"Annuii sorridendo, salendo di corsa le scale e facendo irruzione nella camera da letto di Liberty, la mia migliore amica. E quasi non mi strozzai con la saliva nel vederla sdraiata nel suo letto, mezza nuda, abbracciata a Niall, il nostro migliore amico, nonché il suo fratellastro, a dirla tutta. Mi chiusi la porta alle spalle e mi sedetti sul bordo del letto, cercando di non ridere, e le accarezzai un braccio, posandole poi due dita sulle labbra quando la vidi aprire gli occhi.
“Pensa se entrava tua madre”, le dissi in un sussurro mentre si infilava una maglietta e uscivamo in corridoio. “Mi devi una spiegazione”, aggiunsi con un sorriso malizioso incrociando le braccia sotto al seno. Le sorrisi, e lei arrossì, violentemente, coprendosi il viso con le mani.
“E’ mio fratello…”.
“Fratellastro”, la corressi abbracciandola. “E non te ne devi vergognare, siete la dolcezza fatta persona e lo sai che vi trovo adorabili insieme”, aggiunsi dandole un bacio sulla fronte. In fondo lei e Niall non erano fratelli. Erano stati estranei fino all’anno prima, quando il padre di Libby aveva iniziato a frequentare la madre di Niall. Da allora vivevano insieme.
E si erano innamorati. Qual’era il problema? Nessuno.
Se non fosse che un paio di mesi prima i loro genitori avevano deciso di sposarsi.
“Sono innamorata di lui, ecco la mia spiegazione”, mormorò passandosi una mano tra i lunghi capelli biondo grano. Sorrisi. Spiegazione banale ma allo stesso tempo ricca di significato. “Ora tu… che ci fai a casa mia a quest’ora, tutta sudata e con la faccia di una che non ha fatto altro che pensare nelle ultime due ore?”. Risi, scuotendo la testa come a scacciare un brutto pensiero. E lei mi strinse una mano, costringendomi a guardarla. “Allora?”.
“Non ho dormito niente… Louis russa come un maiale in calore”, confessai lasciandomi scivolare contro la parete e sedendomi sulla moquette. Lei mi imitò, facendomi posare la testa sulla sua spalla. “Così sono uscita, avevo bisogno di sfogarmi”.
“E hai corso a perdifiato per dieci chilometri, immersa nei tuoi pensieri”.
Annuii, chiudendo gli occhi ed espirando, cercando di calmarmi. Senza troppo successo. Ancora non riuscivo a capire perché mio fratello cercasse un coinquilino. Senza dire niente a me, oltretutto. Non capivo a cosa ci servisse un coinquilino. E non capivo chi diavolo fosse quella sottospecie di… egiziano con quel viso perfetto.
“Abbiamo un coinquilino”, ammisi riaprendo gli occhi. E Libby scoppiò a ridere, credendo che scherzassi. La guardai negli occhi, scuotendo piano la testa. “Non so perché e non so chi è”, aggiunsi abbandonando la testa contro il muro del corridoio.
“E’ carino, almeno?”.
Risi, dandole una spinta scherzosa. Ma non le risposi, di proposito. Assunsi uno sguardo sognante, ripensando al mio incontro quella mattina con quello sconosciuto. Già, sbucare del nulla alle sette del mattino non era una cosa normale. In più si era messo a scherzare sul fatto che l’avessi fatto entrare senza chiedere chi fosse.
Alle sette del mattino, il massimo che mi aspettavo era il postino.
Poi, mi aveva rubato il caffè. E infine, mi aveva detto a freddo che casa mia era anche casa sua. Solo mio fratello poteva trovare un individuo del genere. Ma la cosa che mi dava più fastidio in assoluto non era quello strano quanto bellissimo individuo.
Era mio fratello. Non dirmi niente era un colpo basso.
Io gli parlavo di tutto. Dei miei problemi, delle litigate con Libby. Gli avevo parlato della mia anoressia, di quanto stavo male col mio corpo. E lui mi aveva aiutato a uscirne. A uscire da tutto quello schifo. C’era stato per me, e ora che evidentemente era in difficoltà lui, non riuscivo a comprendere perché non me l’avesse detto.
“Non è carino, Lib… è da stupro”, ammisi, facendola scoppiare a ridere.
E nello stesso istante la porta della sua camera si aprì, facendone uscire Niall. No, non nudo. Per fortuna. Ma coperto solo di un lenzuolo. Che a dir la verità lasciava ben poco all’immaginazione. Mi coprii scherzosamente gli occhi con una mano, facendolo ridere.
“Ciao, Andie”, mi salutò scompigliandomi i capelli. Non riuscii a evitare di sorridere, aprendo poi gli occhi e notando che stava baciando la mia migliore amica come se io non ci fossi. “Ti amo”, lo sentii mormorare contro le labbra di Libby.
Oddio, quanto miele. Un altro po’ e mi viene il diabete.
Infatti… “Anch’io, Nialler”. Oh, santo cielo."
Questo è il mio pezzo preferito... Alla prossima. Luca. |