La matematica è una fottuta nemica rompi minchia. Perchè esisti? Perchè ti hanno creato?
Sbuffai sedendomi sulla sedia. Apri il libro cercando di capire qualcosa. Qualcosina. Piccolina, piccolina. Ma niente.
"E che minchia", urlai sull'orlo di una crisi isterica. "Cosa succede?" spuntò dal nulla il pakistano.
Sbuffai. "Non riesco a fare matematica".
Spostò una sedia e si sedette accanto a me. Lo scrutai. Che voleva? "Che vuoi?".
"Ho 9 in matematica, piccola".
Spalancai gli occhi. "Allora hai un cervello" sorrisi.
"Esatto" ricambiò il sorriso, prese il libro e una penna. "Fammi vedere un pò... questi sono gli esercizi?".
Annuì guardandolo intensamente. "In matematica un polinomio è un'espressione con costanti e variabili combinate usando soltanto addizione, sottrazione e moltiplicazione".
Annuì - ancora - mordicchiandomi il labbro. Presi un quaderno per scrivere quello che mi diceva.
"Le costanti sono anche chiamate "coefficienti" e sono tutte elementi di uno stesso insieme numerico o di un anello" continuò a spiegare senza interrompere il contatto visivo.
"Aspetta" lo bloccai.
Sorrise dolcemente. "Dimmi".
"Non ho capito una minchia".
Rise piano e si spostò per essermi più vicino. Prese il mio quaderno e scrisse un polinomio e cominciò a spiegarmi come svolgerlo.
"Quindi devo mettere il 2?".
"No Cecilie, lo devi togliere" sbuffò.
Alzai gli occhi al cielo. "Scusami, come sei scorbutico mammamia".
"Non sono scorbutico, ma ti sto spiegando questo passaggio da mezz'ora!".
"Si, ma non è colpa mia se la matematica mi odia".
Sospirò. "Ora te lo rispiego piccola, stammi a sentire... vabene?".
Annuì sorridendo. Cominciò a ri-spiegare e mi perdevo nei suoi movimenti, nei suoi sorrisi, nelle sue occhiate per accertassi che lo ascoltassi. Mi perdevo in lui.
Dopo un pò mi passò la penna. "Fammi vedere se hai capito".
"Ehm, ok".
Cominciai a fare l'espressione e tra vari dubbi la finì. "Vedi" spostai il foglio sotto il suo naso.
Sorrise. "L'ho fatta bene?" chiesi speranzosa.
"L'hai sbagliata tutta" disse accigliato.
Vaffanculo. "E che minchia sorridi a fare?".
Alzò gli occhi al cielo. “Ora piango, ok?” disse ironicamente.
“Si, piangi dai”, lo spronai.
Sbuffò ritornando a guardare sul quaderno. “Vedi hai sbagliato queste due somme e di conseguenza tutto”.
“Quindi devo sommare questo?”.
Annuì. Ripresi il foglio e feci l’espressione tutto da capo. Ci misi mezz’ora.
Passai il foglio a Zayn. Si asciugò una lacrima – inesistente – e mi sorrise. “Bravissima – sospirò - và a prendere due coca-cole... facciamo una pausa e dopo riprendiamo, vabbene?".
Perchè devo prenderle io? cosa sono una schiava? "Valle a prendere tu".
"Vai tu, dai".
"E che cazzo!" sbuffai alzandomi. Arrivai in cucina e presi la cola, la versai in due bicchiere e la posai al suo posto.
Mi incamminai nel salotto per arrivare da Zayn, ma inciampai nel tappeto. L'avevo detto a quella cretina di mia mamma di levarlo, ma lei no. 'Dà un effetto in più alla casa', diceva.Il bicchiere mi cadde a terra frantumandosi in mille pezzi, mentre l'altro volò in testa al mio professore privato barra Zayn.
Mi alzai di scatto andandogli incontro ridendo. "Oddio, scusami", risi.
Presi un tovagliolo cercando di pulirgli la fronte e il ciuffo. "Merda Zayn, scusa davvero", mi avvicinai al suo viso.
"Cazzo, forse dovresti farti una doccia perchè puzz..."
Mi stoppò baciandomi.
Posò le sue labba sulle mie. Sentì dei brividi attraversami la schiena. Caldo, freddo, nervoso, rabbia, felicità, imbarazzo tutto in un solo bacio a timbro che si approfondì dopo qualche secondo. Zayn si alzò dalla sedia continuando a baciarmi, mi accarezzò la guancia dolcemente e la sua lingua giocava con la mia delicatamente.
Mi staccai piuttosto violentemente. "Oddio mio, mi hai baciato brutto idiota!", gli urlai in faccia. “E’ colpa tua ti sei avvicinata troppo, sono un ragazzo Cecilie”.
“Oddio mio, porca merda, cazzo culo! Mi hai baciata” urlai ancora prima di scappare nella mia stanza.
Mi aveva baciato.
Mi aveva ficcato la sua lingua in bocca.
Mi aveva slinguazzato.
Mi avev… oh, al diavolo. Mi ha baciato e io non mi sono spostata, diamine.
Feci un urlo liberatorio. “Tutto bene?” urlò Zayn da sotto.
“Vaffanculo coglione” urlai di rimando.
Mi buttai sul letto dandomi a testate con il cuscino. “Sei una cogliona Cecilie” parlai tra me e me.
“Cogliona e pure minchiona” continuai.
Il telefonino vibrò da sotto le coperte, risposi. “Pronto?”.
“Cecilie, sono Samuel, domani possiamo parlare?”.
Ci mancava solo quest’altro coglione patentato. “Se proprio devi… scusa ma adesso devo studiare matematica, ciao.”, staccai e mi ributtai con la faccia spiaccicata nel letto, urlai di nuovo ma il cuscino coprì le mie urla isteriche. Zayn Jawaad Malik mi aveva baciato!
oddio questo capitolo è una bomba! E' dolciosissimo e MINCHIA! se so baciati! Cacchio ahahhaha ero in fibrillazione mentre leggevo quella scena, e poi la gif? Mammina sto sclerando ahahahah
Passo al prossimo capitolo che dopo vado a magna à :*
hahah mi piace molto questa storia, sul serio! :D |