Ben ritrovata cara! Con due giorni di ritardo ma eccomi a commentare questo piccolo capolavoro...
Il matrimonio, ebbene l'evento che ha scatenato tutta questa giostra di eventi infine è stato celebrato...Sakura che va incontro a una nuova vita con Sai, Sai che ho percepito superbamente emozionato, onorato, felice, come può esserlo qualcuno che ha trovato la fonte dell'eterna giovinezza, un tesoro inestimabile, il solo e unico conoscitore di un segreto che sarebbe appartenuto solo a lui, e la novella sposa che si percepisce come un sogno, presenza insostituibile eppure eterea, sfolgorante, al massimo della sua bellezza e della sua forza eppure quasi aliena nella sua beltà, davvero mi è parso di 'vedere' nel vero senso della parola, gli occhi verdi di Sakura saettare senza posa, la risolutezza nel volere trattenere le lacrime il più possibile per non compromettere il trucco perfetto, ma l'emozione ha il sopravvento infine. Sembrava davvero di essere catapultati nel piccolo mondo che hai sapientemente costruito intorno a questo evento...
Una cosa che mi ha decisamente colpita è il dialogo che hanno avuto Kakashi e Naruto.
Nel bel mezzo della festa, dove gli sposi si cimentano nel taglio della torta, in mezzo a tanta felicità, gaiezza, risate a cuor leggero e conversazioni rilassate, ecco questi due uomini parlare, confrontarsi, cercare di venire a patti con i propri sentimenti e con i propri rimorsi.
Per Kakashi, la sua ferita porta il nome di Iruka, per Naruto, la propria ferita, tra le tante che ha collezionato, quella che brucia con maggior insistenza ha il nome di Sasuke, indiscusso protagonista di quella cerimonia, al pari degli sposi.
Mentre per Kakashi sembra impossibile confortare se stesso e venire a patti con il suo passato, Naruto ha cercato in tutti i modi di lasciarsi ogni cosa alle spalle; ma a volte non basta solo l'impegno, la sola forza di volontà per riuscire ad affrancarsi dall'amore di una vita e voltare pagina. Naruto ha tentato, ci ha provato, ha combattuto contro se stesso e i suoi sentimenti, il senso di colpa e fallimento che lo dilanierà sempre per aver perso sul tavolo operatorio 'quella madre',' quella sposa', 'quella donna', la persona al quale Sasuke aveva votato il talento, per il quale aveva accettato il compromesso di una vita controllata sotto ogni aspetto da qualcuno mai lontanamente stimato, ponendo al principio dei suoi obbiettivi sempre altre persone, altri destini, l'altrui felicità. Lasciando che ogni cosa di se sparisse sotto cumuli e cumuli di veli di orgoglio, paura, rancore, rimpianto...
Kakashi è corroso dal rimpianto... il non aver combattuto per la sua storia importante, per la sua persona importante, e anche se lo aveva fatto, non aveva condotto quella battaglia con lo stesso spirito con il quale aveva sfondato la porta del suo sogno, realizzandosi nel lavoro, ma rendendosi conto solo dopo che per quanto una realizzazione professionale sia soddisfacente e esalti la propria natura narcisista di persona di valore, che ha un valore, essere 'qualcuno' ma senza poter condividere se stesso con la propria persona importante... Sei qualcuno per il mondo, ma se il tuo mondo è la persona che hai perso, è come essere nessuno... e Kakashi senza Iruka, è un uomo con una cicatrice visibile e rimarginata sul viso, ma una ferita ancora aperta e bruciante che all'esterno non si vede, ma c'è, fa male,è incredibilmente forte e dolorosa da filtrare ogni emozione, ogni sensazione, che da fuori non riesce a permeare nell'animo dell'uomo coi capelli chiari.
In questa conversazione, nonostante tutto, è Naruto a cercare di farlo smuovere, a spingerlo a riprendere in mano ogni sua arma per combattere di nuovo per quella persona che non valeva la pena perdere, lasciare indietro in nome di un lavoro...o di qualsiasi altra cosa che si fosse frapposta...combattere per una nuova possibilità, per cercare di riparare ai propri errori e scoprire che non è tutto perduto ma serve il coraggio per compiere il passo che può decidere il fallimento o il successo, mettendo in conto entrambi e tuttavia senza esserne schiavo.
Sasuke.
All'inizio della cerimonia lo si vede come lo abbiamo conosciuto in questa lunga storia, ovvero costantemente soffocato, costretto, legato da un'infinità di catene che lo schiacciano a terra e gli impediscono di vedere quello che è palese, che è sempre stato lì, in attesa di essere visto anche da lui, che pure era vicino ma distante nel guardare.
Lo ritroviamo in mezzo a una folla di amici e conoscenti eppure è paradossalmente solo.
Da solo con le proprie aspettative e i propri timori, impreparato ad affrontare un tumulto interiore che non sa come gestire.
Naruto lo destabilizza. Sgretola le barriere che erige, lo costringe ad ammettere che per quanto lo abbia combattuto, il ragazzo biondo gli è entrato troppo sottopelle, è necessario anche per una cosa semplice e automatica come respirare, farlo senza di lui è come respirare da una cannuccia, non arriva mai abbastanza ossigeno per soddisfare la fame d'aria, nemmeno la musica riesce a confortarlo, nemmeno il suo mondo che pure lo aveva portato lontano era riuscito a imporsi su una sacrosanta e spaventosa verità... l'amore fa paura, l'amore, quello vero, quello con la a maiuscola, il sentimento che ti regala ondate di brividi e brucianti sferzate di dolore, è ammaliante e potente, impossibile da estirpare, troppo forte per venirne a capo con la sola volontà. Non è possibile analizzarne tutte le sue complicate sfumature, esse si adattano al cuore, ai palpiti che fanno contrarre a incredibile velocità questo muscolo cavo e forte, ma non è cosa che si possa relegare a una celebrale e attenta analisi, a un ragionamento oculato o a una spiegazione logica dopo una estenuante meditazione e vivisezione.
Sasuke e i sentimenti corrono su due binari paralleli, non si incontrano pur viaggiando vicinissimi, bisogna deragliare per farli collidere, Sasuke ha dovuto scontrarsi con l'eventualità che avrebbe perso Naruto, e quella consapevolezza che gli è crollata addosso lo ha fatto esplodere, non implodere come era solito fare, non nega l'evidenza che lo costringe ad aprire le labbra e dare voce e corpo a pensieri che avevano fluttuato solo nella sua testa, e che lo avevano sfinito per quanto urlavano per farsi sentire e riconoscere da colui che si ostinava a tapparsi le orecchie, sordo alla sua stessa anima.
Sasuke ha parlato con Naruto per la prima volta e a cuore aperto, certo, vincere la naturale reticenza ormai cucita sul suo carattere non è facile, ma di fronte all'uomo che ha ammesso di amare, che ha saputo perdonare e che saprà perdonare in futuro, quando la mancanza di una madre pungolerà le sue corde dolorose e più esposte, scommette tutto quello che gli rimane sull'ultima mano di una partita giocata sul filo del rasoio, mettendo sul piatto tutto, il suo cuore per prima cosa.
Sasuke ha fatto l'amore con Naruto per la prima volta, non tanto come cosa mai fatta prima, quanto con la consapevolezza intima e totalizzante che la persona che amava e che voleva era tutto ciò che gli occorreva per essere felice.
Un futuro che ha i contorni esatti di Naruto, occhi grandi nel quale perdersi, il biondo oro dei capelli che tanto lo ammaliano, una pelle calda dall'odore caldo e invitante, uguale e nessun altro, un corpo che poteva essere lo scrigno del suo, la roccia al quale sostenersi, qualcosa del quale avere cura perché infinitamente prezioso.
Sasuke è diventato un uomo. E ha preso la sua vita in mano, non solo perché Naruto lo ha accettato, ma perché decide come amministrare la sua vita da ora in poi, pensando alla sua felicità. Pensando a Sasuke prima di tutto. Senza più scuse, obblighi, bocconi amari da mandar giù,senza legami e vincoli.
Libero e felice.
Vivo.
Naruto.
In questo capitolo lo scopriamo coriaceo, testardo, lui è quello che ogni volta che cade cerca sempre di risollevarsi, non chiede a nessuno aiuto, lo dispensa sempre, quello sì, ma non cerca appigli dal prossimo, è sempre su se stesso che conta ogni volta, col quale fa i conti, con il quale combatte e che infine, sfibrato ma rinforzato, si tira in piedi con ostinazione, tutte le volte, ogni volta.
Dopo la rottura sancita ma non 'detta', il biondo è quello che ha cercato di darsi una ragione, di farsi una ragione, di dare un senso a quell'intricato ricamo che era la sua storia con Sasuke.
Ma se gli occhi sono lontani dall'oggetto del proprio desiderio, la testa riesce a pensare e a fornire tutta una serie di ragioni che hanno l'effetto della morfina, un annebbiamento dal dolore solo momentaneo, almeno fino a quando Sasuke non si staglia di fronte ai suoi occhi e il cuore ha il sopravvento sulla ragione, semplicemente lo ama, e per quanto si sforza, più cerca di nasconderlo, più appare evidente.
In questa occasione, al giro di boa con Sasuke, lo si vede trincerato e confinato dietro una spessa cortina fatta di distacco. Essa si è eretta quando ha sentito dire dall'Uchiha che lo ha cambiato al punto da non voler passare la sua vita da solo, come aveva sempre fatto fino al mattino del giorno del matrimonio.
E man mano che Sasuke sgretolava i propri sogni da musicista, da artista votato alla musica, quella cortina si è contratta fino all'eccesso, fino a creparsi.
Perché un conto era cercare di penetrare le barriere di Sasuke e arrivare al suo cuore, tutt'altro discorso è sentirsi invadere dai sentimenti espressi, da un amore ricambiato.
Naruto conosce a menadito le piccole sfumature dell'Uchiha, ne intuisce le emozioni per quanto lo ha osservato, da tanto gli era arrivato dentro, ha sviluppato un'empatia tutta speciale appositamente per lui, Uzumaki che era naturalmente portato per essere l'amico, il confidente, la spalla sul quale piangere nei momenti di sconforto, si sente sostenere da un sentimento che eguaglia il suo, che può davvero diventare tutto.
Naruto aveva precluso ogni possibilità futura alla loro storia, convinto che ormai non rimanesse nulla al quale aggrapparsi.
Invece, proprio quando aveva perso ogni speranza, ecco che i fili di quel ricamo intricato si mostrano al diritto, per il verso giusto.
Quell'amore c'era, ci sarebbe sempre stato, non era ne appassito ne esaurito, si era rafforzato, con la distanza, con la sofferenza, con fantasmi dolorosi a gettare ombre scure, nonostante ogni cosa andata storta, quell'amore c'era ancora.
E riscoprirlo era stato come ammettere per la prima volta di essere innamorati.
Fare l'amore e credere che fosse la prima volta che si univano, con il corpo e la mente, con l'anima e il cuore, senza nessuna paura o senso di colpa.
Amare ed essere forti di quel sentimento, non serve altro, solo questo.
Dall'inizio della storia, è stata una continua altalena di emozioni, man mano che la trama del capitolo di dipanava, si percepiva chiaramente l'incontro e lo scontro di Naruto e Sasuke, di quanto evitandosi all'eccesso, non sapessero fare a meno di guardarsi per sapere chi era con chi e cosa faceva, o dove si trovava.
Un tira e molla che si è incendiato in una notte trascorsa insieme e un risveglio ancora un poco incerto.
Ma basta poco, il tempo che impiega Sasuke per cercare di far capire a Naruto che lui è la sua priorità.
La sua ragione.
Che lo ama disperatamente.
E il pianoforte a fare da sfondo anche a questo evento.
Esso è stato sullo sfondo di ogni cosa significativa che ha segnato Sasuke nel bene e nel male.
Mikoto lo ha iniziato alla musica.
Quando si è accomiatato da lei, dalla mamma, durante il funerale, il pianoforte era il fulcro di tutti i pensieri di Sasuke, primo tra tutti proprio quel ricordo, quella prima canzone insegnata amorevolmente.
E di nuovo, è l'unico spettatore che vede Sasuke e Naruto avvinti nell'amore, non più due persone, ma una sola persona.
E partecipa al culmine del piacere esibendosi suo malgrado con note improvvisate.
Ma sono melodia.
Questa conclusione mi è piaciuta in particolar modo non solo perché Naruto e Sasuke si sono ritrovati nonostante tutto, ma perché questa unione, non è un banale 'e vissero tutti felici e contenti', non è stato tutto rose e fiori il riavvicinamento dell'Uzumaki e dell'Uchiha, che non tutto sarà semplice e facile, che vivere la propria vita comporta anche dei sacrifici, scelte decisive, perdite.
Mi è piaciuto molto il fatto che non sono finiti subito l'uno tra le braccia dell'altro alla confessione di Sasuke, che si buttasse la ragione alle ortiche e si proseguisse solo col cuore...mi ha affascinato la riflessione, il dubbio, valutare se valesse la pena riannodare i fili di qualcosa che in fin dei conti era stata più una lotta che una storia d'amore...
Mi piace indugiare sulle riflessioni che hanno i protagonisti, tutti i personaggi di questa storia, all'inizio con Hinata, Kiba e Shino, passando per Kakashi e Naruto e infine per Naruto e Sasuke...mi piace leggere le emozioni che si dipanano sotto ogni punto di vista, come le cose assumano un contorno diverso e un diverso colore quando sono filtrate da Uchiha e Uzumaki.
Davvero questa è una storia che mi ha coinvolto e appassionato come poche altre storie che ho letto, ed è un onore e un privilegio leggerti.
E al prossimo capitolo ci si accomiaterà da questa bellissima storia.
Alla prossima.
Hakae. |