Eccomi all'epilogo di questa coinvolgente avventura, scritta bene, ben strutturata e piena di colpi di scena, che ha saputo ben alternare momenti d'azione ad altri più introspettivi e di approfondimento dei personaggi.
Ci troviamo dinanzi a un finale dolceamaro, che ho davvero molto apprezzato, essendo come sai un'amante dei finali negativi o non del tutto positivi. Per la piega che aveva preso il rapporto tra Carol e Peter, trovo che questa conclusione fosse la più coerente e naturale: il resto sarebbe stato artificioso, poco convincente, forzato.
Carol ha bisogno del suo tempo e del suo spazio, non solo per compiere i suoi doveri da eroina, ma anche e soprattutto per riflettere su molte cose: in primis, necessita di metabolizzare quanto accaduto con Carnage, di far fronte ai terribili ricordi che questo ha portato a galla, e che l'hanno ferita e provata più di quanto potesse immaginare; in secondo luogo, ha bisogno di riflettere anche su se stessa e sul suo rapporto con Peter. È innegabile che Carol sia innamorata di lui, che lo desideri tanto quanto lui desidera lei (anche se in maniera differente: dopotutto hanno delle età molto diverse) e che il suo primo e istintivo desiderio sia quello di rimanergli accanto, ma razionalmente sa che deve ragionare, deve pensare e decidere, per non far male a entrambi.
Questo Peter lo capisce e lo accetta: il suo comportamento è davvero in linea con quello di un ragazzo innamorato e con il carattere di questo personaggio. Onestamente, non credo che mi sarei comportata allo stesso modo: per come la vedo io, se hai dei dubbi e hai bisogno di pensare, è meglio salutarsi perché, come si suol dire dalle mie parti, "non è la strada per andare a Roma". Se devi riflettere, il rapporto ha qualcosa che non va. Però comprendo la posizione di Peter e ammiro la sua capacità di aspettare pazientemente che l'altra si prenda i suoi tempi e poi decida. Mi è molto piaciuta la frase: "Voglio essere tante cose per te, Carol Danvers. Quello che non voglio essere…è il tipo di uomo che ti tiene a terra", perché racchiude in poche parole il grande sentimento che anima Peter e la sua purezza d'animo.
Inutile dire che la scena finale è stata la vera chicca di tutta la faccenda, non solo perché veniamo a sapere che Carnage è ancora vivo, ma soprattutto per come hai costruito il tutto. Abbiamo una guardia traviata, a cui piace farsi foto con cadaveri famosi, e una fidanzata ancora più traviata di lui: il mio amore per il grottesco ha letteralmente gongolato dinanzi a tutto ciò e ho davvero adorato questi personaggi macabri che hai sapientemente delineato e caratterizzato. E poi, cioè, Carnage ha aperto gli occhi e ha ricominciato a respirare, e non penso ci sia altro d'aggiungere: un po' sono contenta che non sia morto, perché, come detto fino allo sfinimento, è un villain che ho davvero amato, e non si meritava una fine così misera, seppur spettacolare.
Ti faccio tantissimi complimenti per il capitolo e soprattutto per la storia, per la trama e per il modo in cui hai deciso di descrivere il tutto. Non vedo davvero l'ora di fiondarmi sul sequel!
Alla prossima :) |