Okay parto col dirti che ho pianto come un ragazzina per questo capitolo e che mi hai fatto sentire ... strana.
Ti dico subito che non mi importa quanto lunga mi verrà questa recensione, devo proprio dirti tutte le mille cose che mi stanno esplodendo in testa, spero solo non mi manderai a quel paese.
Allora, ti ricordi che ti avevo detto che volevo che Luke morisse? Beh ho cambiato idea,in realtà non volevo che morisse. Mi dispiace così tanto, ho pianto come una fontana, ad un certo punto mi sono ritrovata ad urlare contro il mio computer (Derek) che mi sentivo in colpa. Tu non puoi capire quanto io ci stia male. Voglio dire, acciderboli, non ho mai preso seriamente in considerazione Luke, come personaggio, intendo dire. Ho sempre pensato come quello che, tanto non era quello giusto per Camille o Cameron o non so nemmeno come devo chiamarla adesso. Non mi sono mai concentrata sul fatto che Luke sia sempre stato davvero dolce, un marito perfetto si potrebbe dire, anche se non hai descritto tutti gli anni del matrimonio, già lo so che era buono lui. È sempre stato buono e mi sento di dire che non meritava di morire così, tra l’altro anche soffrendo di malattia. E sai sono anche arrivata a pensare che Maximilien, (sono felice che non l'abbiano chiamato Ashton a conti fatti, sarebbe stato strano) caratterialmente parlando, assomigli più a Luke, mentre Kate più a sua madre. Non so perché mi sia venuto in mente, forse perché tendo ad associare la figura più dolce del loro primo figlio a quella di Luke. In fondo, l'ho sempre trovato uno dei personaggi più "teneri" passami il termine, della storia. Che poi non è che questa storia pulluli proprio di dolcezza, però se dovevo pensare a qualcuno di affabile, ecco avrei pensato a Luke.
Sai ho pensato molto, mentre leggevo questo ultimo capitolo. Ho pensato a Luke ovviamente e a come si sia svolta tutta la vicenda di questa intricata e appassionante storie, che mi ha rivoltato il cervello almeno una dozzina di volte. Ho pensato che, sì è vero che comunque io ho sempre preferito Ashton, ma in fin dei conti, soprattutto dopo quest’ultimo capitolo, credo che sia stato meglio per Camille,aver sposato Luke e aver vissuto buona parte della sua vita con lui. Lui le ha dato una stabilità che Ashton, probabilmente non avrebbe saputo darle. È stato così paziente e buono, ha saputo prendere il meglio di lei. Perché me lo ricordo che quando stavano insieme, loro due, anche lei si addolciva un pochino. Certo non diventava una caramella extra zuccherata, ma non era nemmeno uno di quei caffè amari imbevibili.
Secondo me, Luke le faceva bene. E se non è così non me lo dire. Voglio avere quest’immagine di lui. Perché quando qualcuno muore si tende a trattenere immagini positive e io voglio farlo per Luke. Perché se lo merita e perché non ho mai trovato nemmeno un briciolo di cattiveria in lui. Si è sempre guadagnato tutto, più o meno onestamente, e anche se era immischiato nel giro d’affari di suo zio, beh continuerò a ripetere che lui era il più buono di tutti.
Se poi devo dire una cosa (perché voglio essere onesta fino in fondo, almeno nell’ultimo capitolo devo dire proprio tutto, tutto, tutto) anche io mi sarei aspettata una cerimonia più in famiglia o comunque non con tante persone. Quasi mi è dispiaciuto che ci fosse stato quest’affollamento, sarà perché ho l’idea che Luke era più un tipo semplice. Uno che regala una semplicissima rosa ad una ragazza che ha tutto.
Però adesso che ci penso, i loro figli sono cresciuti in maniera diversa. Non hanno passato, fortunatamente, tutto quello che hanno passato Camille e Luke. Il desiderio di celebrare il padre in grande stile è stato dolce, davvero tanto dolce. Volevano ricordarlo come il grande uomo che è stato. Forse volevano farlo ricordare anche agli altri.
L'elogia mi è piaciuto davvero troppo, e anche secondo me rendeva meglio in inglese. E' bello che Camille abbia voluto dedicarla "all'uomo che è stato il perno della mia vita." E forse è qui che ho cominciato a piangere.
Credo sia scontato dirlo, visto che l’hai evidenziato tu stessa, ma la parte che dice:
He was my North, my South, my East and West,
My working week and my Sunday rest,
My noon, my midnight, my talk, my song;
I thought that love would last forever: I was wrong
Beh, qui non si riesce proprio a reprimere le lacrime. Non so perché ma c’è una logica assurda dietro a tutte queste parole che mi fanno sentire davvero impotente. È come se qualcosa mi avesse aperto il cervello e mi stesse bombardando tutte le mie arie più sensibili. È come se si divertissero a farmi sentire male, triste e sola.
So che quello che sto per dire sembra una cose folle e del tutto insensata, ma mi manca Luke. Non posso credere che sia morto davvero. Cioè, l'ho sempre pensato che doveva morire, ma poi ritrovarselo scritto è tutta un'altra cosa, mi fa così strano. E' triste che non ci sia più. Non so come reagire. Vorrei piangere più di quello che sto già facendo, ma poi mi sentirei in colpa, perché non credo di meritarmi il privilegio di piangere per lui visto che gli sono sempre andata contro. Che poi non è che gli sia andata contro, è che non lo volevo con Camille. Sembra quasi che mi sono concentrata solo su questo fattore, dimenticandomi del tutto quanto in realtà fosse una bellissima persona. Un ragazzo straordinario, che cazzo.
Te lo giuro che non lo so. Mi sento solo tanto in colpa.
Che poi se penso che si era costruito questa bellissima famiglia, anche se sua figlia Kate è un po' stronza, lo è perché voleva bene a suo padre. Erano così tranquilli per una volta, o almeno, io me li ero immaginati tranquilli. Me li ero immaginata mentre crescevano i loro marmocchi, con tanta calma e tranquillità, cercando di ricostruire qualcosa di unico e di poter vivere, per una volta, in modo sereno.
Sai cosa? A volte penso che sarebbe meglio ricominciare da capo questa storia e fermarsi tipo al capitolo venti, perché quelli che vengono dopo mi logorano il cervello per giorni. Però allo stesso tempo, so che non sarebbe giusto nei confronti di tutti i personaggi.
Non lo so, è un finale triste il tuo (e meno male che non i hai fatto morire Camille e Ashton o avrei fatto saltare in aria Derek e ti avrei intasato la cartella di messaggi, oltre che venirti a cercare e chiederti amabilmente di cambiare il finale perché non poi farmi questo!!!), mi dispiace per quella povera donna di Camille, che ogni volta ne ha sempre una da superare. Anche la questione del padre, che veramente, non sapevo più cosa diavolo aspettarmi.
Ma prima di parlare di questo, voglio concentrarmi ancora un attimo sulla questione del funerale, e in particolar modo su Michael e Calum, così per cercare di essere almeno un minimo lineari e non fare salti nel tempo. Avanti e indietro, e ancora avanti e poi ancora indietro.
Quindi parto con Calum e posso dire che di lui sono soddisfatta. Che gioia che mi da quel ragazzo, che poi troppo ragazzo non è. Adesso è diventato sindaco di Sydney. Me lo ricordo quando era più piccolino e Camille se lo trascinava dietro nelle sue folle avventure. Mi ricordo la prima volta che ha fatto amicizia con lui, nel giardino di quella scuola per ricchi, quando è andata chiedergli una sigaretta o qualcosa del genere. E poi ti ricordi quella volta che Camille era stata ferita e lui l’aveva trovata e allora lei aveva dovuto dirgli per forza la verità. Non l’aveva lasciata da sola, anzi, lei poi l’aveva fatto vestire con lo smoking bianco (era bianco giusto? Magari me lo sono solo immaginata io bianco) e lo aveva portato in missione con lei. E adesso guardalo, non ci credo che sia davvero passato così tanto tempo e che le cose siano cambiate fino a questo punto. Sembra così strano. Pensare che adesso abbiano sessant’anni. Non riesco ad immaginarmi i ragazzi così vecchi e così saggi. Con una vita così lunga alle spalle.
E Michael? Era sempre stato un po’ strano, ma aveva sempre seguito Camille ovunque. Da New York a Sydney, nei suoi allenamenti, perfino nelle sue prima missioni (ce n’era una davvero oscena dove qualcuno era appeso ad una croce o roba simile). Lui c’è sempre stato e a dire il vero un po’ mi dispiace che in questi ultimi anni si siano persi di vista. Fa strano sapere che adesso è pelato, che si veste con toghe logore e che vive in Tibet, ma in fin dei conti, credo sia giusto così. Quella era la sua vocazione e doveva seguirla.
Sai ho sempre creduto che, comunque andassero le cose, lui e lei si sarebbero tenuti in contatto e sarebbero rimasti amici. Perché erano nati e cresciuti insieme, era un po’ come se fosse suo fratello maggiore e … non so, questo distacco di decenni un po’ fa male. È come se fossi stata io quella che non l’aveva visto per così tanto tempo. È tutto così strano. Mi dispiace che si sia distaccato da Camille così tanto, che si sia buttato alle spalle tutto quello che aveva avuto fino al punto di sparire, però evidentemente era giusto. Forse quello che mi rattrista di più è il fatto che poi, una volta finito il funerale, non so se loro due si rivedranno più. Non so se Michael tornerà in Tibet o se, cosa improvabile, resterà a New York e si lascerà crescere i capelli (so che te lo già detto del fattore capelli, ma fa troppo strano immaginarsi proprio Michael Clifford perlato).
E poi adesso ho un po’ di paura. Perché comunque Camille è rimasta sola. Non lo so perché, ma quando c’era Luke le cose mi sembravano un po’ più facili, forse perché sapevo che ci sarebbe sempre stato e che per qualsiasi problema, lei si sarebbe potuto affidare a lui. Lui che era il solo che riusciva a capirla davvero, perché in qualche modo, aveva passato pressappoco tutto quello che aveva passato anche lei, tranne la questione di sua madre ovviamente. Invece adesso è sola, è stanca e vecchia e ho quasi paura che quella forza che l’aveva sempre caratterizzata, adesso non le sia sufficiente. Ho paura che possa buttarsi giù, che non sappia più cosa fare o come finire le sue giornate, come riempirle. E a dire la verità, ho paura che potrebbero tornare i sensi di colpa per tutte le volte che ha ucciso qualcuno.
Io non voglio che rimanga sola, che si rattristi o che cominci a farsi sensi di colpa troppo grandi per quello che è stato il suo passato. So che ha i suoi figli, ma ognuno di loro ha una vita a parte e loro non potranno aiutarla. Mi sembra così ingiusto. Ha sofferto così tanto in tutta la sua vita, e poi adesso la morte di Luke e la questione di suo padre.
E a proposito di quello, sembra davvero una cosa incredibile. Non avevo mai pensato ad una cosa come quella, per niente al mondo. Fa strano pensare che tutto sia nato e si sia concluso per colpa di sua madre. Perché lei ha iniziato quella strage contro gli Irwin, lei ha fatto fuori il figlio di Edward, fratello di Ashton, e ed per lei che Camille ha iniziato la sua nuova e personalissima faida. Dio, quasi quasi mi sento anche in colpa per aver detto tutte quelle cose cattive sul padre.
Certo, è vero che la colpa della morte della madre di Camille è pur sempre stata la sua, ma lui l’aveva fatto solo per cercare di proteggere la figlia. Lui almeno ci ha provato a proteggere qualcuno e a fare del bene.
Ti giuro, mi sembra così assurdo che non può non essere vero.
Anche il modo in cui hai impostato la scena. Il fatto che suo padre si sia riversato ai suoi ultimi anni di vita per confessare la verità alla figlia, il fatto che lei sia stata arrabbiata con lui per tutto questo tempo, che anche a guardarlo le sale l’odio. È assurdo il modo in cui sembra vero, e forse è per questo che ci sto rimanendo così male, perché tutto sembra davvero troppo dannatamente vero.
E ora l’unica cosa che mi domando è, che ne sarà del rapporto tra Camille e il padre? Adesso che sa la verità, continuerà ad odiarlo oppure forse riuscirà a sentirsi meno arrabbiata nei suoi confronti? Non so se lui lo potrà mai perdonare del tutto, anzi non so se lo potrà perdonare in generale, anche se la colpa non è propriamente la sua. Ma credo che, dopo circa una vita spesa ad odiare qualcuno, risulta difficile arrivare a perdonare. È una delle tante cose stupide che fa l’essere umano.
Non so, adesso sono curiosa di sapere come passerà i giorni della sua vecchia e una parte di me spera che sia con Ashton. Adesso che sono amici, no?
Sai me lo aspettavo che venisse al funerale di Luke. Mi aspettavo che volesse dare un ultimo saluto a suo cugino e, soprattutto, che volesse rivedere Camille. Perché in fondo, Ashton ne è sempre stato ossessionato e va bene così. È una cosa dolce, da parte sua. Una delle poche cose dolci che ha fatto nella sua vita.
Un po’ mi ha fatto sorridere il pensiero che proprio lui che doveva essere morto si è presentato al funerale di Luke, che poi era il sopravvissuto. Ma stiamo parlando di Ashton. È sempre stato particolare lui, mi è sempre piaciuto per questo.
Sai, quando ha dato il bigliettino da visita a Camille, e ho letto che era diventato l’avvocato della cause perse, mi è scoppiato da ridere. Probabilmente è l’unica risata che mi sono fatta in tutto il capitolo. Però è vero, ho riso. Perché detta così fa quasi sembrare che lui sia diventato l’avvocato di qualcosa che non può andare bene, ma che comunque alla fine, se ci si mette l’impegno per disfare il nodo di pasticci nel quale si è rimasti impigliati, è giusto. Che in pratica è un po’ la storia che ha avuto con Camille. Ha sempre ceduto che non potessero mai andare bene insieme, loro due, però alla fine si sono ritrovati.
È cresciuto così tanto, ed è cambiato così tanto. Adesso mi sembra più tranquillo, sereno, oserei dire anche dolce, ma per me la cosa è relativa. Ho sempre pensato fosse dolce, solo che non lo dimostrava in un modo … classico, tutto qui.
Credo di aver pianto quando la domestica ha detto a Camille quella frase, quella che aveva detto Ashton e che poi era riferita proprio a lei. Non ha senso sposare qualcun che non si ama, qualcuno che non sia Camille.
E sai, spero che adesso stiano insieme. Non vero e proprio senso del termine, non so se sarebbe giusto che stiano insieme a trecentosessantacinque gradi, non dopo Luke. Non dopo che lei si firma ancora con il suo cognome. Spero solo che adesso possano stare bene, che ci siano l’uno per l’altra, come avrei sempre voluto che fosse. Spero che Ashton la faccia sentire bene, che la possa sostenere ancora quando si sentirà stanca e troverà il bisogno di crollare. E spero che Camille non lo lasci andare, che questa volta lo scelga davvero e che si tenga stretto lui e lui soltanto. Vorrei che finissero i loro giorni in insieme, nel modo più tranquillo possibile e che per una volta potessero essere davvero e pienamente soddisfatti delle loro giornate, senza rimpianti. Vorrei che capissero che si voglio davvero bene. Vorrei che lo ammettesse anche Camille, che Ashton lo so che ormai è andato per lei.
Vorrei che loro due facessero esattamente quello che ha scritto lei, alla fine di tutto questo suo scritto. Che potessero afferrare la loro felicità e che potessero custodirla gelosamente, insieme. E poco importa se sono vecchi, hanno vissuto. Una vita tanto diversa da quella di tutti, mi pare che anche il loro finale debba essere diverso.
Giuro che ho quasi finito, voglio dirti solo un’ultima cosa e questa volta non centra con la storia, o meglio sì ma no. Innanzitutto voglio ringraziarti, perché se non avessi continuato io non avrei mai letto niente di tutto questo e voglio ringraziarti anche per aver scritto davvero bene. Perché non è sempre che si trovano storie ben scritte e anche che ti lasciano tutte queste emozioni.
E poi vorrei dirti che mi piacerebbe se un giorno potesse uscire il libro di questa storia. Perché tu sei davvero bravissima e perché io ho un’ossessione per certi libri che non è da poco. Il punto è che questa storia mi è davvero rimasta dentro, e in qualche modo, mi piacerebbe averne una copia cartacea. Una di quelle che potrei leggere e rileggere e consumare le pagine. Che potrei abbracciarmi la notte, perché sì, se un libro mi piace, ci dormo insieme la notte e lo abbraccio (lo so che è strano, non giudicarmi).
Perché a stare con gli occhi sempre sul computer poi iniziano a bruciarmi.
E perché mi piacerebbe averlo autografato.
Questa è ufficialmente la recensione più lunga di tutta la mia vita, e sinceramente sono felice di averla fatta alla tua storia. Mi ha preso come poche e mi ha davvero stravolto.
Cercherò di starti un po’ dietro anche con le altre storie, confido nel fatto che saranno molto belle, anche se questa resterà la mia preferita per un bel po’ di tempo. Magari non subito, perché la scuola mi sta stroncando le giornate, ma presto arriverà l’estate e poi potrò leggere fino a che non mi essicco.
Ancora grazie mille per aver scritto tutta questa storia, me la ricorderò e la porterò dentro, che un insegnamento l’hai dato anche a me e quando a maggio vedrò Ashton Irwin in concerto, farò esattamente come hai detto tu. Non mi attarderò a raggiungere la felicità da vecchia e stanca, ma la afferrerò subito e la custodirò gelosamente. Quindi, se ti arriva la notizia di una fan pazza che si è fiondata sul palco e ha interrotto in concerto per rapire il batterista, beh sappi solo che la gente starà parlando di me.
A presto
xx
- Charlie |