“Sei così testardo!” Crowley aveva cominciato a perdere la pazienza. “Lo so che tutto questo è un po’ imbarazzante-”
“No è tremendamente imbarazzante, ma a te non importa proprio niente!”
“Si che mi importa, altrimenti non sarei qui ad insistere di parlarne insieme!”
“Io non ne voglio parlare!” aveva detto l’angelo esasperato.
“Invece ora ne parliamo!” Gli aveva puntato un dito al viso. “Perché ora mi stai facendo proprio incazzare! Tu sei un angelo ma ti conosco troppo bene. Non ti imbarazza il fatto in sé, ma ti infastidisce che sia avvenuto tra
noi due!”
“Ma che stai dicendo?!”
“Non sei santo come vuoi fare credere a tutti e non cercare di farlo credere a me! Sei un idiota!”
“Tu sei pazzo!”
“Perché ti da così tanto fastidio parlarne con me?! Sono il tuo migliore amico!”
Ho voluto approfondire quel momento nel 1967, quella celebre frase "Tu sei uno che corre troppo per me Crowley", nasconde qualcosa di più profondo, qualcosa che deve essere chiarito.
NB: Storia scollegata e indipendente dalle altre mie fanfiction

Molte fan fiction si interrompono sul “più bello”, per questo ho voluto raccontare proprio di quei momenti censurati.

Dal testo:
“Crowley...”catturò i suoi occhi gialli con i suoi azzurri. “Ti ricordi...com’era...essere un angelo?”
Lui non rispose subito, non sembrò né felice e né tanto meno arrabbiato per quella confidenza che Azraphale si era permesso di prendersi. Sembrava un po’ sorpreso. Rimasero per qualche secondo in completo silenzio, mentre l’angelo cercava senza riuscirci di decifrare le emozioni dell’amico.
Crowley inspirò dal naso, ed espirò dalla bocca. Se lo ricordava?
Le luci in sala si erano abbassate e concentrate sulla pista, che gradualmente cominciava a riempirsi di persone di ogni tipo.
Crowley non riuscì a resistere alla tentazione di chiedere una cosa che avrebbe sempre voluto domandare ad Azraphale.
“Ehi, angelo, vuoi ballare?”
“Cosa?!” Aveva risposto all’altro.
“Avanti, sarà divertente!” gli prese il polso tra le dita, cercando di coinvolgerlo.
“Ma...No! Io… io...”
“Cosa c’è?”
“Io...” abbassò la voce. “ Non so ballare” ammise facendo un passo indietro.
Parole: oltre 10000
Coppia: Crowley x Azraphale
AGGIORNAMENTO: AGGIUNTO UN SECONDO CAPITOLO NON PREVISTO

Crowley e Aziraphale saranno anche i salvatori del mondo, ma quando si tratta dei loro sentimenti, dobbiamo ammetterlo, sono proprio due frane. Per questo motivo saranno affiancati da due consiglieri improbabili ma molto speciali: un ex anticristo di dodici anni per uno e un famosissimo cantante per l'altro.
Costoro aiuteranno i due ineffabili mariti a fare chiarezza, peccato solo che il capo di Crowley abbia deciso proprio adesso di prendersi una vacanza sulla Terra...
I fatti sono ambientati dopo gli eventi di Good Omens e prima di quelli di Lucifer.
 
°Crossover con la serie tv Lucifer
°Crossover con Freddie Mercury.
 
Aziraphale/Crowley ; Freddie Mercury/Crowley

Dal testo: "L’aveva riconosciuto, nonostante l’avesse visto un’unica volta ventotto anni prima, in una tremula immagine comparsa sulla superficie dell’acqua. Per tutto quel tempo, nulla di quanto lo specchio di Galadriel gli aveva mostrato si era ancora avverato e, per quanto non avesse mai avuto intenzione di sottrarsi al suo destino, in cuor suo aveva sperato che questo avesse infine intrapreso un sentiero diverso. Quella notte invece, quel fato, che fino a quel momento aveva rivisto solo nei pensieri e negli incubi, si era incarnato davanti ai suoi occhi nella bionda figura del principe del Reame Boscoso."
Aragorn è il legittimo erede al trono di Gondor e sulle sue spalle grava il peso di un'enorme responsabilità.
Legolas è il principe del Reame Boscoso ed ha trascorso la sua intera esistenza in una gabbia dorata.
Un segreto è celato nel passato dell'elfo ed uno nel futuro dell'uomo e solo il tempo permetterà di svelarli.
(AragornxLegolas)

Aziraphale sorride malizioso e schiaccia con un dito il naso di Crowley, "Che ne dici di sessantanove, penso che sia un buon numero, non credi?"
È il turno dell'altra creatura ad arrossire ed aggrottare le sopracciglia, "Primo! Come diavolo sai il significato di quel numero?! Secondo! Sono davvero io quello che va troppo veloce?"
"Scusami, era allettante," ridacchia la creatura eterea.
Il demone cerca di deridere il suo migliore amico alzando gli occhi al cielo, poi la sua mente formula un'idea, un'idea folle, un'idea tipica dell'essere umano, un'idea che né Paradiso né Inferno potevano immaginare.
"Scambiamoci!"
"Non ti trovi bene in questa posizione?"
"N-no! No! È perfetto! Ascolta--"
[Aziraphale/Crowley]

Seimila anni sono un tempo imbarazzantemente lungo, per essere innamorati. Anche per un demone immortale. Soprattutto per Crowley, che non riusciva a mantenere la stessa acconciatura per più di cinque anni.
Aziraphale avrebbe detto che il motivo della sua infatuazione era ineffabile, Crowley invece pensava che l'Altissima si fosse particolarmente accanita contro di lui.
Certo, innamorarsi sulla porta est del giardino dell'Eden era qualcosa che, ne era sicuro, nessun altro aveva mai provato né mai avrebbe provato, ma Crowley ne avrebbe volentieri fatto a meno.
Specialmente se era Aziraphale, il suo migliore -e unico, al momento- amico, un angelo. Uno particolarmente stupido, in più, perché in sei millenni non si era accorto di nulla.
.
[ crowley/aziraphale | post notpocalypse | they're dumb. that's it. that's the fic. ]

Dopo aver sventato l'Apocalisse, angelo e demone tornano a Londra con un autobus per Oxford e, nonostante nessuno dei due abbia voglia di discutere, la serata non risparmierà loro incomprensioni e qualcosa di più.
"Il demone non riuscì a trattenersi: la sua bocca si piegò dapprima in un ghigno solo accennato, poi si spalancò in una genuina risata. «Spero che ti sia chiara l'ironia di questa tua richiesta» disse, ancora con il sorriso stampato sulle labbra. Ma Aziraphale non stava scherzando e non cercò di unirsi all'ilarità dell'amico.
«Andiamo, angelo» continuò Crowley, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni. «Il perdono di un demone? Sul serio?». La situazione aveva davvero del comico ed era semplicemente assurdo che Aziraphale non lo vedesse.
Quando questi riprese a parlare la voce era roca: stava trattenendo disperatamente le lacrime.
«Non di un demone, no» corresse. «Il tuo, Crowley»"

[Promare]
Promare | GaloLio | Post-film, *Spoiler ahead* | Quella innocente domanda fu un fulmine a ciel sereno, arrivato mentre camminavano fianco a fianco, dopo una sfiancante giornata di lavoro alla Burning Rescue, e in Lio scatenò delle sensazioni contrastanti.

Ma la richiesta fattagli da quell'uomo che ormai da alcuni minuti si aggirava nervosamente tra le piante, come se fosse incerto sul da farsi, e che poi in un improvviso sbalzo di coraggio aveva sbattuto delle banconote sul banco prima ancora di proferir parola, di certo avrebbe facilmente superato qualsiasi cosa avesse mai sentito dire da chiunque.
"Come faccio a mandare a quel paese qualcuno con un mazzo di fiori?"
.
.
.
O, alternativamente, una AU in cui Crowley lavora in un negozio di fiori, e Aziraphale è un cliente complicato.

"Avrebbe potuto ucciderti."
"Non toccare questo tasto! Non ora, né domani, mai! Non sei tu quello che pensava di aver perso qualcuno."
"Sono qui, mio ​​caro, non discorporato e bene, con te."
"Mi dispiace, dico davvero. Potrai mai perdonarmi?"
"Idiota! Stupido... Bastardo--"
"Sì, credo di meritarmelo."
[Aziraphale/Crowley]

Una serie di flash-fic con tema tanto banale quanto piacevole: i sette vizi capitali.

Gli umani erano sì affascinanti, ma semplici creature da osservare ed ammirare, come i delfini. Certo, non esattamente come i delfini: sarebbe stato necessario ancora parecchio tempo prima che gli umani potessero anche solo aspirare a quel livello, ma diciamo che dal punto di vista evoluzionistico la strada era quella giusta.
Ed Aziraphale non si sarebbe mai, mai sognato neanche lontanamente di baciare un delfino.

{Bakugou/Midoriya | SecondYear!Fic}
«Conosco un ottimo modo per bruciare tutte quelle calorie.» Stese il braccio in avanti e con un gesto intese tutto il suo dignitosissimo vassoio. Che non era neanche così pieno. Di prima mattina Kacchan tendeva a essere più propenso a comportarsi come un essere umano, a flirtare anche, in quel caso. Poi avrebbe attivato il cervello entro un’ora e gli avrebbe fatto rimpiangere di non essersi dato malato.
«A-allenandomi?» Tentò. Avrebbe anche potuto non averlo di fronte, ma la sua presenza era lì, il suo calore corporeo gli penetrava attraverso la stoffa dell’uniforme e arrivava dritto al suo sistema nervoso.
«Se proprio insisti a voler crepare, sì, possiamo fare anche quello.»

-Lei crede nell'amour, monsieur?-
Una folata di vento più insistente sferzò il viso pallido dell'artista, facendogli impennare le ciocche scure all'indietro, per poi accompagnarle disordinatamente sulla fronte.
In un qualsiasi altro contesto Katsuki avrebbe soffocato una risata roca a quella domanda, scuotendo forte il capo e volgendo lo sguardo di fronte a sé, le iridi ardenti ad osservare qualcosa non concretamente presente sulla superficie increspata della Senna.
E invece le sue pupille erano tutte intente a ritrarre il volto di Izuku parzialmente illuminato dai lampioni - silenti spettatori di un evento che gli avrebbe travolto e ribaltato la vita in maniera irrimediabile -, luce ed ombra che articolavano armoniose linee sui tratti delicati mentre lottavano per il predominio.
-Dovrei?- le palpebre semichiuse e le mani immerse nelle tasche, un modo come un altro per nascondersi da qualcosa che gli si stava figurando di fronte con la potenza di uno schiaffo in pieno volto. -E tu, Midoriya?-
Un retrogusto amaro gli invadeva le papille, proprio lì, in fondo al palato.
-Me lo chiedi perché scommetto che stai uscendo con qualche ragazza e-
-Je le crois.- le sopracciglia aggrottate ed un ciuffo che svolazzava indomato. -Io credo nell'amore.-