Kim Kibum è un non udente. Ha perso l'udito da piccolo e non ricorda le voci dei suoi genitori, anche se in una parte nascosta del suo cervello sente un suono, una voce che lo chiama quando è triste. Si ricorderà solo QUEL giorno di chi è... come QUEL giorno desidererà ardentemente udire. Ma c'è davvero una speranza per lui? E se lui volesse "sentire" perchè c'è qualcuno d'importante nel suo cuore?
[JongKey]

L'autunno colora di rosso e giallo tutto intorno a loro. Fra un pò sarà inverno. C'è un posto, in un angolo di Seul dove il calore della primavera non ti abbandona mai. E' la sua pasticceria... Kibum e Jonghyun hanno freddo, ma non solo per l'inverno che sta arrivando. Riusciranno a superare quell'inverno insieme "scaldandosi"? E Taemin capirà cos'è quel sentimento che univa i suoi genitori, magari scoprendolo insieme ad un'altra persona, tra panna e cioccolato? JongKey - TaeKey - JongHo

Non avrebbe dovuto innamorarsi del nemico.
*Fanfiction tradotta
http://www.asianfanfics.com/story/view/395068/mercy-10-minutes-daehyun-youngjae-daejaeAntes

Moon Jongup è un normale studente liceale alle prese con la sua prima cotta adolescenziale.
Infatti, è innamorato di un suo senior, Himchan.
Quale sarà la sua reazione quando scoprirà che quest ultimo è fidanzato?
Cosa succederà quando chiederà ad un completo sconosciuto, di nome Daehyun, di fingere di essere il suo fidanzato?.
Tutto ad una sola condizione : i due non si dovranno mai innamorare l'uno dell'altro.

Si dice che cogliendo la rosa, questa perda il suo valore, il suo fascino. Si dice che dopo aver assaporato il frutto, non ci sia più nessuna attrattiva in esso, perché non c’è più la voglia di scoprirne il sapore.
Si dice che il seme della giovinezza appassisca se colto troppo presto. L’innocenza è una cosa preziosa, che va coltivata col tempo.
Niente si spense in Minho, con la sua maturazione. Anche dopo che Jonghyun ne ebbe colto il fiore più bello, questo rimase vivo e attraente e di un rosso così profondo da avvolgere ogni cosa. Anche dopo averlo preso, non era sfiorito in lui il fascino del suo mistero.

Freddo, serioso, depresso, senza cuore. Mi hanno chiamato in molti modi. Sia gli amici che i parenti.
Ma io sono davvero così? O è quello che loro vogliono vedere?
Ho sempre fatto del mio meglio per far stare bene le persone a me care, ma quello che ho avuto in cambio sono state solo delusioni. Delusioni che si sono accumulate e mi hanno lentamente consumato, fino a farmi allontanare da tutti.
Ma poi è arrivato lui, la mia creazione, il mio androide... Il suo dolce sorriso, i suoi occhioni solari e la sua voce soave hanno allontanato quel alone di tristezza che mi aveva avvolto per tanto, troppo tempo.
E mi ha fatto capire che non si può amare da soli, deve sempre esserci qualcun altro a condividere le gioie di ogni giorno.

Vivere?
Che cosa vuol dire?
Chi può spigare il significato di questo verbo?
È un termine così complesso che ha mille sfaccettature, il vivere si reincarna nell’amicizia, nell’amore, nel poter constatare attraverso questi sentimenti di essere reale e di appartenere a questo mondo, per quanto deteriorato e corrotto esso sia.
Vivere è camminare su questa terra, che la natura ci ha gentilmente concesso.
Ma se alla nascita la vita stessa ci precludesse la possibilità di esistere?
E se divenissimo col tempo uno spettro di ciò che saremmo potuti essere?
E se finissimo in un mondo fatto di dolore e oscurità?
E se poi trovassimo la luce?
And if we back to life?

“Sai che c’è.” Kibum si mette a sedere, si accarezza le labbra con la lingua, intiepidite dal bacio.
“No, che c’è.” Jonghyun siede di fianco a lui, curioso.
“Se voglio una vita diversa, il primo passo per incominciare è iniziare a cambiare qualcosa. No? Che dici.”
“Non fa una piega.”
Kibum annuisce, sorride con aria maliziosa.

Non mi serve vederti.
So tutto di te.
So che quando eri bambino volevi fare l'astronauta, ma poi ti hanno seduto davanti ad un pianoforte e ti sei scordato dello spazio in un battito di ciglia.

"Makoto aprì la bocca, ma non disse niente. Sapeva che ogni volta che rientrava in Giappone dopo essere stato con Napoleon e dormiva nel proprio letto a Osaka, negli istanti immediatamente successivi al risveglio provava una sensazione di malessere e vuoto. Come se gli mancasse qualcosa. Avido di un sentimento senza nome"
Intermezzo di DisSimile dove a interagire sono Makoto Soda e Gakuto Igawa.

“Vieni bene anche così Tae. Adesso però rivestiti che ti prendi la polmonite.” gli tira la maglietta, il ballerino esegue. È ancora perso nei suoi pensieri, ha le guance rosse come se improvvisamente si vergognasse.
“Una cosa però te la voglio dire hyung.”
“Spara.”
Il ragazzino lo guarda in viso per l’ultima volta, quel pomeriggio.
“Sei troppo bello per stare dietro all’obiettivo.”
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Questa è una storia di sbagli e di amicizia.

Daehyun è un popolare mangaka che è sommerso da fan adoranti. Il giovane artista ha tutto: bell'aspetto, soldi, talento, ma quello di cui ha bisogno è un manager. Ma tutti i suoi ex manager erano completi idioti, incapaci di comprendere il vero genio di Daehyun e sfoggiarlo nel modo nel quale lo richiedeva.
Dopo aver licenziato il suo sesto manager, Daehyun è ancora una volta alla ricerca di un altro schiav... individuo fortunato, che diventerà il suo lacchè e avrà l'onore di servire e riverire il grande Jung Daehyun.
Tanto peggio per Youngjae che, dopo aver fatto innumerevoli colloqui di lavoro presso alcune grosse aziende è alla disperata ricerca di un posto di lavoro.

Vivevo da solo, e mi piaceva la solitudine.
Poi, un bel giorno, mi sono guardato intorno e non capisco come cinque patetici cretini debbano vivere con me.
Non mi ricordo nemmeno come abbiano fatto a mettere piede qui dentro.
Li vorrei cacciare ma, in fondo, sono una "persona" più o meno buona e non me la sento di lasciare tre creature e due malati di mente fuori nel mondo crudele.
Alcune volte vorrei sapere che pensano per sfruttarli al meglio ma penso che, stupidi come sono, non penserebbero a nulla.
Per cui suppongo che tenere un diario sia una buona idea onde evitare altri spiacevoli ospiti; quelli che ho mi bastano e avanzano.

Hyuk decide di studiare a Seoul insieme all'amico di suo fratello, HongBin. Cosa potrebbe nascere dalla loro particolare amicizia?

Essere nel posto sbagliato al momento giusto aveva fatto sì che ora il ragazzino fosse vivo.
Questo, Bang Yongguk, non poteva di certo ignorarlo e, seppur questo lo avesse riempito di sollievo, ora qualcosa iniziava a modificare il suo iniziale senso di vittoria. Perché ora vi era un piccolo putto biondo addormentato nel suo letto, nella sua stanza, avvolto nei suoi vestiti c'era quel ragazzino di cui non sapeva nulla, quel Junhong, il piccoletto con gli occhi che avevano implorato il suo aiuto.
Aveva scelto di raccoglierlo da quel vicolo e così facendo aveva tracciato - seppur inconsciamente - il suo avvenire. Ma non era di certo uno sciocco; sapeva di essersi tirato addosso un sacco di problemi che di certo non avrebbero tardato a bussare alla sua porta.
E neppure questo poteva ignorare.