Fino ad ora abbiamo:
-Una madre superficiale che vive nel suo mondo, prende le misure col suo braccio e non si allarma per la dichiarazione di infelicità della figlia, perché esula dai suoi schemi mentali.
Quindi la mia precedente supposizione sulla madre di Yukari pare trovare conferma.
E secondo me quando Yukari le dice di non essere felice e l’altra le dà dell’ingrata è un passaggio molto rivelatori, proprio perché ha “tutto” secondo la donna, dovrebbe essere un campanello d’allarme quella confidenza. Invece no.
-Un fidanzato che un po’ non capisce e un po’ non si sa spiegare (ma che potrebbe mandarla a quel paese se si stufa ma dà l’impressione che non lo farà)
Quindi su Ryo si riaffaccia quel 1% di possibilità che Yukari possa esserne innamorata perché l’insoddisfazione non deriva solo dalla mancanza di amore. Si può amare molto qualcuno ma essere comunque infelice.
Ryo cerca di rendersi utile, perché vede comunque il suo futuro con Yukari, ma dice le cose nel modo sbagliato. Ormai dovrebbe sapere quanto l’argomento sia spinoso, e invece di dirle intanto di andare da lui e cercare un lavoro là, di iniziare magari dando delle ripetizioni, le parla, non dico come se fosse un capriccio ciò che desidera nella vita, ma non la fa sentire supportata.
Lui ha seguito il suo percorso, sta realizzando i suoi sogni e non capisce che lei vuole la stessa cosa, o non riesce a farle capire che le sta solo offrendo una spalla.
-Un padre attualmente solo decorativo
Ma questo mi innesca un “campanello d’allarme” su che ruolo potrà avere.
Ipotizzo che sarà quello che darà una svolta a tutto. O supportandola e facendole aprire gli occhi o facendola scappare. È stato troppo in disparte fino adesso.
-Una protagonista amareggiata, che cerca una via di fuga, che rimpiange l’occasione sfumata tanto da farne un chiodo fisso, ma non riesce a buttare via ciò che per tutti è il suo futuro, Ryo. Forse perché ancora non lo sa, forse perché spera che trovando un lavoro riacquisti soddisfazione e risollevi il suo rapporto, forse solo per paura, forse perché pensa (anche inconsciamente) che una volta indipendente economicamente potrà dare un taglio netto con tutto.
Lei vuole cavarsela da sola ma non prende nemmeno in considerazione l’idea di trasferirsi da Ryo “sdebitarsi” occupandosi delle sue “commissioni” e intanto cercare un lavoro in città.
Forse perché vede la cosa come una “trappola” (non da parte di Ryo) una “gabbia” per i suoi sogni, arrendersi. Forse non vede lì con lui il suo futuro, o lo vede, non lo vuole e non affronta la cosa a livello conscio?
Forse però se vuole fare la maestra dovrebbe usare le tecniche di “manipolazione” dei bambini per rimettere in riga la sua famiglia.
Nella risposta alla mia precedente recensione mi viene fatto notare che le storie non posso essere paragonate perché sono cose diverse.
Sotto certi punti di vista concordo. Ma su altri no. In quando uno scrittore si evolve attraverso i suoi personaggi. Le FF ci danno la possibilità di vedere “la stessa persona” attraverso occhi diversi.
Qui non solo vediamo gli stessi personaggi attraverso gli occhi di questa autrice, ma anche inseriti in contesti e antefatti differenti
Trovo interessante il lavoro di queste storie (che ok non le ho ancora lette tutte ne ne mancano alcune) dove viene dato un carattere di base similare a data persona, forse è l’idea che l’autrice ha di loro, cosa più che normale, e poi li inserisce in situazioni e/o ambianti diversi.
E credo che non riconoscendo la cosa, non facendo alcun paragone di “costruzione” del personaggio e delle storie, sarebbe uno sminuire il lavoro fatto.
Quindi Yukari ha quasi sempre quell’indole altruista che la porta a voler svolgere un tipo di lavoro utile ad aiutare il prossimo. Qui vuole fare la maestra. Ma qui non le va dritta al primo colpo. Il lavoro non procede liscio e veloce come un treno. Invece di trovare le sue soddisfazioni si trova porte chiuse e deve fare i conti col rimpianto di quel no che non voleva nemmeno dire, cosa che lo rende più pesante. Questo da ragazza felice e solare, quale è, è piombata nel buio.
La cosa finisce per trasporsi sul piano fisico. A meno che non abbia un problema fisico o Ryo non ci sappia proprio fare, è la sua insoddisfazione emotiva e mentale a crearle un blocco fisico.
Quindi, visto che mi piace provare a immaginare cosa potrebbe accadere, con soddisfazione se indovino, con soddisfazione se vengo sorpresa, ho degli elementi in più proprio in base alle altre storie, con la ricerca di qualcosa di diverso, e con l’utilizzo di alcuni schemi più o meno fissi.
Forse stavolta la chiave per sbloccare Yukari potrebbe non essere l’amore (che potrebbe arrivare dopo) ma il sesso fine a se stesso. Con qualcuno da non associare a un futuro prefissato. Che non la vede in un determinato schema. Qualcuno con cui non avere alcuna aspettativa.
Solo il presente.
Se la sua infelicita si rispecchia nel sesso, che il sesso da fuochi d’artificio possa sbloccala mentalmente?
Sugli schemi che si ripetono mi riferisco ai genitori.
Di solito hanno un ruolo preciso.
I padri, anche quando parlano un’unica volta, servono a smuovere le acque. Nel bene o nel male. Un supporto, o un calcio nel sedere di cui i figli hanno bisogno, o una mazzata.
Le madri, per i figli maschi tendono a essere decorative. Per le femmine tendono a essere utilizzate come degli specchi, dove è bello guardarsi, o dove si vede tutto ciò che non si vuole, un confronto fra due mondi. O forse più come degli schermi tv. Ho l’impressione cioè che l’autrice le l’utilizzi in modo tale che le figlie si vedano con gli occhi della propria madre. E ciò che si vede può essere un conforto o può far male.
Infatti Yukari qui soffre. Vede ciò che la madre vuole, che la madre è certa la sua vita sia perfetta così, che sia quasi ingorda nel volere altro e non essere felice nel non averlo e faccia capricci, sminuendo il suo dolore, e facendola diventare dura e quasi incattivire nelle sue reazioni.
Se fosse più aperta le suggerirebbe ad esempio di parlare con Ryo di ciò che sente. E la storia prenderebbe un’altra piega.
Ciao Ciao |