1: Sintonia (Fred e George Weasley).
2: Ci avrebbe pensato Harry (Remus Lupin/Ninfadora Tonks).
3: Lei non era cambiata (Harry Potter/Luna Lovegood).
4: Si volevano bene (Remus Lupin/Sirius Black).
5: Lei vedeva solo Harry (Dean Thomas/Ginny Weasley - Harry Potter/Ginny Weasley).
6: Cogli l'attimo (Blaise Zabini/Hermione Granger).
7: Di Hermione ce n'è solo una (Ron Weasley/Hermione Granger).
8: Fammeli toccare (Fred Weasley/Capelli di Draco Malfoy).

-Il Quidditch non mi piace per niente da quando zio Fred non c'è più- rispose lentamente.
-Ma non eri un grande Battitore?- insistette Rose, cocciuta come la madre.
-Si, ma te l'ho detto... non è più la stessa cosa da quando...-
-Sei proprio un bambino Forge! Non è quello che avrei voluto io!- esclamò la bambina prima di correre via.
George strabuzzò gli occhi.
L'aveva... chiamato Forge? Aveva detto... io?

"Guardami, Hermione. Almeno questa volta, guardami"
Ma lei non ti guarda, non lo farà mai.
Te ne vai così, lo spettro dell'ultima risata (amara, in realtà) ancora impresso sul volto.

-Stai bene, Freddie?-
Guardi il tuo gemello, il tuo braccio destro, il tuo migliore amico.
Ti sorride, è sereno. Forse finge e basta di essere tranquillo, ma poco importa.
Non puoi essere sincero con lui, non adesso. Non dopo che gli hai mentito così tante volte, nascosto troppe cose.
Non sarebbe giusto. Lui non merita un fratello come te, ma non puoi fare a meno di essere così stupido, così sbagliato.

-L'unico posto in cui crescono quei cespugli è quello dove sono stata io questo pomeriggio! Tu mi hai spiata!-
Lui, punto sul vivo, iniziò ad urlare.
-Si, e ho pure fatto bene! Uscire con Malfoy! Non me lo sarei mai aspettato da te!-
Hermione lo fissò sconvolta, poi scoppiò a ridere.
Il ragazzo si chiese se chiamare il San Mungo fosse una cattiva idea.
______
Romione, Dramione o qualcos'altro?
Non vi resta che scoprirlo! :3
-Life is free.

Era triste vedere il negozio chiuso.
Ma ormai tutto era triste.
Il mondo era spento, le giornate noiosa.
Senza Fred a colorare la sua vita, George era una macchia grigia che si perdeva nell'asfalto disseminato di cadaveri.

-Salve, come poss...-
Le parole le morirono in gola.
Davanti a lei non c'era il solito vicino sempre pronto a scroccarle il sale, non c'era qualche barboso commerciante pronto ad elogiare la propria merce, c'era nientedimeno che Draco Malfoy, in tutta la sua austerità da rampollo Purosangue.
-Hermione- l'appellò facendo un timido cenno di saluto.
Hermione? Da quando la chiamava Hermione?
--
Non è una Dramione.

Era un caldo pomeriggio di fine Giugno quando mi sposai.
Mi sentivo bella in quel vestito bianco di cotone che mi arrivava sopra al ginocchio.
Mi sentivo amata mentre quegli occhi azzurri come il cielo mi guardavano incantati.
Ero felice, felice da far schifo per la prima volta in vita mia.
Lui portava dei semplici pantaloni bianchi e una maglia a maniche corte del medesimo colore.
A testimoniare la nostra unione e il nostro amore nient'altro che un vecchio ciliegio e il sole.

Draco era il genere di ragazzo che di coraggio ne aveva da vendere, quindi non si era minimamente posto il problema di dove trovare la forza per andare da lei e confessarle tutto.
Trovò il momento perfetto per aprirle il suo cuore ("Quanto sono diventato sdolcinato") un Sabato sera, nella Sala Comune Grifondoro.
Lei era sola, intenta a leggere un libro.
Lui la osservava in silenzio da una decina di minuti, quando si accorse che c'era qualcosa di strano...
Era girata di spalle, quindi era impossibile vederla in volto, ma non accennava a girare pagina.
Trovò il coraggio per sporgersi un po' di più, e quello che vide lo lasciò di stucco.
Hermione Granger stava piangendo senza emettere alcun suono, mentre guardava con odio la scritta "Mudblood" impressa nel suo braccio.
Il biondo deglutì.
Con che faccia tosta avrebbe potuto guardare negli occhi la ragazza che sua zia aveva marchiato a fuoco e dirle che la amava?

-Non sono bravo a fare il morto, Grang?- le chiese sogghignando.
Lei gli diede un pugno sul braccio, immensamente sollevata.
-Perché piangi? Non ti sarai mica preoccupata per me? Dì la verità, Mione, tu mi ami!- la incitò malandrino.
Fu allora che la bruna capì di amarlo sul serio.

Draco è solo: la gente lo disprezza.
Draco è triste: gli manca suo padre.
Draco è confuso: perché la Granger è così gentile con lui?
Draco è frustrato: Hermione passa gran parte della sua giornata con quell'idiota di Ron Weasley, lasciandolo solo.
Draco ha paura: forse si è innamorato della Granger.

George odia gli specchi.
Li odia perché vedendo il suo riflesso non può fare a meno di pensare quanto sia incompleto, adesso che lui se n'è andato.
George odia il silenzio, ma odia anche il rumore.
Detesta il silenzio perché non c'è niente che lo distrae e che gli impedisca di pensare a te, ma odia anche il rumore perché gli ricorda tutto il casino che facevate insieme.
E George, in ogni caso, si sente incompleto.

-E' solo per un paio d'ore, Fred!-
-No-
-Ti prego, si fa toccare solo da te, lo sai!-
-No-
-Se non mi fai questo piccolo favore ti lascio!- sbottò scocciata.
-Uffa, d'accordo- accettò il ragazzo sapendo di non avere altra scelta.
Lei sorrise, trionfante.
-Oh, sei un tesoro!- esclamò posandogli un bacino infantile sul naso.
Fred cercò invano di mascherare un sorriso compiaciuto.
-E' per questo che mi ami- le ricordò scherzosamente.
-Certo, certo. Io vado, Grattastinchi è in cucina! Dagli da mangiare ogni due ore e dopo ogni pasto puliscigli i dentini, ha le gengive delicate- gli disse zuccherosa.
Appena la ragazza se ne fu andata Fred si guardò attorno perplesso.
Lavare i denti a un gatto? In che guaio si era cacciato?

Ma tu, Luna, l'amore non lo sai cos'è.
-Sei bellissima anche quando ti perdi nei tuoi pensieri- ti sussurra dolcemente Neville, stringendoti la mano.
Ma sei sicura che se ti innamorassi lui sarebbe il tuo "per sempre".

#Rosso
Molte persone associano l'amore al rosso
Forse perché è un colore che trasmette tenacia e forza.
Forse perché il fuoco, nella sua danza sensuale, era per l'appunto di quel colore.
Hermione associava il colore rosso all'amore per tutt'altro motivo.
-Hey, Granger! Anche oggi hai la luna storta?- la prese in giro, scompigliandole i capelli.
-Taci, rosso- lo zittì cercando di nascondere un sorriso.

3: Sogni.
Hermione sbuffò.
-Smettila di seguirmi- sibilò irritata.
-Non posso-
Lei lo guardò confusa.
-E perché no, Weasley?-
Fred si avvicinò a lei molto più di quanto avesse mai osato fare.
-Perché i miei genitori mi hanno insegnato a seguire sempre i miei sogni-
Andò via ancor prima che lei riuscisse a cogliere il significato della frase.

Minerva ama il lunedì.
Lo adora perché finalmente ricominciano le lezioni. E lei si diverte un mondo durante le lezioni!
Non che fosse una tipa studiosa, sia chiaro, ma stare in classe le piace più di ogni altra cosa al mondo.
Ama il suono delle penne che sfregano sulla carta.
Ama l'odore dell'inchiostro.
Ama il ticchettio dell'orologio appeso sul muro dietro di lei.
-Lo stai facendo di nuovo- le sussurra la sua compagna di banco, nonché migliore amica.
-Cosa?-
-Lo stai fissando-

Rose Weasley non esisteva.
Esisteva sua madre, Hermione Granger, la ragazza più intelligente che Hogwarts avesse mai ospitato.
Esisteva suo padre, Ronald Weasley, famoso giocatore di Quidditch che da ragazzo aveva aiutato il Prescelto a sconfiggere Lord Voldemort.
Esisteva suo zio, Harry Potter, Ministro della Magia e sopracitato Prescelto.
Esistevano tutti, tranne lei.

George non riuscì a trattenere una lacrima.
Ricordava la scena come se tutto fosse successo il giorno prima.
Fred combatteva, lanciava incantesimi, ne schivava, parlava con Percy, guardava Hermione... faceva troppe cose insieme per potersi concentrare.
E quando un incantesimo colpì il muro dietro di lui, capì subito di non avere scampo.
Non interruppe la frase rivolta a Percy, non smise di sorridere.
Guardò George, poi di nuovo Hermione.
E il fratello gli lesse sulle labbra due semplici parole: "Ti amo".
Poi tutto era finito.
Era morto, schiacciato da un muro, senza la ragazza che amava vicino a lui.
Non era un finale degno di Fred Weasley, decisamente no.

-Non riesci mai a fare le scelte giuste per te stessa, vero Hermione? Tu pensi sempre a far felici gli altri. Sii più egoista, piccola-

Lei cercò di calmarsi, dandosi della stupida.
Come poteva farsi consolare proprio dal fratello del ragazzo che era morto?
George, che aveva perso all'improvviso il suo migliore amico, il suo compagno di vita.
George, che la guardava triste, mentre calde lacrime gli solcavano il volto.
George, di cui aveva bisogno perché poteva illudersi di avere vicino Fred.
George, che l'aveva abbracciata, poggiando la testa sui suoi capelli.

One shot sulle note della canzone dei Gemelli Diversi "A Chiara piace vivere".
Era la prima volta che loro due parlavano sul serio.
A chiunque li vedesse, distesi sull'erba all'ombra di una quercia, il fatto che Hermione Granger stesse passando il suo prezioso tempo libero con Fred Weasley per ragioni che non rientravano nei suoi compiti di Prefetto, sembrò parecchio strano.
Ma la cosa veramente strana di tutta quella faccenda era che non stavano nemmeno bisticciando.
Semplicemente parlavano, tranquilli, rilassati, lontani da tutto e da tutti.
Forse fu proprio quel pomeriggio che Hermione cambiò definitivamente l'idea che si era fatta del ragazzo.

-Prima di questo, Granger, tu ti limitavi ad esistere. Ora sai cosa vuol dire vivere-

E Hermione si era ritrovata incinta di un ragazzo che ormai non c'era più.

Aveva il viso tempestato di graziose lentiggini, una camminata molleggiante, un sorriso che lasciava senza fiato.
Miracle aveva i capelli rossi del padre e gli occhi color nocciola striati d'oro della madre.
Suo padre era sopravvissuto alla guerra per Miracolo, appunto, e al bambino piaceva il suo nome.

"Cadesti a terra senza un lamento, e ti accorgesti in un solo momento, che la tua vita finiva quel giorno, e non ci sarebbe stato ritorno"
Storia sulle note della canzone "La guerra di Piero".

Ridere allunga la vita.
"Ironico, davvero ironico" pensò Hermione prima che una lacrima sfuggisse al suo controllo.

Non aveva il coraggio di versare lacrime.
Piangere voleva dire arrendersi.
Hermione Granger era una guerriera, lei non si arrendeva mai.
Combatteva finché non otteneva ciò che voleva.
E lei voleva Fred.
Perché? Semplice, perché lo amava.

Si dannava, Hermione.
Si ripeteva "E' sbagliato, ciò che stiamo facendo è del tutto privo di logica!".
Eppure non riusciva più a vivere senza che il respiro del rosso le stesse vicino.

⌇Dal quarto capitolo⌇
Il guaio di avere una madre ficcanaso è che, proprio mentre tu non sospetti niente, fa cose come istituire un gruppo di squilibrati chiamato "Ordine Fremione" per farti mettere con il figlio della vicina.
⌇Dal settimo capitolo⌇
-La loro camera è allagata e devono dormire con me?- chiese per la centesima volta.
-Si- rispose Jean gaia come un bambino la mattina di Natale.
-Ma non potevano dormire in un'altra stanza della Tana? O in un divano? O nel cassonetto del barbone vicino all'autolavaggio?- riattaccò con voce stridula la povera "Mioncina".
Jean fece una smorfia.
-Bisogna essere cordiali con i vicini!- la rimproverò inflessibile.
-Anche il barbone è loro vicino...-
⌇Dal diciottesimo capitolo⌇
-Ehm... torno dentro... penso di aver perso qualcosa...-
Harry la guardò divertito.
-Cosa?- chiese trattenendosi dallo scoppiare a ridere.
-La dignità- borbottò lei.
Ma a casa, quella sera, Ginny ci tornò molto tardi.
Era troppo impegnata a limonare allegramente con Harry sulla panchina in giardino.

Perché sei morto, Fred?
Dovevamo ancora parlare, progettare insieme tante di quelle cose...
Mi manchi, Fred.

Morì felice, vedendo quegli occhi verdi.
Poté cullarsi nell'illusione che fossero i suoi.

Draco pagherà per tutta la vita ciò che la sua famiglia ha fatto.
Si è abituato al disprezzo della gente.
...
Ha imparato a camminare di nuovo a testa alta.
E' cambiato, ormai è un uomo migliore.

Amore vuol dire anche mettere i sentimenti della proprio amata davanti ai propri.
E Albus questo lo sa molto bene.

"Se non avessi sprecato la tua vita odiando, Tom, avresti avuto un futuro con lei".
"Se non avessi sprecato la tua vita odiando, Tom, lei sarebbe ancora viva".

Il cuore ti batte a mille.
Hai paura di svenire, non sai che fare.
Guardi Ron, inginocchiato davanti a te, la scatola contenente l'anello scintillante in mano, la bocca ancora aperta in attesa di una risposta.
Il tempo si ferma per te.
E pensi, Hermione.
Come sempre pensi a lui.
All'altro.
Mordente.
No, per te non era nè Mordente nè Freddy.
Era solo Fred.

Niente ti potrà mai restituire Fred.

Non importava quanto si odiassero (o dicevano di odiarsi), non importava quante volte si prendessero in giro a vicenda, quando erano vicini la forza di gravità non esisteva più, il mondo non esisteva più... c'erano solo loro.
Una Weasley e un Malfoy, avrebbero detto le loro famiglie.
Una figlia di Grifondoro e un figlio di Serpeverde, avrebbero detto le loro Case.
Una rossa e un biondo ossigenato, avrebbero detto tutti gli altri.
Rose e Scorpius, si definivano loro.
Di certo non lo dicevano ad alta voce, ma dentro sapevano di essere solo Rose e Scorpius.
Quelli che litigavano, si odiavano, si ferivano a vicenda, si facevano del male.
Quelli che facevano pace, si perdonavano, guarivano, erano irrimediabilmente attratti l'uno dall'altro.
Quelli che si sfidavano a Quidditch, studiavano vicini in biblioteca, ignoravano i propri cognomi e i propri passati.
Quelli che appena si guardavano negli occhi, facendo scontrare acqua e ghiaccio in una battaglia senza fine, si amavano in silenzio, senza nemmeno saperlo, senza far capire niente agli altri.
Rose e Scorpius, tutto qua.
Sempre e per sempre.

Perché infondo al cuore l'hai sempre saputo anche tu Harry: non sei vivo grazie ad un susseguirsi di botte di culo.
Il merito è tutto di Silente...