Recensioni per
Your guardian angel
di MissAdler

Questa storia ha ottenuto 368 recensioni.
Positive : 367
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
01/01/20, ore 06:06
Cap. 6:

Ho finalmente un po' di tempo per andare avanti e quindi rieccomi qui. La storia procede in modo inaspettato. Mi aspettavo qualcosa di più solare e romantico invece a quanto pare si va nel torbido. Be' interessante. Spero che Sherlock riesca a salvare tutti!

Recensore Master
31/12/19, ore 19:22

Oh, adesso devo piangere pure io? e dire che ero tutta allegra perché sono vicinissima al pareggio ^^
ma non è possibile vedere una scena erotica che culmina in questo pianto così liberatorio, dolce, intimo, quasi più dell'atto stesso. Credo che per Sherlock tutti questi passaggi siano difficili, in teoria - all'inzio, più precisamente - ma poi ogni paura, timidezza e insicurezza naufraghino contro quella roccia che è John Watson. Non è che lui sia solo forte, ma è più navigato nella realtà della vita. Ha fatto la guerra, ha fatto l'amore. Sherlock è il pensiero, lui il corpo, e ora si devono fondere. Tutto sembra svolgersi in un luogo relativo rispetto alla realtà, dove la macchia di muffa è l'ancora per capire che non si tratta di un sogno. Trovo molto elegante, con una regia realistica della scena, che si tratti di un oggetto "brutto". Che in teoria ora dovrebbe essere quanto di più lontano da Sherlock, perso nell'amore e nel piacere fisico, invece il suo contrasto la stacca da quella nuvola di passione. E' molto delicato come avviene il tutto (difficilmente sono fan delle descrzioni fisiche minuziosissime, ma qui ci sta!)come ogni sensazione nuova si prenda un pezzetto di spazio nel cuore apparentemente congelato di Sherly. Era solo protetto da uno scudo, e ci vuole un cavaliere per maneggiarne uno, non è vero?
john che lo vezzeggia e adora ogni centimetro quadrato del suo corpo delicato e vergine, che è così attento a non spaventarlo, che sa cosa fare eppure non lo fa ingelosire. Non è semplice, sei stata davvero brava! Sherlock è un possessivo, ma i trascorsi di John gli appaiono solo elementi che si aggiungono al suo fascino, alle mille cose di lui che ancora vuole scoprire, studiare, per capirle e adorarle
Non sai quanto mi fai felice dicendo che la sua nuova droga è Johnino! va bene, va benissmo, fatti venire la dipendenza grave, all'ultimo stadio! anche perché non resterà mai senza quello di cui ha bisogno, vero? *-* conto su di te? *_____*
Il modo in cui si è addormentato lo riporta di nuovo in quella realtà nella quale è ancora un bambino, nel suo cuore e questo è tenerissimo, non lo rimanda "indietro". crolla, preda del suo benessere, della rilassatezza e perchè, come ha detto lui: questo è troppo. Infatti John non ce l'ha certo con lui! Lo ha coperto ed è andato via, perchè è proprio l'Eroe. E' un amante, un amico, un padre, un dottore e un militare, e tutto questo è un dolce dovere. La storia è "sbilanciata" su Sherlock - è la sua prima volta, la sua indagine - ma John ne sta uscendo da fargli una statua in piazza! d'oro, possibilmente
vuoi vedere cha la prox settimana ti riprendo? XD
un bacio speranzoso, e felicissimo anno nuovo, tesoro!
Setsy

Recensore Master
31/12/19, ore 16:25

E così continui la storia di come, ciò che lega Sh e John, si nutra di aspetti diversi, di tutti i pensieri ed i desideri che il cuore possa accogliere. Qui John è il medico, la figura che guarisce, il rimedio allo star male, colui che decide cosa fare in momenti di debolezza. E Sh lo considera tale, ma non limitatamente al taglio sullo zigomo o alla spaccatura al labbro, bensì medico di tutto se stesso, per sempre. Gli affida le sue ferite di una vita, il suo sentirsi maledetto e solo, il suo desiderio di vivere e di amare, di sentirsi amato e protetto, di ricambiare, lasciando uscire tutta l’energia del suo amore. Questo tu lo descrivi, come sempre, con dolcezza e rispetto di quello che l’animo umano esprime, senza lasciar trasparire giudizi o suggerimenti.
Lasci, infatti, che sia il cuore di Sh a dire ciò che prova e che desidera. Grazie anche all’apporto di un’introspezione che ha le caratteristiche della credibilità, possiamo assistere, stupiti e coinvolti emotivamente, alla scoperta che Sh fa di quello che realmente John sia per lui, in modo completo. Rispetto, invece, al medico, ne vediamo i moti dell’animo e ne cogliamo i richiami del cuore, in un modo meno diretto, mediato da sguardi, gesti, rare parole che, però, esprimono un mondo che è stato illuminato improvvisamente da un sole abbagliante ma benefico (“...Il sorriso sul volto di Joh...il modo in cui...lo guarda...osservandolo con la testa inclinata...” ecc...).

Noi “ leggiamo” John, intuiamo quello che prova, attraverso gli “scatti” fotografici che ci fai vedere, attraverso gli occhi di Sh. Invece di quest’ultimo, possiamo seguirne i ragionamenti, il nascere delle emozioni, l’effetto travolgente e, allo stesso tempo, rigenerante, che il suo “conduttore di luce” ha su di lui.
Questo è un capitolo più “agile” rispetto agli altri: non ci sono problematiche relative alla trama né tensioni dovuti al loro progressivo avvicinamento, entrambi così coinvolti e preoccupati di non rovinare la magia che si è accesa fra di loro.
Sh è decisamente travolto da ciò che prova per John e dal fatto che tutto si stia avverando al di sopra dei suoi più arditi desideri, John, da parte sua, è decisamente soggiogato dal fascino dell’altro, molto probabilmente ancora incapace di somatizzare che, quel meraviglioso oggetto (e soggetto) del desiderio, è proprio lo splendido uomo che gli sta davanti e che lo ama senza riserve.
Tenerissima la scena in cui il grande e famoso consulting non riesce a capire il messaggio di un semplice invito a cena ma poi, grazie all’affettuoso ed ironico chiarimento di John, giunge al significato più importante per lui (“…Era ovvio. Ora sono una coppia…”). Davvero mi è gradito questo ritratto che fai di uno Sh ai limiti del rintronamento a causa della “presa di potere” del suo cuore…
Un’immagine che suscita simpatia, partecipazione, affetto.
Un muro sgretolato di fronte all’attacco del sentimento. Ecco come sono ridotte, per fortuna, le difese razionali che Sh aveva eretto a sua difesa.
Con le tue parole, abbiamo la sensazione di vivere con lui tutto lo stravolgimento che la “luce” di John gli ha portato, cambiandogli sicuramente la vita.
Brava.

Recensore Junior
31/12/19, ore 00:28

Sono in ritardo, lo so. Porta pazienza, Natale e Capodanno passeranno! 😄
Venendo al capitolo, John con la barba, il camice bianco e lo stetoscopio. Chi gli può resistere? Non certo il povero Sherlock, che si trova davanti la realizzazione di un sogno a lungo agognato. E come dargli torto? Non saprei se John sia più affascinante con la divisa o con il camice. Comunque, poco importa. È sempre la dolcezza personificata e non si prende mai gioco di Sherlock. E come potrebbe? Se ami qualcuno, non lo prendi in giro perché ti ama!
Sono curiosa di sapere che cosa abbia in mente Sherlock. Invece di andare a casa, va al Saint Mary. Che cosa combina? Non guai, spero! O John lo sculaccia! ... non è che sia proprio quello che vuole?😉
Scusa la battuta... è l'orario. La mancanza di sonno. I troppi festeggiamenti.
Aspetto il tuo aggiornamento con impaziente pazienza.

Recensore Master
29/12/19, ore 13:28

Ciao cara **
Sappi che ho adocchiato la tua Frozen!AU (ma sei un genio, lo sai? xD), ma capisci, dovevo passare da queste parti e sapere, perché io sono come Sherlock, FREMO DI IMPAZIENZA. Ad ogni modo, come al solito l'introspezione che fai di lui è splendida. Ovviamente lui osserva sempre tutto con attenzione, ma come osserva John, il modo in cui capta tutto ciò che lo riguarda è davvero bellissimo, vede la meraviglia anche nei gesti più semplici. E poi cavolo, adoro il fatto che si comportino come una coppia sposata, praticamente xD Sherlock che cucina e che si prende cura della bimba, ma che cose adorabili sono?
Che poi palesemente Sherlock sta cercando di sedurlo e ha ragione e io non vedo l'ora di leggere di una certa gioia realizzata (so che già che morirò, te lo dico in anteprima). Mi è piaciuto tanto il momento in cui Sherlock vede la fede di John e pensa che non si è perdonato del tutto la morte di Mary, ripensa alle sue parole (io sono del parere che comunque Mery ci aveva visto lungo su loro due, altrimenti non me lo spiego), e il loro ritrovarsi a letto, così intimo. C'è davvero un sacco di dolcezza e delicatezza nel modo in cui si guardano, parlano e toccano. Poi certo, verso la fine John afferma di non avere alcun intenzione di dormire la notte stessa, e capisci bene che un attimo lo sclero mi sale, MA COMUNQUE, ho amato tantissimo, questo capitolo così dolce e introspettivo, sei bravissima come sempre T_T
Un abbraccio, e in caso non dovessimo risentirci, buon anno <3

Nao

Recensore Master
28/12/19, ore 13:07
Cap. 18:

Ciao MissAdler! <3

Finalmente riesco ad avere un minuto per sedermi a leggere/scrivere/recensire in santa pace– chi ha detto che durante le festività si ha tempo di fare le cose? Mah. Amo, e non smetterò mai di dirtelo, il realismo di certe scene da te descritte. Impossibile che un uomo, sebbene stiamo parlando di Sherlock Holmes, abbia trascorso l’intera adolescenza senza nemmeno un sussulto del cuore. L’inserimento di un momento così tipico – il compagno di scuola che bacia e poi scappa, che cede a un impulso e poi lo rifiuta in toto, è un momento che colpisce perché l’isolamento di Sherlock, sebbene esasperato dalla sua intelligenza e dai suoi comportamenti poco sociali, è un po’ la versione esasperata del sentirsi inadeguati e fuori posto tipici dell’adolescenza, quando il farsi accettare dai coetanei e la sofferenza che può derivare se non si riesce in questo scopo, fa sentire terribilmente soli e inadeguati. Sherlock descrive se stesso e le proprie esperienze con una grande dignità non priva di una duplice considerazione. Da un lato, che il trasporto erotico per lui si connette al sentimento, dall’altro che a volte ha finto tale trasporto per i suoi scopi, come col pusher o con la donna. Approvo tanto anche la scelta di circoscrivere questo capitolo alla confessione di Sherlock.

Focalizzare su di lui questa introspezione a mio parere dà anche più rilievo al fatto che per Holmes tutto ciò che riguarda il cuore è un terreno minato. È stato difficile ottenere un certo grado di intimità con John e raggiungersi e scoprirsi coppia a tutti gli effetti – con il bellissimo John, ho adorato quelle considerazioni – ed è difficile anche aprirsi e rivelarsi in questo momento. Inoltre, una scena lemon non può essere interrotta a metà XD! Colgo l’occasione anche per farti i miei più sentiti auguri per un felice e serenissimo 2020, mia cara! Un caro abbraccio e a presto (e perdonami per il ritardo, sarei voluta passare molto, ma molto prima **),
Shilyss

Recensore Master
28/12/19, ore 10:03

Il loro comunicare ciò che provano, l’uno per l’altro, con tutto il loro essere, dilaga anche in questo capitolo. Però, secondo me, succede in modo più travolgente, più completo rispetto a quello precedente perché, ora, Sh ha liberato il suo cuore dalle ombre del passato, donando a John anche la parte di se stesso più nascosta, più dolorosa, legata alla sua incapacità di difendersi dai comportamenti, quasi sempre per lui incomprensibili, degli altri. Secondo me, non è mancanza di desiderio o vuoto dovuto all’anaffettività, ma paura di amare per non mostrare la sua fragilità ed il suo completo essere indifeso di fronte all’ingresso dei sentimenti nella sua vita.
Ma ora c’è John, che ha travolto ogni sua resistenza anche attraverso il percorso terribile ma purificatore del dolore e della lontananza soprattutto spirituale.
Abbiamo altri momenti di scambio, non solo fisico, che si leggono con la certezza che tu riesci a volare al di sopra della volgarità, della pruriginosa precisione quasi da guardoni. Nulla è “tecnico” da te, nulla è tristemente meccanico perché effimero. Tutto ciò che compiono Sh e John, si nutre di un amore ormai libero di esprimersi, che ha la dimensione del futuro e della certezza.
Le parole che usi (“...si posano leggere...tocco casto...delicatamente...” ecc...) sono prive di grossolanità anche se raccontano di gesti che potrebbero esserne contaminati. No, qui da te tutto è limpido, cristallino come gli sguardi dei due amanti.
John diventa il magnifico regista di scene il cui linguaggio ha la dolcezza del fluire poetico di versi ed immagini d’amore, Sh scopre e nutre il suo cuore con la profonda sintonia che li rende un’unica entità.
Quello che tu riesci a controllare, con un’evidente capacità di rappresentare credibilmente i sentimenti dei personaggi, è l’equilibrio tra le “part”. Mi spiego meglio: il tuo John è una figura vigorosa, forte, estremamente affascinante anche per il suo essere uomo “navigato”e decisamente “esperto”nel rapporto a due, ma il tuo Sh, pur rivelando la sua estrema sensibilità che lo rende fragile e la sua inesperienza, non è un ragazzetto crudo e ignorante in materia. È un uomo che ha sempre cercato di difendersi da ciò che gli risultava estraneo e minaccioso per la sua libertà intellettuale ma, ora, sa che può lasciar entrare John nel suo mondo perché è parte di lui, imprescindibile, unica ed insostituibile. Quindi non lo rappresenti in qualche modo inferiore a John ma perfettamente a lui complementare, con la sua voglia di amare e di un futuro in cui spariscano per sempre la solitudine e, soprattutto, la mancanza del suo conduttore di luce.
Le grandi sofferenze li hanno portati ad esprimersi con un linguaggio nuovo, intessuto di comprensione e, soprattutto, dell’accettazione completa di ciò che scorre fra loro, da anni.
Interessante il punto in cui Sh, al suo risveglio, si rende conto (“...L’astinenza...”) che John è vitale per lui, il suo amore ha preso il posto degli stupefacenti in modo meraviglioso. È diventato la sua droga, ma quello che provoca in lui è sicuramente più vitale e proiettato nel futuro delle sostanze con cui lui ha cercato di colmare i terribili abissi di dolore e di solitudine.
Graffiante, ma significativa nella caratterizzazione decisamente IC del Mycroft che agisce nella storia, il suo “ intervento” sempre ironico e crudo nel linguaggio con cui egli invita il fratello ad....amare.
Sh, intanto, è arrivato all’ambulatorio...
Capitolo splendido....

Recensore Master
26/12/19, ore 23:05
Cap. 18:

Questo è il capitolo che si attendeva molto perché è quello delle confidenze di Sh in merito al suo passato sentimentale e qui inserisci un dettaglio che tanto secondario, a mio avviso, non è. Infatti alla domanda decisa di John sulle sue precedenti esperienze, o meglio, su un suo innamoramento precedente, Sh ha una reazione che mi è piaciuta moltissimo e che ho trovato parecchio intrigante, fino a qui, infatti, il “macho” dominante della situazione è stato Watson. Invece vedo che tu pensi per Sh una reazione che mi ha stupito, piacevolmente. Hai interrotto quel filo conduttore di verginello indifeso e l’hai rappresentato in un momento davvero forte. La sua reazione alla domanda di John è improvvisa, inaspettata: si alza dal letto in cui ci sono il suo calore e la sua luce e si mette a sedere, accendendosi una sigaretta. Lo sa perfettamente che John non è d’accordo su questo suo vizio, eppure decide d’imporsi così, in un’immagine trasgressiva, decisa e molto affascinate, da “macho” navigato. Ma. tutto sommato, John intuisce che il suo consulting sta solo difendendosi dal suo passato, dai ricordi negativi che aveva relegato nel buio di stanze lontane e dimenticate del suo Mind Palace. Sì, perché Holmes, con quel Bradley, non ha concluso niente, bloccato dalle sue insicurezze, dalla sua iper intelligenza rivolta a scannerizzare tutto quanto la realtà gli presenta. Solo John ha vinto le sue resistenze. A proposito del medico fa quanto meno sorridere il suo atteggiamento dispiaciuto nel capire che, in quello spogliatoio, non è successo quello che, invece, a lui, quasi sicuramente, non sarebbe sfuggito o lasciato cadere nel “non fatto”.
Molto suggestiva l’immagine di quel gatto arancione che cerca l’attenzione del povero “homeless” sulla strada e che concentra in sè il desiderio, da sempre rimasto insoddisfatto, di essere “visto” ed amato.

Una figura, questa, che ha il tocco dell’originalità e che esprime il desolante passato affettivo di Sh. Un bell’animale, dall’aspetto particolare, che cerca tra i più derelitti un barlume d’amore.
Proprio come lui e fa male immaginarlo, proprio perché lo scopriamo dai suoi pensieri, in un sordido vicolo, “pieno di sacchi d’immondizia” a procurarsi la dose necessaria a sopravvivere senza amore, svendendo il suo corpo. È un percorso doloroso quello che Sh fa a ritroso nei suoi ricordi più intimi, nascosti e messi in ombra perché il rapporto con gli altri non l’ha mai fatto sentire una persona degna di attenzioni. Come infatti fai osservare a John, non ha mai avuto, o cercato per la sua incapacità di relazionarsi con gli altri e per il considerare i sentimenti come inutili e pericolosi, modo di far conoscere il suo lato migliore, quella sua grande e generosa umanità, capace di accogliere e perdonare.
Ora, però, c’è John, ed il consulting percepisce potentemente il sentimento tra loro che, finalmente, ha trovato la strada per esprimersi e che si manifesta anche attraverso un semplice sguardo (“...occhi addosso come una carezza ovattata...”).

Fai così continuare la “confessione” di Sh, in un alternarsi di parole, immagini, gesti apparentemente banali, come quell’accostare tra loro “i lembi della vestaglia sul petto”, quasi a proteggere ciò che ha sempre tenuto nascosto, soprattutto a se stesso, e cioè il suo inesauribile desiderio di amare e di essere amato.
Arrivo necessariamente al tuo essere un’Autrice, come ho già scritto più volte, ma amo ripeterlo, capace di comunicare direttamente con il cuore di chi legge, senza leziose e banali intermediazioni di gesti stereotipati o vuoti di significato. Qui da te, per esempio, diventa importante ai fini della caratterizzazione della storia d’amore tra Sh ed il suo “conduttore di luce”, anche il semplice, ed apparentemente distratto, afferrare i lembi della cintura della vestaglia di Sh che John compie, quasi giocherellando in un gesto delicato ma che prelude, ne sono sicura, ad altri momenti in cui è meglio che noi, poveri lettori, usciamo da quella stanza per non sentirci di troppo, tanta è la magia del loro trovarsi…
Complimenti sinceri.

Recensore Master
26/12/19, ore 12:25

"Ti porto a cena fuori, genio".

Parto dalla fine, perchè questa scena mi ha fatto ridacchiare tra me e me e intenerito allo stesso tempo. Il perfetto Sherlock arrossisce come una scolaretta al pensiero che John lo inviti a cena per un appuntamento. SI riprende di volta in volta l'inesperienza e l'incapacità di comprendere appieno i sentimenti e il modo di fare legato ad essi, e ogni volta mi diverte e mi lascia un poco senza fiato. E' come iniziare a fare scoperte in un campo scientifico totalmente nuovo, come se avesse scoperto lui stesso le leggi della gravitazione universale che lega lui e John (perdono sto scrivendo di cose inerenti alla fisica questi giorni e riduco tutto a quello). E' un ricercatore Sherlock, un pioniere della sua stessa vita in questo caso. Un avventuriero che lentamente capisce le vie dell'amore tracciate da un paziente John Watson. E così lui si ritrova a dover procedere a tentoni, a perdere la via, ad aver bisogno di qualcuno che lo prenda per mano e lo guidi alla comprensione delle emozioni che - al momento - lo soverchiano e basta.
Non deve essere facile per un asociale/sociopatico funzionale come Sherlock scoprire di non essere IL PIU' bravo in tutto. Ma è di fronte a John che può spogliarsi - letteralmente e metaforicamente - di queste insicurezze e delle sue sovrastrutture, per poggiargli il capo sul petto e lasciarsi cullare. E' un modo per regredire e tornare infantili, per recuperare quello che si era perso crescendo e costruendo muri.

Perdonami se parlo meno della trama e più di quello che mi passa per la testa, ma credo che non ci sia sempre bisogno commentare le minuzie di un testo, e dirti le sensazioni che mi suscita mi fa emozionare di più, perchè passa un bel messaggio tra te e i lettori. Quello che l'amore, quando è forte e così intenso, possa abbattere le costrizioni autoimposte e le difficoltà ad essere se stessi con l'altro. Il sè quello più intimo, non quello che si mostra al resto del mondo.
Senza sfociare in digressioni filosofiche sull'io, superio e sè, diciamo che le tue storie possono essere lette a più livelli e oguno di questi ha le sue implicazioni e le sue diverse interpretazioni.
Brava, sempre brava a mescolare un po' di azione, un po' di amore, una spolverata di passione a condire il tutto e una trama interessante a fare da base e sostegno alle tue belle ricette. Un abbraccio!

Recensore Junior
25/12/19, ore 18:37
Cap. 17:

Se non ricordo male avevo letto su facebook un post in cui dicevi di essere “sconsolata” del fatto che proprio questo capitolo avesse pochi commenti. Potrei sbagliare in effetti, ma se è così allora ho la risposta pronta: siamo rimasti tutti senza parole! Ma ti rendi conto delle emozioni che trasmetti, morta mi vuoi?!
Di questo capitolo ho adorato ogni singola parola, ma non posso copiarlo e incollarlo qui tutto per citartelo; dopo una dura selezione ho scelto questa: “John è bagliore ed è oscurità, splende come il sole stesso e può divenire notte senza stelle”. Qui racchiudi l’essenza stessa del personaggio, dallo John meraviglioso che ricopre il compagno di tenere attenzioni (come non indossare la cintura), a quello iperprotettivo che salterebbe alla giugulare di Mycroft per un sospetto, o ancora da quello che si trattiene per non mettere a disagio Sherlock, a quello che l’ha riempito di calci e pugni. Insomma potrei continuare la lista all’infinito, perché, come hai ben descritto in uno dei capitoli iniziali, esistono tante “Sfumature di grigio”.
Riprendendo il titolo ancora una volta, per Sherlock John appare come un angelo. Ci sono almeno due o tre riferimenti a questo proposito solo in questo capitolo. E sì, forse è vero che l’ha salvato (da sé stesso).
 
Mi è piaciuta la scelta di far andare le cose in maniera lenta. Sherlock che si prende il tempo che gli serve per accarezzare e analizzare e fare suo ogni più piccolo dettaglio dell’uomo che ha di fronte. E poi ci tengo a dire che fare l’amore non significa per forza avere un rapporto completo, è più una condizione mentale, si può fare l’amore anche scambiandosi un semplice bacio. Non so se sei d’accordo con questa mia opinione ma, da quello che traspare dalla parole che hai usato nella storia, forse sì.
 
Altra nota di merito - eh, solo complimenti ti becchi a questo giro - hai reso John Watson e Sherlock Holmes esattamente loro stessi. Non solo caratterialmente, che già è difficile, ma anche nei gesti, pure quelli più piccoli. No, non mi sto riferendo a John che si lecca le labbra, quello oramai lo scrivono in tanti per abitudine, bensì a cose del tipo tirare su col naso. Giuro che quando l’ho letto me lo sono figurato Martin Freeman compiere quel gesto: è John!
 
In una coppia arriva sempre il momento in cui, prima o dopo, ci si racconta degli amori e delle esperienze passate. Diciamo che era assodato che ci fosse stato qualcosa tra John e Sholto, ma non immaginavo che in realtà il maggiore non avesse ricambiato l’infatuazione di Watson. Scelta particolare la tua. Adesso tocca a Sherlock raccontarsi.
 
Mi devo fermare qui per il momento, purtroppo, ma recupererò prestissimo anche gli altri capitoli approfittando di un po’ di tempo libero durante le feste.
Ti auguro ancora un sereno Natale,
K.

Recensore Junior
25/12/19, ore 18:36

Io sono proprio incorreggibile e mi sono ridotta all’ultimo con questa mia trovata delle recensioni, ma lo faccio col cuore, e lo sai che prima o poi avrei comunque recuperato. Il problema è che mia madre è il Grinch e ho dovuto prepararmeli da sola i dolci per Natale.
 
Senza perdere ulteriore tempo vado subito a dirti che mi hai fatto nascere uno kink per le camicie di John. Ma quanto può essere sexy la schiena di Watson sotto una stoffa aderente?!
Sherlock è cotto a puntino, tanto che per fare colpo sul dottore si mette anche ai fornelli. La situazione nel giro di una manciata di giorni si è completamente ribaltata. Cioè, questi due sciocchi uomini si amavano in segreto da sempre e a separarli c’è stato solo il loro mutismo. “Comunicare” è il segreto. Lo capisco che ci sono stati parecchi problemi, che non volevano rovinare un bel rapporto di amicizia, che entrambi non si sentivano degni di essere amati per diversi motivi, ecc. però potevano spicciarsi anche prima! Addirittura prima di Mary, anzi prima di fingersi morti (e anche in quel caso - forse risulto ripetitiva perché l’avrò detto anche alle pietre per terra - se Sherlock avesse coinvolto John avrebbero fatto le cose assieme). Chissà, forse possiamo dare credito alla promessa del consulente investigativo: si metteranno a lavorare assieme al caso senza che nessuno lasci indietro l’altro.
 
Ci sono due passaggi degni di nota che sono contenta tu abbia affrontato. Mi riferisco alle chiacchiere intime a letto, per mezzo delle quali John si mostra ancora di più a Sherlock. Perché sì, sono amici, ma quello che li rende amanti non può essere solo l’aggiunta di un rapporto fisico. E la seconda cosa riguarda Mary. Sarò sincera, sto leggendo il racconto che ha finito da poco di pubblicare Elena e lì Mary non è proprio la migliore delle mogliettine, per cui potrei non essere troppo lucida e inveire in malo modo contro un personaggio che non mi è mai stato troppo simpatico. Anche nella tua storia ci sono accenni al fatto che John non fosse completamente sereno e che abbia continuato a nutrire dei forti sentimenti dei confronti del suo amico. Però non ti prendi del tempo per parlarci del passato, di un matrimonio fallito, ecc. solo risulta chiaro che Watson sia andato avanti e che Sherlock finalmente abbia trovato il suo posto nel mondo.

Recensore Junior
25/12/19, ore 18:35
Cap. 15:

Premessa: questo effetto presente inframmezzato da flashback è stata una genialata. Mi è piaciuto molto. E soprattutto hai staccato e attaccato nei momenti giusti, quelli più efficaci. Sono rimasta incollata fino all’ultimo col fiato sospeso per capire cosa era accaduto tra Sherlock e John.
 
Però voglio parlare prima di Mycroft. L’uomo cerca, a modo suo, di fare ancora ammenda. Sherlock lo rassicura ammettendo che sarebbe partito alla carica anche se Mycroft l’avesse messo al corrente delle sue intuizioni. Che testaccia dura. Magari in quel caso John non avrebbe lasciato solo Sherlock neppure per un secondo, ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte, quello che è stato è stato.
Il rapporto tra i fratelli mi fa sempre sorridere. Sono così buffi con i loro dialoghi impacciati. Mycroft ovviamente non si è lasciato sfuggire nulla e ha notato gli occhi a cuoricino di Sherlock. Ha paragonato John ad un cavaliere proprio come ho fatto io nel commento precedente. E vedo bene Myc come drago in effetti. Manca solo di trovare un nome da Hobbit per Greg e possiamo riunire l’allegra famigliola nella Terra di Mezzo.
A parte gli scherzi, trovo molto realistici gli scambi di battute, e frecciatine. A modo loro si dimostrano anche tanto affetto.
Per quanto riguarda le indagini vedremo se questa volta Sherlock si comporterà bene e farà gioco di squadra. Col fratello e l’ispettore, ma soprattutto con John.
 
Passiamo all’altra metà del racconto. Ti offendi se dico che me lo aspettavo? Non fraintendermi, non intendo dire che sei stata banale nel rappresentare anche i risvolti psicologici negativi derivati da una violenza sessuale. Anzi, forse è il contrario: sei stata coraggiosa; ma proprio perché ho imparato un po’ a conoscerti, ero sicura che avresti affrontato questo tema così delicato.
Realistico e sconvolgente quanto l’episodio della violenza stessa. Al contempo l’hai fatto in punta di piedi con una grazia solo tua. Appunto, Holmes, che è fatto di pura logica, perde il controllo sulla sua mente e sul suo corpo, e hai descritto uno Watson costernato che diventa la roccia e l’ancora di salvezza per Sherlock.
Mi ha molto intristito leggere di Sherlock che non capisce e che si colpevolizza per quella defaillance, che si preoccupa del fatto che John possa credere che non lo desidera. Per fortuna Watson riesce a gestire la crisi in maniera perfetta. Lo adoro.
In effetti la situazione nell’ufficio di Anderson è parecchio differente rispetto a quella che si è verificata nel salotto di Baker Street. Procedere con calma e trovare altri modi di amarsi mi sembra un ottimo piano.
 
Credo di non averlo mai detto, ma trovo che il tuo Sherlock stia uscendo molto ic, almeno per come lo vedo io. Non so se stai facendo fatica o ti viene naturale, ma è perfetto. I capricci, l’affidarsi alla musica per esprimere un sentimento, il suo citare formule chimiche, osservare attentamente, e anche il modo di parlare o di non farlo affatto quando si trova a gestire John. Insomma mille cose che mi fanno dire “ehi, è proprio lui!”

Recensore Junior
25/12/19, ore 18:34

Sto fissando lo schermo da mezz’ora alla ricerca delle parole giuste per esprimermi.
Comincio col dire che ho letto i capitoli al massimo il giorno successivo alla loro pubblicazione, ma di questo mi ricordavo solo fino a quando Sherlock e John incontrano nel corridoio Mycroft, e quest’ultimo invita il fratello nel suo ufficio il giorno successivo. Possibile che io non abbia letto il resto? Che accidenti mi è capitato il 23 ottobre?
 
John ha ucciso un uomo. Poteva metterlo ko, come con l’altro, e fermarsi, ma non l’ha fatto. Credo che in qualche modo lui possa pensare di aver esagerato. Non è riuscito a mantenersi lucido, perché di fatto, una volta atterrato Evans, Sherlock era già salvo.
Il pensiero che Mycroft possa sfruttare a proprio vantaggio l’aver lavato la fedina penale di John, è sciocco. Intendo dire che Il maggiore degli Holmes si sente in colpa, è palese, e aiutare il compagno collega di suo fratello gli serve per fare ammenda, non chiederà nulla in cambio secondo me. Per cui i pensieri di John sono infondati. Piuttosto credo che sia anche quello un sintomo del fatto che si sente colpevole (anche senza rimorsi) e gli sembra giusto pagare per quella morte.
 
Senza ulteriori indugi parliamo dell’audacia di Sherlock. È quasi alla soglia dei quarant’anni, è sempre stato solo e ha dovuto gestire diverse difficoltà. Ma ora deve imparare a ragionare nell’ottica della coppia. Non può continuare a fare da sé. Allo stesso modo non lo si può vedere come una damigella in pericolo. E così infatti si mostra in tutta la sua spavalderia e intraprendenza. Si, anche meno… in effetti non sa bene neppure lui cosa vuole e come farlo, ma il desiderio di dare e ricevere piacere fa cadere ogni indugio.
Il pericolo di essere scoperti, di star facendo qualcosa di talmente intimo in un posto inappropriato, la tensione accumulata da giorni, se non da anni, rende tutto più perfetto di quanto sia lecito credere. Perché se devo dire la verità io non mi poggerei alla scrivania di Anderson neppure con quaranta strati di vestiti addosso. Che devo dirti, quel poliziotto com’è brutto dentro immagino che sia “sporco” fuori e che contamini tutto con le sue manacce.
Comunque è tutto così da loro, con la passione e l’adrenalina che si mischiano. Lo scritto non risulta per niente volgare, ci tenevo a sottolinearlo. Mi è piaciuto tanto.
Ah, e Greg secondo me ha intuito qualcosa. Magari immagina solo qualche “casto” bacio, ma il suo cervello sarà in tilt come quello di John: l’uno pensa dell’altro che sta assieme ad uno dei fratelli Holmes.

Recensore Junior
25/12/19, ore 18:34

Un’imperdonabile mancanza, ma Eros di Versace esiste davvero? Cioè se questo profumo viene veramente prodotto devo correre in profumeria ad ascoltarlo!
Sherlock si rende conto che John è “suo”. Lo razionalizza solo ora, ma è così da sempre, dal loro primo caso della donna in rosa. Lasciando perdere che l’aveva definito così già in precedenza facendomi esibire in gridolini, saltelli e applausi in stile foca.
                        
Rosie è uno dei personaggi peggio gestiti nelle ff e nella serie a mio parere. Qui apro una brevissima riflessione generale. In pratica è la figlia di John e Mary, con la Johnlock non dovrebbe sposarsi benissimo, nel senso che Sherlock potrebbe mal sopportarla. Contemporaneamente non viene mostrata granché nella serie tv, non la vediamo interagire con gli altri se non per qualche secondo. In alcune fanfiction viene “sfruttata” per far finire assieme i due uomini. E altri esempi, ma non voglio dilungarmi.
Qui compare questo batuffolo tenero che Sherlock adora perché è prima di tutto la figlia di John. Si comporta da bambina, posso dire che si nota una certa esperienza diretta nel campo? E non viene dimenticata dal padre (non è un soprammobile), miracolo. Sei riuscita anche in questo caso a fare un ottimo lavoro. Non dovrebbe essere complicato, ma appunto nel novanta per cento dei casi mal sopporto quello che viene scritto su di lei.
 
Vogliamo parlare anche della Mystrade? I sorrisi sinceri e i silenzi… chissà a che punto del rapporto sono Greg e Mycroft. Certo, per toccarsi (anche solo mettere una mano su di una spalla e ricambiare la stretta con la propria di mano) devono avere un certo grado di intimità. Il maggiore degli Holmes non mi è mai sembrato un uomo troppo espansivo per intenderci.
 
I miei commenti sono sempre molto sinceri, ogni complimento non è volto ad adularti. Certo, se servisse a corromperti per avere in anteprima i capitoli… Ma non funziona così. In questo caso devo confessare di essere rimasta un po’ stranita dal modo di porsi di John nei confronti di Mycroft. Si conoscono da molto, è assodato, e Watson è più che arrabbiato. John non è il tipo che te le manda a dire, ma qui lo ha proprio attaccato, accusato. Mi viene in mente The Final Problem, anche lì la situazione è degenerata, ma ho avuto sempre l’impressione che John si rivolgesse a Mycroft in maniera rispettosa (non mi viene in mente un termine migliore, spero si capisca cosa intendo dire).
In parte direi che le sue parole sono giustificate: Sherlock stava per essere stuprato e probabilmente anche ucciso. Però mi ha comunque fatto strano, ecco.
Spero che questa esperienza orribile abbia almeno insegnato a Sherlock a non tenere gli altri all’oscuro dei suoi piani.

Recensore Junior
25/12/19, ore 18:33
Cap. 12:

No, va be’. Mi hai fatto salire la febbre alta come a Sherlock.
John con un rigore ferreo non approfitta della situazione e si limita. È stato veramente un signore. Sherlock ovviamente si sarebbe lasciato fare qualsiasi cosa, ama alla follia il suo migliore amico, ma nelle condizioni in cui è non avrebbe goduto appieno dell’esperienza. Secondo me dopo tutto il tempo e le difficoltà che hanno passato assieme, si meritano che tutto sia perfetto, non c’è bisogno di correre. Un po’ lo stesso discorso del bacio: chissene che abbiamo dovuto attendere l’undicesimo capitolo.
 
C’è una frase in particolare che mi ha colpito: “inizia ad insaponargli i capelli con brusca tenerezza”. Ok, è un dettaglio, ma quella brusca tenerezza mi ha stesa. Secondo me è proprio il riassunto di questo capitolo: Sherlock vorrebbe andare oltre i baci, le carezze e gli sguardi, mentre John con la sua tenerezza vira completamente l’andazzo delle cose. Ma mica questo significa che gli è indifferente! Il povero Watson confessa che ci avevamo visto lungo nei primi capitoli e che quando ha sistemato i ricci indomabili del consulente investigativo si è dovuto trattenere.
 
Vorrei ci fosse il modo di far leggere questa roba ai Mofftiss. Attendo con ansia una quinta stagione senza “maglioni, mobili, tazzine, giornali e inutile spazio vitale tra loro”, ti cito.
E poi dopo il ciuffo mortale devono darci anche la barba. Cioè la barba di Martin è patrimonio dell’umanità, come si è giustamente accorto anche Sherlock nella storia.
Inoltre attendo sviluppi sul caso dei modelli, fotografo ecc. Le storie che riescono a mixare assieme più elementi (giallo, rosa, didascalico…) sono quelle che preferisco.