Innanzi tutto grazie infinite per i ringraziamenti (sei, come sempre, troppo gentile XD) e scusa per il ritardo davvero mostruoso con cui recensisco (non riesco a credere di essere rimasta indietro di quattro capitoli!)
Vado con ordine e ti faccio subito i complimenti per la scelta del titolo: On his knees. Non avresti potuto trovare un titolo più azzeccato per questo capitolo! E' perfetto per descrivere la situazione in cui si trova Tony, prostrato, sconfitto, in ginocchio fisicamente ma soprattutto emotivamente, per non parlare della battuta del flashback (ah, il flashback!!! *____*) a cui la situazione attuale, con Tony costretto davvero ad inginocchiarsi davanti a Loki, rimanda. E ovviamente si avverte anche l'eco delle parole pronunciate da Loki a Stoccarda "In Ginocchio. In Ginocchio. Ora.". Personalmente ho un debole per i rimandi alle scene dei film, perché rappresentano un omaggio a scene che abbiamo tanto amato, ma soprattutto perché sono il simbolo della vicinanza, della fedeltà, all'essere IC se preferisci, dei personaggi delle fiction agli originali. E in questo tu sei veramente una maestra! XD
E poi vado in brodo di giuggiole XD... adoro i tuoi flashblack, li adoro tutti, ma devo confessare che questo del primo incontro fra Tony e Loki dopo la fuga di quest'ultimo da Asgard è in cima alle mie preferenze in assoluto!(insieme al suo seguito nel capitolo successivo, ma di quello parlerò a suo tempo).
Il dopo sbornia di Tony è epico! Tony è così IC in questa scena iniziale, sembra quasi di vederlo, con quella sua espressione a metà tra l'infastidito e il disgustato, mentre si domanda che cosa mai abbia fatto di male per meritarsi una cosa simile. Quando ho letto: "spingendolo a chiedersi se un simile abuso uditivo prima dell'alba potesse qualificarsi come tortura." riferito alla voce di Fury nelle orecchie, ho pensato: "E' lui, è proprio Tony! Non c'è nessun dubbio!" Il tutto mentre sghignazzavo a più non posso, troppo bella questa battuta!!! *___*
Ho iniziato a rotolare dalle risate, invece, quando Tony dice: "Intendi lo psicopatico fratello adottivo di Thor con il feticismo dei vestiti in pelle e degli elmi con le corna?” Solo Tony se ne può uscire con una battuta del genere, solo lui! E io lo amo appassionatamente per questo. E adoro te perché scrivi cose del genere!!!
Come al solito, poi, sei riuscita a delineare in tre battute, dico tre sole battute, il personaggio di Fury: la "furia" (impotente) a stento controllata che trasuda dalle sue parole e la pragmatica sicurezza di chi è abituato a comandare. C'è tutto Fury in quella voce imperiosa. Ma c'è anche tutto il rapporto di amore-odio con Tony nel fastidio ribelle con cui quest'ultimo ascolta le parole del direttore dello Shield e in quelle irriverenti e sarcastiche che gli rivolge.
E non è che ci riesci solo con Fury. Basti pensare al “Fa' attenzione.” di Natasha, asciutto, senza fronzoli, dritto al sodo, pragmatico, eppure protettivo. Come Natasha appunto.
Come sempre, in pochi rapidi tratti, sei riuscita a delineare i personaggi e le dinamiche che si intrecciano nella loro relazione. Come sempre, rimango senza parole.
Ho apprezzato tantissimo che Tony, acuto e brillante com'è, abbia il sospetto che Loki si sia arreso di sua spontanea volontà, per una sua qualche ignota ragione, alla fine dello scontro con i Chitauri (anch'io ne sono convinta ndr): "Fin da quando lui gli aveva chiesto un drink, con quell'espressione serafica così stonata per chi era appena stato usato come mazza per demolire parte della sua abitazione, aveva avuto l'impressione che si fosse arreso più per propria scelta che per necessità."
Il loro incontro/scontro inizia come al solito con una battuta folgorante e sarcastica, da parte di Tony in questo frangente: “Sai, quando la gente ha caldo si limita a comprarsi un gelato o una granita. Non rende Central Park un fottuto igloo.” Che Dire? Tony 1 Loki 0, palla al centro!!!
Loki non risponde con la sua solita ingua sferzante: appare provato, ferito e stanco, più di quanto Tony lo abbia mai visto. Sembra quasi che le gambe non lo sorreggano, ma Tony, intelligente e acuto com'è, ha subito compreso dalla costruzione di ghiaccio apparsa in Central Park, opera di Loki senza dubbio, che questi non ha utilizzato tutti i suoi poteri durante l'invasione dei Chitauri. E' ferito, sì, ma non inerme. Anzi, forse ancora più pericoloso, proprio perché ferito.
Mi piace che Tony tenti di ragionare e non tuffarsi a capofitto nello scontro, accantonando saggiamente per una volta il suo motto: "Io ho un piano: attacco!" (cit.); purtoppo per lui, come spesso accade, la sua lingua è più veloce del suo cervello e dice la cosa più sbagliata a cui potesse pensare: "“Vieni con le buone o devo aprire l'artiglieria? Sai, a casa ho una replica commemorativa del tuo bavaglio.”
Mai, mai infierire, umiliare un belva ferita! Tony dimentica per un istante questa regola d'oro. Purtroppo per lui, Loki non dimentica, mai. (sue testuali parole). Ed io mi sono sciolta come neve al sole XD. Loki è' un figo allucinante, ha uno stile, una classe terrificante mentre pronuncia queste parole. Da brividi!!!
Comincia uno scontro che è allo stesso tempo di forza e di parole, di testa e di impeto, che culmina, in questa prima parte, con la battuta migliore in assoluto di Tony, che è insieme feroce sarcasmo e allusione sessuale, neppure troppo velata:“Scusa, ma non mi inginocchio mai prima del terzo appuntamento. O di una cena, almeno.” replicò, ansimando appena per i colpi subiti “Sai, sono un po' vecchio stile.”
Magistrale.
Ovviamente Loki non gradisce. "E lo scontro cominciò sul serio."
E' tipico di Tony liquidare la perentoria affermazione di Loki, a metà fra la minaccia e la promessa: "“Ti inginocchierai dinanzi a me, mortale.” con una battuta sarcastica, lui che non prende nulla sul serio, compresa la vita.
E' tipico di Loki, soprattutto di un Loki ferito e affaticato, che non è proprio dell'umore giusto per scherzare, rispondere alle provocazioni e agli sberleffi con sdegno furioso e violenza rabbiosa.
La sensazione nauseante e fisicamente debilitante del teletrasporto di Loki (magistralmente descritta XD) ci riporta al momento attuale. Questa volta, al contrario di quanto accaduto nel loro incontro al Central Park (quasi con un contrappasso per il povero Tony, chi di spada ferisce... ^__*) è Loki ad iniziare il loro "scontro" verbale con una battuta tagliente e sarcastica: “Ti prego, dimmi che sono stati i tuoi carcerieri a toglierti i vestiti e che questa non è la tenuta con cui di solito entri nella tua armatura.”, quasi un voler ricreare una situazione conosciuta, abituale tra di loro, quasi rassicurante nella sua consuetudine.
Ma la risposta di Tony è tutt'altro che consueta, attesa o rassicurante. E' una non-risposta. Tony resta immobile, apatico, ma soprattutto in silenzio. E per Tony, come per Loki d'altro canto, le parole sono fondamentali. Sono una parte di lui. Sono la parte più importante di lui. La sua forza, il suo potere più grande. Avergliele tolte è come avergli tolto la parte più nobile, più forte di lui.
Ma, d'altro canto, gli hanno tolto davvero la parte migliore di sé: Iron Man è morto, è rimasto solo Stark e Tony stesso "non era sicuro di quanto la sua presenza fosse utile al mondo."
Ha perso tutto, le proprie certezza, la fiducia in se stesso, la consapevolezza di essere un eroe, di essere un Avenger, di aver salvato il mondo, di continuare a salvarlo ogni singolo giorno, l'orgoglio di essere dalla parte dei buoni, lo spirito combattivo, il coraggio, la voglia di non mollare mai. In una parola se stesso. Persino la sua dignità: "Adesso la dignità era un lusso superfluo di cui non meritava nemmeno le più impalpabili vestigia." Questa frase mi ha spezzato il cuore. Letteralmente.
Il passo successivo è tanto ovvio, quanto inevitabile, Loki mantiene la sua promessa. E Tony crolla in ginocchio. Ma anche di fronte a questa ennesima umiliazione trova la forza di ribellarsi e reagire in un qualsiasi modo. Anche solo per affrontare con dignità la morte. O meglio, più che la forza, non trova un motivo per farlo.
Ho apprezzato moltissimo che la sua mente, sempre così brillante ed acuta, non perda neppure in questa circostanza la sua capacità analitica e si ritrovi a riflettere, anche se distrattamente, sulle ragioni che hanno spinto il Dio a risparmargli la vita: "In un angolo della sua mente si chiese se Loki trovasse piacevole la vista di un nemico inginocchiato ai suoi piedi e privo della volontà di reagire – se lo trovasse eccitante. Probabilmente sì, appagava il suo ego, lo avrebbe fatto sentire potente."
Invece, a dispetto delle sue parole: "Sembra che tu abbia finalmente imparato qual è il tuo posto al mio cospetto.”, Loki sembra tutt'altro che divertito o soddisfatto. Al contrario. Sembra infastidito dal suo ostinato silenzio, quasi che le loro schermaglie verbali gli manchino. Arriva persino a controllare se durante le loro sessioni di tortura, i mortali non gli abbiano strappato la lingua. Con fastidio crescente si rende conto che è successo qualcosa che ha spezzato Tony Stark, ma quando arriva ad esprimere ad alta voce i propri dubbi, non c'è traccia di derisione o di sarcasmo nella sua voce: “È stato sufficiente un po' di dolore per piegarti in questo modo, Stark?” gli chiese, ma non era più un sibilo velenoso, né una provocazione che pretendeva risposta. Loki aveva parlato come se si stesse rivolgendo a se stesso."
C'è qualcosa di diverso in lui, mentre pronuncia queste parole, una sensazione strana, latente, un senso di delusione misto a "dispiacere", forse per aver perso un avversario tanto valido, forse perché è stato qualcun altro, un misero mortale a spezzarlo, laddove lui non c'era mai riuscito. Non che si sia mai davvero impegnato, secondo me. Non che ci abbia mai provato sul serio.
La sensazione dominante in Loki per l'apatia di Tony in questo momento non è la delusione o il dispiacere, ma è l'irritazione, che si manifesta nel gesto rabbioso e carico di minaccia con cui afferra i capelli di Tony. Eppure ci sono i semi per qualcosa di diverso, qualcosa di più profondo, qualcosa che (non vedo l'ora) potrà germogliare
in un sentimento.
Mi è piaciuto moltissimo l'analisi psicologica di Tony, soprattutto in relazione al suo rapporto con gli Avengers dopo "l'incedente" che lo ha spezzato. Tony non sembra affatto risentito dalll'insinuazione di Loki su perché gli Avengers non siano arrivati a salvarlo dalla sua prigionia, al contrario sembra proprio che non voleva affatto essere salvato. Aveva pregato che non lo trovassero, "aveva pregato di non incrociare mai più i loro occhi per non vedervi riflessi la delusione, la rabbia, il disprezzo che sapeva di meritarsi."
Tony ha paura, ha una paura folle di rivedere gli Avengers. Di essere giudicato da loro. Di vedere nei loro occhi il riflesso del proprio fallimento come eroe e come uomo. Di vedersi smascherato. Di scoprire nei loro occhi la consapevolezza che lui è solo Stark e non più Iron Man.
Che cosa posso dire di questo capitolo? Semplicemente che ad ogni nuovo capitolo, ad ogni singolo aggiornamento m'innamoro di più di questa storia, che diventa ogni giorno di più una delle più belle, coinvolgenti, emozionanti che abbia mai letto.
A presto
Romina
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