo che avevo tolto già i suoi jeans.
Feci per togliere ogni impedimento che portava il contatto dei nostri corpi quando mi prese e mi posiziono delicatamente sotto lui mentre puntellava le bracci ai lati della mia testa per non pesarmi.
Sentivo i suoi occhi sul mio corpo, ero nuda davanti a lui, in ogni senso.
Sentivo che mi stava leggendo.
Improvvisamente con una spinta forte entrò in me, una lacrima solitaria mi uscì dall'occhio destro e lui con un dito l'asciugò, probabilmente pentendosene.
Era eccitato, mi voleva, ma non voleva darlo a vedere, si sentiva troppo vulnerabile forse. Ma mentire davanti a me così non aveva senso, sapevo che si stava vendicando.
"Ti odio Charly" sussurrò al mio orecchio mentre continuava a spingere.
Soffiò sul mio lobo facendomi gemere "Ti odio perchè ti amo e per te questa è una scopata qualunque" continuò.
"Ti odio perchè non ami me neanche la metà di come ami lui" ansimò poi.
"Ti odio perchè non sono abbastanza per te" scossi la testa "No"
"Ti odio perchè non sarò mai la ragione della tua vita; ti odio perchè infondo ti odi anche te; ti odio perchè io preferivo quella che sorrideva e che mangiava ogni cosa commestibile; ti odio perchè questa non è la Charlotte che conoscevamo" continuò di getto senza fermarsi.
Qualche gocciolina cadde dalla sua fronte sulla mia mentre cercava il mio sguardo.
Io lo evitavo in ogni modo "La colpa è vostra"
"Ed è per questo che odio anche me stesso" finì.
"Charlotte" sussurrò venendo al mio interno.
"Lou"
Si sdraiò accanto a me.
"Complimenti Charly" mi sussurrò sorridendo "Sei riuscita far del male anche a me" abbasso lo sguardo sempre sorridendo malinconicamente "ma questo male non si avvicina nemmeno all'immagine di te e Niall felici assieme"
Mi stava fissando un'altra volta con quell'aria di chi la sa lunga.
Ma che cazzo sai tu!
Non sapeva niente di me e pretendeva capirmi guardandomi negli occhi?
Cioè precisiamo che nemmeno io mi capisco, come protebbe capirmi lui?
"Hai mai pensato, Charlotte - disse enfatizzando il mio nome in modo che io capisca bene - che probabilmente loro l'hanno fatto per farti stare meglio? Per cercare di diminuire il dolore della lontanaza sia a te che a loro stessi?"
Si, Charly, e se fosse stato quello il motivo?
Scossi la testa freneticamente "Se ne sono fregati" ripetei per la centesima volta.
Ero stanca di continui convincimenti sul perchè se ne fossero andati, se prima era l'uncia cosa che volevo sapere, scoprire e chiedere ora non me ne poteva fregar di meno.
Se n'erano andati, quello era il danno.
Il fine non giustifica i mezzi.
Mi stringevo convulsamente il polso, come se volessi imprimerla ancora di più nella pelle quella cicatrice.
Ero stanca, avevo smesso anche di combattere contro me stessa, sentirmi dire continuamente che la colpa non era loro non aiutava di certo.
Oltretutto quell'uomo barbuto se ne stava lì inerme ad ascoltare tutti i miei problemi mentali e non, e non parlava, non commentava.
Stava lì a studiarmi, come se fossi uno stupido libro scolastico, probabilmente avrei preferito, almeno la mia minutezza sarebbe servita a qualcosa.
Sarei stata amata da tutti gli studenti se ero sottile perchè equivaleva a non dover studiare molto.
"Charlotte, ragiona" mi consigliò pacato.
Cavolo arrabbiati, urla, ma non startene lì.
Dammi della pazza, della stupida, della brutta, ma dai segni di vita.
Nemmeno Jackson quando cercava di aiutarmi a smettere se ne stava davanti a me inerme nonostante non mi urlasse addosso.
Mi spiegava i valori, mi spiegava i motivi.
Jackson..
Perchè te ne sei andato?
Ora sono con te.
Il mio letto scricchiolò sotto il mio peso, nonostante fosse di appena 35 chili, fu l'unico rumore che quella sera regnò nel mio appartamento se non vogliamo contare il casino che continuava a creare la mia testa.
E se fosse vero?
Il dolore che ti hanno creato è stato peggiore di quello che tu hai dato a loro.
"Loro erano cinque, io ero sola" sussurrai più all'aria che a me stessa.
Avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse senza che mi giudicassero, senza che assentissero ad ogni affermazione.
Ma chi ti ascolta se le persone che possono sono i protagonisti dei tuoi discorsi?
Oh yeah!
Ciao bamboleee, o bamboli nel caso ci siano degli essere maschi (?)
Avete visto che brava? Ho aggiornato prestissimo!
Occhei finalmente qualcuno che scopa in sta storia!
Charly e Louis:)
Avevavte capito che era Louis?
Lol, se non l'avevate capito, ora lo sapete!
No occhei, addio ragazze, vado a ucccidermi per tutti i compiti che ho!
Dannati proff!
Adiossss!
Vostra Lù xx
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PS: GRAZIE PER LE 18 RECENSIONI AL CAPITOLO PRECEDENTE! SPERO CE NE SARANNO ALTRETTANTE QUA :D |