Rientro volentieri nella tua long che è così carica di emozioni da sembrare avvolgere, chi legge, in un mondo di luci e colori particolari e positivi. L’inizio del capitolo continua in quell’atmosfera magica che ha caratterizzato il precedente. “Magica” nel senso di energia meravigliosa di coppia che dilaga in mille forme, in mille espressioni. Infatti, quello che mi piace a proposito del modo con cui affronti le tematiche che sfociano nel rating rosso, è lo scorrere del sentimento in ogni gesto, in ogni atteggiamento che trovano, così, un meraviglioso substrato di motivazioni che trascendono la pura e semplice fisicità: John fa “delle cose” perché ama profondamente Sh e quest’ultimo risponde con altrettanta gratitudine nei confronti di chi lo fa sentire bene e provare sensazioni nuove e travolgenti. Ovviamente, accanto all’essergli grato per le attenzioni che gli dedica c’è, soprattutto, il grande sentimento che li lega e che li racchiude in un mondo tutto loro, fatto di tenerezze, d’impulsi travolgenti, di esclusiva attenzione l’uno per l’altro.
Questa è la tua magnifica dote che fa trascolorare il rosso di situazioni esplicite in un tante sfumature più evanescenti, più impalpabili, meravigliosamente luminose.
Scusa della conferenza sull’estetica riguardante il rating in particolare ma, a parte gli scherzi, mi piacciono molto la delicatezza ed il rispetto per quello che attiene all’espressione umana del “Mi piaci moltissimo, al di sopra di qualsiasi altra cosa. Ti amo” che, purtroppo in altri testi viene sviluppata in maniera rozza e scontata.
Da te nulla è volgare o gratuitamente forte. È necessario e bellissimo perché ci si ama. Punto e basta.
Dicevo che l’atmosfera del capitolo precedente è dilagata anche in questo e si realizza in quell’immagine, quasi svagata, di quello Sh che studia amorevolmente il corpo di John, come fosse il caso più interessante della sua vita, e lo è, in effetti. La sua formidabile intelligenza, ora, si accompagna ai moti del cuore, ai sentimenti che rendono nuovo e splendido tutto ciò che riguarda quell’uomo che dorme accanto a lui. Fai fermare il tempo in sguardi minuziosi, in un delicato indugiare con gli occhi sui particolari di un’anatomia che, per lui, diventa un meraviglioso paesaggio di cui si sente partecipe ma con, ancora, le ansie e le incertezze di un esploratore titubante. In effetti il tuo meraviglioso Sh, ora, non ha più l’arrogante chiusura di fronte agli altri: John mette a tacere, con il suo grande cuore, il suo patologico senso di superiorità dandogli pace e liberando, in lui, il desiderio di essere umano ed amato per quello che è.
Un po’ di “vecchio” Sh c’è, comunque, ed è quello che studia minuziosamente, con atteggiamento quasi scientifico ed in cerca d’indizi, chi gli dorme tranquillamente accanto e non s’accorge di tutta quell’attenzione riservatagli, si potrebbe dire, per “risolvere” il “caso” di quell’amore così grande. Infatti Sh è da te descritto alla ricerca di tutto ciò che gli mancava per conoscere tutto di John; a questo proposito, ho trovato molto suggestiva quell’immagine in cui egli si sofferma ad esplorare delicatamente un punto particolare del corpo di John, saggiandone, quasi con venerazione, anche la consistenza della pelle con tocchi delicati.
Proseguendo con la lettura, ci accorgiamo che stacchi, in modo secco e coerente con il nucleo narrativo che segue, dall’atmosfera avvolgente e lontana dall’intrusione del mondo circostante, riportando la nostra attenzione su quel dannato casale dove Sh ha rischiato di venire ucciso o, perlomeno, violentato. Ce lo presenti all’inizio del viaggio verso la destinazione attinente al caso che li ha visti protagonisti, che guida tranquillamente. Ma, appena arrivato sul piazzale, i terribili ricordi e le emozioni legate ad essi lo sopraffanno. Però con lui, ora, c’è John che gli fa capire la sua presenza semplicemente “sfiorandogli il dorso della mano”.
Ed anche qui, nella descrizione del luogo dove sono ora, ritrovo la tua caratteristica e sorprendente capacità di adeguare il registro stilistico al contenuto del testo. In effetti si tratta di un ambiente in cui Sh ed anche John hanno sofferto e provato paura. Per quanto riguarda Watson dobbiamo ricordarne anche la rabbia e la tensione nel vedere l’uomo di cui è innamorato trattato come un oggetto. Quindi sono parole forti quelle che usi, che colpiscono per la livida atmosfera di violenza e morte che rievocano (“…puzzo…carcassa gigantesca…bestia…” ecc…). Persino il silenzio delle stanze vuote li circonda “denso e pesante” ed i ricordi sono “torbidi come melma”. Bellissimo quel passaggio (ma è tutto convincente e davvero di qualità, qui da te) in cui, mentre stanno esplorando l’edificio, Sh, aggredito dalla terribile carica delle esperienze avute lì, si gira verso John e la sua ricerca di sicurezza e di conforto si perde nel blu degli occhi dell’altro, che gli trasmettono coraggio e gli restituiscono il senso di una familiarità protettiva e, ormai, duratura. Direi che questo è stato il punto che ho preferito rispetto ad altri.
il capitolo prosegue, sviluppandosi su una altro aspetto che, stavolta, riguarda Molly. Riprendi il “sospeso” che, secondo me, era rimasto in TFP, a proposito del “Ti amo” che Sh aveva pronunciato alla Hooper da Sherrinford, sotto la diabolica minaccia di Eurus.
Un momento imbarazzante, grottesco, crudele nei confronti della donna che, da sempre, è innamorata di Sh, con la triste consapevolezza che quell’amore è disperato ed inutile perché non ricambiato.
“…Le hai detto di noi due?..”: qui sta il punto cruciale. Ora Sh, reso più umano ed estraneo al “Caring is not an advantage”, si rende conto che deve a Molly una confessione sincera che possa liberarla almeno in parte dalla delusione e dal risentimento.
Il ritratto che dai di Sh e dei suoi comportamenti, a fine capitolo, l’ho trovato perfettamente condivisibile, e rispondente al personaggio che è sempre stato di non facile lettura, anche “grazie”, per modo di dire, agli sviluppi ideati dai Mofftiss nel corso del tempo, non tutti “digeribili”.
Il pezzo si chiude con un’altra variazione di registro: un qualcosa che John toglie dalla giacca a Sh, uno scrutarlo con il capo inclinato, una semplice domanda…Ma il cervello del consulting non riesce a ritornare sul caso, il suo cuore lo chiama da un’altra parte…
Un capitolo splendido, articolato ed arricchito da vari nuclei narrativi di interesse, non secondari, secondo me, ma fondamentali per comprendere anche il meraviglioso viaggio che i due di Baker Street stanno compiendo per trovare se stessi e la conferma del loro grande amore. |