Non è strano come giorno per giorno niente cambia, ma quando ti guardi indietro tutto è diverso?
Oggi sono diversa da ieri, oggi mi sento più forte.
Ieri non avrei mai suggerito a nessuno di ascoltare le mie parole, non avrei detto a nessuno di seguire le mie traccie, forse perché le avevo perse anche io.

TRATTO DA UN CAPITOLO:
"Sentii il rumore di una porta che si apriva, voltai lo sguardo e vidi Louis entrare in casa.
Ci guardò sorridente.
- Sonny! Sono contento che abbia detto tutta la verità ad Harry!- esclama Louis, mi staccai leggermente da Harry, ero preoccupata, Harry guardava Louis in un modo alquanto strano.
- Sonny cosa devi dirmi?- chiese alzandosi dal divano.
- Austin perchè non vai di sopra a giocare?- dissi alzandomi. Louis rimase immobile.
- Allora?! Sto aspettando?- disse Harry.
- Harry...Austin è...- sussurrai abbassando lo sguardo.
- Cos'è Sonny?!-
- Harry io...-
- Non mi interessa dimmi la verità cosa mi nascondi?!- urlai.
- Austin è...- aggiunse senza finire nuovamente la frase.
- Allora?!-
- CAZZO HARRY AUSTIN E' TUO FIGLIO!- urlò d'un tratto Louis.

"Flashback:
- Ciao sono Faith, oggi è il mio primo giorno qui in panetteria!- disse la ragazza abbozzando un timido sorriso.
- Ciao Faith, sono Harry! Benvenuta qui!- rispose il riccio dietro al bancone.
- Piacere…-
- Mi sembri un po’ spaventata…ma sai c’è una cosa bella nel lavorare qui..- disse il ragazzo con un espressione furbetta.
- Sarebbe?- chiese lei confusa.
- Che puoi fare questo!- rispose infine lui prendendo un piccolo dolcetto al cioccolato fino a portarlo alla bocca di Faith.
Fine Flashback."

Due ragazzi innamorati, uno stupido errore commesso e una lista da completare entro dieci giorni per far tornare tutto alla normalità.
Dalla storia...
- Cos’è? – chiese il riccio passandosi tra le mani il pezzo di carta.
- È un foglio dove qualche anno fa ho scritto le dieci cose che vorrei che un ragazzo facesse per me. Se dopo questi dieci punti mi avrai riconquistata torneremo insieme se no niente. Ci stai? – chiese la ragazza. In realtà aveva scritto quella lista solo quando si misero insieme perché voleva passare quei dieci momenti con lui ma questo non glielo avrebbe mai detto.
Harry ci pensò su un attimo, avrebbe fatto qualsiasi cosa per riconquistarla così accettò.

"H: Riuscirò a farti innamorare di me"
"A: Buona fortuna sarà una bella sfida per te non conosci niente di me."
"H: mi sono sempre piaciuti i misteri e le sfide."
"A: mi è sempre piaciuto vedere le persone che le perdono." -dissi alzandomi e andandomene
"H: aspetta come ti chiami?"
"A: mistero numero uno." -dissi uscendo dal bar.

-Scusa ma ti è caduto qualcosa in testa quando eri piccolo? O sei nato così stupido ?- Disse incazzata
- Senti chi parla.. La pazza squinternata - Risposi
Fece finta di non aver sentito.
-Senti brutto stronzo la prossima volta che ti permetti di toccare mia cugina giuro che ti castro con le mie stesse mani ! Capito brutto pezzo di mer.. !?-
Non la feci finire di parlare che senza pensarci su due volte presi il suo viso tra le mani e avvicinai le mie labbra alle sue fino a chiuderle in un perfetto bacio .
Aveva un buon sapore,il più buono che avessi mai sentito .
Non so perché ma una parte di me era emozionata,strano,strano effetto;strano si ma stupendo.
Con mio stupore non si scansò ma ricambiò quel bacio,volli convincermi che era perché una parte di lei era ancora innamorata di me.
Quando le nostre labbra si staccarono ci guardammo intensamente negli occhi mentre il suo viso era ancora tra le mani.

Mi resi conto che stava parlando con me e ne rimasi a dir poco sconvolta. Qualcuno mi stava rivolgendo la parola e mi stava addirittura sorridendo?!
- Ehm …piacere mio, io mi chiamo Nicole. – risposi aggiungendo un debole sorriso e distogliendo subito lo sguardo dal suo viso. I suoi occhi mi mettevano soggezione, sentivo le guance andare a fuoco e il cuore battere all’impazzata. Come faceva a farmi questo effetto dopo nemmeno un minuto che lo conoscevo?! Sentivo la sua presenza vicina, come se ci fosse un’elettricità tra di noi.

Qui non si tratta di una bionda con occhi azzurri e fisico da cheerleaders, no.
Qui si parla di una ragazza di nome Sam, sedicenne, con lunghi capelli neri e ricci, occhi di un nero carbone e purtroppo obesa.
Da tre mese ha perso la persona più importante per lei, la persona che sapeva sempre come farla sorridere, la persona che forse la conosceva meglio di una madre, sua sorella Melanie...perciò ha cominciato a mangiare molto essendo l'unica cosa che riusciva a consolarla dalla GRANDE perdita.
E' nata a Londra e ci vive insieme alla madre Rose mentre suo padre è sempre fuori per lavoro.
Non ha migliori amiche ne persone che le vogliano bene apparte Melanie che la amava moltissimo come una madre ama il proprio figlio.
La mamma non la calcolava minimamente e perciò decide di andare in un collage, dove la sua vita prenderà una piega migliore..

Cher Hunt: inglese, giornalista; innamorata da tre anni di James, che non la corrisponde.
Lola Anderson: americana, produttrice di trailer cinematografici; si è appena lasciata con Jack.
Cos'hanno in comune queste due ragazze?
Una grande sfortuna in amore.
In preda alla disperazione, decidono di scambiarsi casa, macchina, ogni cosa, per due settimane.
Le due ragazze saranno le protagoniste di una particolare storia, ricca di risate, divertimento ed amore.
La storia è ispirata al film di Nancy Meyers "L'amore non va in vacanza"
Tratto dal terzo capitolo:
"- Chi è? - chiese, avanzando lentamente, dopo aver sentito altri colpi.
- Dai, Cher, apri la porta! - sentì rispondere una voce maschile.
- Ehm... Non sono Cher... - cercò di spiegare la bionda, avvicinandosi alla maniglia.
- Eddai, fammi entrare... - ma non fece neanche in tempo a finire la frase, che Lola aprì velocemente la porta.
- Oh, non sei Cher. - affermò il ragazzo, riccio e con dei penetranti occhi smeraldo. - Ma se sei lei, sono più sbronzo di quanto pensassi. - "

Tratto dal capitolo 5: 'E tu Harry?' mi disse.
'Io cosa?' domandai curioso.
'A te come va la vita? Insomma, sei in una band famosa in tutto il mondo, come.. te la passi?' disse chiaramente imbarazzata.
'Oh, non c'è male.. Abbiamo molto lavoro da fare.' Silenzio. Dovevo risollevare la situazione in qualche modo.
Ad un tratto la vidi camminare verso il mare, immergendo i piedi nell'acqua cristallina al tramonto.
Avrei voluto incorniciare quel momento per sempre, Evie, le acque californiane ed il tramonto, le cose più meravigliose mai esistite.

Mi presento: Mi chiamo Hope Horan , ho 17 anni e vengo da Roma, Italia. Non sono quel tipo di ragazza PERFETTA in tutto.. sono spesso insicura di me e molto permalosa; due caratteristiche che di certo non mi aiutano! Sono alta, quello si! 1.75 capelli castani e occhi scuri.
Mi sono trasferita circa 4 anno fa a Londra insieme a mio fratello, Niall. Andiamo molto d'accordo stranamente, tranne qualche volta che non lo sopporto proprio. Frequentiamo la stessa scuola e viviamo insieme in una casetta non molto lontana dal centro di Londra, che mia madre e mio padre ci hanno comprato. Perchè, beh, noi abbiamo origini Londinesi e i miei nonni vivono qui. E' da tanto che sia io che Niall desideriamo vivere a londra e ora con la scusa dei nonni il nostro sogno si è realizzato!
Ah, dimenticavo la mia migliore amica, quasi sorella, Emily. Ci conosciamo da 16 anni e 5 mesi per essere pignoli. A Roma abbiamo frequentato la stessa materna, stesse elementari, medie e ora superiori, ultimo anno! Come non potevo portarla qui a Londra con me?
Percio' si, siamo io Niall e Emily a casa. Quasi tre migliori amici, siamo una famiglia insieme!

Non si può mai sapere di chi ci innamoriamo, succede e basta.
Può essere un/a ragazzo/a più grande o piccola/o, o di un/a drogato/a ecc...
Ma nel mio caso mi sono innamorata del mio fratellastro.

Avevo solo 10 anni, troppo piccola per capire la vita.
Troppo piccola per avere così tanti problemi.
Ma soprattutto troppo piccola per non avere più una madre.
Quel fottutissimo 21 dicembre mi aveva sconvolto la vita.
Io stavo bene fra le braccia della donna che mi aveva messo al mondo.
Ridevamo, scherzavamo...Eravamo felici.
Mio padre doveva essere con noi quella sera,ma il destino volle che il suo capo lo chiamasse a lavoro, lasciando me e mia madre in casa da sole.