«Hai pianto?» mi chiede, distraendomi e mettendomi in imbarazzo: evidentemente è palese quello che ho fatto fino ad un minuto fa.
Per qualche secondo mi limito a fissarlo, facendomi consolare dalla sua espressione preoccupata, ma poi scuoto la testa e mento. «No.»
Mentre abbasso lo sguardo, per impedirgli di scorgere altre verità così semplicemente, il silenzio piomba su di noi: io, nella mia testa, lo sto riempendo di tutte le cose che vorrei dire, di tutti i “mi manchi” che vorrei confessare. Chissà lui con cosa lo sta rimpiazzando, dentro di sé.
Posso provare a chiederglielo, però.
Racimolo un po’ di coraggio e torno a guardarlo. «Zayn…»
«Ho bisogno di te», mi interrompe lui tutto d’un fiato, prima che io possa dire qualcos’altro.

Lei, Madison Lake, incinta a 17 anni.
Lui, Louis Tomlinson, diventa padre a 19 anni senza saperlo, poiché parte per l'America.
Si rincontreranno dopo più di tre anni, con qualche imprevisto.

-Sei un fottuto stronzo.- sputai.
-Io.. si, è vero. Hai ragione.- disse.
-Perchè sei qui?- lo squadrai da capo a piedi. Era bagnato fradicio, tante goccioline cadevano dai suoi capelli sul suo volto.
-Mi mancavi.- sussurrò.

Gli punto l’obiettivo contro, e gli scatto una foto.
Lo vedo irrigidire –Che stai facendo?-
-Una foto?-
-E che ci fai con la mia foto?-
-Sono tua fan.. me la sbaciucchio per bene tutta la notte, o direttamente ci faccio sesso-
Okay l’ultima parte potevo risparmiarmela, guarda che faccia che ha, è bianco latte.
Gli scatto un’altra foto, è troppo buffa quest’espressione.
-Sto scherzando Niall- aggiungo, che figura.
Adesso pensa che io sia una pervertita.
Una pervertita che fa sesso con una fotografia.
Di male in peggio.
Lo guardo, lui cerca qualcosa nella tasca del suo giubbotto.
Tira fuori il suo Iphone bianco, me lo punta contro.
-No non ci provare neanche!- dico, ma lui ha già scattato.
-Ora posso fare sesso anche io con una foto- conclude, ridendo.

Luke posava il vassoio sul tavolo, vicino a Calum, come ogni giorno all’ora di pranzo.
Lo salutava tirandogli una leggera pacca sulla spalla, sorridendogli, ricevendo lo stesso gesto dal moro.
Si sedeva vicino a lui, e ogni giorno, aveva sempre qualcosa di nuovo da raccontargli.
Non si accorgeva, però, che lei era sempre lì, a fissarlo.
***
-Spiegami come fai a bere quella sottospecie di bevanda- continuava il ragazzo, sorridendole, non accorgendosi di quanto letale fosse quel sorriso: le fossette più evidenti, gli occhi che sorridevano con le labbra.
-Con la bocca?- rispose Sibylle, mordendosi il labbro per l’idiozia appena detta, ma che provocò in lui una risatina timida, che lei trovò semplicemente adorabile.

Cammina tranquilla, con i capelli scuri lasciati sciolti, un paio di occhiali da sole.
Ha pianto.Ha pianto per me. Mi sento.. colpito.
Ha un paio di jeans chiari addosso e la maglietta dei Green Day che ha indossato quando è venuta per la prima volta a casa One Direction. Rimango a fissarla qualche secondo prima di capire che devo muovermi. Il taxy è a pochi metri da lei e me la porterà troppo lontana.
Non posso lasciarla andare, sono innamorato.

- ALLORA TU NON FARE LO STESSO SBAGLIO! - urlò così forte da far temere a Daehyun che anche qualcun altro potesse sentirlo - Non sai quanto detesti me stesso, quanto mi odi e maledica tutte le mie occasioni perse! Tutte le volte che l'ho guardato e distolto lo sguardo quando anche lui guardava me, tutte le volte che l'ho sognato, desiderato e me ne sono pentito, tutte le volte che ho fatto sesso con una donna sperando di fare l'amore con lui, e quell'unica, stupida volta in cui sono morto e il mio ultimo pensiero è stato sempre e comunque lui. -
Daehyun rabbrividì nel vedere delle lacrime solcare le guance magre di Himchan.
Incredibile, anche gli spiriti erano in grado di piangere.
- Come sei morto Himchan? -
Per la prima volta Dehyun aveva interesse per qualcuno, qualcuno che non fosse se stesso o il suo Youngjae.

Lui, figlio di papà e donnaiolo. Sicuro di sé? Decisamente troppo.
Lei, l’unica che riesce a fronteggiare quell’ammasso di arroganza e stronzaggine, l’unica che non si fa ammaliare da quel sorriso, forse.
Una foto, un ricatto.

Mi volto verso Louis e gli do' una botta sul braccio, poi quando ho catturato la sua attenzione indico la ragazza col mento per accertarmi che non sia un'allucinazione mattutina da carenza di zuccheri. Nel momento in cui vedo che la mette a fuoco so di non essere pazzo e mi aspetto che abbia la mia stessa reazione, ma invece fa solo un'espressione come a dire: ci può stare, è carina.
Vorrei dirgli: "carina? Quella ventenne è l'amore della mia vita.", ma ovviamente non posso. Nella metro tutti hanno sonno e c'è troppo silenzio.
Così estraggo l'Iphone dalla tasca e gli mando un messaggio: "Come faccio a parlarle?"

"Ti amo" mi dice sorridendo."E' da otto mesi che spero che tu me lo dica...e io ti amo ancora come se fosse il tre Ottobre,se non di più" in questo momento la mia vita non potrebbe andare meglio di così.Il ragazzo migliore del mondo mi ama e me l'ha detto in questo posto splendido pieno di rose.Non scorderò mai questo giorno.C'è odore di pioggia e siamo in piedi davanti un centinaio di Rose rosse e bianche,ancora asciutti.Il vento mi fa flutture i capelli e le mie guance sono sicuramente arrossate dalla vicinanza di lui.Ormai è sera,mi rendo conto di essermi persa il tramonto e ne rimango delusa.Ho la sensazione che quei ultimi raggi di sole sarebbero stati davvero importanti, senza un motivo preciso, come le ultime gocce di Nutella nel barattolo."Resterai con me?" gli chiedo in un sussurro quasi sopraffatto dal cupo rombo di un tuono.Il vento ci avvolge, mandandomi una ciocca di capelli sugli occhi.Zayn mi stringe a se,è così vicino che sento il suo odore sulla mia pelle e i nostri respiri si mischiano."Per sempre" risponde lui.

Karen odiava Zayn Malik, con tutta sé stessa. Era la persona più egoista, vanitosa e antipatica che avesse mai conosciuto.
Tanto stronzo quanto misterioso.
Ed era il fratello della sua migliore amica.
**
Cinque ragazzi, il divertimento, il sesso e una scommessa.

Cosa c'è di più romantico della matematica? Cosa c'è di meglio di un professore che si diverte a fare cupido?
«Sei come la matematica.»
«Complicato?» mi chiese avvicinandosi pericolosamente a me.
«No, odioso.» e me ne andai dal corridoio, lasciandolo solo.