Ciao bellissima! Eccomi! Hai visto? Sono riuscita a passare dopo essermi lavata i capelli, sei contenta? c:
Il capitolo è bellissimo e dolcissimo! ;) *-* <3
“Oh, Louis, piccolino, mi sei mancato tantissimo, lo sai?” esclamò, dandogli un bacino sulla guancia. Lui sorrise. Per tutto quel tempo l’assenza di Erin si era fatta sentire in casa mia. Aveva pesato e non poco. Io e anche il piccolo, avevamo bisogno di lei, era inevitabile. La piccola peste non aveva fatto altro che cercarla per un mese intero. E io non ero stato da meno.
“Anche tu, Erin! Louis fa schifo… tu sei più meglio a raccontare storie!” balbettò, circondandole il collo con le braccia. Erin rise e mi fece una linguaccia.
“Cosa dobbiamo fare con questo cattivone?” disse, alludendo al nostro discorso di poco prima.
“Ora vuoi che te la racconto io una storia?” chiese. I suoi genitori la guardavano stupiti, incapaci di darsi spiegazioni su come si fosse creato quel rapporto tra i due. Mia mamma aveva raccontato che Louis era figlio di un mio cugino, morto con la fidanzata in un incidente stradale. Però aveva omesso di dire che viveva con me e che io da un po’ di tempo vivevo praticamete con Erin.
“Sì! Quella di Spider Man e Cenerentola!” gridò, entusiasta. Blake e le mie sorelle lo guardarono perplesso.
“Erin mischia sempre le favole, mentre gliele racconta, così Louis si diverte di più” spiegai, spinto dall’istinto di parlare. Lo dissi in modo naturale, come se noi fossimo ancora insieme, come se nulla fosse cambiato ed Erin fosse venuta a casa mia tutte le sere a raccontare le fiabe a Louis.
“Oh, capisco…” mormorò Blake, confuso. Ma era evidente che il problema non fosse più capire quali favole contorte ascoltava il bambino, quanto quello di rendersi conto che ero ancora attaccato ad Erin, più del dovuto.
“D’accordo… allora l’Uomo Ragno e Cenerentola! Blake… ti va di fare Spider Man?” domandò quindi. Blake si fece ancora più confuso e mi guardò in cerca di spiegazioni. Era degradante: di solito lo facevo io Spider Man! Erin ci fece cenno di seguirla in salotto, lasciando i suoi genitori e mia madre in cucina.
“Oh… di solito facciamo le scenette quando gli raccontiamo le storie ed Erin ricrea tutta l’atmosfera… fa le facce buffe e le voci diverse!” spiegai, di nuovo. Blake annuì.
“Uhm… okkei… e cosa dovrebbe fare Spider Man?” chiese.
“Deve salvare Cenerentola dal lupo cattivo e portarla nella casetta di caramelle e cioccolato!” esclamò Erin, come se fosse un’ovvietà. Mise Louis sul divano e lui cominciò a battere le mani sui cuscini facendo rumore e inneggiando a Spider Man, entusiasta. Sospirai e mi sedetti al suo fianco. Quel giorno non ero niente per lei. Non ero l’uomo ragno, non ero un supereroe, non ero niente, solo il suo ex ragazzo! Non lo trovavo affatto giusto, odiavo fingere. Erin diede i ruoli alle mie sorelle, che avrebbero dovuto prender parte anche loro nella favola, poi cominciò a raccontare. Mi persi nel mondo fantastico di Cenerentola, ma mi resi subito conto che la favola non mi interessava molto. Ero più preso da Cenerentola, dalla mia Cenerentola. Si comportava in modo così naturale da essere nata per quello, per far divertire il piccolo Louis e per far divertire me, in tutti i modi in cui poteva. Erin mi metteva il sorriso anche solo facendo finta di aver perso una scarpetta di cristallo nella casetta dei sette nani. E non sapevo come ci riuscisse, ma io pendevo dalle sue labbra. Se lo avesse detto lei, forse avrei persino potuto credere che la terra fosse piatta.
“E i sette nani possono sfidare Spider Man?” domandò Louis, evidentemente divertito.
“Oh, non solo! I sette nani lo battono anche!” esclamò Erin, dando una spintarella a Blake. Le versioni delle storie di Erin cambiavano sempre, era impossibile stare dietro ai suoi viaggi mentali, ma la nostra piccola peste capiva tutto e si divertiva da morire. E io adoravo vedere Louis ed Erin felici, era tutto quello che potevo chiedere. Mi ritrovai a fissare il profilo dolce di Erin e il suo corpo che ormai era diventato la terra di tutti i miei sogni. Credevo di conoscerne ogni singolo millimetro.
“Ehi!” esclamò Blake dandomi una gomitata. Sobbalzai e cercai di guardare lui, distogliendo lo sguardo dall’oggetto dei miei desideri.
“Che… che c’è?” chiesi, colto alla sprovvista. Lui rise.
“Hai finito di guardarla come se fosse l’unica ragazza al mondo?” domandò, facendo un cenno con la testa.
“C-cosa? No, io… cioè…”
“Dai Louis, lo capirebbe anche uno scemo! Tu sei strapreso da mia sorella!” mi interruppe. Scossi la testa. Ero davvero un’idiota! Era fin troppo evidente. Erin mi piaceva da morire, fin troppo ed era evidente che fosse così, mi era troppo difficile nasconderlo.
“Perché vi siete lasciati?” chiese. Compresi che era appena arrivato il momento delle domande. E io non sopportavo gli interrogatori. Senza Erin non avrei saputo come cavarmela.
“Non poteva funzionare” dissi semplicemente.
“E speri che io ti creda? Sforzati un po’ di più, almeno!”
“Non voglio che tu mi creda! Voglio che accetti i fatti!” lo liquidai, forse con un po’ troppa freddezza.
“Senti… Erin ha due anni in meno di me, ma è sempre stata la più matura, tra noi due. Era un po’ il cervello tra di noi, la parte razionale, insomma. Ho sempre saputo che sarebbe stata speciale. E so che sa quello che vuole. So che crede nelle sue convinzioni e so che sta aspettando il grande amore. Lei è la sognante Cenerentola che aspetta il suo Spider Man. Sta cercando il super eroe che la salvi dal mondo logico e ordinato in cui vive per portarla in un altro mondo. Conosco Erin da 21 anni, conosco Erin da tempo sufficiente per poter dire con certezza che sta aspettando un ragazzo che la guardi così come la stavi guardando tu, esattamente come la stavi guardando tu! E non negarlo!” Restai a fissarlo per qualche secondo, completamente stordito dalle sue parole. Io dovevo essere il suo… Spider Man? Forse aveva ragione… forse Erin stava davvero aspettando me.
“Ho dovuto lasciarla perché mi hanno costretto. Sono infilato in un casino più grande di me. Se Erin fosse rimasta con me… le avrebbero fatto del male” dissi, tutto d’un fiato. Non ce la facevo, non ce la facevo proprio a fingere che Erin non fosse una delle persone più importanti della mia vita.
“Oh…” mormorò semplicemente. Erin era ancora presa dal racconto, aveva deciso che Blake non era un buono Spider Man e lo aveva tolto dalla fiaba.
“Scusa… io… non avrei dovuto dirtelo. Ora sarai preoccupato per lei, ma…”
“No, non sono preoccupato per lei… non se tu non la fai soffrire…” mi interruppe, fissando sua sorella, ancora assorta dai suoi favolosi viaggi.
“Ho provato a lasciarla, prima mentendole e poi cercando di convincerla che sarebbe stato per il suo bene, ma poi sono tornato sui miei passi. Lei… ha insistito e io non so dirle di no. Io… sono innamorato di lei. Stiamo cercando di mantenere il segreto sulla faccenda, il più possibile.” Blake mi diede una sonora pacca sulla spalla.
“Hai fatto la scelta giusta, amico! Tu amala e io sarò muto come un pesce!” Non sapevo cosa mi avesse spinto a confessargli tutto, ma era certo che ora avremmo avuto un complice in più, almeno.
“Non devo pagare anche te, vero?” chiesi, per sdrammatizzare. Blake mi fissò confuso, aggrottando le sopracciglia.
“Ah, mia sorella ci ha visti mentre ci stavamo baciando!”
“Allora cercherei di migliorare la tecnica, fossi in voi! Non mi sembrate molto bravi a mantenere i segreti!” disse, ridendo.
“Avete fatto amicizia, voi due?” chiese Erin, interrompendo il nostro discorso.
“Può darsi” rispose Blake, ammiccando.
Amo Blake! <3 *-*
Questa parte é esilarante e alla fine lascia poco all'immaginazione:
“Tyler mi ha chiesto di vederci questo fine settimana” confessai, guardandola.
“Accetta. Io mi nasconderò in qualche cespuglio e vi spierò tipo 007”
“Te l’ho mai detto che sei la ragazza migliore del mondo?” domandai. Erin storse le labbra.
“Migliore di tutte quelle che ti sei passato sicuramente, non ho dubbi!” Sospirai, esasperato.
“La smetti di rinfacciarmelo?” chiesi, divertito.
“Aspetta… quante erano? Jasmine, Samantha, Carol…” Me lo aveva chiesto una volta e, siccome non volevamo avere troppi segreti tra di noi, avevo deciso di parlarle delle mie ex, che poi non erano state precisamente ex, ma solo comparse veloci ed indolori nella mia vita. Nessuna aveva lasciato il segno, nessuna fino ad Erin. Lei non era gelosa, non nel modo tradizionale, almeno. Odiava quelle cose e non potevo darle torto, ma per dimostrarmi che, in fondo, un po’ lo era, mi prendeva amorevolmente in giro ogni volta che ne aveva l’occasione.
“Carol è stata la peggiore!” ribadii, facendole una linguaccia. Erin sollevò un sopracciglio.
“Beh… signorino, brava come me non ne troverai nessuna, credimi!” disse, stringendomi le guance con le dita a mo di pizzicotto.
“Mi sa che hai ragione!”
“Aspetta mi ricordo di una, una volta… cosa aveva detto? Quella era stata esilarante… sembrava un film comico più che un porno… solo che non mi ricordo cosa aveva detto… cavolo!” mormorò, cercando di ricordare qualcosa che una delle ragazze aveva detto una sera.
“Credo ce l'avesse con la mia lingua” le ricordai, ammiccando. Erin rise, diveritita.
“Sì, certo! Tu sei il re… non stai zitto un secondo, la lingua la usi sempre per dire cazzate!” esclamò, facendomi un occhiolino. Bastò un secondo perché Erin si ritrovasse tutto l’impasto della torta in faccia e sui capelli. Mi fissò allibità, levandosi la farina dalla bocca.
“Tu! Come hai osato?”
“Così impari a prenderti gioco di me!” Erin prese le uova e, prima che potessi scappare, me ne tirò una in testa.
“Uno a uno, Tomlinson!” mi sfidò, guardandomi. Cercai qualcos altro da tirarle addosso, poi però mi bloccai. La presi per la vita e la sollevai da terra.
“Ripensandoci… ora avremmo bisogno di una doccia… e sai che non mi piace farla da solo!"
Non vedo l'ora di sapere come continua, mi avvisi appena posti il prossimo capitolo, per favore? *-*
Ciao bellissima, a presto, spero! :** (Recensione modificata il 19/05/2013 - 11:00 pm) |