Ciao topolinia! Proprio no che smetto di leggere! ;)
Questo capitolo, per tutti i motivi che saranno spiegati nel consueto elenco, mi è piaciuto più di tutti gli altri tuoi che ho letto prima. Stiles mi piace già di più, e lo vediamo anche rapportarsi con Lydia e Scott. L’unico problema su questo è che rileghi questi personaggi a pochi momenti quando per la loro importanza meritano di più. Va bene che tu non mi descriva l’intera giornata a scuola, anche perché sennò sarebbe davvero pesante, ma Scott e Lydia sembrano esistere e agire e parlare solo ed unicamente in questo contesto. Piuttosto mi piace che tu mantenga il papà di Stiles sempre un pochino presente, come una piccola costante nella vita di Stiles. E mi piace ancor di più il fatto che tu abbia dato un piccolo momento di “normalità” col difficile risveglio di Stiles, e che mi abbia anche fatto spuntare il sorriso. Derek invece lo vedo indeciso, instabile però anche lui appare solo in relazione a qualche momento in particolare e mi sembra come se spuntasse proprio in occasione di quello e poi il resto del tempo lo passasse nell’ombra. Mi risulta che questa storia sia una Sterek, quindi tu stai raccontando (anche) la storia d’amore tra Stiles e Derek. Quindi Derek non è un personaggino qualunque. Un po’ più di spazio potresti dedicarglielo.
Per quanto riguarda come scrivi, rendi tutto scorrevole e poi mi infili un periodo fatto male. Secondo me con delle riletture dei capitoli potresti correggere questa tendenza.
Nel complesso ti do anche questa volta una recensione positiva.
Baci
Lud0
• “sentiva forte emozioni contrastanti” la concordanza è sbagliata.
• “Senza nemmeno rendersene conto cullato dal calore della coperta, Stiles si addormentò…” tra “conto” e “cullato” ci andrebbe una virgola.
• “Con un sospiro cercò di riordinare nella testa l’inattesa visita da parte del ragazzo.” Non si riordina la visita di qualcuno, ma le emozioni che essa ha fatto provare!
• “- No. – Non sapeva se il vecchio Stiles avrebbe mai mentito a Scott, quello nuovo però si sentiva di doverlo fare.” Un complimento: stai cambiando Stiles e lo stai mostrando, mi piace! Pollici in su.
• “- Scott smettila! Non l’hanno fatto apposta! –“ tra “Scott” e “smettila” ci va una virgola perché “Scott” non è il soggetto grammaticale della frase (ma quello logico), ma solamente un vocativo.
• “Si erano già dimenticati della lite, della palla da basket e di quei ragazzi che furono ignorati l’attimo dopo che Stiles aveva ricordato un frammento del suo passato.” Mi riscrivi la frase? Hai fatto una ripetizione concettuale sul dimentiare ciò che gli stava attorno o che era appena successo.
• “Quel pomeriggio non aveva nulla da fare, era giorno tranquillo dedicato al dolce far nulla.” Chi, Stiles o Scott? Nella scena precedente girano due persone, entrambi maschi, quindi specificami il soggetto sottointeso di questa frase.
• “Non ne sembrava il tipo, così cancellò subito quell’ipotesi.” Non si è il tipo da qualcosa, ma si sembra qualcosa. Il “ne” è superfluo.
• “Fra un dubbio e l’altro il tempo passò e l’ora di cena arrivò e senza più una sola domanda posò il telefono e si diresse in cucina per preparare un pasto leggero e salutare per lui e il padre.” Troppe “e”! Mettici qualche virgola piuttosto. E poi troppi avvenimnti in un periodo. Stacca, oppure fanne più di uno e cogli l’occasione (se ti va) di approfondire. Tipo: come si sente Stiles in una casa che gli dicono sia sua ma non la ricorda? Si è già abituato? E i suoi effetti personali? Ha guardato le foto che trova in giro?
• “… lo accolse nuovamente.” Un sentimenti ti COGLIE, non ti accoglie. Non stai andando a casa sua.
• “La notte gli incubi tornarono. La realtà si fondeva con il sonno, non capiva quando era sveglio e quando dormiva. Nei sogni qualcosa gli diceva che poteva fermarli, qualcosa glielo stava suggerendo, ma non riusciva a metterlo a fuoco. Ogni volta che andava per avvicinarsi si ritrovava catapultato nel suo letto, sudato e con il respiro affannato.” Non so se questo paragrafo alluda a qualcosa che accade nella terza stagione ma dato che parli tanto di questi sogni, descrivimeli un po’. Magari anche dicendomi molto dettagliatamente come si sente Stiles e magari anche raccontandomi delle sue notti tra sogno e realtà.
• “… scaraventandolo da quel mondo che lo terrorizzava.” Ci starebbe di più “via da” al posto di solo “da”.
• “ … degli occhi dorati…” su questi benedetti occhi (Stiles è coccolosissimo, i suoi occhi sono così da cucciolo) ti ho già detto.
• “Non sapeva il dolore che gli aveva provocato, non sapeva che la causa dell’incidente era lui. No, non sarebbe mai andato nel suo loft, quello della sera prima era stato un caso isolato che non si sarebbe ripetuto, con o senza i ricordi. Lo aveva perso in entrambi i modi, se si fosse ricordato lo avrebbe odiato, senza il ricordo di lui, forse, era la cosa migliore.” Di nuovo, qua girano due personaggi maschili, sarebbe bene chiarirmi quale lui è chi. Io alle medie mi facevo delle liste di nomi o soprannomi o modi di indicare le persone per tutti i personaggi presenti nelle storie. Così evitavo di fare ripetizioni ma quasi sempre riuscivo a dire chi era chi.
• Quando Stiles e Lydia parlano, dato che utilizzi un narratore esterno, che dici di raccontarmi anche cosa pensa Lydia?
• Un altro complimento: mi hai fatto una Lydia così dolce e che è molto affezionata a Stiles! Di nuovo pollici alzati!
• “Stiles le aveva risposto quello che aveva pensato la sera prima…” si rispnde a qualcosa con qualcosa. Non si risponde qualcosa.
• Ho notato che quando parli di Stiles e descrivi i suoi pensieri, usi molto il verbo “pensare”. Mi piace che tu abbia mantenuto Stiles pensoso. Mi piace inoltre che tu, seppur in piccola misura, cambi il tuo lessico quando parli di un personaggio. Il poco che hai fatto finora non credo che tu l’abbia realizzato consciamente. Sarebbe carino che tu lo facessi più spesso. Ad esempio, con Lydia, che sappiamo essere una persona colta (sa il latino) ed è molto brava con le materie di ambito scentifico (fabbrica la molotov da sola) e pure utilizza termini precisi ma poco conosciuti (vedi quando all’inizio della terza stagione, mentre tutto il gruppo discute dei lividi gemelli sul suo braccio e su quello di Allison), potresti utilizzare uno stile più raffinato. E magari descrivere i suoi pensieri in modo molto logico. Oppure anche con Derek si può operare in questo modo, ma di lui ti ho già parlato. Comunque pollici in su anche per questo.
• “… i quali occhi…” ti prego, no. “I CUI occhi”. Per favore.
• “…sensazione FASTIDIOSA…”, “Non seppe cosa gli dava più FASTIDIO…”: ripetizione.
• “Non seppe cosa gli dava più fastidio, se la certezza che aveva avuto ragione sul ragazzo che non sarebbe mai andato da lui o scoprire che in fondo lui contava ancora qualcosa per lui, almeno quanto bastava per essere la ragione per il quale aveva chiusa quella dannata porta.” Per prima cosa hai messo un dppio che. Poi “aveva chiusa la porta” non direi, piuttosto “aveva chiuso la porta”. Poi il periodo è troppo lungo. Un consiglio: se vuoi rendere un momento concitato in modo concitato (scusa la ripetizione), intervieni sullo stile con periodi lunghetti formati da corte coordinate, separate da delle “e” (le virgole secondo me eallentano di più e poi ti dicono di fare una pausa con la voce). Forse mi stai dicendo che Derek è in preda a dei forti sentimenti nel momento che stai descrivendo, ma la resa non è stata così bella in questo caso. |