Prima classificata al contest a Disney Song for a Story
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Tre scorci, tre storie, tre uomini. Perché Jane Volturi non ha mai vissuto, mai. E ha continuato, sempre, a negare se stessa.
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Subito dopo la morte di Danny, Rafe trova delle lettere sparse per i cassetti dell’alloggio dell’amico. Tre sono i destinatari di tali lettere: lo stesso Rafe, Evelyn ed il padre di Danny. Per Rafe ed Evelyn, leggere quelle lettere servirà a mantenere viva la voce di Danny.
- - La storia è una sorta di continuazione del film stesso, che amo con tutta me stessa. Perciò, ci saranno riferimenti a scene o dialoghi del film, sebbene alcuni avvenimenti potrebbero risultare in qualche modo "alterati". - -
Enjoy!

Harry/Louis || 11k parole
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Dal testo:
"Lei... Nessuno ti- ci terrà a te come me." fu un sussuro seguito da uno scambio di sguardi intensi.
Louis si sentiva morire mentre le dita gli pizzicavano notando quel riccio che cadeva sulla fronte del ragazzo di fronte a lui. Voleva accarezzargli gli zigomi per poi passare subito al contorno di quelle labbra maledettamente carnose. Così "Harry.." sussurrò prima che una voce non spezzò quell'intesa di sguardi.
"Louis, amore! Sei lì giù?"
Eleanor. Sempre lei.

la conoscevo da piu di cento anni e sapevo quanto odiasse sentirsi normale e non peter "vedere" nel futuro, questo l'angosciava e la rendeva triste.
a completamente dell'opera ci si era messo Edward chiedendole di controllare i volturi, i neonati, victoria e ovviamente tenere sotto controllo ogni singola mossa di Bella e nel giro di una settimana, Alice stava perdendo di vista tutto ma Edward continuava a chiedere e chiedere finchè una sera, all'ennesima richiesta, mi arrabbiai, dissi ad Edward di smetterla di tormentare Alice con tutte queste richieste ma sapevo troppo bene che Alice avrebbe continuava a tenere d'occhio almeno Bella e le decisioni di Aro. era piu forte di lei, non riusciva a non non pensare agli altri.
-senza visioni - disse piagnucolando - mi sento inutile e non posso vedere se tu stai bene

Perciò ogni pomeriggio, finite le lezioni, andavano dritti a casa sua e si chiudevano in camera; studiavano un po’ e poi si concedevano una “pausa”, il tutto cercando di far combaciare gli orari di rientro dei suoi genitori.
Non che temesse di essere ripreso perché a diciotto anni aveva dei bisogni ormonali, ma sarebbe comunque stato imbarazzante vedersi piombare in camera sua madre o suo padre mentre era intento a “consumare” con la sua ragazza.
Forse suo padre lo avrebbe liquidato con un “chiudi la porta se devi fare certe cose”, andandosene come se nulla fosse, ma sua madre si sarebbe subito preoccupata di non avere nipoti prima del previsto.
Quel giorno non era stato diverso dagli altri.
Usciti da scuola si erano recati subito da lui, avevano consumato un pasto veloce e poi si erano chiusi subito in camera.
Unica pecca: era sabato.
Il sabato era giorno di festa, perciò i suoi genitori, come tutti, erano esenti dal lavoro.
Ne conseguiva che la casa non sarebbe stata vuota.
AUGURONI ROLOCHAN!

Dal primo capitolo:
Cominciamo ad incamminarci verso il bosco, e una volta arrivati, puff, scomparso. Ma dove cazz?! Delle mani calde appoggiarsi sulle mie spalle e una voce affannata mi parla all'orecchio "Non ti farò del male,non urlare piccola". Capii subito le sue intenzioni, presi subito il mio paletto liberandomi dalla sua presa e puntandoglielo addosso. Irrigidendosi cominciò a fare dei piccoli passi indietro alzando le braccia. "E quindi tu, sei una cacciatrice,eh?" lo rispondo subito con un "E quindi tu sei un vampiro, eh?" Andò a sbattere contro l'albero. "Sei fottuto" "Io non credo"
Scomparì davanti ai miei occhi. Cazzo, me lo sono fatto scappare. No no no,come cazz?! Meglio tornare a casa.
Summer, cacciatrice di vampiri.
Justin, vampiro.
Riusciranno a darsi pace?

Stony.
Dal testo -------->
''Vorrei guardarti e dirti che mi dispiace, vorrei guardarti e dirti che sei ancora il mio migliore amico... ti guardo e per te provo soltanto rabbia''.
Bonsoir, in questa fanfic parlerò del risentimento di Steve verso Bucky per... no, niente spoiler.
Vi auguro una buona lettura e sarei felice di sapere cosa ne pensate tramite una recensione.
Robin.

Due drabble che raccontano la storia (vera) di un ragazzo e di una ragazza, in parallelo, e talvolta fusi assieme, ai due Dei che li rappresentano, Ade e Atena.

Un bacio rubato e poi un altro ancora e tutto precipiterà. Riprende da dopo la visione di THE ITCH (il prurito)

“ Detestarmi? Solo perché non ti voglio nel mio letto?”, domandò. “ Se non te ne fossi accorto, sei davvero un po’ troppo grande e stiamo stretti! Poi scalci nel sonno!”
“ Non è quello!”, esclamò Kìli, ricevendo poi un: “ Shh...”, che lo ammonì per aver alzato troppo la voce - l’ultima cosa che Fìli voleva era far arrivare nella loro stanza lo zio o, ancora peggio, la mamma.
“ Allora per cosa?”, lo interrogò, chiedendosi che cosa avesse mai fatto per meritarsi un ‘dovrei detersarti’ da parte del suo fratellino.
“ Ti ho visto!”, ringhiò in risposta.
“ Visto? Per la barba di Durin, Kìli... parla chiaramente! Non voglio tirare ad indovinare a quest’ora della notte!”
“ Ti ho visto mentre baciavi Hlin!”

{ATTENZIONE! Questa è una storia che tratta della coppia Grouchylan, ovvero Dylan Dog x Groucho. Io rispetto i personaggi e il loro rapporto, considerate questa storia come un esperimento.}
Poi era successo.
Non era un giorno particolare, non era accaduto nulla di speciale, Dylan l'aveva semplicemente avvicinato a lui e aveva appoggiato le sue labbra sulle sue, quasi come se fosse un gesto abituale. Groucho non lo aveva mandato via, l'aveva lasciato fare, aveva ricambiato il bacio e aveva sentito tutte le sue difese crollare, le sue battute erano scomparse dalla sua mente e nel suo cuore un sentimento che aveva sempre provato per il suo capo, a cui non riusciva ancora a dar bene un nome, si riversò.

Piccola One-shot sulla mia coppia preferita :3
Idea venuta una sera, mentre chattavo con una mia amica.
Spero che vi piaccia.
Emy.

Il destino, a volte, gioca brutti scherzi. Non importa chi sia il disgraziato, capita e basta. Non esistono due pesi e due misure. Esiste o il bianco, o il nero. Il grigio? Solo pura fantascienza.
Ti può andare bene, ma ti può anche andare male. Puoi cadere, ma puoi anche rialzarti. Perchè, in fondo, il destino è fatto così.
Non guarda in faccia nessuno, se non se stesso.
Non conosce la sofferenza, perchè, a volte, lui stesso ne è la causa.

Forse è stato quello il momento in cui ho capito tutto.
E non feci niente, rimasi immobile. Semplicemente guardai.
Ero il loro servo, non potevo ribellarmi, lo capisci? Si, eccome se lo capisci, l’hai capito tu prima di me.
Fosti tu la prima ad avvicinarti a me, alla mia famiglia.
Ci guardammo negli occhi e ne ebbi la conferma: saresti stata mia.